Itinerari e consigli per viaggi lenti

Cosa vedere negli Scottish Borders: la Dryburgh Abbey

Scottish Borders, itinerario di 48 tra Melrose, Dryburgh e Jedburgh e le loro storiche Abbazie

Chi pensa alla Scozia si immagina subito le terre del nord e le isole più sperdute, tuttavia si “dimentica” di altre aree poco note ma non per questo meno meritevoli di una visita. È il caso ad esempio degli Scottish Borders, compresi tra Edimburgo ed il confine con l’Inghilterra (Northumbria), mentre ad ovest sono delimitati dalle regioni del Dumfries and Galloway e dal South Lanarkshire.

Tali luoghi hanno molto da raccontare, come d’altronde è facile immaginare data la loro posizione di frontiera, ed offrono paesaggi variegati tra dolci valli, brughiere e la costa lungo il mare del Nord. Ciò nonostante, queste zone sono relativamente poco conosciute dai turisti, la maggior parte dei quali non resiste al richiamo di Edimburgo e delle Highlands. La diretta conseguenza è la tranquillità che regna incontrastata.

 

Cosa vedere negli Scottish Borders in due giorni

A voler essere precisi vi sono rimasto di più ma l’itinerario che vi propongo in questo articolo è stato compiuto in 48 ore toccando alcune località storiche dei Borders. Ho potuto così saperne di più sul passato religioso della zona visitando tre delle quattro abbazie presenti a Melrose, Dryburgh, Jedburgh e Kelso (per mancanza di tempo, quest’ultima la tengo per il prossimo viaggio), tutte fondate durante il secolo XII. Esse condividono una storia simile, caratterizzata cioè da ripetuti attacchi inglesi che hanno reso necessari diversi interventi di ricostruzione, e dal fatto di essere state il rifugio di monaci arrivati dal continente europeo ed appartenenti a differenti ordini religiosi.

Nei giorni rimanenti invece sono stato alla Abbotsford House (dimora storica di Walter Scott) e quindi alla Traquair House, la casa abitata in maniera continuativa più antica di Scozia e legata ai Re Stuart.

Come sempre, mi sono affidato unicamente ai mezzi pubblici e come punto di partenza ho scelto Galashielspernottamento presso il Craigielea B&B (struttura attualmente non più disponibile) – perché vi si trova la stazione degli autobus con collegamenti da/per Edimburgo verso le destinazioni principali dei Borders. Trovate tutte le informazioni del caso alla fine dell’articolo.

 

 

Due giorni negli Scottish Borders: tappa a Melrose

La prima giornata è stata quella più “intensa” perché ho visitato due abbazie, quella di Melrose in mattinata per poi raggiungere Dryburgh nel pomeriggio. Col tempo a disposizione ne ho esplorato anche i dintorni scovando così qualche “chicca” inaspettata.

Fondata nel 1136 dai monaci cistercensi, esaudendo così la richiesta del Re Davide I di Scozia, la Melrose Abbey è la meglio preservata e la più conosciuta della regione. Nel corso della sua storia subì numerosi attacchi da parte degli inglesi – in particolare durante il ‘300 – a cui seguirono anni di lavori di restauro. L’Abbazia rimase “in funzione” fino alla Riforma Protestante del 1560, dopodiché ai monaci fu comunque concesso di restare. L’ultimo “residente” morì nel 1590.

Sebbene gran parte della struttura sia oggi in rovina, si riesce comunque ad apprezzarne la finezza dei suoi elementi decorativi. Tra le sculture di dragoni, piante e santi ne spicca una alquanto bizzarra che raffigura un maialino che suona la cornamusa. Si trova sul tetto del corpo centrale dell’edificio, sul lato rivolto verso il cimitero.

Itinerario negli Scottish Borders, tappa a Melrose
L’abbazia di Melrose
Melrose Abbey - Scottish Borders, Scozia
La navata centrale dell’abbazia di Melrose
Visita della Melrose Abbey a sud di Edimburgo
La scultura raffigurante il maialino che suona la cornamusa

Per vederlo da più vicino suggerisco di salire in cima alla torre, approfittandone così per avere una panoramica a 360° di ciò che resta di questa splendida abbazia.

Se la dolce Melrose al meglio vuoi guardare
con luce di pallida luna la devi visitare

– Walter Scott, The Lay of the last Minstrel

La fama dell’Abbazia di Melrose è dovuta anche al suo legame con Re Roberto I di Scozia che si preoccupò in prima persona dei lavori di ricostruzione dopo il devastante attacco inglese del 1322. Qui sono seppelliti alcuni sovrani scozzesi e, secondo la leggenda, anche il cuore di Re Robert The Bruce sarebbe conservato a Melrose. La placca commemorativa è facilmente individuabile nella zona verde a lato della chiesa e vicino alle rovine del chiostro. Il resto del corpo dell’amato sovrano scozzese riposa invece nella Dunfermline Abbey.

Dove si trova il cuore di Robert the Bruce in Scozia?
L’urna che custodisce il cuore di Robert The Bruce

Prima di dirigermi verso Dryburgh decido di fermarmi ancora a Melrose per fare un giro in centro e nelle sue immediate vicinanze, cominciando dal Priorwood Garden, ubicato in un’area che anticamente apparteneva all’abbazia. Oggi ospita un’incredibile varietà di erbe, piante ed un frutteto che produce pere, prugne e mele.

Un altro giardino a poca distanza dal centro è l’Harmony Garden. Come suggerisce il nome, si tratta di un ambiente ideale per rifugiarsi nella pace della natura, con giardini curati e piante che si estendono attorno ad un classico maniero di epoca georgiana. È pure un ottimo punto panoramico per osservare le rovine dell’abbazia e le vicine Eildon Hills. Inoltre, ogni giugno vi si tiene il Borders Book Festival, una rassegna letteraria che coinvolge scrittori contemporanei di spicco.

Continuando su St Mary’s Road ed una volta passato il campo da rugby, si raggiunge il bivio che conduce alla passeggiata costiera lungo le sponde del fiume Tweed. Se avete più tempo di me, potete seguire un itinerario circolare di circa 5 chilometri che si snoda tra il centro di Melrose ed il corso del Tweed (il percorso è scaricabile dal sito di WalkHighlands). Io mi sono accontentato degli scorci dal ponte sospeso, potendo apprezzare il paesaggio incantato attorno a me nella totale solitudine.

Cosa vedere a Melrose: il Priorwood Garden
Il Priorwood Garden a Melrose
Il fiume Tweed a Melrose (Scozia)
Passeggiata panoramica sulle sponde del fiume Tweed

 

Due giorni negli Scottish Borders: escursione a Dryburgh

Dopo pranzo mi sono spostato a Dryburgh, un piccolo villaggio adagiato sulla sponda del fiume Tweed e famoso poiché vi si trovano le rovine dell’omonima abbazia.

Se siete sprovvisti di auto, vi si arriva in circa 20-25 minuti a piedi dalla fermata dell’autobus più vicina avendo la possibilità di fare un paio di deviazioni prima di raggiungere le rovine dell’abbazia.

Dopo aver attraversato il ponte sospeso sul Tweed, in cima alla collinetta che si incontra subito sulla sinistra sorge il Temple of The Muses. Trattasi di un piccolo tempio circolare neoclassico innalzato nel 1817 e dedicato alla memoria di James Thomson, poeta nato vicino a Kelso nel 1700, famoso per l’opera “The Seasons” ed il testo del canto patriottico “Rule, Britannia”. Proprio per questo la sua scultura è inserita tra quelle dei 16 autori scozzesi che appaiono nello Scott Monument di Edimburgo.

Ritornando alla struttura affacciata sul fiume Tweed, essa consta di 9 colonne ioniche con al centro le figure in bronzo rappresentanti le 4 stagioni; sul tetto è stato collocato il busto del poeta.

Il tempio delle muse a Dryburgh (Scozia)
Il “Temple of the Muses” a Dryburgh

Proseguendo sulla strada principale si giunge al Dryburgh Abbey Hotel, l’abbazia sorge appena a lato ma chi desidera può camminare ancora un po’ – circa 25-30 minuti compreso l’ultimo tratto nel bosco – per arrivare alla Dryburgh Wallace Statue. Eretta nel 1814, fu il primo monumento in onore di William Wallace costruito in Scozia. Venne commissionato da David Stuart Erskine, 11esimo Earl of Buchan e contemporaneo di Sir Walter Scott e Robert Burns. Era talmente legato al territorio di Dryburgh che si occupò pure dei lavori per la realizzazione del primo ponticello sul Tweed (poi crollato).

La statua venne posizionata nel 1814, è alta 65 m, è fatta di pietra arenaria rossa ed il condottiero scozzese è raffigurato con l’armatura tradizionale dell’epoca. Vi è un aneddoto secondo il quale a Walter Scott non piacque particolarmente e purtroppo devo concordare anch’io, diciamo che lo scultore poteva impegnarsi maggiormente…

La prima statua eretta in Scozia in onore di William Wallace
Il Monumento a William Wallace a Dryburgh

Il punto in cui sorge potrebbe essere un belvedere naturale stupendo, peccato che la vegetazione troppo fitta ostruisca la vista, rimane comunque un ambiente molto tranquillo e perfetto per un picnic.

Veniamo ora alla Dryburgh Abbey, senza dubbio l’attrazione principale della zona e che merita, ma proprio merita, di essere visitata. Se già quella di Melrose mi aveva affascinato, questa è stata un colpo al cuore inaspettato. Sarà perché è più “complesso” arrivarci senz’auto, sarà per la sua posizione a ridosso del Tweed e quasi nascosta tra la vegetazione, sarà per i meno turisti presenti che quindi non intaccano l’atmosfera incantata che sembra regnare in questo luogo… sta di fatto che non me ne sarei voluto più andare!

Venne fondata nel 1150 dai canonici regolari premostratensi, un ordine religioso con radici in Francia e nella regione della Northumbria e contraddistinto da una stile di vita basato sull’assoluta semplicità e sull’isolamento dal resto della società. Anche per questo la Dryburgh Abbey non raggiunse mai la ricchezza ed il potere di quelle a Melrose, Kelso e Jedburgh.

Cosa vedere negli Scottish Borders: la Dryburgh Abbey
Vista delle rovine dell’abbazia di Dryburgh

Tuttavia, ciò non bastò per evitare la distruzione portata dagli attacchi inglesi, in particolare quello ordinato da Re Edoardo nel 1322. La vita monastica si concluse come conseguenza della Riforma Protestante del 1560 e difatti, in soli pochi anni, soltanto due canonici rismasero a Dryburgh.

Se oggi possiamo ancora apprezzare i ruderi della chiesa gotica, del chiostro e della sala capitolare del secolo XIII lo dobbiamo al già citato David Erskine. Egli si occupò infatti della messa in sicurezza e di preservare quanto era rimasto ancora in piedi. Morì nel 1829 e le sue spoglie vennero sepolte nella sacrestia. A distanza di pochi anni, nel 1832, Walter Scott morì e venne sepolto nell’abbazia (nel transetto nord, la porzione meglio conservata del complesso).

Le rovine della Dryburgh Abbey (Scozia)
Le rovine dell’abbazia di Dryburgh
Dov'è seppellito Walter Scott in Scozia?
La tomba di Walter Scott nell’abbazia di Dryburgh

Il bosco che si estende alle spalle del presbiterio ospita una grande varietà di uccelli e fiori selvatici. Gli alberi sono stati piantati nel corso del’700, fa eccezione il tasso comune risalente al secolo XII ed ancora più antico della stessa abbazia.

 

Due giorni negli Scottish Borders: visita di Jedburgh

L’idea iniziale era quella di recarmi a Jedburgh in mattinata ed a Kelso nel pomeriggio ma, data l’allerta meteo gialla e poi arancione, sono stato costretto a rinunciare alla seconda tappa.

La stazione degli autobus – in realtà vi è soltanto la pensilina – si trova davanti all’abbazia e la si può raggiungere passando per il centro informazioni di Visit Scotland.

Fondata dal Re Davide I, inizialmente come monastero nel 1138 e poi abbazia a partire dal 1154, ospitò i monaci agostiniani provenienti dalla Francia. I lavori per la costruzione si protrassero per oltre 70 anni e ciò spiega la commistione dello stile romanico iniziale con quello gotico. La maestosità dell’edificio è ancora visibile a distanza di 900 anni e la si apprezza nonostante ormai sia ridotto in ruderi ed il meteo non sempre sia dei migliori (come nel mio caso).

Come per le altre sparse nei Borders, anche la Jedburgh Abbey fu coinvolta suo malgrado in diversi scontri tra inglesi e scozzesi, in particolare durante le Guerre di Indipendenza avvenute nel ‘300 e che portarono all’evacuazione dei suoi abitanti in un luogo più sicuro.

Escursione a Jedburgh per visitare la famosa abbazia
Accesso alla Jedburgh Abbey
Cosa vedere negli Scottish Borders in 2 giorni: Jedburgh Abbey
La navata centrale dell’abbazia di Jedburgh

A differenza degli altri monaci della zona, gli agostiniani era maggiormente coinvolti nella vita della comunità ed erano legati alla famiglia reale. Ciò la spiega la presenza di due abbazie, la Holyrood Abbey (visitabile assieme al Palazzo di Holyrood) e la Cambuskenneth Abbey, costruite nei pressi di edifici simbolo del potere della monarchia quali il castello di Edimburgo e quello di Stirling.

I canonici di Jedburgh servivano gli inquilini reali del castello (di cui vi parlo tra qualche riga) e per questo il matrimonio di Alessandro II di Scozia si tenne proprio nell’abbazia. A tal proposito, una leggenda narra che un fantasma apparve appena prima dell’inizio della cerimonia per predire al Re la sua morte. In effetti, egli perse la vita l’anno seguente, cadendo da cavallo.

Terminata la visita mi sposto in centro per esplorare l’antico borgo reale di Jedburgh, dichiarato tale da Re Alessandro II nel 1214. Tra i palazzi storici da non perdere vi è il Tribunale, dove Walter Scott lavorò come avvocato agli inizi della sua carriera.

Il tribunale nel centro di Jedburgh dove lavorò Walter Scott
Palazzi nel centro di Jedburgh ed il tribunale dove lavorò Walter Scott

L’edificio più emblematico è però senza dubbio quello che ospita il Mary Queen of Scots Visitor Centre, un museo dedicato alla celebre sovrana scozzese che avrebbe soggiornato proprio qui in occasione della sua visita ufficiale a Jedburgh nel 1566. La sua permanenza fu più lunga del previsto a causa della febbre alta che quasi la portò alla morte.

Nella mia fine c’è il mio inizio

La storia travagliata di Maria Stuarda, divenuta anche per questo una figura leggendaria subito dopo la morte avvenuta nel 1587, viene raccontata attraverso un percorso guidato che si snoda tra i vari piani dell’abitazione con l’obiettivo di mettere in particolare risalto proprio gli aspetti più drammatici della sua esistenza. Sono inoltre esposti diversi oggetti a lei appartenuti, copie di lettere e documenti da lei scritte e firmate e persino la maschera mortuaria che si dice sia stata fatta subito dopo la sua esecuzione al castello di Fotheringhay l’8 febbraio 1587. Mary Queen of Scots è sepolta nell’abbazia di Westminster a Londra, tra l’altro vicino alla cugina Elisabetta I, proprio lei che ne ordinò l’esecuzione.

Nei giardini che circondano il palazzo, dove mi sarei fermato volentieri per riposarmi se solo la giornata fosse stata “migliore”, è stato posizionato un masso intagliato circa 1.300 anni fa e che faceva da base ad una croce cristiana appartenuta ad un monastero precedente all’abbazia e risalente al Regno di Northumbria.

Il museo dedicato a Maria Stuarda a Jedburgh (Scottish Borders)
L’edificio dove soggiornò la Regina durante la sua visita in città.
Il Mary Queen of Scots Visitor Centre a Jedburgh
Visita del museo e la stanza con la maschera mortuaria di Maria Stuarda

Camminando lungo tutta Castle Gate si raggiunge la collina su cui sorge il Jedburgh Castle and Museum. Quella che sembra essere una fortezza, in realtà è un edificio del 1820 progettato dall’architetto Archibald Elliot, lo stesso che realizzò la Calton Jail a Edimburgo che ospitava la prigione e fu anche teatro di esecuzioni per impiccagione.

Con questo passato così sanguinoso non sorprende che oggi sia considerato il posto più infestato degli Scottish Borders. Si sa, questo argomento viene trattato molto seriamente in Scozia e difatti diversi team di esperti hanno fatto dei sopralluoghi per rilevare qualsiasi attività paranormale. Inoltre, i cacciatori di fantasmi sono frequentatori assidui della prigione, ovviamente di notte.

Invece, di giorno i turisti possono visitare gratuitamente il museo dedicato alla città ed ai suoi cittadini più illustri, oltre a poter esplorare le antiche celle e conoscere le storie dei detenuti.

Arrivo al Jedburgh Castle Jail & Museum (Scozia)
Arrivo al “castello” di Jedburgh
La prigione di Jedburgh, il luogo più infestato dei Borders
Le celle della prigione di Jedburgh

 

Visitare le abbazie storiche dei Borders: orari di apertura, prezzi ed Explorer Pass

I tre siti storici sono aperti tutto l’anno con l’orario che varia a seconda del periodo:

  • dal 1° aprile al 30 settembre, dalle 09:30 alle 17:30;
  • dal 1° ottobre al 31 marzo, dalle 10 alle 16.

 

L’ultimo ingresso consentito è mezz’ora prima della chiusura.

Per quel che concerne le tariffe:

  • adulto, £6.00;
  • ridotto (over 60 e disoccupati), £4.80;
  • bambino (5-15 anni), £3.60;
  • minori di 5 anni, gratuito

 

Tutte e tre sono incluse nell’Historic Scotland Explorer Pass, la tessera turistica che consente l’ingresso in oltre 70 attrazioni sparse in tutta la Scozia come ad esempio i castelli di Edimburgo, Stirling, Urquhart e Blackness. Ne parlo approfonditamente – con tanto di link d’acquisto online – in questo articolo dedicato.

Comprese nel prezzo, nelle abbazie di Melrose e Jedburgh viene fornita l’audioguida, in quella di Dryburgh invece viene data una guida cartacea ed in tutti i casi sono disponibili in italiano.

 

Come raggiungere le abbazie degli Scottish Borders coi mezzi pubblici

Le abbazie di Melrose e Jedburgh sorgono a poche decine di metri di distanza dalla fermata dell’autobus.

Per raggiungere quella a Dryburgh invece bisogna scendere presso l’Agricultural College e da lì attraversare lo stradone principale per poi deviare sulla prima strada a sinistra. Nella mappa sottostante trovate il percorso intero (incluse le due deviazioni di cui ho parlato in precedenza).

Come arrivare all'abbazia di Dryburgh a piedi
Percorso a piedi dalla fermata dell’autobus alla Dryburgh Abbey.

La Borders Railway, la linea ferroviaria tra Edimburgo e Tweedbank che è stata aperta negli anni scorsi, ha sicuramente reso più accessibile questa regione a tutte le persone che visitano la Scozia coi mezzi pubblici, incluso quindi il sottoscritto. Dalla stazione di Tweedbank passano poi gli autobus che consentono di esplorare la regione.

In alternativa, sempre da Edimburgo partono vari collegamenti giornalieri per diverse destinazioni della zona ed operati dalla compagnia Borders Buses (disponibile anche l’app su smartphone, molto comoda). Segnalo ad esempio la linea diretta n. 51 che dalla capitale scozzese arriva a Jedburgh in circa 2 ore di viaggio.

La stazione degli autobus più importante dei Borders è quella di Galashiels (Transport Interchange), qui le corse per Melrose, Dryburgh e Jedburgh sono più frequenti.

Il mio suggerimento è di pernottare nella regione, piuttosto che a Edimburgo, perché gli alloggi sono più economici e soprattutto si possono visitare le attrazioni locali con maggiore tranquillità e senza essere vincolati eccessivamente agli orari delle corse.

 

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- 8-18 luglio: Ötzal, Sölden, Wilder Kaiser e St Johann --> #checkinTirolo

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