Data la sua vicinanza a Madrid, circa 90 Km, e la facilità di arrivarvi in poco tempo grazie ai treni ad alta velocità, Segovia è una delle mete più popolari tra coloro che desiderano fare un’escursione giornaliera dalla capitale. Io per primo l’ho visitata così, partecipando ad un tour guidato comprendente anche Ávila.
Essendoci tornato dopo molto tempo, posso dire che Segovia merita una visita decisamente più approfondita perché ha molto da raccontare oltre ai due suoi luoghi simbolo famosi in tutto il mondo: l’acquedotto romano e l’Alcázar. Parliamo infatti di una delle città più belle e con il maggior numero di monumenti di Spagna e non a caso è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1985.
Nelle prossime righe vi parlo delle 7 cose da fare e vedere nel capoluogo di provincia della Castiglia e León con la speranza di “convincervi” a trascorrere almeno una notte in città 😉
Alla scoperta di Segovia: le 7 cose da fare e vedere in due giorni
La città spagnola è a misura d’uomo e la si gira a piedi senza alcun problema. L’elenco che segue prende spunto dall’itinerario che ho seguito con due giorni a disposizione, include le visite di alcuni interni ed una passeggiata panoramica fuori dalle mura. A tal proposito ringrazio Mila, guida turistica (Segoguiados) che mi ha accompagnato alla scoperta dei luoghi più o meno conosciuti di Segovia.
Anticipo che non mi soffermerò né sull’Acquedotto né sull’Alcázar dato che parlo di entrambi approfonditamente in questo articolo.
Maggiori informazioni sui collegamenti da/per Madrid, dove pernottare e cosa mangiare di tipico sono riportate qui.
1) Farsi un “selfie” con il diavolo
Partendo dalla Plaza del Azoguejo, se anziché salire sulla scalinata del Portigo si passa sotto gli archi dell’acquedotto per proseguire sulla sinistra, lungo la calle San Juan, si giunge nei pressi di un’installazione recente che ha fatto non poco scalpore. Trattasi della statua del diavoletto intento a farsi un “selfie” con l’acquedotto alle sue spalle. La figura, che così rappresentata di certo non trasmette angoscia, è qui posta a ricordo della leggenda della costruzione dell’acquedotto.
Infatti, si narra che non fu Roma l’artefice dell’opera… bensì Lucifero. Una donna, dedita al trasporto dell’acqua, stava portando il carico per le vie della città quando incontrò il diavolo. Gli propose un accordo: la sua anima a patto che l’angelo “caduto” riuscisse a costruire un acquedotto prima del canto del gallo. Il diavolo accettò e si mise subito al lavoro, nel frattempo però la donna si pentì ed inizio a pregare affinché il patto stipulato saltasse. Ed è proprio quello che accadde. Secondo la leggenda, il gallo cantò proprio quando al diavolo mancava solo un’ultima pietra per completare l’opera. Egli se andò furioso ed i buchi nei blocchi di granito che si possono osservare ancora oggi sarebbero le impronte degli zoccoli di Lucifero…
2) Camminare lungo la “Calle Real”
Dalla Plaza del Azoguejo parte quello che i segoviani chiamano “Calle Real”, ossia un tratto di strada pedonale che conduce in Plaza Mayor e costituito dal susseguirsi di alcune vie: calle Cervantes, calle Juan Bravo, plaza del Corpus e calle Isabel la Católica.
Lungo il percorso si possono osservare palazzi storici, chiese e non solo.
La prima fermata è infatti presso il Mirador de la Canaleja, con vista privilegiata sulla stupenda Iglesia de San Millán, situata fuori dalle mura. Pochi passi ed ecco la Casa de los Picos, edificio del secolo XV che si contraddistingue per le pietre di granito tagliate a punta di diamante incastonate nella facciata. Oggi è la sede della scuola d’arte di Segovia.
Proseguendo si sbuca in Plaza Medina del Campo, uno degli angoli più carini del centro storico di Segovia. Al centro è posta la statua di Juan Bravo, appena a lato sorge l’Iglesia de San Martín, imponente tempio romanico con il caratteristico sagrato e la torre campanaria con elementi mudéjar.
Sulla piazza svetta poi il Torreón de Lozoya, eretto nella seconda metà del secolo XV a scopo difensivo e, successivamente, convertito in palazzo rinascimentale con patio interno. Nel corso del secolo XVIII la costruzione diventa proprietà della ricca famiglia Lozoya e la rimane fino ai giorni nostri. A partire dal 2012 l’edificio appartiene alla Fundación Caja Segovia ed è oggi sede di mostre temporanee e di un museo.
Durante la visita si ha l’opportunità di salire sulla torre per godere della vista panoramica da 25 m di altezza.
La prossima fermata è nella piazza dove si trova il convento del Corpus Christi, un’antica sinagoga ebraica trasformata in chiesa nel 1410. Da qui, prendendo per calle Isabel la Católica si costeggia l’Iglesia de San Miguel, tempio gotico che fu teatro dell’incoronazione di Isabel la Católica sul trono di Castiglia.
Ancora pochi passi ed eccoci nella splendida Plaza Mayor di Segovia. Su questa piazza porticata, punto di ritrovo abituale di cittadini e turisti, si affacciano il Municipio, il teatro Juan Bravo e soprattutto la Cattedrale. Il costo dell’ingresso è di 4 € (maggio 2023) ed include anche la visita del Palazzo Episcopale. Per maggiori informazioni potete consultare questa pagina.
La sua costruzione, finanziata dagli stessi abitanti, iniziò nel 1525 per sostituire l’edificio precedente che sorgeva di fronte all’Alcázar e distrutto durante la Guerra delle Comunità di Castiglia del 1520. La facciata principale, la Puerta del Perdón, è rivolta verso ovest, a sud si apre la Puerta de San Geroteo, primo vescovo della città, a nord invece la Puerta de San Frutos, eretta all’inizio del ‘700 in onore del patrono di Segovia.
La torre campanaria, facilmente riconoscibile da lontano grazie alla sua altezza, è un meraviglioso belvedere sul centro storico ed è accessibile durante gli orari di apertura della Cattedrale.
Gli interni sono altrettanto maestosi. Spiccano la pala d’altare (sec. XIV), gli organi barocchi, la parte posteriore del coro donde si conserva l’urna con le reliquie di San Frutos, le decorazioni delle 18 cappelle situate tra le navate laterali ed il deambulatorio, il chiostro, trasferito pezzo per pezzo dall’antica cattedrale romanica ed infine l’Archivo Catedralicio, che conserva oltre 500 incunaboli (opere stampate con la tecnica a caratteri mobili tra i sec. XV-XVI) tra i quali il Sinodal de Aguilafuente, il primo libro stampato in Spagna.
3) Visitare la Casa-Museo di Antonio Machado
Costeggiando la Cattedrale lungo calle Marqués del Arco si imbocca sulla destra la calle Desamparados. Al numero civico 5 si può visitare la Casa-Museo Antonio Machado, dove sono custoditi oggetti personali ed altri ricordi del soggiorno in città del poeta-scrittore andaluso.
Machado visse a Segovia tra il 1919 ed il 1932, periodo nel quale insegnò francese in un istituto superiore locale, l’attuale IES Mariano Quintanilla. Furono anni intensi per Machado, che si unì fin da subito con un gruppo di intellettuali segoviani con cui fondò l’Universidad Popular Segoviana.
L’obiettivo era quello di avvicinare le persone comuni alla cultura attraverso una serie di attività comprendenti visite culturali e proiezioni di film oltre all’istituzione di una biblioteca con libri donati dagli stessi fondatori, alcuni dei quali sono ancora conservati nella Casa-Museo.
L’edificio, assai modesto, è rimasto invariato rispetto all’epoca di Machado e quindi i visitatori possono ammirare gli arredi originali nonché foto e documenti riguardanti il poeta, la sua famiglia, gli amici più stretti e la “musa” Pilar de Valderrama Alday, una nobile madrilena meglio conosciuta con lo pseudonimo “Guiomar” e con la quale ebbe una relazione epistolare che rimase segreta per molti anni.
Ps: la nuova stazione ferroviaria di Segovia destinata all’alta velocità si chiama Guiomar. Il perché di questo nome l’ho finalmente capito visitando la Casa-Museo di Machado!
4) Respirare l’atmosfera medievale della “Judería”
Il quartiere ebraico di Segovia è uno dei meglio conservati di Spagna e, insieme a quello di Ávila, fu il più importante del Regno di Castiglia.
La presenza ebraica in città è documentata ufficialmente nel 1215, tuttavia se ne ha già notizia dalla fine del secolo XI. Per circa due secoli si ebbe un’assoluta convivenza pacifica con cristiani e musulmani ma dal 1412, a seguito dell’instabilità politica che si generò nel regno, ebrei e musulmani furono costretti a vivere in quartieri separati.
Il barrio judío, originariamente accessibile per sette porte che venivano poi chiuse al tramonto, si estende oggi nella zona compresa tra Plaza de la Merced e Plaza del Corpus e si differenzia dal resto del centro storico per le sue strade strette, sinuose e silenziose che conservano ancora un’anima spiccatamente medievale, ed i cortili, i luoghi dove gli abitanti potevano concedersi un po’ di socialità.
L’itinerario consigliato include le vie Judería Vieja, Judería Nueva, calle de Santa Ana e la visita della casa dove nacque nel 1499 Andrés Laguna, uno dei più grandi esperti nei campi della medicina e della ricerca scientifica di quell’epoca.
Prima di lui, un altro personaggio illustre abitò qui. Il rabbino Abraham Seneor (1412-1493) fu un banchiere e figura di spicco del Regno di Castiglia. Agì infatti da negoziatore in occasione del matrimonio tra Isabel e Fernando, continuò ad essere dei consiglieri più fidati della stessa regina e fu poi collaboratore del re Enrico IV.
Oggi, l’edificio è sede del Centro Didáctico de la Judería, uno spazio dedicato alla conoscenza della storia e della cultura ebraica. Da non perdere la proiezione in 3D che mostra fedelmente la cerimonia dello shabat all’interno di una sinagoga sefardita.
5) Esplorare gli altri quartieri del centro storico di Segovia
Oltre a quello ebraico, la cittadella fortificata conta altri due quartieri che vale la pena scoprire per ammirare altri luoghi di interesse.
Il barrio de las Canonjías è forse quello meno conosciuto, nonostante si trovi a pochi metri dall’Alcázar. Deve il suo nome al fatto che vi risiedevano i canonici che si occupavano dell’antica Cattedrale, quella che sorgeva a pochi passi da qui e che venne gravemente danneggiata durante la Guerra delle Comunità del secolo XVI e quindi ricostruita in Plaza Mayor.
Le case del quartiere costituiscono uno dei massimi esempi di architettura romanica civile a livello europeo. In passato la zona era separata dal resto della città da mura e da tre porte, delle quali è ancora visibile la Claustra (calle de Velarde).
Il barrio de los Caballeros è il più esteso tra quelli interni alle mura ed occupa il settore nordorientale, dalla Porta di San Cebrián all’acquedotto romano. Quello che sorprende maggiormente è la concentrazione di palazzi e chiese romaniche in un’area comunque ristretta, considerando poi che molte andarono perdute nel corso del sec. XIX.
Una spiegazione plausibile è che Segovia fu sede della corte reale per svariati secoli e quindi, oltre all’indotto economico generato, i nobili che risiedevano qui pretendevano pure una chiesa propria per assistere alla messa.
Ci vorrebbe un altro articolo per l’ elenco completo con tutti i monumenti della zona, mi soffermo perciò su quelli che mi hanno colpito di più.
Ubicata all’ingresso del quartiere, la Casa de las Cadenas venne eretta a difesa sia della puerta de San Juan (demolita nel 1888) che dell’edificio adiacente, adibito alla produzione di monete. Data la grande rilevanza del palazzo, vi potevano abitare solamente le persone indicate dal Re o dalla Regina.
Immersa nel silenzio, la Iglesia de San Quirce (sec. XII) venne sconsacrata nel 1847 e, dopo un periodo in abbandono, diventò proprietà dell’Universidad Popular de Segovia, fondata da Antonio Machado ed altri intellettuali. Divenne, e lo è ancora oggi, la sede della Academia de Historia y Arte de San Quirce.
Non posso non citare la chiesa dedicata al mio santo, la Iglesia de San Esteban (sec. XII), celebre per la sua imponente torre campanaria alta oltre 50 m, dichiarata Monumento Nazionale nel 1886 e ben distinguibile nello skyline cittadino.
Infine, suggerisco di visitare la Iglesia de San Juan de los Caballeros per due motivi. Per prima cosa, si tratta di uno dei monumenti più antichi di Segovia. Il nucleo originale dovrebbe corrispondere ad un tempio visigoto dei sec. V-VII, dopodiché, la struttura visibile ai giorni nostri è del secolo XI.
All’interno si trova la Cappella dei Nobili Linajes con le tombe di Don Fernán García e Día Sanz, artefici della conquista di Madrid avvenuta nel 932 a danno dei musulmani.
Secondo, non è più una chiesa dato che, dopo un lungo periodo di declino, il pittore Daniel Zuloaga l’acquistò nel 1905 per trasformarla nel suo laboratorio. Anni dopo, nel 1974, venne realizzato il Museo Zuloaga per esporre le opere dei vari artisti della famiglia: i dipinti di Ignacio, quadri a olio, acquerelli e ceramiche di Daniel e dei suoi figli.
6) Scoprire i belvedere più suggestivi di Segovia
Un altro modo per innamorarsi di Segovia è quello di andare alla ricerca dei migliori punti panoramici, situati soprattutto al di fuori del recinto difensivo che inizia e si conclude dall’Alcázar e che si estende per oltre 3 Km.
Delle cinque porte delle mura medievali sono rimaste quella di San Cebrián (a nord), quella di Santiago (a nordovest) e quella di San Andrés (a sud). Quest’ultima accoglie un piccolo spazio espositivo con una serie di pannelli informativi sulla costruzione. Inoltre, è possibile percorrere un tratto della muraglia e godersi la splendida vista sul centro storico, la Cattedrale e l’Alcázar di Segovia.
All’altezza della porta di San Andrés partono dei sentieri che costeggiano le mura in direzione della fortezza situata all’estremità nordoccidentale della città vecchia. Volendo si può camminare anche lungo la strada principale (c’è il marciapiede) lasciando sulla propria sinistra la collina su cui sorge il cimitero ebraico.
Arrivati nei pressi del ponte situato poco dopo il punto di confluenza dei fiumi Eresma e Clamores, non attraversatelo ma prendere il sentierino che sale sulla sinistra. Questa è la zona del Camino Natural del Eresma, punto di partenza di itinerari escursionistici più o meno brevi attorno alla città. La mia meta è il Mirador del Alcázar y los dos valles, a circa 400 m di distanza. Superata la scalinata, il percorso prosegue in leggera salita verso la destinazione.
Capirete subito quando siete arrivati al punto panoramico, è senza dubbio il più bello di Segovia. Credo che l’immagine parli da sola…
Per rientrare in centro suggerisco una via alternativa, ideale per scoprire altri monumenti e scorci suggestivi.
Tornati sulla strada principale, superate il ponte e girate a destra, sulla carretera de Arévalo. Passati il Santuario de Nuestra Señora de la Fuencisla (sec. XVI-XVII) ed il Convento de San Juan de la Cruz (sec. XVI), prima di continuare sulla calle de San Marcos suggerisco di girare a sinistra verso la Iglesia de la Vera Cruz. Secondo la tradizione popolare, questo tempio sarebbe stato eretto dall’Ordine dei Cavalieri Templari; oggi è un suggestivo belvedere su Segovia e l’Alcázar.
Tornati su calle de San Marcos si procede verso il centro storico e, superato il ponte sul fiume Eresma, si può deviare sulla sinistra per raggiungere la Real Casa de la Moneda.
Voluto dal re Filippo II, trattasi di uno dei rari edifici industriali del secolo XVI sopravvissuti fino ai giorni nostri. Fu l’unica zecca spagnola autorizzata a coniare delle monete, le cincuecentines e le centenes, che misuravano addirittura 76 mm di diametro e per questo note in tutto il mondo. Il luogo divenne così meta di richiamo per famiglie nobili e reali e lo rimase fino al 1730, quando iniziò il processo di accentramento della produzione a Madrid. Per conoscere la storia completa del luogo vale la pena visitare il Museo de la Moneda.
Rientrati nel centro storico transitando per la Puerta de Santiago, perché non dirigersi all’acquedotto romano?
Vi si arriva attraversando il Barrio de los Caballeros e la calle de San Juan, dove è stata posta la scultura del diavoletto. Una volta ai piedi dell’immenso monumento romano in Plaza del Azoguejo (dove si trova l’ufficio dell’Ente del Turismo di Segovia), la scalinata del Portigo che lo costeggia da un lato sale al Mirador del Acueducto, uno splendido belvedere da dove ammirare l’acquedotto in tutta la sua bellezza.
L’ultima tappa che vi propongo è fuori sia dalle mura che dalle rotte turistiche più classiche. Si abbandona Plaza del Azoguejo e, superata la rotonda da dove partono/arrivano gli autobus per la stazione AVE di Guiomar, si prosegue sulla Avenida del Padre Claret fino a costeggiare sulla sinistra il parco del Santo Ángel de la Guarda.
La cima del colle è un perfetto belvedere naturale affacciato sul centro storico di Segovia e per me che ci sono capitato proprio al tramonto è stato il modo migliore per concludere la visita della città.
7) Girare la provincia di Segovia
Se avete l’opportunità di trascorrere qualche giorno in più potete dedicarvi all’esplorazione dei dintorni della città. È fattibile anche coi mezzi pubblici, tuttavia, in questo caso se siete automuniti risparmierete molto tempo con la possibilità quindi di vedere più luoghi. È una zona poco battuta dai turisti e, al contrario, particolarmente amata dai madrileni che specie nei weekend si rifugiano nelle loro secondo case comprate qui per riprendersi dai ritmi frenetici della capitale.
La provincia di Segovia custodisce un ricco patrimonio storico, artistico ed architettonico. Se siete appassionati di fortezze in rovina, escursioni nella natura, borghi caratteristici e silenziosi, palazzi reali e gastronomia tipica… questi miei articoli fanno al caso vostro:
- itinerario alla scoperta di castelli ed arte mudéjar;
- tour dei borghi più belli vicino a Segovia;
- visita del Palazzo Reale di San Ildefonso e dei giardini in stile “Versailles”.