A distanza di un anno dal viaggio in Castiglia e León ho deciso di ritornare in questa Comunità Autonoma per scoprirne nuovi aspetti ed esplorare un’area che in precedenza avevo soltanto sfiorato. Difatti, questo itinerario di 6 giorni si è svolto interamente nella provincia di León, la più estesa della regione e contraddistinta da un vasto patrimonio culturale e naturale.
Il programma che vado ad illustrarvi prevede il pernottamento in due località diverse, gli spostamenti coi mezzi pubblici salvo in due casi nei quali, assieme alla guida che mi accompagnava, ho utilizzato il taxi.
Per quel che riguarda invece i collegamenti con l’Italia, in Castiglia e León vi sono alcuni aeroporti ma piccoli e che non offrono voli diretti. Il modo migliore è atterrare a Madrid e da lì mettersi in viaggio, in autobus/treno oppure con mezzo proprio (León dista 350 Km circa).
Itinerario di 6 giorni nella provincia di León
Le basi d’appoggio sono state León e Ponferrada, dove ho trascorso rispettivamente 2 e 3 notti. Una permanenza sufficiente per visitare sia le città che parte dei loro dintorni, ovviamente ho dovuto fare una “selezione” ed anche per questo motivo vi ritornerò in futuro. L’itinerario proposto è assai variegato e quindi in grado di soddisfare – mi auguro – gusti ed esigenze di tutti.
L’articolo è così suddiviso:
- riassunto di quanto visto in ogni tappa (con link agli articoli specifici con maggiori approfondimenti);
- informazioni pratiche per muoversi coi mezzi pubblici;
- suggerimenti su dove dormire.
48 ore a León
Il centro storico sorge sui resti dell’accampamento romano della Legio VII Gemina Pia Felix, dalla quale deriva proprio il nome della città. Di dimensioni modeste, lo si gira agevolmente a piedi ed è il modo migliore per scoprire vie e piazze che custodiscono tracce importanti del passato romano e medievale.
Da non perdere la Cattedrale, uno degli edifici gotici più importanti di Spagna in cui spiccano le due torri separate dalla facciata principale. All’interno si possono ammirare le 737 vetrate che coprono complessivamente oltre 1.880 metri quadrati, decisamente il “fiore all’occhiello” del tempio religioso innalzato sulle fondamenta delle antiche terme romane e di una precedente chiesa romanica.
La Basilica di San Isidoro è invece uno dei luoghi più emblematici di tutta Europa poiché custodisce la cosiddetta “Cappella Sistina del romanico spagnolo”. Vi si trovano infatti una serie di dipinti del secolo XII – ancora coi colori originali – che decorano la cripta del Pantheon Reale. Avverto che non è consentito scattare fotografie all’interno.
León è inoltre una tappa del Cammino Francese, Santiago di Compostela dista poco meno di 300 Km. Il percorso passa per il barrio Húmedo, quartiere che si estende attorno al Comune ed alla Plaza Mayor di León. Oggi è la zona per eccellenza del “tapeo”, nelle sue strade – in gran parte pedonali – si trovano bar e ristoranti dove assaggiare i prodotti gastronomici locali. A tal proposito vi suggerisco il Rúa 11, uno dei locali più famosi e ritrovo degli abitanti. Tra le specialità da provare vi sono:
- la Cecina de León, ossia carne bovina seccata ed affumicata dal colore tostato-abbrustolito;
- la Morcilla, un sanguinaccio con aggiunta di cipolla, pinoli e marmellata di mele (ogni posto ha una sua variante);
- la tosta, un “crostino” di pane rustico sul quale vengono serviti vari ingredienti come ad esempio baccalà, arancia e salsa tartara.
A pochi metri da qui si raggiungono altri due edifici significativi della città. Mi riferisco al Palacio de los Guzmanes, sede dell’Amministrazione Provinciale e con facciata del secolo XVI, e Casa Botines, progettata da Antonio Gaudí ed uno dei pochissimi esempi della sua architettura modernista (sebbene qui fosse ancora agli “inizi”…) fuori dalla Catalogna.
Se ne volete sapere di più su León e cosa vedere potete allora leggere questo articolo esaustivo.
Escursione ad Astorga
È una delle escursioni più popolari da León ed un giorno intero può bastare per visitarne i luoghi più emblematici (l’itinerario completo è disponibile in questa pagina).
Astorga vanta un centro storico medievale di grande valore che rispecchia l’importanza geografica della località come punto di passaggio obbligato del Cammino di Santiago. Anch’essa fu di origine romana – Asturica Augustea – e si conservano resti di una basilica, delle terme, di alcune abitazioni e di un tratto del sistema fognario che tra l’altro venne utilizzato ancora durante l’800.
Dal punto di vista culinario, non potete venire qui e non provare il Cocido Maragato, molto più che un piatto tradizionale. Il cocido infatti è una pietanza diffusa in tutte le regioni spagnole, qui tuttavia si differenzia per essere servito al contrario. Si parte quindi con l’assaggio di 10 tipi di carne – tra cui salsiccia, una polpetta di carne fritta (relleno), orecchia, lardo, zampa e spalla di maiale -, a seguire una porzione di ceci, verza e patate, quindi una zuppa di pane o pasta ed infine il dolce. Il locale di riferimento è Casa Maragata, aperto nel 1992 e da allora specialista nella preparazione di questo piatto (il menù è a prezzo fisso e non prevede altro). Come dovreste avere intuito, si tratta di portate abbondanti che, nel mio caso, mi hanno saziato fino al giorno seguente saltando così la cena.
I due edifici simbolo di Astorga sorgono a pochi metri l’uno dall’altro. La Cattedrale venne costruita tra i secoli XV-XVII ed un lasso di tempo così esteso giustifica la presenza di diversi stili architettonici – gotico, rinascimentale e barocco – sia esternamente che nelle decorazioni interne. Il vicino Palacio Episcopal è opera di Antoni Gaudí, un regalo che l’artista catalano fece all’amico Joan Baptista Grau, vescovo della città. I lavori iniziarono nel 1889 ma vennero interrotti bruscamente quando, nel 1893, quest’ultimo morì e l’architetto decise così di rinunciare all’incarico. Il palazzo neogotico venne quindi ultimato nel 1915 da García Guereta, al quale toccava il compito di portare a termine soltanto il piano superiore ed il tetto.
L’edificio è aperto al pubblico, al suo interno infatti vi è il Museo dei Cammini, con l’esposizione di opere d’arte sacra ispirate al “Cammino” (non è consentito scattare fotografie). Mentre nella Casa Botines a León Gaudí aveva mantenuto uno stile piuttosto “lineare”, qui invece diede sfogo alla sua creatività e si possono notare decorazioni simili a quelle presenti nella Sagrada Familia. Ed è così che esplorare gli interni si trasforma in un’esperienza unica, che lascia senza parole.
Una tappa un po’ insolita è invece il Museo del Chocolate. Non sono molti a sapere infatti che proprio Astorga fu uno dei centri principali per la produzione del cioccolato tra i secoli XVIII-XIX. Le varie sale contengono utensili, macchinari, stampi e materiale promozionale che racconta la storia di questa industria ed il suo impatto nella vita quotidiana degli abitanti. La visita si conclude – e non potrebbe essere altrimenti – con una degustazione gratuita di tre varietà del prodotto.
72 ore a Ponferrada
L’ultima tappa – nonché la più lunga – è stata nel capoluogo della regione del Bierzo, nodo fondamentale del cammino di Santiago e distante una cinquantina di Km dalla Galizia. La città è di origine romana ed il suo nome deriva dal ponte eretto nel secolo XII per consentire il transito dei pellegrini sul fiume Sil all’altezza del borgo di Pons Ferrata.
Il simbolo di Ponferrada è il Castello dei Templari, innalzato nel secolo XII per ordine del Re di León Fernando II al fine di proteggere sia la città che coloro che percorrevano la rotta verso Santiago. La fortezza venne edificata sui resti di una precedente di epoca romana ed è costituita da una serie di ambienti finemente restaurati, a cominciare dal ponte levatoio sul fossato che circonda il complesso e dalla cinta muraria che offre una vista che si estende fino al Valle del Silencio.
Da non perdere poi la mostra Templum Libri, una collezione di 300 libri (un centinaio sono originali) che raccoglie in un luogo unico molti dei testi più importanti della storia.
Il castello di Ponferrada è visitabile con dei tour guidati anche in lingua italiana della durata di 1h 30 m che si svolgono il sabato e la domenica. Tutte le informazioni sono riportate in questa pagina dedicata.
A ridosso della fortezza si trova il Restaurante Las Cuadras, in assoluto tra i più tipici di Ponferrada. D’estate si può mangiare all’aperto, proprio dinnanzi alle mura, l’interno è altrettanto affascinante dato che è suddiviso in due piani con un patio al centro.
Un ambiente rustico, con colonne e travi in legno, che propone una cucina tradizionale e curata. Per l’occasione ho provato dunque un menù degustazione con le pietanze della zona, tra tutte il Botillo, ossia un insaccato marinato ed affumicato accompagnato da patate lesse, verdura e possibilmente un vino del Bierzo. Una menzione speciale la meritano poi i dolci, in particolare la Tarta de la Abuela, la classica torta della nonna… semplice ma buonissima.
Il centro storico di Ponferrada è piccolo ed in gran parte pedonale, raccolto attorno alla via del Reloj, facilmente riconoscibile per la torre omonima risalente al secolo XVI eretta su una porta delle antiche mura difensive.
All’interno dell’antico carcere si può oggi visitare il Museo del Bierzo, il luogo ideale per conoscere storia e cultura della città e della regione, dalla Preistoria all’epoca attuale. Ampio risalto viene dato al periodo romano ed ai relativi castrosi – cioè dei piccoli nuclei abitativi – così come al Cammino verso Santiago.
Una delle piazze più emblematiche è quella su cui su affaccia la Basilica dell’Encina (Madonna della Quercia), tempio in stile rinascimentale del secolo XVI con l’aggiunta di una torre barocca del 1614. In una viuzza interna e distante poche decine di metri da qui sorge El Bodegón, uno dei locali caratteristici dove mangiare di sera. Dalle 20 in avanti, questo ambiente informale accoglie abitanti e turisti che si radunano per tapeare. Il menù è semplice ma di qualità, si può scegliere infatti tra patatas bravas (la formula della salsa è un segreto!), calamari e cozze.
Le altre due giornate le ho trascorse nei dintorni di Ponferrada, ricchi di storia, cultura, bellezze naturali e sentieri escursionistici.
Da non perdere assolutamente la Valle del Silencio, legata alla leggenda di San Gennadio che nel secolo X scelse proprio questa area per ritirarsi in meditazione. Il nome deriverebbe infatti dal “mugugno” del Santo poiché disturbato dal ruscello che scorreva a poca distanza dalla grotta dove si trovava. Egli gli ordinò quindi di “zittirsi” ed improvvisamente il fiume smise di fare rumore.
La grotta di San Gennadio è raggiungibile da Peñalba de Santiago, considerato uno dei borghi più belli di Spagna. Situato a quota 1100 m ed incastonato tra i Monti Aquilani, conserva intatto il fascino medievale ed è un ottimo esempio di architettura rurale della zona. Il gioiello è la Chiesa in stile moresco del secolo X.
Da qui si scende a Montes de Valdueza, altro villaggio poco popolato e che custodisce i resti del Monastero de San Pedro de Montes, fondato da San Fruttuoso nel secolo VII e successivamente ricostruito da San Gennadio dopo la distruzione causata dall’invasione musulmana. Nei secoli seguenti l’intero complesso ha subito opere di restauro e modifica ed anche per questo consta di vari stili, in prevalenza preromanico e romanico.
La pausa pranzo è stata fatta a pochi passi dal monastero, alla Cantina de Sara. La padrona, ossia Sara, ci accoglie a casa sua facendoci sentire ospiti ben più che graditi ed offre (di base) un piatto unico con prodotti a Km 0 – uova, patate, chorizo, spalla di maiale e peperoni. Per l’occasione ci è stata servita una deliziosa zuppa come antipasto, ancora più apprezzato data la giornata umida, ed il dolce. Un ambiente autenticamente casalingo dove gli ospiti spesso lasciano volentieri monete e banconote sulle pareti della stanza a ricordo del loro passaggio.
Prima di rientrare a Ponferrada c’è ancora tempo per esplorare i villaggi di Villar, Salas e Lombillo. Nonostante la città sia a pochi chilometri di distanza, le poche persone che vi abitano hanno la fortuna di vivere in una zona silenziosa, dominata dalla natura e celebre per la sua produzione vinicola. A tal proposito segnalo il festival Villar de los Mundos, un evento di due giorni che si svolge alla fine di agosto e che prevede concerti, visite tematiche e degustazione dei vini locali.
Il modo migliore per visitare l’area è seguendo la “Ruta de las 5 iglesias”, ossia un itinerario di circa 3 Km che si snoda tra le tre località e 5 templi religiosi che testimoniano il loro patrimonio storico-artistico. Durante la camminata si noteranno anche gli scudi che adornano diversi edifici, segno evidente del loro trascorso nobiliare. Ho avuto inoltre la possibilità di entrare in uno di questi – grazie a Nicolás por l’accoglienza – e vedere come la memoria delle generazioni passate venga custodita negli elementi d’arredo in uso ancora oggi.
L’ultima giornata nella regione del Bierzo l’ho dedicata a Las Médulas, a 25 Km di distanza da Ponferrada. È un luogo unico al mondo e, credetemi, tale definizione non è per niente forzata. Si tratta infatti di un’opera ingegneristica a cielo aperto realizzata dagli antichi Romani che scavarono e modellarono le montagne di terra rossa di questa zona per ottenere l’oro necessario per la produzione di monete. Il paesaggio che si ammira oggi è il risultato di un lavoro durato circa due secoli, durante i quali vennero creati centinaia di chilometri di canali che servivano a trasportare l’acqua dalla cima dei monti innevati fino alle gallerie ricavate all’interno delle montagne provocandone una sorta di “implosione”.
Il percorso guidato – volendo si può farlo anche in autonomia – parte dall’ufficio informazioni presso il villaggio e dura indicativamente un paio d’ore. L’intera zona è attraversata da una rete di sentieri che consentono anche di raggiungere il mirador de Orellán, una terrazza panoramica sulla miniera dalla quale si apprezza ancora di più il grande lavoro fatto dai Romani.
Per quanto detto, non sorprende che il sito di Las Médulas sia stato dichiarato Patrimonio UNESCO dell’Umanità.
Come esplorare la provincia di León coi mezzi pubblici
Il punto di partenza ideale (nonché di arrivo) per questo itinerario è Madrid. Infatti è possibile raggiungere León sia in treno – dalla stazione di Chamartín – che in autobus, il primo è più veloce (poco più di 2 ore con l’alta velocità) mentre il secolo ci mette un po’ di più (4 ore circa).
Da León ad Astorga vi sono nuovamente entrambi i mezzi, l’autobus è più economico ed impiega poco più di un’ora.
Tra León e Ponferrada sono attivi sia i collegamenti ferroviari che quelli in autobus, i primi sono più rapidi ma pure leggermente più costosi.
Per quel che riguarda le stazioni dei treni e degli autobus:
- a León sorgono l’una accanto all’altra;
- ad Astorga la seconda è più vicina al centro e quindi vi suggerisco questo mezzo;
- a Ponferrada si trovano entrambe fuori dal nucleo storico e quindi dipende da dove alloggiate.
Vi lascio i siti internet delle compagnie di trasporto di riferimento:
Invece, per le escursioni alla Valle del Silencio e a Las Médulas il discorso è differente. Non ci sono linee dirette che consentano di arrivarvi da Ponferrada, anche perché nel primo caso si transita per strade strette dove gli autobus difficilmente potrebbe transitare. Non resta quindi che noleggiare l’auto oppure affidarvi ai taxi locali. Nel mio caso, accompagnato da una guida turistica, ho optato per la seconda possibilità.
José Luis Pérez ci ha condotti alla scoperta di queste zone stupende e pressoché incontaminate, fornendo anche informazioni e consigli utili affinché potessi godermi al meglio il tempo a disposizione nella regione del Bierzo. La sua compagnia di taxi propone viaggi e trasferimenti per turisti e pellegrini a tariffe fisse. Ad esempio, da Ponferrada a Las Médulas (e belvedere Orellán) il costo complessivo si aggira intorno ai 60€.
Un servizio serio ed impeccabile, un’alternativa più che valida per coloro che non vogliono noleggiare l’auto. Potete contattarlo tramite il suo indirizzo email taxiperez1@gmail.com.
Dove dormire a León e Ponferrada
Come scritto in precedenza, nel paragrafo dedicato all’itinerario del viaggio, queste sono state le basi di partenza per visitare i rispettivi dintorni.
A León sono stato ospite del Sercotel Hotel Alfonso V, ideale per visitare la città dato che sorge a 2 minuti a piedi da Casa Botines e dal centro storico. Le stazioni dei mezzi pubblici si raggiungono invece in circa 15 minuti.
Le 62 camere presentano un arredamento curato e sono fornite di ogni comfort, con bagno privato e WiFi gratuito. Ciò che mi ha colpito maggiormente è l’architettura interna. Dalla grande cupola vetrata filtra la luce che illumina gli 8 piani fino a raggiungere la reception, al livello più basso.
Il buffet della colazione viene servito al primo piano, in loco è presente anche il Ristorante LAV. La struttura dispone inoltre di un parcheggio privato.
L’AC Hotel Ponferrada è stata invece la base per esplorare la regione del Bierzo. Sorge infatti a ridosso del centro storico mentre le stazioni degli autobus e ferroviaria distano un paio di chilometri. Si trova inoltre sul percorso del Cammino di Santiago.
La sala adiacente alla reception funge da bar, ristorante e vi viene servita anche la colazione. Gli ospiti possono usufruire di un parcheggio privato a pagamento accessibile sul lato opposto della strada.
Anche in questo caso ho pernottato in una camera matrimoniale ad uso singola e caratterizzata da un arredamento moderno e funzionale. Ottima la pulizia, di tutti gli ambienti, così come la professionalità dello staff alla reception (disponibile 24/24).