Il terzo ed ultimo giorno nei dintorni di Segovia – sempre in collaborazione con Prodestur ed accompagnato da Teresa – lo dedico alla visita di alcuni luoghi e monumenti legati alla corona spagnola.
Rispetto ai due itinerari precedenti, dedicati rispettivamente ai castelli ed all’architettura mudéjar e poi ai borghi più belli della provincia segoviana, questa volta percorro un giro più breve, allontanandomi di poco più di 10 Km dalla capitale. Una scelta non casuale ma vincolata al treno che nel pomeriggio mi avrebbe riportato a Madrid.
Cenni storici
Trascorro gran parte della giornata a La Granja, una località la cui storia fin dalle sue origini si è intrecciata con le vicissitudini della Famiglia reale spagnola. Il nucleo originario del “Real Sitio de San Ildefonso” risale al 1450, quando Enrico IV ordina la costruzione del complesso che avrebbe dovuto servire come sede temporale della Corte. Sorgono così una palazzina di caccia ed un eremo dedicato a San Ildefonso.
Con il passare dei secoli, gli Asburgo prima ed i Borboni poi lasciano il segno della loro presenza a La Granja tanto che, nel 1724, il palazzo destinato ad essere una tranquilla residenza privata si converte invece nella sede ufficiale della Corte spagnola. Questa trasformazione implica la necessità di ampliare la proprietà e tocca a Isabel de Farnesio, moglie del Re Filippo V, occuparsi della gestione dei lavori per la costruzione dei nuovi edifici destinati a ministri, ciambellani, assistenti e stallieri.
Oggi, il Palazzo Reale de La Granja de San Ildefonso è perfettamente inglobato con il resto della cittadina grazie ad un rigoroso sviluppo urbano dall’aspetto barocco che ha progressivamente sostituito l’antico insediamento di stampo medievale.
I luoghi della visita
Una giornata è sufficiente per seguire l’itinerario “Reale”, con l’augurio che il meteo sia vostro alleato perché i magnifici spazi esterni valgono da soli l’escursione.
Real Fábrica de Cristales de La Granja
È una delle testimonianze più importanti dell’architettura industriale europea e risale alla seconda metà del secolo XVIII, come risposta efficace alle esigenze dell’epoca per quel che riguardava la lavorazione del vetro e la produzione di pezzi pregiati di cristalleria a livello nazionale.
La fabbrica è stata riconosciuta “Bene di Interesse Culturale” nel 1997 e più recentemente, nel 2021, la tecnica del vetro soffiato è stata dichiarata “Patrimonio Culturale Immateriale” da parte del governo spagnolo.
La Real Fábrica de Cristales ospita al suo interno l’interessante Museo Tecnológico del Vidrio. Esso racconta la storia dell’industria, dall’epoca di massimo splendore fino alla chiusura del 1833 fino poi al 1982, anno nel quale nasce la fondazione “Centro Nacional del Vidrio”. Grazie ad essa vengono recuperati ed ammodernati gli ambienti interni per potervi installare non solo il già citato museo ma pure una scuola ed un centro di produzione di pezzi storici de La Granja.
I visitatori possono ammirare delle riproduzioni di forni per la fusione del vetro (ad una temperatura di 1400°C) oltre ad una serie di macchinari appartenenti soprattutto al secolo XX. Segue poi una vasta esposizione dedicata alla storia del vetro con una collezione di oltre 500 manufatti in vetro qui realizzati a cavallo tra i sec. XVIII-XIX. Si trovano anche pezzi “esterni”, provenienti ad esempio dal Museo del Prado e dal Museo Nazionale delle Arti Decorative di Madrid, che mostrano il cambiare delle tecniche di lavorazione e delle decorazioni a seconda delle tecnologie e delle usanze delle diverse epoche.
Tappa imprescindibile della visita è quella nei pressi del patio central, dove i maestri vetrai mostrano le varie fasi del processo artigianale tradizionale di creazione e modellazione degli oggetti d’arte di vetro soffiato.
Per le informazioni sugli orari di apertura, tariffe e quant’altro vi rimando al sito della Real Fábrica de Cristales de La Granja.
Palacio Real de La Granja
Nel 1720 Filippo V acquista dai monaci gerolamini la fattoria (granja in spagnolo) e la foresteria che erano state donate loro dai Re Cattolici. Iniziano quindi i lavori per trasformare la proprietà in una residenza reale e si protraggono fino al 27 luglio 1723, giorno della benedizione del nuovo palazzo. In realtà, la struttura sarà ultimata più avanti, nel 1761, con Carlo III.
L’ottimo stato di conservazione sia degli esterni che degli ambienti interni consente a questo edificio di porsi come massimo esempio di architettura palatina europea. Le sale custodiscono le decorazioni in marmo originali dell’epoca, una serie di dipinti fiamminghi del sec. XVII ed una vasta collezione di arazzi.
Il palazzo è di proprietà del Patrimonio Nacional, l’ente spagnolo che gestisce i siti storici legati alla Famiglia reale. Non è consentito scattare fotografie all’interno, i biglietti d’ingresso sono acquistabili tramite questo link.
Altri edifici storici del Patrimonio Nacional che si possono visitare in zona, spostandosi però nella regione di Madrid, sono:
- Real Monasterio de San Lorenzo de El Escorial;
- Palazzo Reale di El Pardo;
- Palazzo Reale di Madrid;
- Palazzo Reale di Aranjuez.
Jardines Reales
Sono senza ombra di dubbio il fiore all’occhiello del Palazzo Reale. La disposizione delle aree verdi e dei percorsi che le attraversano è stata studiata per essere integrata in maniera naturale con lo stupendo paesaggio che caratterizza la montagna di Valsaín, una tra le zone alberate più estese della Spagna.
A impreziosire l’area ci pensano le 26 fontane monumentali, tutte ispirate alla mitologia classica e rifornite d’acqua da un laghetto – el Mar – situato nella parte superiore dei giardini. Grazie ad un meccanismo idraulico, lo stesso in funzione dal secolo XVIII e basato su vasi comunicanti, gli spettatori possano ammirare i giochi d’acqua in serie di ogni fontana.
Oggi, complice il cambiamento climatico e la necessità di risparmiare l’acqua, si può assistere a questo spettacolo solamente in alcuni giorni dell’anno:
- mercoledì, sabato e domenica (funzionamento parziale di 4 fontane)
- 30 maggio, 25 luglio e 30 agosto (accensione totale);
- sabati di luglio e 3 sabati di agosto (accensione notturna della Fontana di Diana).
La Fontana di Diana è l’ultima ad essere stata costruita ed è senza dubbio la più maestosa. Secondo i racconti dell’epoca, il giorno della sua inaugurazione il Re Filippo V commentò:”I tre minuti (di spettacolo) mi hanno divertito ma mi sono costati 3 milioni (di moneta Real)“.
I giardini reali sono aperti tutto l’anno e l’entrata è gratuita, salvo negli orari durante i quali le fontane monumentali sono in funzionamento.
Real Colegiata
Costruita originariamente come cappella reale, all’interno della capilla de las Reliquias è stato eretto un monumento funebre con le tombe di Filippo V e Isabel de Farnesio.
Dove mangiare a La Granja de San Ildefonso
Per la pausa pranzo abbiamo optato per il ristorante “La Fundición”, ricavato in una struttura eretta tra il 1722-1723 ed adibita a magazzino per chi lavorava presso il vicino Palazzo Reale. Il salone principale è stato sistemato nello spazio dove si trovava una fornace, la cui posizione è attualmente indicata da un elegante arco di mattoni. Complessivamente, il locale si contraddistingue per i suoi ambienti rustici che fanno da sfondo ad una proposta culinaria basata sui piatti della tradizione locale rivisitati in chiave moderna.
Le mie scelte. Ho cominciato dalle crocchette, un piatto per me irrinunciabile, con ripieno di fagioli bianchi (croquetas fluídas de judiones del Real Sitio); a seguire la tartare di pomodoro con sorbetto di basilico e lime (tatar de tomate con sorbete de albahaca y lima), il risotto mantecato con quaglia (arroz mantecado de codornices y hierbas de monte bajo), i ravioli con ripieno di coda di toro e salsa foie gras (ravioli de rabo de toro y salsa de foie) e, infine, un dolce a base di cioccolato al 70% (texturas de chocolate 70%).
Ho apprezzato tutte le pietanze, in particolare il risotto, così come la professionalità e la simpatia del personale. Un’esperienza un po’ diversa da quelle che sono le mie abitudini ma che valeva la pena fare.
“La Fundición” è stata inserita nella guida Michelin España 2022, per maggiori informazioni sul ristorante e per prenotare in anticipo (consigliato!) potete consultare il relativo sito internet.
Palacio de Riofrío
C’è ancora un po’ di tempo prima del mio rientro a Madrid e così decido con Teresa di fare una veloce escursione a circa 20 Km da La Granja. Nel bel mezzo di un bosco di querce, abitato da cervi e daini, si erge il Palacio Real de Riofrío.
Costruita nella seconda metà del ‘700 per volontà di Isabel de Farnesio, nonostante le sue intenzioni originali la residenza non svolgerà mai alcuna funzione “reale” ma verrà usata come palazzina di caccia. L’edificio ha una pianta quadrangolare e si contraddistingue per gli esterni sobri che richiamano lo stile italiano. All’interno conserva invece la scalinata principale, considerata uno degli esempi più importanti dell’architettura barocca in Spagna.
Maggiori informazioni per la visita sono riportate sul sito di Patrimonio Nacional.