La casa di Dalí a Port Lligat è l’ultima tappa del triangolo daliniano all’interno del mio viaggio in Costa Brava (#checkinCostaBrava). Se il Castello di Púbol è stata la residenza di Gala e Figueres il luogo dove è nato e vissuto Dalí, Port Lligat rappresenta il rifugio della coppia.
La casa è in realtà un agglomerato di 7 antiche abitazioni di pescatori che l’artista catalano ha via via comprato nel corso degli anni. Port Lligat è un luogo magico, surreale, è una cala situata in una posizione invidiabile a pochi passi da Cadaqués e sulla via verso Cap de Creus, il punto più orientale della Spagna. Proprio Cadaqués è una località chiave per la vita privata ed artistica di Dalí: qui infatti ha conosciuto la sua musa Gala.
Visita della casa di Dalí a Port Lligat
Dei tre “musei” visitati, questo è quello che mi è piaciuto maggiormente per quanto riguarda i dintorni paesaggistici. Rispetto al Castello Gala-Dalí di Púbol, qui il tocco daliniano è decisamente più evidente e lo si nota nelle decorazioni e nella struttura di alcune stanze. Un elemento che risalta è il bianco. La zona si distingue per le sue casette tutte dipinte con questa tonalità che rende l’ambiente davvero luminoso ed ancor più suggestivo all’alba ed al tramonto.
La visita della casa di Salvador Dalí dura più o meno un’ora e mezza ed include sia gli ambienti interni che quelli esterni. È obbligatorio prenotare in anticipo la visita perché le stanze sono piccole e si entra a scaglioni in gruppetti di 8 persone. Come per Púbol e Figueres, gli orari di apertura e chiusura variano a seconda del periodo, per questa ragione vi suggerisco di controllare sempre al momento dell’acquisto dei biglietti online sul relativo sito internet.
La visita non prevede alcuna guida ufficiale, tuttavia è presente un’addetta che mentre controlla il flusso dei visitatori dà qualche informazione utile riguardante ogni stanza. Purtroppo non parla italiano ma tra inglese, francese e spagnolo si riesce a comprendere quello che dice!
L’aspetto affascinante di questo “museo” è il fatto che lo si vede come l’aveva lasciato lo stesso Dalí. Infatti, qui vi ha vissuto e lavorato stabilmente fino al 1982, quando con la morte di Gala decise di trasferirsi al Castello di Púbol.
Le stanze da vedere nella casa di Dalí a Port Lligat
Una volta entrati, il primo ambiente da visitare è l’atrio e a dare il benvenuto c’è un orso… fortunatamente imbalsamato! 😉
Superato lo “shock” iniziale, si possono ammirare altri elementi ricorrenti dello stile daliniano. Innanzitutto il divanetto a forma di labbra, cambia la decorazione ma è della stessa linea di quelli del Museo di Figueres. Ci sono poi le “siemprevivas“, le piante preferite di Gala e che per questo motivo Dalí mette da qualsiasi parte. Tornando infine agli animali imbalsamati, si tratta di una vera e propria collezione particolarmente cara all’artista catalano poiché rappresentano per lui il simbolo dell’immortalità.
Successivamente si passa per la sala da pranzo e la libreria personale di Dalí dove in realtà più che i libri sono di nuovo gli animali imbalsamati ad impressionarmi!
Da qui si accede alla terrazza dove posso godermi il panorama della cala di Port Lligat e seguire un tratto della linea della costa che si perde verso l’orizzonte.
Rientrando e visitando l’ufficio si sale al primo piano dove si trovano le tre stanze che mi sono piaciute di più, cominciando dallo studio dove ancora sono esposti due dipinti su legno ai quali il pittore stava lavorando. Sono incompiuti poiché, una volta appresa la notizia della morte di Gala, Dalí è partito subito alla volta di Púbol e non ha fatto più ritorno a Port Lligat. Ecco che quindi tutto è rimasto uguale a com’era all’epoca, come se lui dovesse tornare da un momento all’altro.
Ciò mette i brividi, oltre al fatto che non oso immaginare quanto possano valere le due opere a pochi passi da me!
La sala gialla, così chiamata per il colore che domina nell’arredamento, in realtà costituisce un ambiente unico con la camera da letto nel piano rialzato. Questo per un motivo ben preciso. Entrando, nella parete vicino alla finestra, si può notare uno specchio rivolto verso di essa. Ciò permetteva a Dalí di ammirare l’alba comodamente dal suo letto vantandosi così di essere il primo spagnolo a vedere la luce del sole al mattino (Cap de Creus è il punto più orientale della Spagna).
Purtroppo non ho potuto verificarlo poiché non è possibile avvicinarsi al letto, comunque mi fido ciecamente della sua parola!
Infine la sala ovale, ad uso quasi esclusivo di Gala, dove poteva rifugiarsi per leggere in tutta tranquillità. Una particolarità è che posizionandosi al centro e parlando ad alta voce si può sentire l’eco.
Gli ambienti esterni
La visita prosegue all’esterno, passando prima per la saletta da pranzo utilizzata durante l’estate. Nonostante la giornata non fosse delle migliori, con un tempo nuvoloso che è migliorato soltanto a pomeriggio inoltrato, la vista della cala di Port Lligat da qui è impagabile. Davanti ai miei occhi si staglia la piccola baia mentre all’orizzonte intravedo la strada che di lì a poco prenderò per incamminarmi a piedi al faro di Cap de Creus (distante circa 6 km!). Guardo poi le (poche) villette sparse qua e là fino ad ammirare le barche ormeggiate a pochi metri dal mare.
Le pareti bianche dell’abitazione di Dalí sono quasi un tutt’uno con il cielo grigio e spetta ai colori delle distese di oliveti rallegrare un po’ l’ambiente. Anche a Port Lligat non mancano le uova, un altro degli elementi ricorrenti delle opere daliniane. Hanno una valenza positiva, simboleggiano l’immortalità e spesso nei quadri sono associate alla figura di Gala.
Nascosta tra gli oliveti si trova un’altra curiosa opera di Dalí dal titolo irriverente:”Cristo de las basuras” (letteralmente “Cristo dei rifiuti“). Non è, come potrebbe sembrare, un attacco alla religione ma esprime con amarezza la situazione del nostro mondo, con l’uomo che fa di tutto per rovinarlo (e rovinarsi) attraverso guerre, bombardamenti, povertà, incidenti ecc…
Dopodiché proseguo verso lo spiazzo in alto dove c’è il miglior punto panoramico su Port Lligat. La fila di sedie invoglia a fermarsi per godere della vista in religioso silenzio. Ed io ovviamente non ci penso due volte e mi siedo contemplando l’orizzonte, soddisfatto della visita e di quanto ho appena visto e conosciuto.
La casa di Salvador Dalí a Port Lligat è stata la perfetta conclusione dell’itinerario per la Costa Brava che volevo fare da tempo. Attraverso ogni stanza visitata (oltre a quelle citate in questo articolo) ho scoperto un altro lato, l’ennesimo, della personalità del genio daliniano che ancora una volta mi ha sorpreso. In particolare, con il fatto che qui gli ambienti e gli oggetti sono rimasti inalterati rispetto a quando ci viveva lui, mi è sembrato di essere suo ospite per un paio di ore. Anche se impossibile, davvero in certi momenti ho avuto la sensazione che sarebbe potuto arrivare da un momento all’altro.
Complessivamente, per questa ragione è stato il “museo” che dei tre mi ha colpito maggiormente. Se a ciò aggiungo la magia del paesaggio ed il silenzio della baia ecco che allora lo visiterei molto volentieri una seconda volta!