Ultima settimana a Madrid ed avendo terminato il Master decido di passare gli ultimi giorni spagnoli (dal 24 al 27 febbraio) andando a trovare un mio amico che vive alle Canarie, esattamente a Santa Cruz, capitale dell’isola di Tenerife.
Che bello avere amici sparsi per il mondo 🙂
Volo da Madrid a Tenerife Nord
Prenoto i biglietti aerei a fine novembre avendo trovato una buona offerta con Iberia Express, compagnia low cost che opera sui voli di corto-medio raggio e facente parte del gruppo Iberia.
E così martedì 24 mi alzo all’alba per recarmi all’aeroporto di Madrid Barajas dove decollo alle 8:45. Ammiro il panorama con la skyline di Madrid che si fa sempre più piccola e proseguiamo verso il Portogallo lasciando poi la terraferma.
Una volta sull’oceano il tempo è nuvoloso e perciò non c’è niente da vedere e ne approfitto per dormire un po’. Mi sveglio poco prima di atterrare a Tenerife Nord alle 10:35 (qui il video) e noto con dispiacere che le nuvole mi hanno seguito ed una lieve pioggerellina mi dà il benvenuto alle Canarie. L’isola ha due aeroporti:
- quello di Tenerife Nord, chiamato anche Los Rodeos, utilizzato da compagnie di bandiera come Iberia, Air Europa e Vueling oltre a quelle locali che collegano le varie isole dell’arcipelago;
- quello di Tenerife Sud, conosciuto anche come Reina Sofía, situato nella parte opposta dell’isola, secondo per importanza solo dietro a quello di Las Palmas de Gran Canaria ed è usato sia dalle compagnie low cost che di bandiera.
Come arrivare a Santa Cruz de Tenerife dall’aeroporto di Tenerife Nord
Uscito dal terminal mi dirigo all’entrata dell’aeroporto dove passano i guaguas, ossia gli autobus locali, che lo collegano a La Laguna e Santa Cruz, entrambe distanti al massimo una decina di chilometri.
La mia esperienza coi guaguas di Tenerife
Per il mio breve soggiorno canario questi guaguas sono stati una spina nel fianco perché ho fatto fatica a capire orari e frequenza delle corse dato che quelli scritti sul sito internet non sono stati mai rispettati.
“Tastando” l’umore degli abitanti sembra un problema abbastanza comune e difatti mi è stato detto anche dal mio stesso amico di non fare caso agli orari riportati online poiché è come se non esistessero. Sta di fatto che all’aeroporto ho dovuto aspettare più di un’ora per salire a bordo perché per un po’ non è passato nessuno e dopo ne sono arrivati due strapieni. Fortunatamente il terzo era pieno ma con ancora qualche posto in piedi per cui, dopo aver fatto il biglietto (costo 2,65€), mollo frettolosamente il mio trolley nel vano vicino alla porta e mi “accomodo” lungo il corridoio centrale.
Menomale che la corsa dura poco, dopo 5 minuti siamo a La Laguna e ne passano altrettanti per arrivare all’Intercambiador di Santa Cruz de Tenerife, il mio capolinea.
Il tempo nel frattempo è migliorato e le nuvole iniziano lentamente a fare spazio al sole: in ogni caso ci sono 12°C. Ritiro il trolley e mi dirigo immediatamente all’uscita dando un’occhiata di sfuggita all’Auditorium di Calatrava che sorge appena dietro la stazione degli autobus.
I luoghi di interesse di Santa Cruz de Tenerife
La Plaza de España
Mi trovo in calle del Castillo, via centrale e pedonale che in direzione mare sfocia in Plaza España, la piazza più importante della città in cui sorge un monumento dedicato ai caduti spagnoli durante la guerra civile. Esso non occupa la piazza, si trova infatti da un lato e rimane così un grande vuoto che inizialmente non mi convince molto lasciandomi un po’ deluso. Scoprirò solo nei giorni seguenti che in realtà lo spazio centrale è occupato da una fontana artificiale che entrerà in funzione riempiendolo d’acqua.
Su Plaza España sorgono il Palazzo del Cabildo de Tenerife, sede del governo centrale dell’isola, il Palacio de la Carta e la Plaza de la Candelaria. Faccio un po’ di foto ma complice anche il tempo che nel frattempo è nuovamente peggiorato non ottengo un granchè, fortunatamente avrò modo di rifarmi più tardi.
Il porto turistico di Santa Cruz de Tenerife
Lascio allora la piazza alle mie spalle e mi dirigo verso il porto turistico, che è anche quello più grande di Spagna, e vedo un paio di navi da crociera ormeggiate: una particolarità di Santa Cruz è che sebbene si affacci sul mare non possiede una spiaggia in quanto tutta la sua costa è occupata dal porto.
La Iglesia Matriz de la Concepción
Proseguo allora verso il centro e la prima tappa è la Chiesa della Concezione (Iglesia Matriz de la Concepción) al cui interno è conservata la croce che venne piantata da Alonso Fernández de Lugo quando conquistò l’isola nel 1496: purtroppo entrambe le volte che sono passato di lì era sempre chiusa perciò mi sono dovuto accontentare degli esterni comunque carini.
Mi dirigo verso il ponte che si trova davanti alla Chiesa attraversando la strada che porta ancora i segni del Carnevale appena passato: peccato non avervi partecipato, da come me l’hanno detto descritto dev’essere una super festa, molto sentita dagli abitanti.
Mentre transito davanti ad una balconata dove sventolano diverse bandiere vengo assalito da un quesito: “che c’entra quella della Scozia con Tenerife?” Infatti non è la prima volta che la noto sventolare dai palazzi della città e perciò penso ad una sorta di gemellaggio. Sarà il mio amico canario a farmi scoprire che quella bandiera in realtà è di Tenerife e differisce dalla britannica per la tonalità più scura del blu.
Il Mercado de Nuestra Señora de África
Nel frattempo, quasi senza accorgermene poiché ancora attanagliato da tale dubbio mi ritrovo davanti all’ingresso del Mercado de Nuestra Señora de África, il mercato cittadino semiaperto dove sotto i portici ci sono negozi di alimentari con prodotti freschi e locali.
Due cose mi colpiscono: la bellezza dell’intero complesso e la colonia tedesca che invade letteralmente l’area, tanto che sembra di essere in Germania. E non a caso trovo anche un negozio che vende esclusivamente specialità crucche.
Passeggiare sotto i portici significa vivere un’esplosione di sapori che non possono non far venire l’acquolina in bocca, specie se è quasi ora di pranzo!
La zona moderna di Santa Cruz de Tenerife
Attraverso la piazza centrale ed esco quindi dal mercato finendo sulla strada che porta alla stazione degli autobus. Ed è proprio lì che sono diretto perché dietro al grande edificio suddiviso in due piani per le partenze si trova l’Auditorium di Tenerife.
Se siete stati a Valencia dovreste impiegare pochi secondi a capire chi abbia progettato quello che è il più bel palazzo della città: lo si deve infatti all’architetto Calatrava. Inaugurato nell’autunno del 2013, le sue forme richiamano le onde del mare ed una vela, d’altronde si affaccia sull’oceano per cui il paragone è più che giustificato. Si tratta di un tipo di architettura che a parecchi fa storcere il naso, tuttavia a me piace ed apprezzo il suo stile che fa sì che ogni edificio progettato da lui sia immediatamente riconoscibile.
Questa è la zona di Santa Cruz de Tenerife che più mi è piaciuta, non solo per l’Auditorium ma anche per l’ambiente circostante dove in assenza del porto posso ammirare l’oceano e le sue onde infrangersi sugli scogli del Parque marítimo César Manrique, che con le sue piscine e ristoranti è diventato nel corso degli anni un punto di ritrovo per turisti e cittadini.
I dintorni dell’Auditorium di Tenerife
A poche centinaia di metri si trova il castello di San Juan Bautista, costruzione difensiva eretta nel 1641. Consiglio di fermarsi un po’ qui, non solo per rilassarsi a due passi dall’oceano, ma perché la zona si presta per fotografare l’opera di Calatrava ed il parco circostante da diverse angolazioni per poterne immortalare tutti i particolari.
Costeggiando il castello continuo ad ammirare la skyline della città dove, a grattacieli e palazzi moderni come ad esempio le Torres de Santa Cruz, complesso residenziale composto da due torri gemelle alte 120 m, si affiancano edifici vecchi ancora in fase di restauro. Nel frattempo il sole a fatica si ritaglia il suo spazio tra le nuvole che di andarsene proprio non ne voglio sapere ed i suoi raggi si riflettono sull’Auditorium che così risalta ancora di più all’orizzonte.
Prime impressioni su Santa Cruz de Tenerife
Sono quasi le sette e mentre riposo vicino agli scogli mi soffermo a riflettere sulle cose che ho già visto e faccio un prima bilancio della vacanza.
Escludendo la “disavventura” con l’autobus dall’aeroporto, Santa Cruz mi dà l’impressione di essere un cantiere a cielo aperto e questo l’ho notato soprattutto osservandone la skyline ed il contrasto tra modernità e passato: ci sono angoli e monumenti interessanti e belli da vedere tuttavia la capitale di Tenerife non mi convince ancora del tutto, per cui se dovessi esprimere un giudizio direi “ni”.
Fortunatamente avrò modo di rivalutarla grazie soprattutto al mio amico che mi mostrerà luoghi e monumenti sconosciuti alla maggior parte dei turisti ma che mi faranno apprezzare la città molto di più.
Si conclude così il mio primo giorno canario e non vedo l’ora di visitare il Parco Nazionale del Teide e di San Cristóbal de La Laguna, quest’ultima la vecchia capitale di Tenerife, entrambe mete dei prossimi giorni.