Simbolo dell’Appennino alessandrino, il monte Tobbio è una delle cime più note del massiccio del monte Figne, che si sviluppa all’interno del Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo.
L’area protetta si trova in Piemonte, lungo il confine con la Liguria e tra le valli Lemme, Polcevera e Sturla. Il Mar Ligure dista pochi Km in linea d’aria e, nelle giornate più limpide, il panorama spazia dall’arco alpino fino addirittura alla Corsica.
È una zona attraversata da una fitta rete di sentieri e, a tal proposito, il libro “Appennino genovese – 100 escursioni sui monti di Genova e nel Parco naturale delle Capanne di Marcarolo” scritto da Andrea Parodi con la collaborazione di Andrea Ferrando è la guida ideale da avere con sé per esplorare questo territorio.
Trekking sul Monte Tobbio dal valico degli Eremiti
Il rilievo ha un’altitudine di 1.092 m e, pur non essendo il più elevato del gruppo del Figne, è quello più frequentato grazie alla sua posizione privilegiata. Infatti, è l’ultima cima protesa verso la Pianura Padana e, grazie alla sua forma a capanna, è facilmente distinguibile da gran parte dell’area compresa tra Alessandria e Novi Ligure.
Ammirando il Tobbio da vicino si apprezzano invece i suoi fianchi ripidi, con vegetazione scarsa e predominanza di formazioni rocciose. Non mancano di conseguenza le pietraie ed è per questo che, nella stagione calda, non è assolutamente da escludere l’avvistamento di vipere.
Vi sono diversi itinerari che salgono sul Tobbio, ad esempio partendo da Voltaggio, ma probabilmente il percorso più noto è quello che parte dal valico degli Eremiti. Esso, situato ad una quota di 559 m, è il punto di passaggio tra le vallette del rio Eremiti e del rio Lemme.
Dal valico degli Eremiti
Parcheggiata l’auto lungo la strada, il punto di partenza è nei pressi della chiesetta costruita nel secolo XIX, a poca distanza dell’incrocio delle strade provinciali da/verso Bosio e Voltaggio.
Per l’escursione odierna ho optato per il sentiero 401, la “via normale” di accesso al Tobbio. L’alternativa è la “direttissima” che, come dice il nome, sale in maniera decisa e presenta quindi un grado di difficoltà maggiore. I segnavia di riferimento sono quello “bianco-rosso” del CAI e quello geometrico giallo FIE.
Si prende quindi la mulattiera che parte a sinistra e guadagna quota sino ad arrivare ad un bivio dove bisogna rimanere sulla sinistra. Da qui l’ascesa continua lungo il pendio settentrionale della montagna e, dopo circa mezz’ora, si incontra il sentiero 403 proveniente da Voltaggio (740 m).
Proseguendo sui tornanti in salita si sbuca sul Passo della Dagliola, a 856 m di altezza, una panoramica sella erbosa che collega il Tobbio con il monte Figne.
Dal Passo della Dagliola
Si gira a destra e, passato un brevissimo tratto pianeggiante, il percorso torna a salire affrontando il pendio sud-orientale del monte, caratterizzato da un paesaggio montano aspro che solo nel suo tratto finale presenta aree prative.
Da qui si distingue all’orizzonte la chiesetta bianca posta sulla cima del Tobbio, ad un’altitudine di 1.092 m, costruita nel 1987 in onore a N.S. di Caravaggio. La vista a 360° è meravigliosa, nonostante la foschia di giornata.
Purtroppo non è possibile ammirare né l’arco alpino né il Mar Ligure, mentre davanti a me riconosco le cime dei monti Leco (con i ripetitori), Taccone e Figne, a seguire i laghi del Gorzente e quindi il monte Figogna con il Santuario della Guardia di Genova. All’orizzonte riesco a scorgere la postazione radar ad uso aeronautico installata sul monte Lésima.
Per tornare al valico degli Eremiti seguo il medesimo itinerario dell’andata.
Trekking sul monte Tobbio: informazioni pratiche
L’escursione ha un dislivello attorno ai 500 m e non presenta difficoltà rilevanti.
Suggerisco di farla in autunno o primavera, per godersi appieno le fioriture ed il panorama approfittando dei cieli tersi. Da evitare la stagione estiva, specie le ore centrali, perché c’è pochissima ombra e perciò il caldo si fa davvero sentire.
Oltre ovviamente alla scorta di acqua e cibo, è fondamentale indossare dei buoni scarponi da trekking dato che si cammina quasi esclusivamente su fondo sconnesso e pietroso. Anche i bastoncini da montagna sono un alleato utile per questo tipo di superficie, soprattutto in caso di terreno umido e scivoloso.
Per i tempi di percorrenza vanno calcolate un paio d’ore in salita ed un’ora e mezza in discesa.