Al termine della splendida settimana trascorsa nel Fife ho fatto ritorno a Edimburgo per fare un paio di escursioni nelle immediate vicinanze del centro storico. Difatti, ormai sia la Old Town che la New Town sono state esplorate a sufficienza, discorso opposto riguarda invece la zona nord della capitale, quella affacciata sul Firth of Forth.
Il fiordo che separa la capitale scozzese dal Fife è attraversato dai tre celebri ponti – i Forth Bridges – ed “ospita” una serie di isolotti oggi disabitati ma caratterizzati da un passato importante. L’isola più conosciuta è sicuramente Inchcolm, situata ad est rispetto al Forth Bridge ed a sud di Aberdour.
Trovandomi in città a metà giugno, ho approfittato dei traghetti che la collegano con la terraferma e così, complice anche una giornata soleggiata, non ci ho pensato due volte a fare questa gita fuori porta.
Escursione a Inchcolm Island da South Queensferry
Dall’antico borgo reale di South Queensferry, oggi inglobata a Edimburgo, partono i battelli diretti verso l’isola. Mi sono affidato quindi a Maid of the Forth, compagnia a gestione familiare che da oltre 25 anni effettua tour giornalieri a Inchcolm Island salpando da Hawes Pier. Tra le varie opzioni disponibili, ho scelto quello più lungo – Inchcolm Landing 3 hrs – poiché volevo assolutamente visitare Inchcolm Abbey, soprannominata la “Iona della costa orientale”. Con ancora negli occhi – e nel cuore – l’Abbazia di Iona vista un paio di anni prima, volevo verificare la similitudine di persona.
Votata negli ultimi anni come una delle cose migliori da fare a Edimburgo, l’escursione di tre ore consente di trascorrere sull’isola 90 minuti, un tempo più che sufficiente per visitare l’Abbazia ed i dintorni. La traversata dura circa 45 minuti e passa nei pressi dei luoghi più importanti, tra tutti il Forth Bridge, mentre dall’altoparlante una voce registrata racconta storie e curiosità della zona. Vi consiglio di portare con voi i binocoli per individuare le colonie locali di animali, in particolare le foche e le pulcinelle di mare, e di essere pronti a ripararvi dal vento.
A tal proposito, se si ha minor tempo a disposizione, vi è il tour che dura 90 minuti che si dedica esclusivamente alla navigazione del fiordo con (possibile) avvistamento di puffin, foche ed altri animali autoctoni. Potete prenotarlo da casa direttamente tramite questo link.
La Inchcolm Abbey
Si tratta del complesso monastico meglio conservato di Scozia e risalente al medioevo. Fu fondata dal Re Davide I attorno al 1124 in onore del fratello deceduto. Originariamente ospitò un convento di agostiniani, diventando poi abbazia nel 1235. Purtroppo, il periodo di pace durò pochi decenni. Difatti, gli attacchi inglesi nel 1330 e la Riforma Protestante del 1560 portarono all’abbandono dell’edificio.
In occasione delle due Guerre Mondiali, l’isola venne riconvertita come base militare per le truppe poste a difesa del fiordo ed ancora oggi si osservano i resti delle baracche, delle postazioni dell’artiglieria ed un tunnel usato dai soldati per spostarsi rimanendo al riparo dagli attacchi nemici.
Appena sbarcato sull’isola, mi dirigo subito verso l’Abbazia e quindi nei suoi ambienti meglio conservati – il chiostro, il refettorio e la sala capitolare – giunti a noi quasi integri. Salgo poi sulla stretta scaletta che conduce in cima alla torre. Da qui, mi godo una magnifica vista a 360° dell’isola e del fiordo ammirando Edimburgo, la costa del Fife ed i tre ponti all’orizzonte.
La parte meno conservata è la Chiesa, costruita attorno al 1150, di cui non rimangono che le fondamenta. Qui, protetto da una teca, è custodito un dipinto probabilmente risalente al XIII° secolo che rappresenta la processione durante il funerale di John de Leycestre, vescovo di Dunkeld agli inizi del 1200 e sepolto proprio sull’isola. Va spiegato infatti che la località del Perthshire e Inchcolm erano profondamente legate poiché entrambi erano luoghi dedicati al Santo Columba.
L’abate più famoso di Inchcolm fu Walter Bower, dal 1418 al 1449, al quale si deve la scrittura della Scotichronicon, un’opera immensa con la storia della Scozia a partire dall’anno Mille fino agli inizi del 1400 e con qualche “scorcio” del tipo di vita che si conduceva nel complesso monastico.
La permanenza sull’isola prosegue girovagando nelle sue due estremità e godendomi la tranquillità del posto. Difatti, oltre al gruppetto di visitatori sbarcato con me, nel periodo estivo vi “abitano” soltanto il guardiano e forse un paio di assistenti addetti alla manutenzione del posto.
Abbondano invece gli uccelli marini, che nidificano qui e nelle isole circostanti approfittando della pace assoluta della zona. Tra i vari esemplari locali, ho provato ad avvistare i puffin ma purtroppo senza successo. Una piccola precauzione: da marzo a luglio, in corrispondenza del periodo riproduttivo, è meglio non avvicinarsi eccessivamente ai gabbiani, specie se sono con i loro “piccoli”.
All’inizio temevo che 90 minuti fossero pochi per la visita. In realtà, date le dimensioni, è il tempo giusto per girarla e rilassarsi in spiaggia oppure fare un pic-nic nell’area attrezzata, senza dimenticare di riempirsi gli occhi con tutti gli splendidi scorci che si anno da ogni versante dell’isola. E, tornando al paragone con l’isola di Iona, mi trova toltamente d’accordo. Qui ho ritrovato l’atmosfera spirituale e magica che tanto mi aveva colpito mentre mi trovavo sull’isola delle Ebridi Interne.
South Queensferry ed i Forth Bridges
Una volta tornati sulla terraferma, ritagliatevi un po’ di tempo per visitare South Queensferry, antico borgo Reale che ha mantenuto intatto il suo fascino.
Il nome deriva dalla Regina Santa Margherita di Scozia, frequentatrice assidua della zona poiché faceva la spola tra l’Abbazia di Dunfermline ed il Castello di Edimburgo per visitare la Cappella a lei dedicata. Fino al 1964, da qui partivano i traghetti che attraversavano il fiordo collegando le due coste. Sono stati poi sostituiti dal Forth Road Bridge, inaugurato nel medesimo anno.
A proposito dei ponti sul Firth of Forth, ne noterete ben tre e la particolarità è che ciascuno appartiene ad un secolo differente.
Il più antico e famoso è il Forth Bridge, il ponte ferroviario operativo dal 1890 e dichiarato parte del Patrimonio Unesco dell’Umanità nel 2015. Ciò perché da sempre è stato considerato un’opera d’arte dell’era industriale, merito dovuto in gran parte al fatto che è costituito interamente d’acciaio ed all’epoca fu la prima opera in tutto il Regno Unito ad utilizzare tale materiale.
Per il traffico normale venne innalzato il Forth Road Bridge e, una volta aperto nel 1964, sostituì i traghetti in servizio tra le due coste. In quel periodo, fu il ponte sospeso più grande del mondo costruito all’infuori degli Stati Uniti.
Tuttavia, con l’aumento esponenziale del traffico, non garantiva più la totale sicurezza e pertanto fu necessaria la realizzazione di un terzo ponte, il Queensferry Crossing, inaugurato nel settembre 2017. In questo modo, il Forth Road Bridge, dopo i necessari lavori di manutenzione, venne riaperto nel novembre 2017 solo per il transito di taxi, autobus, pedoni e ciclisti.
Gita in barca a Inchcolm Island: informazioni pratiche
Concludo l’articolo con qualche dritta per organizzare al meglio questa escursione alle porte di Edimburgo che secondo me vale assolutamente la pena di fare, specie se avete già visitato la capitale scozzese e quindi cercate qualcosa di alternativo.
La compagnia Maid of the Forth opera i collegamenti da inizio giugno a fine settembre ed offre la possibilità di fare uscite in barca panoramiche (durata 90 minuti), esplorare l’isola (quello che ho fatto io) ed altre escursioni “tematiche”. Il mio consiglio è di optare per il tour più lungo (3 ore) perché vedere Inchcolm solo dalla barca sarebbe un vero peccato, specie se la giornata è splendida. Per avere maggiori informazioni sull’attività e per prenotare il tour da casa potete consultare il sito internet.
Inchcolm Abbey è proprietà di Historic Scotland perciò l’ingresso è già compreso nel costo del biglietto dell’escursione. Tuttavia, se siete possessori dell’Explorer Pass, mostratelo alla biglietteria oppure digitate il numero della tessera nell’apposita sezione sul sito al momento della prenotazione.
Il molo, Hawes Pier, si trova a pochi minuti a piedi da South Queensferry. È facilmente raggiungibile dal centro di Edimburgo in autobus oppure in treno, come ho fatto io. Dalla stazione di Waverley scendete a Dalmeny Station e da lì camminate 10-15 minuti a piedi seguendo il Forth Bridge. Il viaggio in treno dura meno di venti minuti e vengono effettuati più collegamenti ogni ora. Potete controllare gli orari ed acquistare i biglietti – da ritirare poi presso le macchinette automatiche in stazione – sul sito di ScotRail.