Dopo il suggestivo trekking al monte Cordona fatto partendo da Nervi, ritorno sulle alture di Genova, questa volta però nel settore occidentale del capoluogo ligure. La camminata che vi propongo è semplice – il termine “trekking” è probabilmente eccessivo – e si svolge lungo l’anello del Monte Gazzo che conduce al Santuario di Nostra Signora del Gazzo.
L’itinerario che ho seguito è uno dei tanti che attraversano questa zona situata sopra Sestri Ponente e con vista sull’aeroporto di Genova. Vi sono infatti diverse varianti e scorciatoie che si snodano tra la vegetazione e costeggiano le cave, testimonianza di un’attività estrattiva esercitata da tantissimo tempo e che oggi, sebbene assai ridimensionata, ha lasciato un’impronta indelebile sulla morfologia del monte.
Un’altra escursione che potete fare nelle immediate vicinanze è l’anello di Cassinelle ed il M.te Teiolo, la cima di quest’ultimo è immediatamente visibile dal Santuario del Monte Gazzo. Entrambi i percorsi sono ben spiegati nel libro di Andrea Parodi, dal titolo “Appennino genovese. 100 escursioni sui monti di Genova e nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo” e dedicato proprio alle cime che sorgono subito alle spalle della città.
Escursione al Monte Gazzo ed informazioni pratiche
La gita è piuttosto breve, si impiega un’ora circa per giungere al Santuario ma si procede con una salita costante, il dislivello infatti è attorno ai 350 m. Detto ciò, non vi sono difficoltà di rilievo ed è quindi un giro consigliato anche alle famiglie con bambini, purché abbiano un minimo di abitudine al camminare.
Nel caso vogliate fare l’anello completo, suggerisco di prestare un po’ più di attenzione lungo il sentiero orientale, più selvaggio e contrassegnato da un “cerchio barrato”. Esso, specie in discesa, può risultare scivoloso a causa del pietrisco e del terreno irregolare data la vicinanza delle cave. Inoltre, vi sono diverse tracce secondarie e quindi conviene non perdere d’occhio il segnavia.
Punti d’accesso
Data la scarsità di parcheggi disponibili (si può comunque raggiungere il Santuario in auto), il consiglio è quello di arrivare in treno a Costa di Sestri Ponente, una piccola stazione con binario singolo (74 m d’altezza) che sorge sulla linea Genova-Acqui Terme. Le fermate utili dal capoluogo ligure sono Brignole, Piazza Principe e Sampierdarena.
L’alternativa è l’autobus urbano, con le linee 158 e 159 che fermano nei pressi di Piazza Aquileia, distante 700 m dalla stazione ferroviaria ed altro possibile punto d’inizio dell’anello. Difatti, proseguendo lungo via Domenico Oliva si giunge ad una scaletta metallica che conduce sulla via indicata dal “cerchio barrato”.
Anello del Gazzo, una “passeggiata nella storia”
Da qui in avanti vi illustro il percorso seguito partendo dalla stazione di Costa di Sestri Ponente. Dopo una breve deviazione alla vicina Chiesa SS. Annunziata della Costa, torno sui miei passi lungo la via alle Vecchie Fornaci attraversando il binario.
Sul muro a sinistra leggo una targa con l’indicazione “Per Via Sup. Gazzo”, sarebbe da seguire ma la ignoro perché voglio fare il percorso completo. Entro invece nella creuza delimitata da due muri dove compare il segnavia di riferimento, ossia una “linea rossa con pallino rosso”. La stradina in salita costeggia sulla sinistra il Cimitero di S. Giovanni Battista, mentre sulla destra osservo i resti di una fornace a forma di cupola adoperata fino a qualche decennio fa per ricavare la calce dal materiale calcareo proveniente dal monte.
Oltrepasso un ruscello sulla sinistra e di nuovo in salita fino a sbucare in una strada asfaltata. Da qui svolto a sinistra e dopo circa 200 m sono all’altezza di una villetta, dove si congiunge tra l’altro la stradina indicata dalla targa vista subito oltre la stazione di Costa di Sestri. Sul muro si scorge la scritta gialla per il M.te Gazzo ed imbocco la via Superiore Gazzo, adesso mattonata, che sale alla Chiesa dei Santi Rocco e Isidoro (sec. XVI) a 197 m d’altezza.
Il tempio religioso è celebre perché nel 1893 vi sostarono l’Imperatore Federico Guglielmo di Germania e la Principessa Sissi (ossia Elisabetta d’Austria) mentre erano diretti al Santuario. Giunto qui, finalmente la vista si apre e posso così ammirare la costa del ponente ligure. Un panorama in parte offuscato dalle velature sparse in cielo che rimarranno ahimè per l’intera giornata.
Mi rimetto in marcia e continua l’ascesa lungo un tracciato che confluisce nel sentiero con segnavia “due quadrati rossi”. All’orizzonte si staglia il Santuario sul monte Gazzo e, poco sotto, una sezione delle cave. In circa 20 minuti raggiungo l’area soprannominata dai sestresi “i Fortini”, dato che nella Seconda Guerra Mondiale vi erano state installate delle batterie anti-nave.
Dopo poche decine di metri la via sbuca sulla strada rotabile che seguirò per oltre un chilometro fino al parcheggio ai piedi del Santuario di Nostra Signora del Gazzo. Manca il marciapiede ma non è un problema visto il pochissimo traffico.
Situato ad un’altitudine di 419 m, è un luogo di culto davvero storico. Infatti, nel 1645 vi fu eretta una grande croce in legno in occasione dell’epidemia di peste che colpì la Repubblica di Genova in quel periodo. Nel 1660 si iniziò la costruzione della Cappella mentre nel 1700 venne celebrata la prima Messa. Risale invece all’8 giugno 1873 l’inaugurazione della statua della Madonna realizzata dallo scultore savonese Antonio Brilla. L’opera è alta ben 5 m ed ancora oggi è venerata dai sestresi e non solo.
Purtroppo al momento della visita vi erano dei lavori di restauro in corso e quindi non sono potuto entrare.
I locali adiacenti ospitano il Museo Speleologico, gestito da volontari e per questo con orari di apertura variabili, e l’Antica Osteria del Gazzo (per informazioni e prenotazioni potete consultare la relativa pagina facebook). Non mancano poi panchine e tavoli per pic-nic.
È dal sagrato che si trova il belvedere migliore, con uno scorcio a 180 gradi che comprende l’intero Golfo di Genova delimitato dal promontorio di Portofino e dalla riviera di ponente. Volgendo lo sguardo verso l’entroterra si distinguono il monte Figogna con il Santuario della Madonna della Guardia ed alcune delle strutture difensive del Parco delle Mura e dei Forti.
È il momento di ritornare in città e decido di farlo “chiudendo” il giro dell’anello. Il percorso da seguire è quello indicato da un “cerchio barrato rosso”.
Dal sagrato scendo la scaletta e, passato il cancelletto, entro nella boscaglia. Proseguendo dritto finirei sulla strada rotabile dell’andata, invece piego subito sulla sinistra individuando il segnavia dipinto sul tronco di un albero. Si scende rapidamente (attenzione a non scivolare!), costeggiando prima da un lato e poi dall’altro le recinzioni che delimitano le cave. Quando la vegetazione inizia a diradarsi posso finalmente ammirare lo skyline del ponente genovese, dai container del porto di Voltri all’aeroporto “Cristoforo Colombo”. Riesco pure a scorgere, seminascosta dai grattacieli, la mitica Lanterna di Genova.
La via in discesa prosegue verso la linea ferroviaria Genova-Acqui e, dopo alcuni tornanti, si giunge alla scaletta metallica che ho menzionato in precedenza nella sezione “Punti d’accesso”.
Per conoscere altri itinerari e trekking restando all’interno del Comune di Genova vi rimando a questa categoria del blog.