Itinerari e consigli per viaggi lenti

Urban Art lungo il canale del fiume Vinalopó di Elche (Spagna)

Elche (provincia di Alicante), cosa vedere nella città con il palmeto più grande d’Europa

In occasione del mio breve viaggio nella Costa Blanca a sud di Valencia, dopo aver dedicato due giorni alla visita di Alicante mi sono trasferito in un’altra località molto popolare della regione, ossia Elche.

Ciò che la rende particolarmente conosciuta a livello mondiale è il suo palmeto, il Palmeral de Elche, riconosciuto Patrimonio UNESCO dell’Umanità nel 2000. Tuttavia, limitarsi ad esplorare questa area naturale sarebbe ingiusto rispetto a tutto quello che la cittadina ha da offrire.

 

Cosa vedere a Elche in un giorno

Data la sua vicinanza, Elche è la meta prediletta per chi intende fare un’escursione da Alicante. In effetti, una giornata intera consente di visitare gran parte dei suoi luoghi di interessi. Nel mio caso, in realtà ho deciso di dedicarle qualche ora in più in modo da girarla con calma e per godermi l’hotel dove sono stato ospite (ve ne parlerò tra qualche riga).

Prima di procedere con l’itinerario della visita, due brevi considerazioni:

  • se possibile, evitate di venirci di lunedì poiché infatti gran parte dei musei sono chiusi;
  • la città sorge poco distante dall’aeroporto di Alicante e, nel caso vi troviate qui il giorno della partenza, vi sono due linee d’autobus – 1A, 1B – che la collegano all’aeroporto in circa 30-40 minuti al prezzo di 1,55€.

 

 

Il centro storico di Elche

Compreso tra il Centro de Congresos ed il fiume Vinalopó, il nucleo centrale della località ne custodisce la storia millenaria. Edifici e musei raccontano la fondazione, per parte degli iberi, lo sviluppo in epoca romana quando prese il nome di Ilici Augusta (ecco perché gli abitanti si chiamano ancora oggi ilicitani), lo splendore del periodo arabo e quindi la meraviglia dell’architettura barocca.

La visita comincia dalla Basílica de Santa María, ubicata dove, fino al 1334, sorgeva la mezquita musulmana. Dopodiché furono innalzati due templi di stili differenti sino a quello attuale, risalente al 1784. Esso si contraddistingue per la pianta a croce latina con la grande navata centrale e l’immensa cupola che fa parte dello scenario del Misteri d’Elx (scoprirete più avanti di cosa si tratta). Per gli esterni, non si può non apprezzare la facciata barocca, valutata dagli esperti come una tre le più emblematiche dello stile valenciano.

Già che ci siete, vale la pena spendere 2€ per la salita sulla torre della Basilica. Lungo il percorso, che consiste di 170 scalini, vi sono tre sale dove è possibile rifiatare. Sono le stesse in cui, sino agli anni ’30 del secolo scorso, viveva il campanario assieme alla sua famiglia. Nell’ultima, quella che ospita le campane, sono stati appesi anche dei pannelli che danno qualche informazione aggiuntiva sui due beni Patrimonio dell’Umanità della città, il palmeto ed il Misteri.

Una volta usciti sulla cima, si ha una vista panoramica di Elche e si può apprezzare l’immensa macchia verde delle palme situate sia in pieno centro che nei suoi margini.

Cosa vedere a Elche in un giorno: Basílica de Santa María
Basilica di S. Maria
Panorama dalla torre della Basílica de S. María di Elche (Spagna)
Panorama dalla torre della Basilica

Tra gli edifici che si notano spicca poi il Palacio de Altamira, palazzo costruito dagli arabi tra i secoli XI e XIII e poi riconvertito in palazzo signorile e residenza dei monarchi spagnoli tra il XV° ed il XIX° secolo. Nella prima metà del ‘900 venne utilizzato sia come fabbrica che come prigione fino a che, tra gli anni ’60 e ‘70, venne acquistato dal Comune di Elche e quindi restaurato. Nel 2005 si effettuarono nuovi lavori durante i quali si scoprirono alcuni resti della fortezza originali.

Un anno dopo, il palazzo diviene parte integrante del Museo Arqueológico y de Historia de Elche, uno spazio interattivo dedicato alla lunga storia della città, dalle sue origini ai giorni nostri.

Una tappa d’obbligo è all’interno della maestosa torre del Homenaje, dove è esposta una copia della Dama de Elche. Si tratta di una delle sculture più importanti del mondo, è infatti un busto in pietra di dimensioni naturali risalente al V-III secolo a.C. La sua origine è misteriosa, così come il soggetto che ritrae: una divinità, una sacerdotessa oppure una donna appartenente ad una famiglia di alto rango. Un altro quesito irrisolto che la riguarda è la funzione della cavità di 18 cm di diametro e 16 cm di profondità situata nella sua parte posteriore.

Quando venne ritrovata nel 1897 a Alcudia (vicino alla città spagnola), la scultura presentava ancora qualche residuo cromatico, in particolare di rosso, blu e bianco, sulle labbra, sullo scialle e sul mantello. Oggi, l’originale è custodita nel Museo Arqueológico Nacional di Madrid.

Il palazzo sorge nei pressi del Parque Municipal di Elche e, percorrendo il perimetro delle mura, si ha un bello scorcio del palmeto e pure della vicina chiesa di S. María.

Cosa vedere a Elche in giornata: il Palacio de Altamira (Spagna)
Palacio de Altamira
Riproduzione della Dama di Elche - Comunidad Valenciana, Spagna
Dama di Elche (copia)

Un altro luogo che mi ha letteralmente sorpreso e che pertanto suggerisco di includere nel vostro itinerario è il Museo de la Festa, dedicato al Misteri d’Elx. È un dramma cantato e di origine medievale che celebra l’Assunzione della Vergine Maria e si svolge ogni anno in due atti, il 14 ed il 15 agosto. Inoltre, negli anni pari, l’evento viene ripetuto anche alla fine di ottobre. Il palcoscenico è sempre la Basílica de Santa María.

I canti – sia in monodia che in polifonia – hanno melodie d’ispirazione medievale, rinascimentale e barocca. L’elemento che caratterizza lo spettacolo, e che secondo me ne rinforza ancora di più il legame con gli abitanti, è il fatto che gli attori/cantanti sono tutti non professionisti. Dato che nell’epoca medievale alle donne non era concesso di prendere parte alle opere teatrali, ancora di più in questo “settore”, Maria e gli angeli sono interpretati da voci bianche.

I biglietti sono acquistabili presso la Casa de la Festa a partire da maggio, per le rappresentazioni di agosto, e da settembre, quando sono previste le repliche di ottobre (solo negli anni pari).

Il 18 maggio del 2001, il Misteri d’Elx è stato dichiarato dall’Unesco Opera maestra del Patrimonio orale ed immateriale dell’Umanità” ed è stata la prima festa in Spagna a godere di tale riconoscimento.

Il Museo – ingresso generale 3€ – consta di due parti:

  • la prima parte, nella sala ricavata nella navata dell’Eremo di San Sebastián del secolo XV, fa rivivere le emozioni dello spettacolo tramite un filmato di mezz’ora con l’utilizzo di tecnologie e di effetti speciali (è vietato scattare foto);
  • la seconda, è la sala adiacente nella quale si possono osservare oggetti e costumi usati nelle epoche passate.

 

Per quel che mi riguarda, questa è stata la vera sorpresa di Elche. Sarà per il coinvolgente filmato, oppure per il fatto che si tratta di un evento che, nonostante il passare dei secoli, rimane fedele alle sue origini ed è un forte simbolo d’identità per gli abitanti, sta di fatto che la visita del museo mi ha lasciato il desiderio di tornare ed assistere dal vivo al Misteri.

Il Museo de la Festa del Misteri d'Elx, Spagna
Museo de la Festa
Oggetti e costumi usati per il Misteri d'Elx (Spagna)
Visita del museo dedicato al Misteri d’Elx

Passeggiando per il centro storico si possono ammirare altri luoghi ed edifici emblematici di Elche, quali ad esempio:

  • la Torre de la Calahorra, parte delle antiche mura difensive e situata a ridosso della porta di accesso principale alla città;
  • i baños árabes, costruiti verso il 1150 e, grazie al loro ottimo stato di conservazione, sono uno dei maggiori esempi di architettura pubblica islamica della Comunidad Valenciana;
  • il palazzo dell’Ayuntamiento, costruito in stile rinascimentale tra il 1548 ed il 1645, in cui spicca al centro la torre del Consell, risalente al 1441 ed inizialmente integrato con le mura medievali.

 

Suggerisco inoltre di percorrere un tratto del percorso che costeggia il fiume Vinalopó, oggi ridotto a canale. Difatti, gran parte del letto è stato prosciugato divenendo una galleria d’arte urbana a cielo aperto grazie all’apporto di artisti locali. Con il proyecto Vibora l’intento è di modificare l’aspetto del canale ogni cinque anni, con l’aggiunta di nuove opere che vanno a sostituire le precedenti.

Torre de la Calahorra - Centro storico di Elche, Spagna
Torre de la Calahorra
Urban Art lungo il canale del fiume Vinalopó di Elche (Spagna)
Canale del fiume Vinalopó

 

Il Palmeral de Elche

Ci avvicinavamo a Elche e già si poteva osservare all’orizzonte la valle che abbondava di frutti ed il suo immenso palmeto, il più grande e stupendo d’Europa, il più paradisiaco di tutta la Spagna.”

– Un viaje por España, Hans Christian Andersen (traduzione mia)

Veniamo ora all’elemento che rende Elche famosa in tutta Europa e non solo. Mi riferisco al suo palmeto, dove si contano oltre 200.000 esemplari distribuiti in tutta la città. Difatti, sebbene a prima vista assomigli ad un bosco, in realtà si tratta di appezzamenti di terreno – huertos – così suddivisi per fini agricoli.

Si hanno notizie di palmeti fin dall’epoca degli iberi ma è senza dubbio con gli arabi che si ebbe l’espansione principale, favorita da un sistema d’irrigazione all’avanguardia che in parte viene sfruttato ancora oggi. Per quel che riguarda la produzione agricola, attualmente è limitata soltanto ai datteri ed alla “palma bianca”, utilizzata nella Domenica delle Palme e per questo esportata nel resto della Spagna e pure all’estero.

Il “polmone verde” di Elche è sicuramente il suo Parque Municipal, il primo parco pubblico della città e situato alle spalle del Palacio de Altamira. Vicino all’ingresso sorge l’ufficio informazioni (punto di partenza dei tour gratuiti in lingua inglese) mentre, passeggiando all’interno sotto l’ombra delle palme troverete diverse aree giochi per bambini, dei laghetti e tante panchine dove rilassarsi per godere di un paesaggio davvero suggestivo.

Un altro spazio verde da non perdere è il jardín Huerto del Cura, dichiarato “Giardino Artistico Nazionale” nel 1943 e situato a pochi passi dall’omonimo Hotel Huerto del Cura dove ho avuto il piacere di pernottare.

Il giardino – ingresso a pagamento, 5€ – ospita una vasta collezione di piante mediterranee e tropicali provenienti da tutto il mondo. Non mancano ovviamente le palme, che rendono l’ambiente ancora più unico. Tra queste, la protagonista indiscussa è la Palmera Imperial, un esemplare davvero singolare visto che dal tronco si sono originati sette bracci e che insieme formano un perfetto esempio di simmetria. Il nome è una dedica alla Principessa Sissi, che visitò il giardino nel 1894 rimanendo senza parole dinnanzi a cotanta bellezza.

Cosa vedere a Elche in 24 ore: il Jardín del Huerto del Cura (Spagna)
Jardín del Huerto del Cura
La Palmera Imperial custodita nel Jardín Huerto del Cura di Elche (Spagna)
Palmera Imperial

Data l’estensione del palmeral, per esplorarne ogni angolo ci vorrebbero giorni e giorni. Per questo motivo si può seguire la ruta de las palmeras singulares, grazie alla quale si possono osservare da vicino 19 palme che spiccano per la loro storia oppure per la forma singolare. Esse sorgono in tutta la città e pertanto è un vero e proprio itinerario turistico che consente anche di andare alla scoperta del centro storico e le sue zone limitrofe.

Io stesso mi sono divertito molto partecipando a questa specie di “caccia al tesoro” e ne ho scovate diverse. Ad esempio, oltre a quella Imperial, proprio all’interno dell’Hotel Huerto del Cura, a pochi passi dal mio bungalow, si trova la “Cobra”. Si chiama così poiché tre quarti del tronco appoggiano a terra mentre improvvisamente l’ultima porzione si estende in verticale.

La palma "Cobra" all'interno dell'Hotel Huerto del Cura di Elche (Spagna)
Palma “Cobra”

A poca distanza dall’Hotel ed all’interno del Museo del Palmeral, sorge invece la “Pipa de San Placido”. Durante la crescita, ad un certo punto il tronco ha iniziato ad inclinarsi progressivamente verso il suolo senza però cadere fino a quando, diversi anni dopo, ha ricominciato a svilupparsi verticalmente. A proposito, già che ci siete ritagliatevi un po’ di tempo per visitare il museo per saperne di più sul patrimonio naturale custodisto dalla città spagnola.

Avvicinandosi al centro storico, subito alle spalle del Palacio de Congresos, la “Palmera Taleb Rifai” sembra essere la figlia della “palma Imperiale”. I sette bracci – in origine erano otto – si trovano a mezzo metro dalla base. La pianta è dedicata a Taleb Rifai, segretario generale dell’Organizzazione Mundiale del Turismo di cui Elche è membro.

Attraversando la strada in direzione del huerto vicino, si può osservare la “Palmera del forat”, così chiamata per il buco presente esattamente al centro del tronco. Nonostante il foro, neanche tanto piccolo, passi da parte a parte, la palma è cresciuta bene e tutt’oggi gode di ottima salute.

Sulla piazza antistante i baños Árabes vi è la “Bonica”, inserita nell’elenco perché dagli addetti ai lavori è considerata semplicemente la più bella. Presenta infatti molte foglie perfette e quasi tutte simmetriche e che per la loro estensione assicurano molta più ombra rispetto alle palme tradizionali.

La "Pipa de S. Placido" nel Museo del Palmeral di Elche - Comunidad Valenciana, Spagna
“Pipa de S. Placido”
La Palmera dedicata a Taleb Rifai - Elche, Spagna
Palmera dedicata a Taleb Rifai
La palma "forata" nei pressi del centro storico di Elche (Spagna meridionale)
Palma “forata”
La "Bonica", considerata la palma perfetta di Elche - Spagna del sud
“Bonica”

Raggiunto il Parque Municipal, poco dopo l’ingresso non si può non notare il “Tridente”, una composizione vegetale stupenda dove risaltano i tre bracci che si staccano dal tronco a circa tre metri d’altezza. Proseguendo vi imbatterete nella “Centinela”, alta 25 m e con più di 200 anni d’età. Manco a dirlo, questo grattacielo naturale è la pianta più alta del palmeto. Nei suoi dintorni si può notare la “Palmera del Colom”, un esemplare unico nel suo genere visto che nasce retta, poi comincia ad inclinarsi fino a quasi piegarsi orizzontalmente mentre alla fine torna a crescere verticalmente. È la pianta preferita dai piccioni, probabilmente attirati dalla forma del tronco, e ciò giustifica il nome (colom è la traduzione in valenziano del termine spagnolo palomo che significa appunto piccione).

Altri esemplari che si possono individuare nella parte settentrionale del parco municipale sono il “Candelabro”, la “Palmera de Don Diego”, la “Francisca”, la “Palmera de la Font” ed il “Tirador”, quest’ultimo situato nei pressi del portone d’accesso nell’estremità nord orientale.

Visita del Parque Municipal all'interno del Palmeral de Elche - Spagna
Parque Municipal
La palmera del Colom nel Parque Municipal di Elche (Spagna)
Palmera “Colom”
La Palmera de la Font, una delle palme singolari di Elche (Spagna meridionale)
Palma “de la Font”

Un suggerimento per trovare queste palme è di munirsi della mappa con indicata la loro posizione e di cercare quindi i pannelli collocati vicino alle piante, su di essi infatti è riportata (sia in spagnolo che in inglese) la spiegazione della loro particolarità.

Elche non è solo il suo immenso palmeral, un patrimonio sapientemente tutelato e che ci fa vedere di cosa la natura sia capace di fare. Ho visitato infatti una città ricca di storia e caratterizzata da un importante lascito culturale-architettonico che non ti aspetti. A ciò bisogna aggiungere il fascino del Misteri d’Elx, un’opera medievale che, se capitate da queste parti a ferragosto, non dovete assolutamente perdervi.

 

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