Continua la mia esplorazione della riviera ligure di ponente e così raggiungo il territorio delle “Albisole“, ossia Albisola Superiore ed Albissola Marina. Si tratta di due comuni limitrofi, entrambi mete turistiche molto conosciute con in un più un patrimonio storico e culturale molto importante. L’itinerario di un giorno che ho seguito mi ha permesso di visitare molte delle attrazioni e luoghi di interesse locali e sicuramente ci tornerò perché ne ho ancora altre da scoprire.
Ma, prima di tutto… Albisola oppure Albissola? Nonostante i nomi (e gli stemmi) siano molto simili, si tratta di due comuni distinti la cui omonimia “sfiorata” deriva da un errore di trascrizione risalente al 1915 per opera della “Consulta Araldica del Regno d’Italia”, organo incaricato della gestione di titoli nobiliari, stemmi ed altri riconoscimenti pubblici.
Come arrivare ad Albisola
Per chi viaggia in auto la maniera più rapida è percorrere l’autostrada A10 Genova-Ventimiglia ed uscire al casello omonimo. In alternativa, Albisola Superiore ha la sua stazione ferroviaria in cui fermano i treni regionali della linea Ventimiglia-Genova (con biglietti acquistabili online).
Itinerario alla scoperta delle “Albisole”
Nel giorno che ho avuto a disposizione ho studiato un itinerario che unisse storia, arte, natura ed architettura. Un ulteriore elemento che lega le due località è la ceramica, una lavorazione iniziata alla fine del ‘400 e nel corso dei secoli divenuta un marchio di fabbrica tipico di questa zona della Liguria, in particolare lo stile bianco-blu ispirato dal colore del mare. E, ancora oggi, Albisola è un punto di riferimento internazionale per gli artisti della ceramica che soggiornano qui per periodo più o meno lunghi lavorando nelle fabbriche locali. E, non a caso, entrambi i comuni sono tra i fondatori di AICC, l’Associazione Italiana Città della Ceramica.
Cosa vedere ad Albisola Superiore
I primi luoghi di interesse si possono osservare appena usciti dalla stazione ferroviaria. Mi riferisco al sito archeologico con i resti di Alba Docilia, l’antica villa romana di Albisola di cui ancora sono distinguibili l’area abitativa, quella produttiva ed infine quella termale. Le differenti zone sarebbero meglio riconoscibili se il posto venisse curato un po’ meglio, è un vero peccato infatti vedere così tante erbacce tra le rovine di edifici risalenti al I-IV secolo.
A poca distanza sorge poi la chiesa di San Pietro, eretta verso la fine del XIX secolo e gravemente colpita dal terremoto del 23 febbraio 1887. La ricostruzione avvenne riportando l’edificio allo splendore originale e pertanto osservando lo stile romanico che la caratterizza oggi si può immaginare come fosse la prima volta.
In dieci minuti raggiungo finalmente il lungomare, all’altezza della passeggiata E. Montale. Da un lato la spiaggia (parzialmente “nascosta” in alta stagione dagli stabilimenti balneari, dall’altro invece una serie di opere d’arte che arricchiscono il panorama e testimoniano ancora una volta la vocazione artistica di Albisola. La mia preferita è “Onda”, una panchina lunga circa 100 m e ricoperta di piastrelle e decorazioni policrome. Ma la lista di monumenti ed installazioni da non perdere è lunga e potrete scoprirli tutti esplorando il lungomare.
Inoltre, questo tratto si snoda lungo l’ex linea ferroviaria Genova-Ventimiglia e procede in direzione di Celle Ligure prima di deviare sull’Aurelia (con marciapiede dedicato). Ne ho quindi approfittato per percorrerlo visto che in precedenza avevo già quelli corrispondenti al lungomare Europa di Varazze ed al lungomare De André di Arenzano. Lungo il tragitto, una volta passata la galleria, vi è una lunga serie di panchine che invogliano i passanti a fermarsi per godersi la vista sul mar Ligure.
Tornando indietro, abbandono momentaneamente la passeggiata per osservare da vicino Casa Mazzotti, progettata nel 1930 ed unico esempio nei due comuni di abitazione futurista rimasta inalterata nel tempo, e la Fabbrica Museo “Giuseppe Mazzotti 1903”, risalente al 1935 a cui poi si è aggiunto il Giardino Museo nel 1964 con una collezione di 200 opere di artisti vari.
Cosa vedere ad Albissola Marina
La passerella pedonale sul torrente Sansobbia sancisce il confine tra i comuni ed eccomi quindi ad Albissola Marina, il più piccolo dei due.
Arrivo così all’inizio del “lungomare degli artisti” che, coi suoi 800 m d’estensione, è un luogo-monumento unico in Europa. Ideato nel 1963, è la celebrazione di quella Albissola che Marinetti – il fondatore del Futurismo – definì la “libera Repubblica delle arti” e che per questo richiamò ceramisti ed artisti internazionale per tutto il secolo XX. Si cammina guardando in terra la riproduzione di più di venti opere di artisti che operarono qui nei decenni passati. Per ciascuna di queste troverete anche un pannello con la spiegazione del disegno e dell’autore in questione.
Da citare pure il “sottopassaggio degli artisti” che unisce il lungomare con il centro storico di Albissola.
Il nucleo antico della località ligure è piccolo ma molto carino, formato da vie e vicoli raccolti attorno alla Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Concordia (fine del secolo XVI). Vi si accede tramite la scalinata da Via C. Colombo, da dove si ha tra l’altro uno dei colpi d’occhio migliori. La Chiesa si affaccia sulla piazza composta dall’acciottolato bianco e nero, tipico della Liguria.
L’altro edificio religioso che completa la scena è l’Oratorio di S. Giuseppe, del 1608 e sede dell’omonima confraternita.
Passeggiando per il centro si notano subito le targhe in ceramica che identificano le attività dei piccoli commercianti locali. Oltre a ciò, vi sono luoghi ed attrazioni che raccontano il passato di Albissola ed il suo legame con la ceramica. Mi riferisco ad esempio alla Fornace Alba Docilia (ingresso in Via Grosso), una delle varie fabbriche della città ed usata a partire dal ‘600 fino al 1982. La visita è gratuita e consente non soltanto di conoscere alcuni degli elementi necessari nel processo produttivo della ceramica ma anche di ammirare una selezione di opere d’arte della collezione civica.
Per quel che mi riguarda, uno dei posti che mi sono piaciuti più in assoluto è Pozzo Garitta, il borgo antico di Albissola Marina. Qui il tempo pare essersi fermato, sulla piazzetta si affacciano le casette caratterizzate da scalinate esterne, vi sono ancora le fornaci, i piccoli studi artistici – ad esempio quello appartenuto a Lucio Fontana – e le gallerie d’arte.
L’ultima tappa dell’itinerario mi conduce a Villa Faraggiana, un ottimo esempio di dimora ligure estiva costruita nel ‘700 ed abitata dalla famiglia Durazzo. Un secolo dopo la villa sarà venduta ai Faraggiana il cui ultimo erede, Alessandro, decide di lasciarla in eredità al Comune di Novara (dove la sua famiglia si era trasferita).
La visita degli interni consente di apprezzare gli stili e le mode delle differenti epoche storiche, in particolare le tonalità rosa-verde risalenti al ‘700 e quelle blu-gialle della Cappella dedicata a N.S. di Misericordia, senza dubbio uno degli ambienti più affascinanti della villa. Difatti, la peculiarità che colpisce ogni visitatore è la sua forma, molto simile a quella di un teatro con arcate e posti a sedere su due piani. Questo perché, nonostante la Cappella fosse all’interno della villa, era comunque un luogo pubblico e quindi chiunque poteva venire per la messa. La differenze è che la “gente comune” rimaneva a piano terra, ai membri della famiglia proprietaria ed a eventuali ospiti invece era riservato il piano superiore.
Il tour prosegue e ci conduce alla scoperta del piano nobile, dove si possono ammirare molti arredi, oggetti e tappezzerie originali e pervenuti a noi in ottimo stato di conservazione al punto che non dimostrano 150-200 anni anni..
Ma il fiore all’occhiello è probabilmente la galleria delle Quattro stagioni, costruita nel 1750 come luogo di passaggio tra la dimora ed i giardini e sfruttata soprattutto in occasione delle feste organizzate dai proprietari. Oltre alle statue delle divinità Flora, Cerere, Bacco e Saturno, da notare il curioso “Specchio di Narciso” e poi il pavimento ancora ricoperto dalle piastrelle di maiolica originarie, un reperto artistico unico ed ancora perfettamente conservato.
Purtroppo non è ammesso scattare fotografie agli interni, pertanto non resta che “accontentarsi” di immortalare tutta la bellezza dei giardini, che si distinguono per la perfettaa commistione tra gli stili “all’italiana” ed “alla francese” adattati alla caratteristica morfologia “a terrazze” del territorio ligure.
L’ingresso costa 8€ (tariffa standard) e la visita guidata dura circa una cinquantina di minuti. La villa apre al pubblico nei pomeriggi da fine marzo a fine novembre, il giorno di chiusura è il lunedì. Tuttavia, le scolaresche e le comitive possono prenotare la propria visita tutto l’anno.
Altre chiusure eccezionali sono dovute al fatto che qui si tengono anche matrimoni, ricevimenti, serate di gala ed altri eventi. Per tale ragione vi suggerisco di controllare sempre il sito internet di Villa Faraggiana.