La visita della Royal Yacht Britannia a Edimburgo è stata un’idea last minute durante il breve soggiorno nella capitale scozzese dello scorso Aprile (#checkinScozia). Non c’ero mai stato e mi vergogno un po’ nel dirlo perché la nave ormeggiata nel porto di Leith è una delle attrazioni più visitate del Regno Unito (è nei primi posti anche su Tripadvisor).
Cosa vedere a bordo della nave Royal Yacht Britannia
Il Britannia è qualcosa di unico, è la nave che per oltre 40 anni ha accompagnato la Famiglia Reale nei suoi viaggi, rappresentando così la Gran Bretagna in ogni angolo (o quasi) della Terra. Non c’è da sorprendersi quindi che sia talmente famosa da non avere bisogno di riportare sullo scafo il proprio nome. L’ho scoperto sentendo l’audioguida ed in effetti è proprio vero: esclusi i salvagenti e pochi altri elementi a bordo, il nome “Britannia” non compare da nessun’altra parte! Un secondo elemento distintivo è il colore: mentre lo scafo della maggioranza delle navi era nero, questo è blu scuro con con una banda color oro per rimarcare l’aspetto regale dell’imbarcazione.
Mi godo il primo scorcio del panfilo reale costeggiando il mega centro commerciale Ocean Terminal da cui si accede all’attrazione. Da fuori la nave è imponente, tuttavia secondo me non si riesce a comprenderne bene le vere dimensioni fino a quando non si è a bordo. La mia visita è durata un paio d’ore abbondanti. C’è molto da vedere nei 5 piani che compongono l’imbarcazione, tutti lasciati invariati rispetto a quando il Britannia era ancora in funzione.
Il Museo del Britannia
All’ingresso, subito dopo la biglietteria, un piccolo museo spiega la lunga e gloriosa storia della nave. Varata in Scozia nel 1953, rimase in servizio fino al 1997, anno in cui venne dismessa. Durante i suoi 44 anni di servizio effettuò 968 viaggi ufficiali percorrendo più di un milione di miglia marittime. Oltre che per le visite di stato, fu utilizzata anche per altri scopi come ad esempio le vacanze reali oppure la luna di miele di Carlo e Diana. Inoltre, il Britannia venne costruito in modo che potesse essere convertito in nave ospedale per eventuali conflitti bellici. Servì a ciò nel 1986 quando, a causa della guerra civile ad Aden (Yemen), vennero messe in salvo circa mille persone.
Questa specie di “palazzo reale galleggiante” era la casa della Regina, realizzata ed arredata secondo i suoi gusti personali in modo che lei ed i suoi familiari più stretti potessero sentirsi a proprio agio. Anche per tale motivo a bordo si contavano più o meno trecento persone tra staff privato e membri dell’equipaggio, ognuno pronto a soddisfare ogni richiesta per rendere il viaggio il più perfetto possibile.
Con il biglietto è inclusa l’audioguida (anche in italiano), fondamentale per scoprire tutti gli aneddotti ed i fatti più interessanti riguardanti la nave e la vita di bordo. La potete ritirare dopo aver visto il museo, sarà il personale stesso ad impostarla nella lingua italiana.
A bordo della nave Royal Britannia
L’aspetto che mi è piaciuto di più è il fatto di visitare un museo diverso dal solito, un luogo più vivo che mai dove praticamente tutto è stato lasciato come l’ultima volta che la Regina è salita a bordo. Lo noto fin da subito, non appena attraverso la passerella che collega l’Ocean Terminal al ponte di comando del Britannia. Dentro la cabina osservo gli strumenti, i radar e le cartine utilizzati per la navigazione in mare aperto: si tratta di pezzi originali, alcuni risalenti addirittura agli anni ’50.
I salvagenti distribuiti qui e negli altri ponti sono gli unici oggetti su cui è riportato il nome per esteso della nave: H.M.Y. (Her Majesty’s Yacht) Britannia. Il ponte di comando è il punto più alto da cui posso ammirare l’imbarcazione. Sfido allora il vento gelido che soffia su Edimburgo ed “analizzo” la struttura perdendomi tra i suoi ponti e rendendomi definitivamente conto di quanto il Britannia sia imponente e maestoso!
In ogni ambiente è posto un cartello con riportato il numero da digitare per ascoltare la spiegazione dell’audioguida, imprescindibile per apprezzare fino in fondo la visita del Panfilo Reale. Esplorando i piani inferiori si vedono le stanze dell’equipaggio, più o meno “ricche” a seconda del ruolo rivestito, e le sale dove si cenava e si trascorreva il (poco) tempo libero a disposizione.
Gli appartamenti reali del H.M.Y. Britannia
In ogni caso, neanche l’ammiraglio di bordo godeva di spazi lussuosi come quelli riservati alla Famiglia Reale. Gli appartamenti reali del Britannia sono stati arredati secondo il gusto della Regina e, seppur immensi ed eleganti, non eccedono nella sfarzosità preferendo piuttosto la funzionalità. Arrivando al ponte reale si costeggia il garage dov’è parcheggiata la Rolls-Royce della Corona Inglese degli anni ’60. Veniva utilizzata quando la Regina doveva spostarsi nei paesi che visitava e non c’era nessun altro mezzo idoneo. Fortunatamente ciò non è accaduto molto spesso poiché caricare e scaricare la vettura dalla nave era un processo complicato che richiedeva diverso tempo.
Il ponte Reale era lo spazio riservato esclusivamente alla Regina ed i suoi familiari, ogni tanto poteva essere utilizzato per ricevere qualche ospite illustre e per scattare le fotografie ufficiali. L’audioguida rivela che il pavimento veniva lavato quotidianamente in orari che non disturbassero l’inquilina reale: infatti il protocollo non prevedeva nessun incontro ravvicinato tra i membri dell’equipaggio e la Regina, in caso contrario i primi dovevano fermarsi sospendendo qualsiasi attività e rimanere quindi con lo sguardo fisso davanti a sé.
La stanza affacciata sul ponte privato è dove la Regina si rilassava godendosi la vista dell’orizzonte davanti a sé, vicino alla parete c’è ancora un quadro a cui Filippo di Edimburgo stava lavorando: la pittura era infatti una passione del Duca di Edimburgo.
Il fatto che mi colpisce di questa e del resto degli appartamenti reali è la sobrietà dell’arredamento, una scelta ben precisa e che si allontana da qualsiasi forma di pomposità. Ecco quindi le camere da letto della Regina e di Filippo, due alloggi separati ma comunque comunicanti in caso di necessità. Segue quella appartenuta a Carlo e Diana, l’unica tra l’altro di tutto il Britannia ad avere un letto matrimoniale.
Un altro ambiente che rispecchia le esigenze della Regina è il suo studio privato, con ad esempio la scrivania e lo specchio costruiti su misura.
La sala da pranzo è quella che personalmente mi ha colpito maggiormente, soprattutto per le personalità illustri che vi sono transitate e per il cerimoniale richiesto (e spiegato dall’audioguida). Basti pensare che erano necessarie tre ore per apparecchiare i tavoli e si utilizzava un righello particolare per assicurarsi che la distanza tra ogni posata fosse la medesima. Sulle pareti della stanza sono conservati diversi regali ricevuti dalla Famiglia Reale nei paesi visitati. La sala è in uso tutt’oggi e viene affittata dalle aziende per importanti pranzi di lavoro (non oso immaginarne il costo!).
Uno degli ambienti più raffinati all’interno del Britannia è sicuramente il salone per ricevimenti.
Un’immensa stanza utilizzata per incontri più o meno ufficiali, aperitivi con gli ospiti di bordo e poteva contenere circa duecento persone. Il pezzo pregiato è il pianoforte a coda, particolarmente apprezzato dagli “abitanti” della nave e soprattutto da Diana, grande appassionata di musica e suonatrice assidua.
Gli ambienti destinati al resto dell’equipaggio
Dopodiché esco sul ponte reale, quello da cui passava la Regina per scendere a terra, ed abbandono così il lusso per visitare gli ambienti decisamente più modesti riservati al personale di bordo. Non si tratta certamente di bettole, tuttavia il confronto è piuttosto impietoso (comunque me l’aspettavo).
Osservo le camerate con spazi privati angusti, ai muri sono ancora appese alcune fotografie dei familiari ed adesivi vari. Anche qui è presente una sala “relax”, dove i marinai potevano godersi i (pochi) momenti di tempo libero gustandosi una pinta di birra ordinata al piccolo bar.
La penultima stanza che vedo è la lavanderia, aperta e funzionante 24/24, in cui ogni giorno venivano lavati e stirati tutti i capi d’abbigliamento delle persone a bordo (inclusa la Famiglia Reale). Per fare un esempio dell’enorme mole di lavoro del personale, il protocollo ufficiale richiedeva un continuo cambio d’abiti quotidiano, alcune volte anche sei capi diversi. Ovviamente non era concesso alcun errore, tuttavia, malauguratamente una volta il colore della giacca della Regina uscì leggermente sbiadito: inutile dire l’agitazione tra gli addetti al lavaggio, fu necessaria una task force d’emergenza per risolvere il problema e soddisfare i gusti di Sua Maestà.
Dopo aver dato un’occhiata all’infermeria, la stanza più temuta di tutte (giustamente), la visita del Britannia si conclude con la sala motori, universalmente considerata il gioiello del settore per merito della sua efficienza e del fatto che non sono mai stati necessari profondi lavori di rinnovamento delle apparecchiature. A tal punto che un ospite (fatto raccontato dall’audioguida ma non ricordo il suo nome), osservandola in funzione, commentò più o meno così:
“bella questa sala, adesso posso vedere quella vera?”
Una volta uscito ho ancora una cosa da non perdere: è la lancia, la “piccola” imbarcazione ausiliaria che serviva per trasferire la Regina dalla nave alla terraferma. Anche in questo caso si tratta di un gioiello in miniatura, dove tutto è stato studiato appositamente per il suo comfort.
La visita della Royal Yacht Britannia è stata per me un’esperienza particolare, affascinante. Ho camminato dove prima passeggiava la Regina, ho visto i suoi appartamenti reali, ho “sfiorato” oggetti ed arredamenti dell’epoca, ho provato ad immaginare come doveva essere la vita di bordo, sia dal punto di vista dei Reali sia da quello di chi vi lavorava.
Per godere di tutte queste sensazioni suggerisco di ritagliarvi almeno un paio d’ore per vedere con calma ogni stanza ed ascoltare la spiegazione dell’audioguida.
Come arrivare dal centro di Edimburgo alla nave Royal Britannia
Il Panfilo Reale è ormeggiato presso l’Ocean Terminal di Leith, la zona portuale di Edimburgo affacciata sul Firth of Forth. Grazie anche a questa attrazione di richiamo, negli ultimi anni l’intera area è stata protagonista di ampi lavori di rimodernamento che l’hanno riqualificata e resa quindi una meta molto frequentata dai turisti.
Per arrivare al Britannia, se amate camminare allora il Water of Leith è ciò che fa per voi. Si tratta di un sentiero lungo più o meno una ventina di chilometri (non dovete farli tutti eh 😉 ) che costeggia il canale passando per il centro di Edimburgo. In particolare, partendo dalla New Town, si attraversano i caratteristici Dean Village e Stockbridge, due quartieri a se stanti ma oggi integrati nel resto della città, per giungere infine a Leith (circa 5 km di percorso).
In alternativa, ci sono diversi autobus che collegano Leith al centro di Edimburgo: le linee 11, 22 e 25 impiegano circa una ventina di minuti ed il biglietto singolo costa £1,70. L’unica raccomandazione è quella di avere con voi l’importo corretto oppure di pagare con le carte, infatti l’autista non può darvi il resto per cui eventuali soldi in più non saranno restituiti.
Royal Britannia: orari ed acquisto dei biglietti online
Il Britannia è aperto tutto l’anno, ad eccezione del 25 dicembre e del 1° gennaio:
- aprile-settembre, dalle 9:30 alle 16:30 (ultimo ingresso)
- ottobre, dalle 9:30 alle 16:00 (ultimo ingresso)
- novembre-marzo, dalle 10 alle 15:30 (ultimo ingresso).
Per quanto riguarda i biglietti per il Royal Yacht Britannia, con inclusa l’audioguida in italiano, vi segnalo la possibilità di acquistarli in anticipo su internet. Riceverete così un e-voucher da consegnare alla biglietteria dedicata.
Inoltre, il Royal Yacht Britannia – insieme al Castello di Edimburgo ed al Palazzo di Holyrood – è incluso nel pass turistico Royal Edinburgh. Questo, valido 48 ore, include l’accesso alle tre attrazioni oltre a viaggi illimitati sui bus turistici che girano per il centro storico ed arrivano pure a Leith, con fermata nei pressi dell’ex panfilo reale.