Tra le tante cose che mi piacciono di Genova c’è il fatto che si tratta di un perfetto punto di partenza per fare delle escursioni sulle alture circostanti. Incastonata tra il mare e l’appennino, dalle sue vie principali e addirittura dalla spiaggia si impiegano in media 2-3 ore per salire su una delle varie cime che la “proteggono” alle spalle.
Dopo le gite fatte in passato, per esempio al monte Gazzo da Sestri Ponente, al monte Figogna-Guardia di Genova ed al monte Cordona da Nervi, non poteva mancare quello che è uno dei trekking urbani più popolari del capoluogo ligure. Mi riferisco al sentiero che da Genova Quinto conduce ai monti Moro e Fasce. Un itinerario suggestivo e panoramico con un dislivello in salita di 820 m e che, nel primo tratto, costeggia una serie di residui bellici del secondo conflitto mondiale.
Anche nel libro di Andrea Parodi – “Appennino genovese. 100 escursioni sui monti di Genova e nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo” – si parla di questo percorso e delle sue varianti.
Escursione sui monti Moro e Fasce da Quinto
Ci troviamo nel levante cittadino, non distanti dal centro storico di Genova e vicini alla celebre passeggiata di Nervi. La camminata comincia dalla stazione ferroviaria di Quinto al Mare, servita dai treni regionali della linea Savona-Sestri Levante.
Per dettagli su orari e tariffe dei biglietti vi rimando al sito dedicato.
L’edificio sorge a circa 200 m dal lungomare e dai giardini di Quinto, da cui si può godere una vista meravigliosa di Genova da una parte e di Camogli e del promontorio di Portofino dall’altra.
Da Genova Quinto al monte Moro
Usciti dalla stazione si gira a destra in via Fabio Filzi e, dopo il sottopasso, si sbuca in Corso Europa*. Si prosegue a destra, verso il centro, e superato sulla destra il Monastero della Visitazione Santa Maria si devia in via Cimitero di Quinto, sempre sulla destra. Sul muro nei pressi dell’ingresso del cimitero è stata dipinta una “T rossa rovesciata”, il segnavia di riferimento fino alla vetta del monte Fasce.
*All’andata ho seguito una via alternativa. Appena superato il sottopasso ferroviario ho girato a sinistra, in via Antica Romana di Quinto, per poi incrociare sulla destra una stradina che sbuca a sua volta in Corso Europa. Attraversata la strada, ho preso via Marasso che, ad un certo punto, conduce ad un bivio. A sinistra ci si immette in via al Cimitero di Quinto, dritti invece si segue una traccia che taglia in salita nel bosco fino a ricongiungersi al sentiero principale (a circa 130-140 m di altezza).
Mi ritrovo così nei pressi di una piazzola che offre il primo scorcio panoramico di Genova della giornata. L’ascesa continua nel bosco e, nonostante ogni tanto si incrocino delle diramazioni minori (principalmente scorciatoie), il sentiero è ben segnalato e perdersi è praticamente impossibile.
Mano a mano che si guadagna quota, la vegetazione si fa sempre più bassa lasciando quindi che la vista spazi sull’intero Golfo di Genova.
Con un tratto scalinato giungo vicino a dei ruderi di alcune batterie militari, una serie di costruzioni in uso durante la Seconda Guerra Mondiale per proteggere la città. Esse sono accessibili ma, date le loro condizioni, occorre prudenza.
Si attraversa velocemente una macchia di lecci per incrociare una stradina asfaltata diretta verso Nervi. Si gira a sinistra e, dopo pochi metri, subito a destra per riprendere il sentiero in salita. Mi trovo ormai nei pressi della cima del monte Moro – 408 m di altezza – e dei resti di altri bunker, garitte e postazioni antiaeree.
—> La storia del complesso fortificato del Monte Moro <—
Superate le rovine di un vecchio albergo si arriva nel piazzale-parcheggio proteso sul Golfo Paradiso.
Dal monte Moro al monte Fasce
Inizia qui quello che per me è il tratto più suggestivo di questo trekking.
Si lascia l’asfalto per riprendere il sentiero che sale sulla destra, lungo il crinale. Volgendo lo sguardo all’orizzonte si scorge distintamente la cima del monte Fasce, facilmente riconoscibile per i suoi numerosi ripetitori.
Camminando in cresta il panorama diventa ancora più vasto e, oltre al Golfo Paradiso ed alla città di Genova, osservando all’orizzonte si ammirano la catena montuosa del Beigua e le vette innevate delle Alpi Marittime. Guardando verso l’entroterra, si distinguono alcuni dei forti difensivi del capoluogo ligure, il monte Gazzo ed il Santuario della Guardia sul monte Figogna.
Al bivio proseguo sul sentiero che taglia il pendio sulla sinistra, deviando a destra invece si sale lungo la Costa di monte Moro (575 m) su cui sorgono altri ruderi. Dopo questo tratto prevalentemente pianeggiante si torna a guadagnare quota e, procedendo su di un avvallamento ghiaioso, la salita si fa più impegnativa. Raggiunta la casetta in località Prè de Ferretti (695 m), finalmente la pendenza si fa più dolce ed in circa 10-15 minuti si arriva sul monte Fasce, a 834 m d’altezza.
È uno dei rilievi principali della sezione dell’Appennino Ligure che sorge nel territorio della città di Genova ed è compreso all’interno del Parco urbano di monte Fasce e monte Moro. Dista 3 Km in linea d’aria dal mare ed è una delle mete predilette tra gli escursionisti ed appassionati di mountain bike. Vi si giunge facilmente anche in auto, grazie alla strada provinciale 67 che collega il quartiere genovese di Apparizione con Uscio.
Per rientrare a valle si rifà il medesimo percorso. In alternativa, chi volesse fare un itinerario ad anello può raggiungere il vicino monte Cordona e da lì scendere a Nervi. Ne parlo dettagliatamente in questo articolo.
Informazioni pratiche per organizzare l’escursione sui monti Moro e Fasce da Genova Quinto
Il trekking è molto bello e panoramico ma abbastanza impegnativo, specie in alcuni tratti. Classificato di livello “E” (escursionistico), presenta un dislivello di oltre 800 m che si copre in circa 2,5-3 ore a tratta. L’allenamento per camminate medio-lunghe è perciò richiesto. Così come, ovviamente, un abbigliamento adeguato e delle scarpe idonee per superfici rocciose e scoscese che, in caso di pioggia, possono diventare scivolose.
Un elemento meteorologico da tenere in considerazione è il vento. Dal monte Moro al Fasce si cammina sul crinale e quindi si è maggiormente esposti alle correnti. Esse, nelle giornate più intense, possono diventare insidiose e quindi è richiesta ulteriore attenzione.
Come detto all’inizio, il segnavia da Genova Quinto al monte Fasce è una “T rossa rovesciata”. Le indicazioni non mancano, il sentiero è battuto e ben tenuto.
Potete consultare la traccia del percorso che ho seguito – pur con qualche breve deviazione – sul sito di Komoot.