Se pensavate che dopo aver visto il centro storico di Genova, il quartiere di Boccadasse ed aver percorso la passeggiata lungomare di Nervi la visita del capoluogo ligure si fossa conclusa… ebbene, non è affatto così. Sulle sue colline infatti si estende il Parco Urbano delle Mura e dei Forti, l’area verde più grande della città e che custodisce un patrimonio storico-architettonico di grande importanza e rara bellezza.
Un’escursione nella natura con alle spalle “Zena” protesa verso il mare, un itinerario che per la sua semplicità è adatto anche per famiglie e che consente di scoprire il passato “militare” della Repubblica Marinara. Basti pensare che le mura più antiche risalgono alla prima metà del ‘600 e, con i 12 km di estensione sui crinali ed i 3 km lungo la costa, formano la cinta muraria più lunga d’Europa.
Oltre ai forti ed alle mura però attraverserete anche boschi e prati sterminati dove ancora sono visibili i segni lasciati dai pascoli e dalla vita pastorizia di un tempo neanche troppo lontano.
Nel libro di Andrea Parodi – “Appennino genovese. 100 escursioni sui monti di Genova e nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo” – trovate una miriade di percorsi che, partendo dalla costa, conducono in questo angolo di città davvero inaspettato.
Cosa vedere nel Parco delle Mura e dei Forti di Genova
Per esplorare la zona vi è la possibilità di seguire il sentiero principale oppure deviare per quelli secondari in modo da allungare oppure accorciare il percorso a seconda delle necessità. Escludendo qualche tratto con pendenze più accentuate, la camminata non presenta eccessive difficoltà e pertanto la suggerisco a tutti coloro che hanno un minimo di allenamento. Ciò che è veramente importante è indossare l’abbigliamento adeguato ed un paio di scarpe adatte oltre ad avere con sé un’adeguata scorta di acqua e cibo.
L’itinerario che vi illustro nelle prossime righe è basato sull’escursione organizzata da Trekking in Liguria e che è durata circa 3-4 ore. Siamo partiti con il trenino di Casella da Manin fino a Trensasco per poi ritornare in città con la funicolare Zecca-Righi. Segnalo invece che i forti affacciati sulla Valpolcevera sono facilmente raggiungibili a piedi partendo dalla stazione della metropolitana Dinegro, l’itinerario completo è disponibile in questo articolo.
Da Trensasco a Forte Diamante
Una volta scesi bisogna prendere il sentiero che si fa largo tra la vegetazione fino al ristorante Baia del Diamante.
Da qui seguire le indicazioni per Forte Diamante, vi si arriva in circa 40 minuti. Il dislivello è importante ma d’altronde è l’unico tratto realmente “impegnativo” della giornata. Non lasciatevi dunque prendere dalla sconforto ma godetevi i primi scorci dell’entroterra ligure.
Una volta giunti in cima, a quota 667 m, la sforzo viene ripagato dalla vista sulla Val Polcevera e la Val Bisagno. Il Forte Diamante risale al 1758 ed è uno dei più famosi e strategici del sistema difensivo genovese. Nel 1800, in occasione dell’assedio austriaco contro i Francesi che controllavano Genova, proprio qui si tennero numerosi e sanguinosi scontri. Vi presero parte anche diversi patrioti italiani tra i quali il poeta Ugo Foscolo, che rimase ferito.
L’aspetto attuale della costruzione lo si deve alle opere di ampliamento fatte in seguito all’annessione di Genova al Regno di Sardegna.
I due Forti Fratello
Dopo una serie di tornanti in discesa si torna su di un tratto di salita più dolce che porta ad un prato a circa 600 metri di altezza. Siamo sulla vetta del Monte Spino e qui, fino più o meno agli anni ’30 del secolo scorso, sorgeva il Forte Fratello Maggiore. Venne costruito nella prima metà del secolo XIX ma cadde in disuso molto presto, già alla fine dello stesso secolo.
L’edificio venne progressivamente smantellato per fare spazio negli anni ’30 del Novecento ad una serie di installazioni militari della quali rimane qualche traccia nei dintorni.
Quello superstite e situato a meno di una decina di minuti di distanza è invece il Forte Fratello Minore, innalzato nella prima metà dell’800 in una posizione di difesa strategica. Anch’esso in abbandono già alla fine del secolo XIX, i suoi locali vennero sfruttati durante l’ultima guerra mondiale come supporto alla contraerea montata sul Fratello Maggiore.
Oggi è accessibile ma gli spazi interni versano in pessime condizioni perciò si raccomanda la massima cautela.
Il Forte Puin
È uno di quelli meglio conservati del sistema difensivo dell’800, ciò grazie al fatto che fu abitato fino agli anni ’70 del secolo scorso.
Il Forte Puin – che in dialetto genovese significa “padrino” – venne fatto costruire per ordine dei Francesi in contemporanea ai due “Forti Fratelli” e fece pure la medesima fine. Ebbe però miglior fortuna perché, grazie al fatto di sorgere in un ottimo punto panoramico sull’intero Parco delle Mura, il Comune di Genova – suo attuale proprietario – lo utilizza per l’avvistamento degli incendi.
Arrivo alla stazione della funicolare di Righi
La passeggiata si conclude ai piedi di Forte Sperone, che colpisce già da lontano per la forma angolare del suo bastione, risultato dell’incontro delle “Mura Nuova” seicentesche dei versanti rivolti verso la Val Polcevera e la Val Bisagno.
Per anni è stato sede di eventi come ad esempio opere e concerti all’aperto, attualmente (da quanto ho capito) è purtroppo inutilizzato.
La lista dei forti da non perdere è lunga, io ne ho visti soltanto alcuni. Per questo motivo vi suggerisco di dare un’occhiata alla pagina web dedicata al Parco delle Mura dove trovate tutte le informazioni necessarie per organizzare questa gita fuori porta.
Per chi volesse camminare ancora un po’, invece di prendere la funicolare al capolinea di Righi si può scendere a piedi fino al Santuario della Madonnetta, uno dei più importanti centri mariani della provincia di Genova. Costruito alla fine del secolo XVII, deve il suo nome alla statua in alabastro della Madonna donata da un mercante savonese a metà ‘600. Una particolarità di questo tempio barocco è la facciata rivolta non sul mare ma verso le colline.
Gli interni sono impreziositi da una serie di affreschi di fine secolo XVII e dalla “Pietà” dello scultore Anton Maria Maragliano. Dalla cripta, vicino alla Cappella della Pietà, si accede al meraviglioso presepe genovese, qui allestito in forma permanente. Contiene un centinaio di sculture con costumi dell’epoca (‘600 e ‘700) opera di artisti locali più o meno conosciuti, tra i quali lo stesso Maragliano. Nell’ambientazione medievale spiccano alcuni luoghi e monumenti simbolo del capoluogo ligure.
Come arrivare al Parco delle Mura e dei Forti di Genova
Escludendo di arrivare al Righi in auto, il modo migliore è quello di sfruttare i mezzi pubblici e così facendo toccherete con mano parte della storia della città.
Nel mio caso, all’andata ho viaggiato a bordo del trenino di Casella. Trattasi di una ferrovia a scartamento ridotto che si snoda tra boschi, pendii collinari e ponti per una lunghezza complessiva di 25 Km che viene coperta in un’oretta circa.
Potrete così godervi in totale tranquillità questo viaggio indietro nel tempo dato che le carrozze sono quelle originali del 1929, anno dell’inaugurazione della linea. Il capolinea in città è la stazione di Manin, raggiungibile con gli autobus n. 33 (proveniente dalla stazione di Brignole) e n. 34 (dalla stazione di Piazza Principe). L’escursione di cui parlo in questo articolo inizia dalla fermata di Trensasco, vi si arriva in una ventina di minuti dal centro.
Per orari, tariffe ed altre informazioni vi rimando al sito della Ferrovia Genova Casella.
Al ritorno invece ho preso la funicolare Zecca-Castellaccio (Righi) che unisce il centro città, in particolare via Garibaldi ed i Palazzi dei Rolli, con il Parco delle Mura e dei Forti. La tratta viene coperta in poco più di 10 minuti. Se volete fare la deviazione al Santuario della Madonnetta, potete salire/scendere all’omonima fermata.
La linea è gestita dall’Azienda dei Trasporti della città e pertanto valgono le tariffe applicate in tutta la rete metropolitana, il biglietto singolo costa quindi 1,50€ e vale 100 minuti.