Qualche mese dopo la mia prima visita a Rapallo sono tornato in questa località del Golfo del Tigullio, lungo la riviera ligure di levante, per fare una bella gita panoramica su alcune delle cime appenniniche più note della zona. Infatti, questa è una meta ideale per gli escursionisti grazie ad una fitta rete di sentieri di media e lunga percorrenza, più o meno difficili.
Nel mio caso, il trekking – la traccia è online sulla pagina di Komoot – è stato impegnativo dal punto di vista dello sforzo fisico perché in circa 5 ore ho percorso quasi 13 Km affrontando un dislivello attorno ai 500 m sia in salita che in discesa.
Ma la fatica è stata totalmente ripagata dal susseguirsi di scorci suggestivi sul litorale ligure.
Gran parte dell’itinerario (n. 33, pag. 86) è riportato e spiegato anche nel volume “Golfo Paradiso, Portofino e Tigullio” di Andrea Ferrando ed Andrea Parodi.
Escursione da Montallegro sulle alture di Rapallo
Il punto di partenza è il Santuario di N.S. di Montallegro, a 612 m di altezza. Vi si può arrivare a piedi da Rapallo oppure, per accorciare i tempi e godersi un’esperienza unica in Liguria, prendendo la funivia storica che parte a breve distanza dalla stazione ferroviaria.
Ne parlo dettagliatamente in questo articolo.
Il Sentiero Chighizola
Giunto dinnanzi al Santuario lo costeggio sulla sinistra fino ad arrivare al primo bivio della giornata. Ignoro la via sulla destra (per il Monte Rosa e Chiavari) per immettermi invece sul percorso di sinistra identificato dal segnavia “rombo rosso” che seguirò per l’intera escursione.
Conosciuto come “Sentiero Chighizola”, collega il Santuario di Montallegro al Passo della Crocetta (599 m di quota) in circa 50 minuti.
Non vi sono particolari difficoltà dato che si procede prevalentemente in piano ed è perfetto quindi per sgranchirsi un po’ le gambe. La via, in parte lastricata, attraversa un bosco ed ogni tanto la vista si apre verso la costa. Un’ultima e breve discesa sancisce l’arrivo al Valico della Crocetta, che collega il Golfo del Tigullio alla Val Fontanabuona.
Dal Passo della Crocetta al Monte Pegge
Attraversata la strada si seguono le indicazioni per i monti Pegge e Manico del Lume, distanti rispettivamente 30 minuti ed un’ora e mezza dalla Crocetta. In entrambi i casi il segnavia di riferimento è sempre il “rombo rosso”.
Qui il dislivello aumenta e di conseguenza la salita si fa più impegnativa. Segnalo che il sentiero è esposto al sole e quindi sconsiglio di percorrerlo in estate. Il premio dell’ascesa è lo splendido panorama sul Tigullio che mi accompagna fino alla cima del Monte Pegge, a 774 m di altezza.
Qui sorge il Rifugio Margherita, inaugurato nel 1997 ed intitolato alla madre di Vittoria Castruccio, proprietaria della vecchia casermetta dalla quale è stato ricavato il nuovo edificio. Un piccolo ambiente è sempre aperto mentre per usufruire del rifugio bisogna contattare l’Associazione Nazionale Alpini (sezione di Rapallo), il suo gestore attuale.
Dalle panchine e dai tavoli da pic-nic all’esterno si ammira il litorale ed il promontorio di Portofino così come la catena appenninica circostante. Verso levante si individua il Santuario di Montallegro mentre, guardando verso Genova, si riconosce la punta del Manico del Lume che sarà la mia prossima meta.
Il monte Pegge è raggiungibile pure da Rapallo in circa 3 ore passando per il Pian dei Merli. L’itinerario comincia alle spalle della stazione ferroviaria, all’altezza della salita Sant’Agostino (segnavia “cerchio rosso sbarrato”).
Dal Monte Pegge al Manico del Lume
Appena sotto al rifugio si segue il sentiero – segnavia “rombo rosso” – che dopo un brevissimo tratto pianeggiante scende nella boscaglia. Dopodiché, si cammina prevalentemente “in costa” e con vista mare.
Si supera il Passo di Lasagna (710 m) e si continua sulla traccia che in certi punti diventa più stretta e richiede perciò maggior cautela. Si procede con tranquilli saliscendi fino al Passo Giaséa (631 m), con la vetta del Manico del Lume che si staglia all’orizzonte davanti a me.
Da qui in avanti la salita si fa più pronunciata ma ogni tanto si incontrano dei pianori dove poter rifiatare. L’ultima scesa sul pendio roccioso conduce finalmente ai piedi della croce metallica sulla cima del Monte Manico del Lume (802 m).
La vista è impagabile perché spazia dalla costa di levante ai rilievi dell’entroterra, in particolare il monte Ramaceto e la catena dell’Ántola all’orizzonte. Si osserva distintamente anche il sentiero percorso fino a qui partendo dal Santuario di Montallegro, anch’esso facilmente riconoscibile guardando verso Sestri Levante. La via del ritorno è la medesima dell’andata.
Trekking dal Santuario di Montallegro al Manico del Lume: informazioni pratiche
Come detto all’inizio dell’articolo, questo è uno dei tanti sentieri presenti nella fascia costiera del Golfo del Tigullio. Vi sono quindi itinerari alternativi e lo stesso percorso che ho seguito è accorciabile a seconda del tempo a disposizione e del grado di allenamento che si ha.
Complessivamente ho impiegato 5 ore circa, comprensive di alcune brevi soste. Al ritorno ammetto di aver accelerato il passo perché dovevo scendere a Rapallo per prendere il treno ed inoltre il tempo era peggiorato.
Per quel che mi riguarda, la difficoltà maggiore dell’escursione è stata la distanza più che il dislivello. I tratti con pendenze accentuate sono pochi e solo l’ultimo, verso la cima del Manico del Lume, è risultato più impegnativo (complice anche la stanchezza).
Sono abituato ad usare i bastoncini da montagna e si sono rivelati molto utili anche qui, in particolare nei tratti rocciosi. Questi infatti possono essere insidiosi sia in salita che in discesa e ancora di più dopo delle precipitazioni abbondanti.
L’itinerario che ho seguito è consultabile sulla mia pagina sul sito di Komoot.