Rimasto incantato dalla bellezza del centro storico di Cuenca, approfittando di una permanenza di più giorni ho avuto modo di approfondire la conoscenza della città sia dal punto di vista culturale che paesaggistico. Infatti, i luoghi menzionati di seguito si trovano nei dintorni del borgo antico e, oltre a consentire di ammirarlo da prospettive differenti, svelano altri aspetti della sua storia antichissima.
Cosa fare e vedere nei dintorni della Città Alta di Cuenca
La località castigliana, nonostante le sue dimensioni ridotte, è un importante polo museale con un’offerta variegata in grado di soddisfare le esigenze di ogni tipo di viaggiatore.
Per chi invece preferisce stare a contatto con la natura e fare un po’ di sana attività fisica, anche in questo caso non rimarrà affatto deluso.
Espacio Torner
Costeggiate le Casas Colgadas ed attraversato il Puente de San Pablo si raggiunge l’ex Convento domenicano de San Pablo, eretto nella metà del secolo XVI sullo sperone roccioso proteso sulla gola del fiume Huécar.
Oggi ospita il Parador de Cuenca, un hotel di lusso con ristorante aperto al pubblico (vi ho cenato ed è un’esperienza da provare!).
Nell’annessa chiesa gotica è stato allestito invece l’Espacio Torner, una mostra con una selezione delle quaranta opere di arte contemporanea più rappresentative di Gustavo Torner, pittore e sculture nato a Cuenca nel 1925 che fondò il Museo de Arte Abstracto (Casas Colgadas) assieme all’amico Fernanzo Zóbel.
Mirador Cerro del Socorro
Dal Parador parte uno dei sentieri più battuti della zona, anche dagli stessi abitanti, perché è molto semplice e conduce a quello che è ritenuto essere il punto panoramico più bello di Cuenca.
L’itinerario da seguire è il GR 66 e si impiegano 20-30 minuti per arrivare in cima. L’unico bivio che si incontra è quello per Rincón Seco/Palomera mentre nel tratto finale della salita sono state posizionate le quattordici stazioni della Via Crucis.
A circa 1.100 m di altezza svetta la statua del Sagrado Corazón de Jesús, ben visibile da tutta la città. Come testimoniato nel breve video che ho caricato sul mio profilo Instagram, la vista sul centro storico di Cuenca è stupenda, senza dubbio la migliore che si può avere.
Se possibile, suggerisco di raggiungere il Cerro del Socorro in mattinata, quando cioè il sole è alle spalle della collina.
Escursione all’Eremo de San Julián
È un percorso conosciuto con il nome di Camino de San Julián e permette di ammirare Cuenca esattamente dal lato opposto. Le vie di accesso principali sono due:
- dal Barrio de San Antón, ai piedi della Città Alta e proprio dove si trova l’Hostal Ribera del Júcar in cui ho pernottato un paio di notti;
- dall’Arco de Plaza de Trabuco, di fronte alla Iglesia de Santiago y San Pedro, nel cuore del centro storico.
Nel mio caso ho optato per la seconda opzione, passando anche nei pressi della Ermita de las Angustias, un piccolo tempio religioso innalzato nel secolo XVII e molto caro agli abitanti.
A questo punto si costeggia il fiume Júcar fino al parcheggio sulla sinistra, da dove inizia il sentiero SL-CU 11 per l’Eremo di San Julían. Si procede in salita nel bosco lungo un tracciato privo di difficoltà di rilievo ed ogni tanto si incrociano dei belvedere (miradores) posizionati su rocce a strapiombo (qui occorre maggiore attenzione!).
L’Ermita de San Julián sorge vicino alla grotta dove nel secolo XII si ritirava in preghiera colui che fu il secondo vescovo di Cuenca. Il luogo è meta di pellegrinaggio ed ogni 20 gennaio vi arriva la processione proveniente dalla città.
Da qui il sentiero prende quota – dislivello complessivo che sfiora i 350 m – e la vegetazione si dirada. È così che la vista spazia sempre di più potendo apprezzare il paesaggio modellato dall’erosione causata dal fiume Júcar che nel corso di milioni di anni ha portato alla formazione di un canyon sulle cui sponde si è poi sviluppata Cuenca.
Proseguendo la passeggiata il panorama sulla Città Alta (Patrimonio UNESCO dell’Umanità) diventa se possibile ancora più suggestivo perché si riescono ad individuare facilmente alcuni dei suoi edifici simboli come ad esempio la Cattedrale, i “grattacieli” del Barrio de San Martín e la Torre de Mangana.
Se poi il meteo è favorevole (non nel mio caso) e giunge l’ora del tramonto… la magia è completa!
La mappa dei sentieri urbani è consultabile qui.
Rifugio Antiaereo di Calderón de la Barca
Nella parte moderna di Cuenca, a pochi passi dalla fermata da/per la Plaza Mayor e la stazione ferroviaria ed a circa 20 minuti a piedi dalla Città Alta, si può visitare un luogo speciale che ha riaperto negli ultimi anni dopo i necessari lavori di messa in sicurezza. Il Rifugio Antiaereo situato in calle Calderón de la Barca racconta la storia moderna di Cuenca, risalente ai tristi anni della Guerra Civile Spagnola.
La località castigliana, fedele alla Repubblica sino agli ultimi giorni del conflitto (marzo 1939), cadde in mano franchista solamente dopo la resa di Madrid. Non vi furono mai delle vere e proprie battaglie ma non per questo la città fu risparmiata da una serie di attacchi aerei.
Venne bombardata cinque volte e gli obiettivi presi di mira furono quelli strategici (stazione ferroviaria, depositi di carburante..) essendo Cuenca situata in una posizione chiave per le comunicazioni tra il fronte madrileno e Valencia, dove si era stabilito il governo repubblicano. Essendo l’aviazione militare ancora ai suoi primi passi, i suoi attacchi non sempre erano precisi e per questo motivo si ebbero danni e morti anche tra la popolazione.
Da questo punto di vista, il conflitto spagnolo servì come banco di prova ai regimi dell’epoca (tedesco, italiano e sovietico) in vista di una guerra mondiale ormai imminente.
La visita del rifugio antiaereo si effettua solitamente nei weekend, ha una durata di circa 40 minuti ed è teatralizzata, ossia è guidata e prevede la partecipazione di un attore che rappresenta un personaggio di quel periodo come ad esempio un medico oppure una signora anziana.
Si scopre così come si svolgeva la vita quotidiana degli abitanti, fuori ma soprattutto dentro al rifugio. Non mancano ovviamente le informazioni riguardanti la storia della struttura, anche grazie al supporto di una serie di pannelli appesi alle pareti del tunnel. Sono conservati pure la testiera e la pediera di un letto.
Vi è poi un altro rifugio antiaereo, situato in calle Alfonso VIII e quindi nel cuore del centro storico di Cuenca, ma al momento della stesura dell’articolo (febbraio 2023) è chiuso per restauro.
Maggiori dettagli sul tunnel di Calderón de la Barca sono riportati in questa pagina.
MUPA – Museo Palentológico de Castilla-La Mancha
Assieme al Museo de las Ciencias, è un altro luogo perfetto per famiglie con bambini ed ovviamente per tutti gli appassionati di dinosauri. Il MUPA racconta gli ultimi 550 milioni di anni di vita della Terra e dell’evoluzione delle specie animali che vi hanno abitato. Gran parte dei reperti esposti provengono dai siti archeologici di Las Hoyas e Lo Hueco, in provincia di Cuenca.
La visita si snoda lungo un percorso cronologico che comincia dal Paleozoico, la prima delle tre ere che compongono la storia più recente degli animali terrestri, per concludersi nel Quaternario, periodo a sua volta suddiviso in Pleistocene ed Olocene (la nostra epoca). È incredibile la quantità di fossili vegetali ed animali conservati e soprattutto la possibilità di ammirare gli originali e non delle copie come accade spesso in altri musei.
Una sala ospita le riproduzioni a dimensioni reali dei dinosauri Concatenator e Mantellisaurus (erbivoro) e soprattutto di un Titanosaurio, talmente possente da oscurare sia i suoi “simili” dietro di lui che il sottoscritto, ai suoi piedi…
Il reperto che mi ha impressionato maggiormente è lo scheletro di un esemplare di Concavenator, talmente ben conservato che si riescono a distinguere le singole ossa seguendo la numerazione indicata dal pannello informativo.
Il museo è ubicato sulla cima di un colle a circa 1,5 Km dal centro storico e si può raggiungere con una camminata di 25-30 minuti (usate Google Maps per orientarvi). L’alternativa è l’autobus, linee 1 o 2 dalla Plaza Mayor, e poi ancora 1 Km a piedi. In entrambi i casi si attraversa in salita il Barrio de los Tiradores, quartiere storico tra i più caratteristici di Cuenca.
Una volta arrivati troverete una splendida panchina panoramica sulla Città Alta e mai come qui vale la pena sostare 😉
Il piazzale antistante l’edificio è occupato dai dinosauri… ovviamente le loro riproduzioni ma fedelissime agli originali.
Tra queste spiccano quelle del Concavenator Corvatus, vissuto a Las Hoyas durante il Cretaceo Inferiore (130 milioni di anni fa) e facilmente riconoscibile per la sorta di cresta alta ed appuntita presente lungo la schiena, e del Titanosauro de lo Hueco, rappresentante dell’ultima “famiglia” di dinosauri ad aver abitato il nostro pianeta e che si distingue per il collo molto sviluppato che gli permetteva di raggiungere e cibarsi delle parti più elevate degli alberi.
Il Museo Palentológico de Castilla-La Mancha è quello che mi è piaciuto di più tra quelli visitati a Cuenca. L’argomento è affascinante di suo, nel mio caso poi mi ha fatto tornare subito bambino!
Tutte le informazioni inerenti gli orari di apertura ed il costo dei biglietti sono riportate nel sito internet del MUPA.