Rimasto incantato dalla bellezza dei panorami ammirati in occasione del trekking da Moneglia a Punta Baffe, ho deciso di ritornare in questo angolo di Liguria per continuarne l’esplorazione. Questa volta però in direzione opposta, passando Punta Rospo fino a Deiva Marina, il primo comune della provincia di La Spezia.
È un’escursione facile, specie per chi ha un minimo di allenamento, della durata approssimativa di 3 ore. L’itinerario che vi propongo è solamente uno dei tanti esistenti nella zona ed i pannelli informativi con le mappe dei sentieri installati in paese e lungo il percorso vi aiuteranno ad orientarvi.
Escursione tra Moneglia e Deiva Marina
La camminata si snoda lungo il sentiero verdeazzurro, una via incastonata tra mare e monti che comincia a Genova e termina a Portovenere, attraversando quindi l’intera riviera ligure di levante. In questo caso si copre la tratta n. 11, da Moneglia a Framura, lunga poco meno di 12 Km e che richiede più o meno 4 ore di cammino.
Nel mio caso, seppur non raggiungendo Framura – vi ero già stato mesi prima percorrendo la pista ciclopedonale Maremonti verso Levanto – complessivamente ho impiegato più tempo perché ne ho approfittato per visitare due borghi, Moneglia e Deiva, e la suggestiva frazione di Lemeglio.
Ecco quindi tutte le tappe dell’escursione.
Centro storico di Moneglia
Si parte dalla stazione, spostata leggermente ad ovest rispetto al centro e dove fermano i treni regionali della linea Genova-Pisa.
Passeggiando lungo il viale Ammiraglio Gerolamo Bollo, e passata la scalinata sulla destra che conduce verso il sentiero per Punta Moneglia, si giunge nei pressi della Chiesa di San Giorgio. Eretta dai monaci benedettini nel 1396, al suo interno conserva alcune opere di valore quali il gruppo ligneo di San Giorgio ed il drago, realizzato dalla scuola di Anton Maria Maragliano, una tela di San Giorgio attribuita a Rubens e l’Adorazione dei Magi di Luca Cambiaso, quest’ultimo nato proprio a Moneglia.
Annesso alla chiesa sorge il chiostro francescano, risalente al secolo XV e con ancora visibili alcuni affreschi dedicati alla vita di San Francesco.
Inoltre, dal piazzale antistante si scorge la Fortezza di Monleone, eretta dalla Repubblica di Genova nel 1173 ed impreziosita dal “castello De Fornari” costruito in stile liberty ad inizio ‘900 su parte dell’insediamento originario. Purtroppo oggi l’area non è accessibile in quanto proprietà privata.
Inoltrandosi nel borgo antico e proseguendo verso est si arriva dinnanzi alla Chiesa parrocchiale di Santa Croce, riedificata nella prima metà del ‘700 sui resti dell’antica pieve del secolo XII. Sul muro esterno è stata affissa una lapide commemorativa della battaglia della Meloria tra Genova e Pisa con appesi a fianco gli anelli della catena che chiudeva l’accesso al Porto Pisano, un “cimelio” per sancire la vittoria dei genovesi.
Vicino al tempio religioso si trova l’Oratorio dei Disciplinanti, di stile barocco ma originario del secolo XI.
Raggiungo quindi il bel lungomare di Moneglia da dove posso godermi una panoramica dell’ultimo comune orientale della provincia di Genova e dei promontori che lo circondano. Dalla spiaggia sabbiosa si nota anche la Fortezza Villafranca, in posizione quasi speculare rispetto a quella di Monleone ed eretta sempre dalla Repubblica di Genova nel secolo XII. Danneggiata dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, successivamente venne ristrutturata dal Comune e riaperta al pubblico.
Salita a Lemeglio
Passata la vicina rotonda all’altezza del torrente Bisagno si prosegue verso l’interno costeggiando il corso d’acqua. Si devia sulla destra, verso il parcheggio ubicato pochi metri prima del ponte ferroviario. Appaiono finalmente le indicazioni dei sentieri, il segnavia di riferimento è il “quadrato rosso pieno”. Si segue la mulattiera scalinata che sale costeggiando la ferrovia per poi sbucare sulla strada asfaltata verso Lemeglio, suggestiva frazione di Moneglia a 193 m di altezza (circa 25 min. dal parcheggio).
Il piazzale posto all’inizio dell’abitato è un primo belvedere sulla costa ligure grazie alla sua posizione a picco sul mare. Dal cartello del capolinea degli autobus da/per Moneglia si trovano le indicazioni per le mete raggiungibili a piedi. Bisogna quindi attraversare Lemeglio, non prima però di una sosta per fotografare la Chiesa di Santa Maria Assunta, resa parrocchia nel 1413 ed arricchita al suo interno dal dipinto di Domenico Piola raffigurante la Madonna col Bambino e i Santi. La facciata a fasce bianco-nere, il sagrato tipicamente ligure e le due rampe di scale formano un quadretto davvero pittoresco.
Ascesa al monte Incisa
Di nuovo sulla via principale si giunge ad un bivio, il sentiero verdeazzurro prosegue sulla destra (lo farò nel pomeriggio) ma io giro a sinistra perché la meta dell’escursione è il monte Incisa. Percorro il primo tratto in salita lungo una mulattiera asfaltata tra uliveti e campi, alle mie spalle scompare gradualmente il campanile della chiesetta di Lemeglio mentre la vista su Moneglia mi accompagna sulla sinistra.
Oltrepassata la deviazione per Littorno, inizia il sentiero vero e proprio. Si gira a destra e, poche decine di metri dopo, si svolta sulla sinistra per addentrarsi nel bosco di lecci. Un primo cartello “artigianale” indica di tenere la sinistra e proseguo fino ad incontrarne un secondo per Deiva Marina. Questa volta lo seguo ma soltanto per poche decine di metri. Infatti, dopo un tratto in salita dal sentiero si apre una splendida vista panoramica su Lemeglio e Moneglia. Volendo proseguire si raggiungerebbe il Monte Crocetta (448 m), io invece rientro nel bosco verso il monte Incisa.
L’ascesa non offre particolari vedute, le indicazioni non sono molto presenti – forse parzialmente coperte dal fogliame – ma comunque non ci si può sbagliare perché il percorso è tenuto in ordine (anche) dai cacciatori. Dopo una quarantina di minuti cambia l’ambiente, adesso sono nella macchia mediterranea e la vegetazione più bassa consente finalmente di guardarmi attorno.
L’ultimo tratto in salita termina nei pressi di una panchina panoramica sistemata sulla cima del Monte Incisa, ad un’altezza di 516 m. Per chi vuole camminare ancora un po’, il sentiero continua fino al Monte San Nicolao (847 m). Io mi accontento di pranzare contemplando il litorale attorno a Moneglia ed i suoi promontori, i monti dell’entroterra e, volgendo lo sguardo all’orizzonte, Portofino e le cime innevate delle Alpi Marittime.
Per quel che riguarda il tempo di percorrenza, da Lemeglio ho impiegato poco più di un’ora.
Ritorno a Lemeglio e sentiero verdeazzurro per Deiva Marina
Seguo il medesimo percorso dell’andata fino al bivio di Lemeglio citato in precedenza, adesso giro a sinistra per Deiva, San Nicolao e Mezzema lungo il Sentiero Liguria. Nonostante i segnavia siano differenti, io ho seguito il “quadrato rosso pieno” arrivando comunque a Deiva Marina.
Abbandono la frazione di Moneglia godendomi l’ennesimo scorcio da cartolina della giornata. Dopo un primo tratto pianeggiante, la via si fa in salita e conduce nel bosco. Lo si attraversa per poi uscir fuori nella macchia mediterranea, dove è stata posizionata una panchina in legno.
Adesso si cammina prevalentemente in discesa e, giunto a San Pantaleo (325 m), seguo le indicazioni per Deiva Marina e Castagnola sulla destra. Perdendo quota comincio a scorgere il primo comune della provincia di La Spezia sotto di me. Lo sterrato diventa asfalto e, tornante dopo tornante (meglio in discesa che in salita, ho fatto bene a partire da Moneglia), raggiungo finalmente la destinazione finale della giornata.
Tour del centro storico di Deiva Marina
Esso sorge nell’entroterra mentre invece la parte più moderna si affaccia sul lungomare. La stazione ferroviaria di Deiva è più o meno a metà strada e vi fermano i treni regionali della linea Genova-Pisa.
Prima di rientrare a casa ho giusto il tempo per fare due passi nel borgo antico di Deiva. Parto da Piazza Zinara, crocevia del sentiero verdeazzurro tra Moneglia e Framura per poi esplorare le vie su cui si affacciano le caratteristiche abitazioni liguri dalle facciate color pastello. Uno degli angoli più belli è in Via Amendola, in corrispondenza del cosiddetto Arco del “Beghetto”, dal nome dell’antico proprietario e con scolpita al centro una Croce di Malta.
I vari pannelli informativi qui installati raccontano la storia del paese e mostrano la posizione dei suoi punti di maggiori interesse.
Da vedere quindi la Chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate, edificata nel 1730 ed affacciata sullo splendido sagrato policromo “Risseü”, con la vicina Torre Saracena eretta dalla Repubblica di Genova nel secolo XV per proteggere la popolazione dalle incursioni dei pirati turchi e barbareschi.
Infine, spostato sulla destra della chiesa si estende il “Rovereto”, ritenuto il nucleo più antico di Deiva e risalente ai secoli XV-XVI, quando ancora essa non esisteva ancora dal punto di vista politico-amministrativo.
Per continuare ad esplorare la Liguria di levante scoprendone borghi e percorsi escursionistici più suggestivi vi rimando a questa sezione del blog.