Situato nel cuore del Titanic Quarter, è diventato in breve tempo il simbolo della rinascita turistica di Belfast ed è una tappa obbligata per ogni visitatore che si reca nella capitale dell’Irlanda del Nord.
Appassionati o meno della mitica “Nave dei sogni” della White Star Line, questo luogo racconta uno degli avvenimenti più famosi mai accaduti nella storia dell’umanità e che, ad oltre 100 anni di distanza, continua ad affascinare le persone.
Inaugurato nel 2012, il Titanic Belfast è stata visitato da oltre sette milioni di persone ed è la più grande attrazione turistica legata al transatlantico. Non poteva che trovarsi nel luogo dove la sua leggenda è iniziata. Inoltre, a rendere l’esperienza ancora più coinvolgente vi è l’opportunità di salire a bordo sull’ultima nave della White Star Line ancora esistente al mondo.
Per tutte le informazioni pratiche relative alla visita ho dedicato una sezione apposita alla fine dell’articolo. Se siete interessati invece a scoprire gli altri luoghi di Belfast legati al Titanic allora vi rimando a questa lettura.
Cosa vedere nel Museo del Titanic Belfast
“Sono molto contento che la città che ha donato il Titanic al mondo ora possa accogliere il mondo”
– Robert Ballard
L’edificio colpisce già da lontano perché i quattro scafi cromati, rivestiti di lamine sfaccettate in alluminio, richiamano la forma della prua di una nave e di altri elementi marini come iceberg e cristalli d’acqua. Ai suoi piedi, la scritta “Titanic” è stata ricavata da una lastra d’acciaio di 2,5 cm usata per la costruzione della nave.
Al piano terra vi sono un bar, un ristorante, un negozio di souvenir e la biglietteria. Suggerisco di comprare il libro in italiano dato che contiene informazioni utili sul museo (e non solo), altrimenti difficilmente reperibili.
Cenni storici su Belfast ed il cantiere navale Harland and Wollf
Le prime sale della Titanic Experience forniscono una panoramica dell’epoca dei grandi transatlantici: il notevole sviluppo industriale di Belfast, la nascita della Harland & Wolff e l’ideazione delle tre navi sorelle della White Star Line.
Si passa poi ai cantieri navali, con la spiegazione delle tecniche di costruzione adottate per piroscafi così imponenti. Vengono presentati gli strumenti di bordo come ad esempio le apparecchiature radio a disposizione dei marconisti per comunicare sia all’interno della nave che con il mondo esterno (oltre a mille chilometri di distanza).
Nella tragica notte del naufragio, gli operatori Phillips e Bride usarono per la prima volta in assoluto il segnale di soccorso S.O.S. Di lì a breve esso avrebbe sostituito quello tradizionale, il CDQ.
Dall’ampia vetrata si scorge l’area degli scali di alaggio (Slipways) con raffigurate a terra le sagome del Titanic (a sinistra) e dell’Olympic (a destra) nell’esatta posizione in cui furono costruite. Le file dei lampioni simboleggiano invece le impalcature dell’Arrol Gantry, l’imponente struttura in acciaio usata come gru a ponte.
A bordo del Titanic
La visita continua attraverso un filmato che conduce i visitatori a bordo del Titanic, partendo dalla sala macchine fino ad arrivare al ponte di comando passando per la celebre e bellissima scalinata a doppia rampa con la cupola in vetro e ferro.
È poi la volta delle cabine di prima, seconda e terza classe. L’elemento che le accomuna è il “lusso”, seppur di grado diverso a seconda delle possibilità economiche dei passeggeri. Il massimo dell’eleganza e del comfort era rappresentato dalla “cabina in stile coloniale olandese”, una delle più sontuose e costose e che difficilmente la si poteva trovare nei migliori hotel dell’epoca.
La seconda classe del Titanic era assimilabile ad una prima di classe delle altre navi mentre le cabine di terza classe, pur nella loro semplicità, erano decisamente migliori rispetto ai dormitori comuni presenti sugli altri piroscafi.
Il gigante in movimento
Lo spazio successivo è dedicato al viaggio inaugurale del 1912 con le tappe dell’itinerario:
- dal 4 al 10 aprile il Titanic è ormeggiato a Southampton per le operazioni di carico di provviste, carbone e merce;
- 10 aprile, partenza alle ore 12 in perfetto orario;
- alle ore 18:30 sosta a Cherbourg per caricare posta ed altri passeggeri;
- 11 aprile, sosta in mattinata a Cobh (Irlanda) per imbarcare altri passeggeri;
- alle ore 13:30 riparte in direzione di New York.
Da questo programma si nota che il Titanic effettuava pure il servizio postale per conto della British Royal Mail. Ciò spiega la presenza del prefisso R.M.S. che è l’abbreviazione di Royal Mail Steamer.
Alle pareti sono esposti alcuni cimeli quali l’ultima foto scattata al Titanic mentre si allontana dalla costa irlandese. Poco oltre si può consultare il menù del pranzo servito alla prima classe la domenica 14 aprile. Sarebbe stato l’ultimo…
La collisione con l’iceberg
La sezione del museo dedicata all’affondamento è senza dubbio quella più emozionante.
Alle 23:40 di domenica 14 aprile, il Titanic entrò in collisione con un iceberg sul lato destro. Vennero chiuse immediatamente le porte stagne ma, ciò nonostante, il danno si mostrò subito grave. Già sei compartimenti stagni erano danneggiati e, come fece presente Thomas Andrews, la nave era progettata per stare a galla con un massimo di quattro compartimenti allagati.
Cominciò così una disperata e caotica lotta contro il tempo per cercare di mettere in salvo il maggior numero di persone, pur sapendo che solo una parte si sarebbe salvata dato che le scialuppe di salvataggio a disposizione non erano sufficienti per tutti.
La nave, spezzata in due tronconi, sparì sotto le acque dell’Oceano Atlantico alle 2:20 del 15 aprile 1912.
“E dopo, mentre noi guardavamo inorriditi, la nave si sollevò lentamente assumendo una posizione obliqua e rimanendo immobile! Non appena raggiunta questa posizione, le luci, che per tutta la notte erano rimaste accese senza tremolii, improvvisamente si spensero, poi si riaccesero e poi si spensero per sempre… il Titanic era dritto come una colonna: potevamo ora vedere solo la poppa e una cinquantina di metri di scalo… la nave scendeva piano piano nell’acqua per affondare definitivamente con il mare che si richiudeva sopra di lei… le grida dei naufraghi rimasti a galla… ci lasciarono sbigottiti. Le grida, che all’inizio erano numerose e forti, si affievolirono lentamente sino a cessare del tutto.”
– Testimonianza di un sopravvissuto
Sulla parete sono proiettati due elenchi: quello dei 713 superstiti e quello delle 1.512 vittime. Vengono trasmessi pure alcuni dati statistici, uno dei quali racconta che si sarebbero potute salvare più persone, ossia 1.178, se tutte le scialuppe fossero state riempite al massimo della loro capacità.
Una teca custodisce un giubbotto di salvataggio indossato da una delle vittime del naufragio. L’importanza del reperto è documentata dal fatto che si tratta di uno dei dodici giubbotti ancora esistenti al mondo. Venne trovato dalla Mackay-Bennett, una delle quattro navi incaricate dalla White Star Line di cercare i corpi senza vita dei passeggeri nei giorni successivi alla tragedia.
Il perché di un disastro senza precedenti
Una delle ultime sale riguarda le cause del disastro e le sue conseguenze nell’ambito della sicurezza navale. L’affondamento del Titanic fu dovuto ad una sfortunata concomitanza di eventi naturali e gravi errori umani:
- quella del 14 aprile fu una notte incredibilmente limpida, senza vento e con un magnifico cielo stellato. Inoltre, fu un aprile con temperature più alte della media che causarono una generazione considerevole di iceberg;
- le vedette erano senza binocolo poiché dimenticato a Southampton dato che il proprietario delle chiavi della scatola che le conteneva era stato riassegnato poche ore prima della partenza dimenticandosi così di consegnarle al suo sostituto. Senza questo strumento fu ancora più difficile individuare l’iceberg in tempo per evitare la collisione;
- il primo ufficiale William Murdoch diede l’ordine di virare a sinistra mettendo le macchine indietro a tutta. Con il senno di poi, la decisione si rivelò errata perché lasciò scoperto l’intero fianco destro che venne dunque tagliato dal ghiaccio, senza contare il fatto che con le “macchine indietro a tutta” venne ridotta la capacità di sterzare della nave;
- secondo alcune analisi successive, i rivetti che tenevano unite le lamiere erano di bassa qualità e facilitarono dunque il passaggio dell’acqua. Pure l’acciaio era scadente e, dato l’elevato contenuto di zolfo, diventava fragile alle basse temperature;
- seppur ritenuto “inaffondabile”, il Titanic aveva un grande punto debole e risiedeva nel fatto che era stato progettato per galleggiare con quattro dei suoi 16 compartimenti stagni. Le paratie arrivavano soltanto al ponte E (per non intaccare gli spazi della prima classe…) e dunque fu sufficiente che l’acqua scavalcasse queste barriere per allagare i compartimenti successivi;
- l’errore più grave fu però quello di viaggiare a tutta velocità (21 nodi, circa 40 Km/h) in un tratto di mare noto a tutti per la presenza di ghiacci. Non a caso, durante l’intera giornata il Titanic ricevette diverse segnalazioni di avvistamento iceberg da parte delle navi che navigavano in quella zona ma vennero inspiegabilmente ignorate quasi del tutto.
L’incidente del piroscafo della White Star Linea e l’elevatissimo numero dei morti portò alla totale revisione dei regolamenti marittimi e le nuove normative entrarono in vigore a partire dal 1914, con l’obiettivo di evitare altre tragedie simili.
Tra le novità più importanti vi fu quella relativa alla sicurezza, cioè tutte le navi avrebbero dovuto avere a bordo mezzi di salvataggio a disposizione per tutte le persone.
Inoltre, venne stabilito che le comunicazioni radio dovevano rimanere attive 24 ore su 24. Tale scelta si rese necessaria perché nella notte del 15 aprile 1912, a bordo della nave più vicina al Titanic, il Californian, distante circa 10 miglia, il marconista aveva terminato il turno intorno alle 22:40 spegnendo di fatto la radio. Per questo motivo i messaggi di soccorso spediti dal transatlantico a partire dalle 23:40 rimasero inascoltati…
Alla ricerca del relitto
Nel museo non poteva mancare un’area dedicata a Robert Ballard, colui che scoprì il relitto del Titanic il 1° settembre 1985. Fu un’impresa complicata dato che i due tronconi della nave giacciono a 3.800 m di profondità e solo un’innovativa tecnica da lui brevettata, la telepresenza, permise nei dodici giorni di tempo a disposizione di individuare oggetti e resti della nave. Il primo reperto trovato fu una caldaia.
La “Nave dei sogni”
La sala successiva è dominata al centro da un modello del Titanic mentre sulle pareti vengono proiettate delle animazioni che riassumono la sua storia, dai cantieri navali alle immagini di New York che “sfumano” nel ghiaccio che si rompe segnando la tragica fine dei sogni delle persone a bordo.
Al di sotto della riproduzione del transatlantico sono esposti una serie di oggetti recuperati dal relitto. Ad esempio, il violino di Wallace Hartley e due lettere che il musicista aveva tenuto con sé scritte dai genitori e da un amico prima della partenza; l’orologio da tasca appartenuto al passeggero di terza classe Malcolm Johnson con segnata l’ora – 1:37 – in cui smise di funzionare a causa del contatto con l’acqua gelida dell’Atlantico.
Il fascino senza tempo del Titanic
La visita si conclude con l’eredità del Titanic. Come la sua vicenda e quelle personali delle persone a bordo siano rimaste scolpite nella società dell’epoca ed ancora in quella odierna. Da questo punto di vista, senza dubbio il film di James Cameron del 1997 ha contribuito a far conoscere il transatlantico alle nuove generazioni rendendolo di fatto immortale.
Una curiosità riguardante la pellicola cinematografica è che il personaggio interpretato da Leonardo DiCaprio ed inventato dal regista, in realtà era esistito davvero. Infatti, l’irlandese Joseph Dawson era un addetto al carbone e purtroppo morì nell’affondamento.
Ma perché la storia del Titanic colpisce ancora oggi?
Il Titanic rappresentò la massima espressione della “Belle Époque“, la fiducia cieca dell’uomo nella tecnologia al punto di poter credere di aver costruito qualcosa di superiore alla stessa natura. L’opinione pubblica internazionale e la popolazione era convinta che
“Dio stesso non potrebbe affondare questa nave.”
A bordo si trovavano tra le persone più ricche e più povere del mondo. Una società intera, gli usi e costumi di un’epoca si erano imbarcati sul Titanic. Prosperità e progresso sembrano delle conquiste infinite ma il naufragio del transatlantico e, successivamente, lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, mandarono in frantumi queste convinzioni.
Dopo la tragedia, passò quasi un anno prima che i riflettori dell’opinione pubblica si spegnessero sulla vicenda ma l’umanità non si era ancora ripresa del tutto. Il mondo non era più come quello di prima e l’uomo aveva improvvisamente smarrito ogni certezza. È così che il 14 aprile 1912 segnò uno spartiacque importante e la fine della Belle Époque.
La SS Nomadic
Il biglietto di ingresso al Titanic Belfast comprende anche la visita di questa imbarcazione, ormeggiata a breve distanza dal museo. Era la nave tender del Titanic, ossia serviva per il trasporto di passeggeri e bagagli dalla banchina di Cherbourg al transatlantico, ancorato in un porto più esterno ed idoneo alle sue dimensioni.
La SS Nomadic ha un notevole valore storico perché si tratta dell’ultimo piroscafo della White Star Line ancora esistente al mondo.
La sua esistenza però va oltre il triste epilogo della sua “collega” maggiore. Infatti, la Nomadic venne impiegata per il trasporto di truppe e l’evacuazione di civili durante i due conflitti mondiali.
Dopodiché, con lo sviluppo dell’aviazione e l’introduzione dei voli intercontinentali, l’epoca dei grandi transatlantici poté definirsi conclusa e così, dopo 57 anni di servizio, la SS Nomadic venne dismessa.
Venne dunque trasferita a Parigi e convertita in un ristorante galleggiante sulla Senna. Nel 2006, per soddisfare le continue richieste degli appassionati/nostalgici, il governo nordirlandese decise di comprare la nave e riportarla a Belfast. Seguirono numerosi interventi che le ridonarono lo splendore originale ed oggi è ormeggiata all’Hamilton Dock.
La visita si snoda negli ambienti interni, a partire dal ponte inferiore in cui è possibile toccare l’acciaio ed i rivetti dello scafo. La spiegazione della storia della costruzione della nave e del porto di Cherbourg è affidata anche ad elementi interattivi e giochi per tutta la famiglia, compresa l’opportunità di vestirsi come un membro dell’equipaggio.
Dopo aver visto gli alloggi angusti riservati ai lavoratori sulla Nomadic, al piano superiore si ammirano gli spazi decisamente più comfortevoli riservati ai passeggeri di prima e seconda classe. Le decorazioni alle pareti, gli oggetti e persino il bancone del bar sono riproduzioni fedeli del 1912.
Il 10 aprile furono 172 i passeggeri che si imbarcarono sulla SS Nomadic per poter essere trasferiti sul Titanic.
La visita si conclude sul ponte di comando, dove si può fare una foto ricordo mentre si prende il timone ammirando il Titanic Belfast davanti a sé.
Museo Titanic Belfast e SS Nomadic: informazioni pratiche per la visita
Si tratta dell’attrazione più popolare di Belfast e dunque il flusso di turisti è pressoché costante tutto l’anno. Per questa ragione, pur essendoci stato a fine febbraio, per essere sicuro di non perdere tempo in coda ho acquistato il biglietto da casa.
Così facendo ho potuto selezionare la fascia oraria d’ingresso desiderata e, una volta sul posto, sono entrato direttamente alla Titanic Experience dovendo solamente mostrare il voucher elettronico al personale.
Durata della visita
Anche se non siete dei grandi appassionati dovete calcolare almeno due ore perché c’è davvero tanto da vedere. Senza considerare la SS Nomadic, per la quale occorre all’incirca un’altra ora.
Orari
Il Titanic Belfast è aperto tutto l’anno, ad esclusione dei giorni 24, 25 e 26 dicembre. Gli orari variano a seconda del periodo dell’anno: ad esempio, da gennaio a marzo apre dalle 10 alle 17 mentre a luglio-agosto dalle 9 alle 19:30.
La SS Nomadic apre un’ora dopo rispetto al museo e chiude un’ora prima.
L’ultimo ingresso consentito è 1h 40m prima dell’orario di chiusura per il Titanic Belfast e 30 minuti per il Nomadic.
Tariffe
Sono più care di un museo tradizionale ma, per quella che è stata la mia esperienza, posso dire che sono soldi ben spesi:
- adulto, 31 €
- bambino (5-15 anni), 13 €
- neonato (fino a 4 anni), gratis
I prezzi possono variare leggermente per il cambio euro-sterlina e sono aggiornati al marzo 2024, eventuali cambiamenti sono riportati nella pagina di acquisto.
Come arrivare al Titanic Belfast
Il museo si trova a poco meno di 2,5 Km dal centro città e lo si raggiunge con una piacevole passeggiata di circa 30 minuti.
Il trasporto pubblico locale propone due alternative:
- il treno dal centro alla stazione Titanic Quarter, distante 15 minuti a piedi dal museo;
- gli autobus 26, 26A, 26B, 26C ed il servizio Glider G2.
Gli orari sono consultabili sul sito internet di Translink.
Infine, gli autobus turistici Hop-on Hop-off fermano a pochi passi dal Titanic Belfast e si possono comprare biglietti con validità di uno o due giorni.