Memore della splendida giornata trascorsa sull’isola di Great Cumbrae, a distanza di pochi mesi ho deciso di salpare un’altra volta per raggiungere Bute, situata anch’essa nel Firth of Clyde e facilmente raggiungibile da Glasgow coi mezzi pubblici (treno+traghetto). Difatti, non servono neanche 2 ore per arrivare a Rothesay, la capitale dell’isola, partendo dalla stazione centrale della città più grande della Scozia.
Anche per questo motivo Bute è una delle destinazioni favorite per un’escursione giornaliera, tuttavia, se ne avete la possibilità vi suggerisco di fermarvi almeno una notte per godervi così appieno tutta la sua magia.
Cosa fare e vedere a Bute in 48 ore
Con una lunghezza di 24 Km circa ed una larghezza di poco più di 6 Km, l’isola di Bute è piccolina ma comunque densa di luoghi suggestivi grazie ad un interessante mix di storia e natura. Vi abitano più o meno 7.000 persone, la maggior parte delle quali raccolte a Rothesay, e pertanto è il paradiso per ciclisti e camminatori che possono esplorarla in tutta tranquillità usufruendo di una rete di sentieri che si snoda attraverso l’intero territorio.
Ad aggiungere ulteriore fascino a questa destinazione è l’atmosfera che si respira, se volete “staccare la spina” siete capitati nel posto giusto. Incontrerete persone molto accoglienti, che spesso vi salutano già a metri di distanza e che poi si rallegrano ancora di più nello scoprire che siete italiani (probabilmente in questa zona dell’Argyll and Bute ne arrivano pochi).
Che dire poi delle passeggiate al tramonto nei giardini attorno a Rothesay… semplicemente meravigliose! In giro non c’è praticamente anima viva e pertanto a farmi compagnia ci hanno pensato i gabbiani, i cui versi andavano all’unisono con il suono delle onde dell’oceano che si infrangono sulla costa. L’unico “rumore” che ogni tanto mi faceva tornare alla realtà era quello del traghetto in arrivo/partenza ma, visto il contesto, alla fine non disturbava più di tanto.
A rendere la mia esperienza ancora più indimenticabile ci ha pensato il meteo, con giornate soleggiate e con cieli spettacolari. Certo, il vento soffiava spesso e le temperature, specie al mattino ed in serata, non erano affatto miti ma in fondo va bene così perché la Scozia è anche questo.
Due passi a Rothesay
È l’unico vero centro abitato dell’isola, quindi vi trovate tutti i servizi di cui potreste aver bisogno: i pub, i ristoranti e la maggior parte delle strutture ricettive (hotel e B&B). Complice la sua ubicazione, all’incirca a metà del territorio, vi passano quasi tutti i sentieri locali ed ovviamente ospita il terminal dei traghetti per Wemyss Bay. Detto ciò, Rothesay merita una sosta perché la storia di questo antico villaggio medievale racconta quella di Bute, quando cioè fu la roccaforte dei sovrani scozzesi.
Per questa ragione vale la pena visitare le rovine del castello di Rothesay, fatto costruire dalla famiglia Stewart nel corso del XIII° secolo sulle fondamenta di un edificio risalente al 1100. Data la sua posizione strategica a difesa della costa occidentale dai ripetuti attacchi vichinghi, la fortezza mantenne la sua importanza anche quando la famiglia ereditò la corona scozzese nel 1371. Ciò accadde in seguito al matrimonio tra il loro erede e la figlia di Robert The Bruce nel 1315, con la successiva nascita del futuro Robert II.
Attorno al 1500, il Re Giacomo IV sfruttò il castello come base della sua campagna navale per la conquista dei territori delle isole occidentali e del nordovest delle Highlands. Vi furono quindi opere di rinforzo della struttura – ad esempio un nuovo portone d’accesso, il muro più alto e le 4 torri difensive circolari – che vennero ultimati dall’erede Giacomo V.
Il declino del castello venne sancito dall’assedio e dall’occupazione da parte delle truppe di Cromwell nel 1650. Passarono oltre due secoli perche l’erede della proprietà, ossia il Marchese di Bute, desse inizio ai lavori per la ristrutturazione. Oggi, Rothesay Castle è proprietà di Historic Scotland e pertanto l’accesso è gratuito per i possessori dell’Explorer Pass.
Tra i vari castelli scozzesi in rovina, questo è tra quelli che mi è piaciuto di più, merito probabilmente della sua forma e dello splendido colpo d’occhio che si ha salendo in cima ad una delle torri.
A pochi passi da qui si osserva una strada dalla curiosa forma a zig-zag che si inerpica verso la cima della collina. Non a caso si chiama Serpentine Road ed è un ottimo punto panoramico sul centro cittadino che ripaga il minimo sforzo fatto durante la salita. Già che ci siete potete raggiungere Canada Hill, una collina che ospita un campo da golf e che regala scorci a 360° sui dintorni di Bute, ad esempio le isole di Arran e Great Cumbrae e più in lontananza i monti della penisola di Cowal.
Rientrando sul litorale di Rothesay, esso è impreziosito da una serie di giardini che invogliano i turisti a fare due passi contemplando l’orizzonte ed il movimento a tratti ipnotico delle nuvole in cielo. Inoltre, nei pressi dell’area riservata all’imbarco delle auto, vi sono un paio di edifici emblematici di Bute. Il primo, e pure un po’ insolito, ospita i servizi igienici pubblici. Quelli maschili, le Victorian Toilets, risalgono al 1899, il periodo d’oro di Rothesay come “resort turistico”. Gli interni, in puro stile vittoriano, presentano le pareti interamente ricoperte da mattonelle in ceramica decorata, i pavimenti in mosaico ed altri elementi di pregio in vetro e marmo. Non ho scattato fotografie (per ovvi motivi…) ma invito tutti a fare una pausa fisiologica qui 😉
Appena dietro si aprono i Winter Gardens a circondare l’Isle of Bute Discovery Centre, costruzione circolare in ghisa e vetro risalente al 1920 che oggi comprende un cinema con 90 posti, un negozio ed il centro di informazioni turistiche.
Visita di Mount Stuart
L’attrazione simbolo di Bute si trova nella zona meridionale dell’isola, compresa in una vasta area naturale affacciata direttamente sul Firth of Clyde. Parlo di Mount Stuart, uno dei massimi esempi di architettura neogotica non soltanto della Scozia (e del Regno Unito) ma d’Europa. Il palazzo che osserviamo oggi risale ai grandi lavori iniziati in seguito al grave incendio che lo colpì nel 1877. Il fautore dell’opera fu il 3° Marchese di Bute e la sua influenza è visibile soprattutto per quel che riguarda le decorazioni presenti nei diversi ambienti interni.
Dal punto di vista storico, il palazzo fu la residenza degli Stuarts of Bute, i discendenti diretti di Re Robert The Bruce, che vi hanno abitato per oltre 3 secoli. Aperta al pubblico dal 1995, la tenuta è davvero vasta e dispone di giardini, boschi e pure una spiaggia privata ideali per fare piacevoli camminate immersi nel silenzio della natura. Per darvi un’idea delle dimensioni, il Visitor Centre – dove si trova la biglietteria ed il negozio di souvenir – si trova ad oltre 1 Km dal palazzo e, per chi non vuole camminare, vi è a disposizione un servizio navetta gratuito.
Nel corso della giornata vengono effettuati diversi tour guidati all’interno dell’edificio della durata di un’ora circa. Avrete così l’opportunità di ammirare opere e decorazioni ispirate agli interessi del 3° Marchese di Bute e legate quindi all’astrologia, alla religione, alla mitologia ed all’araldica. Uno dei materiali più utilizzati è sicuramente il marmo, proveniente in gran parte da Carrara ed utilizzato per la suggestiva “White Chapel”.
Scoprirete poi come Mount Stuart, nonostante risalga al 1880 circa, fosse una delle dimore più all’avanguardia per l’epoca. Poteva vantare infatti la luce elettrica, il riscaldamento centralizzato, una piscina interna riscaldata, un ascensore e pure una linea telefonica.. tutte comodità che vengono sfruttate ancora oggi.
I luoghi che più mi hanno impressionato sono la grande sala centrale, con la sua “volta stellata”, e la Cappella le cui pareti sono interamente in marmo.
Alla fine della visita si può fare una pausa rigeneratrice presso la “Bute Kitchen”, dove si utilizzano quasi esclusivamente prodotti della zona.
I giardini sono visitabili tutto l’anno, la casa invece da metà marzo fino alla fine di ottobre sia liberamente che con tour guidati (a seconda del periodo). Segnalo che vi possono essere delle chiusure straordinarie in occasione di matrimoni ed eventi di altro genere. Per questo motivo vi suggerisco di controllare in anticipo sul sito ufficiale di Mount Stuart.
Le camminate da fare a Bute
Come già detto in precedenza, l’isola è la destinazione adatta per camminatori e ciclisti, che hanno a disposizione sentieri dedicati che permettono di raggiungere diverse aree del territorio. L’itinerario più completo è la West Island Way che, con una lunghezza complessiva di circa 40 Km, attraversa boschi, baie, brughiere e terreni coltivati. Date le distanze, è percorribile in più giorni ed accessibile da molti luoghi.
Io mi sono dedicato in particolar modo alla fascia centrale dell’isola, prendendo la cittadina di Rothesay come punto di partenza (ed arrivo). Così facendo, il primo giorno sono arrivato a piedi fino a Mount Stuart seguendo la linea della costa con pranzo al sacco a Kerrycroy Bay, uno degli angoli di Bute che più mi sono rimasti nel cuore. Qualche casetta apparentemente disabitata, tanto verde, un’area pic-nic affacciata sulla spiaggia, l’acqua cristallina ed un silenzio interrotto solamente dal volo dei gabbiani. Difficile chiedere di meglio.
Il giorno dopo sono andato in direzione opposta, verso il villaggio di Port Bannatyne per poi tagliare verso l’interno attraverso l’Old Tramway Route fino a Ettrick Bay, una distesa sabbiosa infinita e perennemente spazzata dal vento sulle cui sponde trova spazio una piccola Tearoom.
Da qui ho costeggiato una serie di fattorie e terreni agricoli per arrivare prima a Scalpsie Bay ed infine a Loch Fad, un lago dove è possibile pescare – a pagamento – e situato a ridosso di Rothesay.
Per le ultime ore a disposizione ho deciso di prendere l’autobus dalla cittadina e dirigermi a Kilchattan Bay, probabilmente la baia più famosa di Bute. Col senno di poi le avrei dedicato più tempo poiché da lì parte un percorso circolare che copre l’intera porzione meridionale dell’isola ed offre scorci suggestivi dell’isola di Arran. Il circuito passa anche nei pressi di un faro e delle rovine della St Blane’s Chapel risalente addirittura al secolo XII.
Tornerò sicuramente perché non ho esplorato neanche il settore settentrionale, ricoperto principalmente dalla foresta ed attraversato da una fitta rete di sentieri.
Prima di fornirvi maggiori informazioni pratiche su come muoversi sull’isola, come arrivare da Glasgow e dove alloggiare, vi lascio un paio di link che potrebbero esservi utili:
- Visit Bute, pagina web dell’ufficio turistico locale;
- West Island Way, con i dettagli sulle tappe del percorso ciclo-pedonale che si estende per circa 40 Km.
Visitare l’isola di Bute: mezzi pubblici, sentieri, collegamenti da Glasgow e dove dormire
L’auto a Bute non è imprescindibile perché, oltre alla rete dei sentieri ben sviluppati, è attivo un servizio di trasporto pubblico funzionale che collega le località più importanti dell’isola. Come si può immaginare, lo snodo principale è Rothesay, in particolare Guildford Square, situata davanti all’imbarco del traghetto.
La linea che potrebbe maggiormente interessarvi (che ho preso pure io) è la 90/490 che collega Rubodoch a Kilchattan Bay passando per Ettrick Bay ed appunto Rothesay. Non vi sono moltissime corse giornaliere – all’incirca una all’ora – e pertanto suggerisco di controllare gli orari in anticipo in modo da non essere impreparati. Il consiglio è ancora più valido per spostamenti durante la domenica, quando vi sono ancora meno corse.
Il sito di riferimento è quello della compagnia West Coast Motors.
Parlando dei percorsi che si possono fare sia a piedi che in bici, la segnalazione è chiara e sono inoltre a disposizione delle mappe, scaricabili da internet oppure disponibili nell’ufficio turistico di Rothesay. In alcuni tratti può capitare di passeggiare ai bordi delle strade “principali” ma non spaventatevi, considerate infatti che il traffico di veicoli è alquanto limitato (specie fuori da Rothesay). Per farvi un esempio, in un paio di ore di cammino sono passate al massimo 20 auto in entrambe le direzioni. Detto ciò, prestate ovviamente la massima attenzione e spostatevi per tempo, nei bordi vi è spazio sufficiente per farvi da parte mentre passa una macchina dal vostro lato.
Bute è una delle isole più facilmente raggiungibili della Scozia anche per chi viaggia coi mezzi pubblici. Difatti, il trasporto integrato treno+traghetto permette di acquistare un biglietto unico che include entrambi.
L’isola ha due Terminal traghetti:
- Colintraive–Rhubodach, nell’estremità settentrionale di Bute e con servizio autobus per Rothesay;
- Wemyss Bay–Rothesay, il collegamento principale con traghetti in partenza ogni 45-60 minuti a seconda del giorno della settimana.
Per chi arriva dalla stazione centrale di Glasgow, il viaggio in treno per Wemyss Bay dura meno di un’ora. Una volta scesi è sufficiente seguire il percorso obbligato che in un paio di minuti conduce verso la biglietteria dei traghetti (non è possibile acquistarli in anticipo da casa).
I siti internet di riferimento sono i seguenti:
- ScotRail, con la possibilità di comprare online i biglietti integrati;
- CalMac, dove si possono consultare gli orari dei traghetti ed i prezzi per passeggeri/auto.
Come dicevo all’inizio dell’articolo, se ne avete la possibilità vi suggerisco di pernottare a Bute almeno una notte, in modo così da godervi totalmente la sua atmosfera “remota”. La gran parte degli alloggi disponibili – hotel, Guest House, appartamenti e B&B – si concentra a Rothesay, compreso quello dove sono stato ospite per l’intero soggiorno.
Parlo del The Glenburn Hotel, edificio imponente che assomiglia un po’ ad un castello e che si trova nelle immediate vicinanze del centro cittadino. Complice la sua posizione strategica, domina infatti la baia dall’alto dei suoi giardini terrazzati, si riesce ad individuarlo già a bordo del traghetto in arrivo a Rothesay. Lo si raggiunge in circa 10-15 minuti a piedi dal porticciolo seguendo il marciapiede lungo la baia. Se siete in auto, dovete deviare per la stradina che sale verso la collinetta, è presente il parcheggio in loco ma i posti sono limitati. In alternativa si può lasciare il mezzo lungo la strada principale costiera (a pagamento). Sotto il porticato sono disposti una serie di tavolinetti – per fumatori e non – e si trovano in una posizione strategica con vista suggestiva della baia che, al tramonto, lascia senza parole.
La struttura ospita al suo interno un bar ed un ristorante, infatti la prenotazione diretta sul sito dell’hotel prevede un regime di mezza pensione con colazione+cena. La reception è aperta 24/24 e davanti ad essa si trova una stanzetta dove è possibile lasciare gratuitamente il proprio bagaglio. L’edificio è chiaramente datato ma ciò non pregiudica assolutamente i comfort e la pulizia dei suoi ambienti interni.
Mi è stata riservata una camera matrimoniale ad uso singola con vista mare – semplicemente impagabile! – con bagno privato. Ho adorato poi la moquette del corridoio a tema “tartan”. Il WiFi è gratuito e funziona nelle aree comuni del piano terra, io alloggiavo infatti al 3° ed il segnale era molto debole.
La colazione – dalle 8 alle 9:30, non a buffet – viene servita nel ristorante situato davanti alla reception e prevede la scelta tra le pietanze riportate nel menù. Tra queste segnalo il porridge con miele, la Scottish Breakfast (ma senza haggis…) ed il salmone con uova strapazzate. La cena – dalle 19 alle 20:30 – include un antipasto, il piatto principale ed un dolce.
Il valore aggiunto della sala è però Cristoforo, il responsabile che vi accompagna al vostro tavolo. È polacco ma parla abbastanza italiano ed è innamorato della Liguria (come dargli torto 😉 ) essendoci stato in vacanza per oltre 10 anni. Ecco perché si è fatto chiamare così da me, traducendo il suo nome in onore di Colombo. Se avete dubbi sui piatti chiedete a lui e sarà ben felice di aiutarvi (e salutatemelo!).
Aggiornamento del 2021. Purtroppo l’hotel ha dovuto chiudere i battenti a causa della crisi del settore turistico provocata dalla pandemia di Covid. Non resta che sperare che un luogo del genere possa al più presto riaprire. Nel frattempo, potete cercare un alloggio a Rothesay e dintorni in questa pagina.
Aggiornamento di giugno 2022. La struttura è stata acquistata da una catena di hotel e pertanto dovrebbe riaprire presto. Ottima notizia 🙂