Una delle tappe più attese del mio viaggio in Galizia è stata l’escursione nella Costa della Morte, una delle zone più suggestive della regione spagnola, situata nella provincia di La Coruña. Con partenza in autobus da Santiago di Compostela ho avuto modo di ammirare prima i paesaggi interni e dopo quelli della costa galiziana fino a Capo Finisterre.
Un susseguirsi di panorami e di emozioni, dove il verde della natura rigogliosa lascia improvvisamente spazio alle scogliere ed infine al blu ipnotico dell’oceano. Tutto questo senza dover fare troppa strada, infatti soltanto 86 km separano Santiago da Finisterre, la “fine del mondo”.
Il ben poco tranquilizzante nome “Costa della morte” deriva da una lunga serie di incidenti e naufragi che, soprattutto nei secoli scorsi, sono stati provocati dalla conformazione ostica di questa area della Galizia, soprattutto nei mesi più brutti caratterizzati dalla nebbia e da condizioni meteo particolarmente avverse.
La Costa della Morte: da Santiago di Compostela a Pontemaceira
Aggiornamento del marzo 2023. Il tour non è più organizzato dall’agenzia che avevo scelto all’epoca. Ne esistono altre che propongono itinerari simili a quello che racconto nell’articolo e che potete consultare in questa pagina.
Il punto di ritrovo è alle 9:00 in calle Senra 14, davanti al negozio “Phone House”. Conosco la ragazza che sarà la nostra guida e, una volta fatta la conta dei presenti, il pullman lascia alle spalle il centro storico di Santiago di Compostela per dirigersi verso la prima meta di giornata: Pontemaceira.
Mi trovo ad Agrón, piccola località nota per il ponte di Pontemaceira, struttura medievale risalente al XIV° secolo. Lo scorcio paesaggistico che si ha da qui è molto interessante dato che si possono ammirare alcuni edifici tipici della Galizia ai due lati del fiume Tambre. Mi riferisco al pazo, ossia la classica villa signorile galiziana dei secoli XVII-XIX, ed all’Hórreo, un granaio fatto in pietra e dalla forma a capanna con alla base delle pietre piatte che servono ad impedire la salita ai roditori.
Nel silenzio che avvolge Pontemaceira passa il Cammino che da Santiago conduce a Finisterre, l’unico percorso che non finisce nella città galiziana bensì vi inizia (esattamente davanti all’entrata dell’Hospital de los Reys Católicos in Prazo do Obradoiro). E difatti lungo il tragitto avrò modo di veder passare diversi pellegrini in marcia verso la costa galiziana.
Escursione nella Costa della Morte: da Pontemaceira a Paxareiras
La giornata è stupenda, fa caldo ed in cielo non c’è praticamente una nuvola. Ciò ci permette di fare una sosta al mirador Paxareiras, il belvedere sulla Costa della Morte.
Dalla piazzola si possono osservare i paesini che si affacciano sull’oceano ed in lontananza riesco ad intravedere il faro di Finisterre, il punto più occidentale della Spagna. Il vento di certo si fa sentire ma il paesaggio davanti a me è talmento bello che quasi non me ne accorgo. Così ci rimettiamo in marcia, ce n’è ancora di strada da fare e non vedo l’ora di ammirare da vicino la costa galiziana.
Escursione nella Costa della Morte: da Paxareiras a Muros
Prima di addentrarmi nella Costa da Morte il tour prevede una tappa nella Rías Baixas, un’altra area affascinante della Galizia (che tornerò a visitare!), per vedere Muros, un autentico borgo marinaro che ha saputo resistere ai processi di urbanizzazione degli ultimi anni.
Ho modo così di ammirare per la prima volta le rías, insenature profonde che mitigano il moto impetuoso dell’oceano e che ricordano i fiordi norvegesi. In particolare, la Rías Baixas è caratterizzata da una costa frastagliata con fiordi ampi e lunghi e con scogliere dove la vegetazione cresce rigogliosamente fino a pochi metri dal mare.
Muros mi piace fin da subito, ancor prima di scendere dal pullman. Attraverso la strada che costeggia il lungomare da un lato ed il paese dall’altro vengo attirato dal bianco delle facciate e delle vetrate degli edifici. È un’architettura tipica della Galizia, già vista a Santiago ma che qui e soprattutto a La Coruña è presente praticamente dappertutto. La sosta dura una mezz’oretta circa, più che sufficiente per fare un giro e conoscere la località. Uno degli angoli più belli è Praza Curroda, dominata dal Municipio, da cui si hanno scorci della parte più antica del borgo, con le sue viuzze che si inerpicano sulla collina. Proseguendo verso la costa si può camminare sotto i portici, una volta utilizzati per riporre il materiale per la pesca ed oggi pieni di locali dove gustare il pesce fresco di giornata. A proposito, Muros è uno dei luoghi più importanti per la raccolta dei molluschi, un prodotto di cui la Spagna è il più grande importatore europeo (e tra i primi nel mondo) ed addirittura il 95% proviene proprio dalla Galizia.
Escursione nella Costa della Morte: da Muros alla cascada del Ézaro
Ci rimettiamo in marcia, diretti verso l’estremità meridionale della Costa della Morte. Finisterre è ormai alle porte ma prima di raggiungere il paese ci fermiamo a Dumbría, famosa perché qui il fiume Jallas termina in mare direttamente da una cascata. E così, la cascada del Ézaro è un luogo particolare, unico in Europa e chissà, forse anche al mondo.
Una volta lasciato il parcheggio alle spalle, percorrendo una passerella si arriva in pochi minuti a qualche metro di distanza dalla cascata. Una foto di ricordo è d’obbligo e pure il paesaggio attorno merita di essere ammirato. Non c’è moltissima gente (vi si deve arrivare apposta dato che si trova fuori dal centro abitato) e così il fragore dell’acqua che cade in mare è l’unico “rumore” che fa da sottofondo alla mia visita.
Escursione nella Costa della Morte: Finisterre
L’emozione sale perché siamo quasi a Finisterre, la tappa che aspettavo con ansia da mesi e mesi. Arriviamo quindi al paese, dove ci fermiamo per il pranzo in uno dei ristoranti affacciati sulla strada costiera. Approfitto del tempo a disposizione prima di ripartire per visitare la cittadina, meta turistica di rilievo grazie alla vicinanza del Faro ed al passaggio dei pellegrini. Infatti ne incontro molti e di varie nazionalità, tutti in marcia quando mancano più o meno 5 km alla fine del Cammino iniziato da Santiago di Compostela. Sul loro volto si legge la fatica ma anche, e soprattutto, la consapevolezza di aver quasi portato a termine il percorso e di essere vicini ad uno dei luoghi più emozionanti del viaggio.
Mi perdo tra le stradine del centro, un continuo sali e scendi tra case dalle facciate colorate e da spiazzi improvvisi da cui si intravede il blu dell’oceano. Scopro così un piccolo giardino inaugurato da poco che è un’ottima terrazza panoramica da cui contemplo la costa ed i fiordi galiziani perdersi alll’orizzonte.
Sono tornato a Finisterre qualche anno dopo, facendo un’escursione in autobus da Santiago di Compostela. Ho avuto modo così di percorrere gli ultimi Km del Cammino e godermi un’altra volta l’atmosfera magica di questo lembo di terra a picco sull’oceano. Ne parlo dettagliatamente in questo articolo.
Capo Finisterre: il Faro, il “Km 0” e la fine del mondo
Finalmente ci siamo: ecco Capo Finisterre, il punto più occidentale della Spagna. Per quanto mi riguarda è una soddisfazione personale poiché adoro visitare i luoghi più estremi (geograficamente parlando) e pochi mesi prima, era lo scorso marzo, ero arrivato a piedi fino al Faro di Cap de Creus, il punto più orientale del paese. Allora ero stato dove il sole nasce in Spagna, lo diceva lo stesso Dalí nella sua casa di Port Lligat, adesso invece sono dove “muore”. Già questo basterebbe per “giustificare” la mia emozione. Se poi ci aggiungiamo alcuni altri elementi allora è facile capire il motivo per cui Finisterre sia un luogo a se stante con un’atmosfera magica.
Le “Croci” di Finisterre e le tradizioni dei pellegrini
Appena sceso dal pullman scorgo la prima croce cristiana, posta su di una roccia appena a lato della stradina che conduce al faro. La seconda la trovo proprio sulla punta del promontorio ed è quella che sancisce definitivamente la fine del Cammino. Ecco che allora i pellegrini vi lasciano pietre ed altri oggetti a ricordo del loro passaggio. Un’antica tradizione prevedeva di bruciare i vestiti con cui si era compiuto il viaggio, tuttavia negli ultimi anni ciò è stato vietato a causa del rischio di provocare incendi (già successo) soprattutto nei mesi più caldi. Un’altra usanza che ancora resiste, decisamente meno pericolosa, è quella di “purificarsi” tuffandosi nelle acque gelide dell’oceano Atlantico. Il consiglio è di non farlo da qui poiché, a parte l’altezza, le correnti sono veramente pericolose, decisamente meglio lungo la costa.
Il “Km 0” di Finisterre e la fine del Cammino di Santiago
Il punto più emblematico è sicuramente il “Chilometro zero“, ossia il punto più estremo del Cammino di Santiago e “traguardo” dei pellegrini partiti dalla capitale galiziana per compiere quest’ultimo tratto. Non è difficile individuare il cippo di roccia con riportato il simbolo del Camino, ossia la conchiglia, e la scritta “0,00 Km”. È sufficiente seguire i pellegrini che si mischiano ai turisti intenti a fare una foto ricordo con sullo sfondo le rías galiziane.
A proposito della conchiglia, conosciuta come vieira, va detto che sebbene sia oggi il simbolo del Cammino di Santiago, in realtà ha una storia ancora più antica e legata proprio a Finisterre. Infatti, dato che molti secoli fa si pensava che il mondo terminasse in questo luogo, chi vi giungeva portava via una conchiglia per far vedere che lui era arrivato fino a lì.
Il Faro di Finisterre, il “fin del mundo“
Il Faro, oggi non più visitabile, segnava per gli antichi Romani la fine del mondo, in latino “finis terrae“. Capo Finisterre è considerato il punto più occidentale della Spagna (ma non della penisola iberica) ed è un luogo carico di energia e di varie sensazioni che ti assalgono con la stessa forza con cui le onde dell’oceano si abbattono sulla costa galiziana.
Oggi, pur sapendo che il mondo non finisce qui, sedersi sulle rocce al di là del faro è ancora un momento suggestivo: davanti a noi non c’è niente, soltanto l’oceano che si perde fino all’orizzonte diventando una cosa sola con il cielo. Nel fare ciò non sarete soli ma troverete i pellegrini che, stanchi ma appagati, con il medesimo sguardo sognante ammirano il panorama di fronte a sé. La nostra parte razionale sa che in quella direzione ci sono l’Irlanda ed il Regno Unito, eppure un po’ inconsciamente siamo davvero convinti di essere alla fine di tutto.
Questa è la magia di Finisterre, ne parlano tutti e lo avevano raccontato anche a me. Le parole però non bastano a spiegare ciò che si prova qui, solo esserci di persona permette di capire.
Escursione nella Costa della Morte: da Finisterre a Muxía
È difficile lasciare Finisterre ma fortunatamente la prossima (ed ultima tappa) del mio tour giornaliero è altrettanto affascinante: Muxía ed il Santuario de la Virxe da Barca.
La Chiesa sorge a ridosso della costa, dove le onde sbattono con prepotenza sugli scogli ed il vento soffia incessantemente. Poco distante si può ammirare anche un piccolo faro ormai in disuso. Il luogo è protagonista di diverse leggende, sia megalitiche che cristiane. Nel primo caso con la Pedra de Abalar, una pietra usata come zona di culto su cui le persone camminano cercando il punto di equilibrio affinché essa non oscilli più. La tradizione religiosa invece afferma che la Vergine Maria approdò qui con la sua barca di pietra al fine di sostenere l’apostolo Giacomo nella sua opera di evangelizzazione. Alcuni frammenti dell’imbarcazione sono tutt’oggi visibili e sono teatro a loro volta di altre credenze. Ad esempio:
- passando nove volte sotto la Pedra dos Cadrís, la vela della barca della Madonna, si otterrebbe la guarigione da una serie di mali;
- la Pedra do Timón sarebbe il timone della barca;
- la Piedra o Furna dos Namorados è quella invece dove le coppie si possono giurare l’amore eterno.
Oltre a ciò, l’area è stata coinvolta in due episodi purtroppo reali:
- nel novembre 2002 con il naufragio della nave petroliera Prestige ed ingenti danni all’ecosistema della costa galiziana. A ricordo di questo disastro, vicino alla Chiesa è stato posto un grande monumento in pietra chiamato La Herida (“La Ferita”), dedicato alle migliaia di volontari che accorsero da tutto il mondo per dare una mano nella pulizia della zona;
- il 25 dicembre 2013, quando l’incendio provocato da un fulmine causò gravi danni al Santuario e si resero necessari ampi lavori di ristrutturazione ultimati nella primavera del 2015.
Penso a tutto ciò mentre osservo in religioso silenzio le rocce davanti a me e l’oceano che, finalmente ripulito, persevera nel suo moto ondoso ipnotico. Il tempo a disposizione è terminato ed è giunto il momento di lasciare la Costa della Morte per fare ritorno a Santiago di Compostela.
Tour della Costa della Morte: la mappa di viaggio
In conclusione aggiungo la mappa della Costa della Morte con le varie località toccate durante il tour, con partenza ed arrivo sempre a Santiago di Compostela (Rúa da Senra 14). Segnalo soltanto che la prima fermata, ossia il ponte medievale di Pontemaceira, è identificata con l’omonimo Ristorante, ubicato pochi metri prima.
Questa giornata era uno dei momenti che aspettavo con maggior ansia da quando avevo deciso di visitare la Galizia. Per quanto visto direi che l’attesa è stata completamente ripagata. Ho potuto visitare una serie di località che mi hanno mostrato aspetti diversi della cultura e della storia di questa regione alla fine della Spagna.
Per quel che riguarda il tour direi che l’organizzazione è stata perfetta, con tempistiche ottimali per godersi senza fretta tutto quello che ogni località aveva da offrire. Oltre a ciò, le spiegazioni, sia in spagnolo che in inglese, hanno permesso di comprendere in maniera esaustiva la storia e le tradizioni di questo angolo della Galizia.