Itinerari e consigli per viaggi lenti

Castello d'Albertis visto dal parco circostante

Castello d’Albertis ed il Museo delle culture del mondo di Genova, le cose da non perdere e le informazioni utili per la visita

Ammirando lo skyline di Genova c’è un edificio che spicca tra il dedalo di grattacieli, palazzi e chiese. È il Castello d’Albertis, una dimora storica comprendente il castello neogotico, costruito a fine ‘800, ed un bastione “cinquecentesco” edificato sulle mura risalenti al ‘300. Oggi, circondato da un parco arroccato sulla collina di Montegalletto e con viste panoramiche sul centro storico ed il Porto Antico, il complesso ospita il Museo delle culture del mondo.

In questo articolo vi porto con me alla scoperta di questo luogo – uno tra i più affascinanti di Genova – dandovi anche tutte le informazioni pratiche – come arrivare, orari, prezzi – necessarie per organizzare al meglio la visita. Ne approfitto per segnalarvi che è uno dei luoghi inclusi nella Card dei Musei di Genova.

 

 

 

Castello d’Albertis, visita del Museo delle culture del mondo

Quando studiavo all’università in via Balbi, ogni mattina non potevo non osservare le sue torri scagliarsi verso il cielo mentre uscivo dalla stazione di Genova Principe. Puntualmente, ogni volta mi ripromettevo di visitarlo ma, vuoi per un motivo o per l’altro, ho sempre rimandato. E così, una mattina di inizio maggio, non ho trovato più scuse e finalmente sono salito in cima a Monte Galletto – quartiere Castelletto – desideroso di visitare un luogo così caro ai genovesi.

Prima o dopo la visita, dedicate un po’ di tempo per rilassarvi nel parco dove, all’ombra delle piante, potrete godervi la vista del castello da vicino assieme al panorama sulla città. Noterete il profilo di alcuni edifici emblematici del centro mentre, spostando lo sguardo dalla parte opposta, vedrete davanti a voi l’inconfondibile lanterna di Genova. Costeggiando un tratto di mura si arriva sul piazzale antistante l’edificio. Si può dire che la visita inizia ufficialmente qui dato che sul muro si osserva l’omaggio a Cristoforo Colombo da parte del capitano d’Albertis con un masso prelevato dalle scogliere di San Salvador, il primo luogo scoperto dal navigatore ligure nel 1492.

Prima di entrare, soffermatevi sulla riproduzione della statua di Venere che gli archeologi scoprirono sull’isola greca di Milos nel 1820. Un ritrovamento tanto inaspettato quanto eccezionale e, pure per questo, la sua fama si sviluppò nel corso del secolo XIX. Diventò il simbolo della grazia femminile e ben presto furono molte le persone a desiderarne una copia. Tra queste vi fu, ovviamente, anche d’Albertis. Egli, a differenza degli altri, la volle in pietra artificiale, all’epoca un materiale pressoché sconosciuto (o comunque ancora in fase di sperimentazione).

Castello d'Albertis visto dal parco circostante
Arrivo al Castello d’Albertis – Genova, Liguria
Il porto e la Lanterna di Genova visti dal parco del Castello d'Albertis
Scorcio del porto e della Lanterna di Genova dal cortile del Castello d’Albertis
Facciata del Castello d'Albertis e la meridiana con la dedica a Colombo
Meridiana con la dedica a Cristoforo Colombo – Castello d’Albertis, Genova

 

Il Castello neogotico

L’ingresso al museo si trova a pochi passi da qui. Il percorso al suo interno consente di fare il giro del mondo con gli occhi di Enrico Alberto d’Albertis, esploratore e navigatore che tra fine ‘800 ed inizio ‘900 viaggiò in lungo ed in largo, sia per mare che per terra. Nella dimora che si fece costruire volle racchiudere il materiale raccolto durante le sue spedizioni e, al momento della morte, lasciò tutto al Comune di Genova. A fare da cornice a ciò vi sono ambienti stupendi impreziositi da una commistione di stili differenti e provenienti – ancora una volta – da tutto il mondo. Un esempio è lo scalone che collega i vari piani ed anch’essa “spazio espositivo” con oggetti raccolti dalla Cina, dal Sudan e così via. Non mancano gli elementi europei, è il caso delle alabarde che rimandano all’atmosfera cavalleresca che il castello intende richiamare, così come la serie degli stemmi sotto il lucernario che rappresentano i quartieri che costituivano la Genova medievale.

Scalone principale nel Castello d'Albertis di Genova
Atrio principale – Castello d’Albertis

La visita si snoda su tre piani ed include le mostre temporanee, sempre legate all’incontro e confronto con le differenti culture del mondo. All’epoca della mia visita era allestita “WITJAI – Il gene verde della razza umana” dedicata alla biodiversità umana e vegetale nell’Amazzonia Ecuadoriana con un reportage fotografico dei viaggi di Gianluca Balocco tra il 2014 ed il 2016 alla scoperta del popolo Shuar.

Nel cuore della dimora ottocentesca del capitano si trovano le tre sale principali. Si comincia dalla sala Colombiana, un rimando chiaro a Cristoforo Colombo. Difatti, nella loggia è custodita una statua marmorea che ritrae il navigatore da bambino intento a scrutare il porto. Una citazione alla base della scultura racconta il legame tra i due esploratori, non a caso D’Albertis nel 1893 attraversa l’Atlantico emulando l’impresa del predecessore adoperando i medesimi strumenti di bordo, da lui fedelmente ricreati:

Al solo che tramontava sull’infinito mare,

chiedeva Colombo giovinetto ancora,

a quali altre terre, a quali altri popoli

andava a portare i suoi mattutini albori

La sala ospita una biblioteca, con una vasta collezione di volumi e documenti che testimoniano l’interesse del loro proprietario per materie diverse come le scienze naturali, l’archeologia, la caccia, la letteratura etc. Da non perdere poi la vetrina all’inizio della stanza, vi sono conservati infatti reperti archeologici e svariati oggetti provenienti da Panama, dall’Egitto e da altri paesi.

Prima di uscire, non dimenticate di alzare lo sguardo verso il soffitto… nel Castello d’Albertis la bellezza è dappertutto!

La statua di Colombo nella loggia della Sala Colombina del Castello d'Albertis di Genova
Statua di Colombo – Loggia della Sala Colombina, Castello d’Albertis
Reperti del capitano d'Albertis conservati nel suo Castello genovese
Museo delle Culture – Castello d’Albertis a Genova

Si passa poi alla sala delle Meridiane, dove il capitano si dedicava alla progettazione delle stesse ed alla loro costruzione in tutto il mondo… delle 103 realizzate “solo” 10 si trovano infatti ancora al castello:

“studio di un girovago pintor di meridiane..”

Edmondo de Amicis

Ciò che mi ha colpito di questa stanza sono gli elementi decorativi delle pareti, li definirei infatti un giro del mondo in miniatura. Cominciando dal basso, le mattonelle con gli azulejos richiamano quelle moresche che adornano l’Alhambra di Granada, nella parte centrale invece appaiono le catene color argento disposte a croce di Sant’Andrea con in mezzo lo stemma della famiglia D’Albertis, in alto infine una serie di dipinti celebra l’impresa di Cristoforo Colombo.

Inoltre, qui è custodito il diario del viaggio intorno al mondo che il Capitano fece tra il 1877 ed il 1878. Iniziato a Livorno e terminato a Plymouth, il viaggio dell’esploratore fece tappa ad esempio in India, Nuova Guinea, Australia, Nuova Zelanda, Tasmania, Cina, Giappone, New York, Galapagos, Barbados e Giamaica. Ho avuto il privilegio di vederlo da vicino e, sfogliando le varie pagine, si osservare i “souvenir” riportati a Genova. Ad esempio: ritagli di giornale, menù di hotel e di navi, biglietti da visita in giapponese, tessere di accesso a club esclusivi, lettere di governatori e consoli, biglietti riservati per l’ingresso a teatro, telegrammi etc.

Tra le curiosità, si può vedere una cartina di Parigi dove manca la Tour Eiffel… doveva essere ancora costruita.

Sala delle Meridiane - Castello d'Albertis (Genova)
Sala delle Meridiane

Il “viaggio nel mondo” prosegue nell’ambiente adiacente, il salotto turco. Qui, seguendo una moda europea di fine ‘800, D’Albertis mette in scena la rievocazione del mondo medio-orientale attraverso la collezione personale di coltelli, scimitarre, vasi giapponesi, narghilè, pipe varie, armature e lampadari in ottone provenienti da Persia, Turchia, Giappone, Cina ed India.

Un episodio che salda ulteriormente il rapporto tra l’esploratore genovese ed il Medio Oriente è l’inaugurazione del Canale di Suez nel 1869, evento a cui partecipa in qualità di ospite. Ma non finisce qui poiché, esattamente 25 anni dopo, sarà il primo italiano di sempre a navigarlo.

La sala Turca nel Castello d'Albertis a Genova
Sala Turca

 

 

Il bastione del ‘500

Usciti dalla sala si abbandona il castello per accedere al bastione cinquecentesco, un ambiente rimesso a nuovo dopo i necessari lavori di restauro del 1991. A guidarci qui non è più lo sguardo di D’Albertis perché l’esposizione di oggetti e materiale giunto dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe vuole essere, più che una mera osservazione passiva, un punto di incontro e dialogo tra la cultura europea e quella passata degli altri popoli del mondo. Un percorso da cui si esce arricchiti da una visione non più etnocentrica ma “allargata”, aperta cioè ad altre prospettive da considerare alla pari con la nostra.

Ciò spiega la presenza di sezioni tematiche come ad esempio le “Medicine tradizionali dei Popoli”, dove una serie di documenti, oggetti, strumenti ed installazioni raccontano le tradizioni più emblematiche in ambito medico della società cinese, indiana, arabo-islamica e tibetana.

Esposizione nel bastione cinquecentesco del Castello d'Albertis (Genova)
Museo delle Culture di Genova – Bastione cinquecentesco del Castello d’Albertis

Tra gli altri ambienti qui presenti vanno citati la cabina del capitano, o meglio il modello di quelle utilizzate per navigare in tutti i mari ed oceani del mondo, e la stupenda terrazza panoramica – normalmente non è aperta al pubblico, credo venga utilizzata per eventi e cerimonie private – a cui vi si accende percorrendo un corridoio dominato dal dipinto delle tre caravelle di Colombo con tanto di dedica in spagnolo “por Castilla y por León”.

Corridoio del bastione del '500 nel Castello d'Albertis (Genova)
Corridoio del bastione Cinquecentesco – Castello d’Albertis

 

 

Informazioni utili per visitare il Castello d’Albertis

Devo dire di essere rimasto molto soddisfatto del Castello e del Museo al suo interno, un’esperienza che suggerisco di cuore a tutti, sia grandi che piccini e che fa venire voglia di viaggiare ancora di più, ma con occhi nuovi e maggiormente consapevoli.

 

 

Come arrivare

Situato in corso Dogali 18, l’edificio domina la collina di Montegalletto, a pochi minuti dalla stazione ferroviaria di Genova Piazza Principe. Da qui vi si può arrivare a piedi in circa venti minuti, oppure in autobus con le linee 3, 20, 34, 35, 36 e 38. Tuttavia, la terza alternativa è quella più suggestiva poiché l’antico ascensore pubblico di Montegalletto è qualcosa di unico nel suo genere. Lo si prende in via Balbi, a poche decine di metri da Piazza Acquaverde, all’altezza della Farmacia Pescetto. La tariffa è la stessa degli autobus urbani.

 

 

Prezzi ed orari

Il Castello d’Albertis è aperto tutto l’anno ma gli orari variano secondo le stagioni:

  • da ottobre a marzo, 10-17 (mar-ven) e 10-18 (sab-dom);
  • da aprile a settembre, 10-18 (mar-ven) e 10-19 (sab-dom).

 

Il giorno di chiusura è il lunedì.

Per quanto concerne le tariffe:

  • intero, 6€
  • ridotto (5-12 anni, over 65, convenzionati, disabili), 4,50€;
  • gruppi, 4,50€
  • scolaresche (5-18 anni), 3€ e prenotazione consigliata;
  • tablet e lettori (italiano, lingua dei segni italiana, inglese, francese e spagnolo), 2€
  • gratuito per bambini 0-4 anni e gli accompagnatori dei disabili;
  • gratuito per i possessori della Card dei Musei da 24-48 ore.

 

Inoltre, è presente in loco un ristorante che propone un menù giornaliero con le specialità locali.

Ad ogni modo, se avete bisogno di ulteriori informazioni per la vostra visita vi lascio alcuni contatti utili:

 

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