Il mio viaggio in Spagna è giunto al termine, Tossa de Mar è l’ultima tappa della settimana in Costa Brava trascorsa visitando prima Blanes e poi Lloret de Mar. Nonostante il soggiorno lampo a Tossa, dal venerdì mattina alla domenica mattina, il programma è stato particolarmente intenso perché ho avuto modo di:
- scoprirne la storia millenaria e vedere i luoghi di interesse principali;
- assaggiare alcuni piatti della tradizione a base di baccalà;
- fare un paio di escursioni nella costa attorno alla Vila Vella;
- assistere ai festeggiamenti del Carnevale con maschere e sfilate per le vie del centro.
In questo articolo vi parlo dei primi due punti, fatti il venerdì; il sabato invece l’ho dedicato alle camminate ed alla celebrazione del Carnevale assieme agli abitanti.
Come arrivare a Tossa de Mar
Tossa è ben collegata con le località circostanti e con le città più grandi come Barcellona e Girona. Se siete in auto, sappiate che il centro storico ha un accesso limitato per cui se non avete il parcheggio con l’hotel non resta che lasciare la macchina in uno di quelli situati all’inizio del paese.
Invece, se come me arrivate in autobus, la stazione si trova nell’area periferica, vicino all’ufficio del turismo, a 10 minuti circa a piedi dal centro. Segnalo anche, nei mesi estivi, i traghetti da Blanes e Lloret de Mar.
Hotel a Tossa de Mar
Due notti in città e due hotel diversi perché, a causa del Carnevale e del fatto che molti alberghi sono chiusi per il periodo di bassa stagione, non ho trovato una sistemazione libera per entrambe le notti.
Per la prima sono stato all’Hotel Turissa, situato a ridosso del centro ed a due passi dalla stazione degli autobus. La seconda invece ho pernottato all’Hotel Restaurante Capri, un palazzo di tre piani affacciato sulla spiaggia di Tossa de Mar.
Ristoranti a Tossa de Mar
Il lungomare è pieno di ristoranti tipici e quasi tutti sono dotati di dehor affacciati sulla spiaggia principale.
Sono capitato a Tossa nel periodo in cui si svolgeva la 6a edizione della Cocina del Bacalao. Si tratta di una campagna volta a promuovere i piatti a base di baccalà, presente da molti secoli nella cucina tradizionale catalana. Per l’occasione, più di una decina di locali hanno aderito all’iniziativa, proponendo menù speciali a prezzo fisso con la possibilità di degustare il pesce in diverse maniere.
In compagnia di Cristina ho mangiato al Restaurant Bahia, fondato nel 1954. Non avevo mai mangiato baccalà in vita mia e perciò temevo che non mi piacesse. In realtà, e fortunatamente, ho fatto piazza puliti del primo e soprattutto del secondo, il Cim i Tomba, la specialità di Tossa de Mar. È uno stufato di baccalà che originariamente veniva preparato dai pescatori come scorta per il viaggio e lo ottenevano dagli avanzi del pesce pescato. Non potete venire qui e non provarlo almeno una volta!
Cosa vedere a Tossa de Mar
Tossa è una delle località più rinomate della Costa Brava e ciò lo deve alla bellezza naturale del territorio ed alla ricca storia che la caratterizza. La definizione di “museo a cielo aperto” le calza a pennello poiché a distanza di pochi metri si possono visitare siti storici di epoche differenti.
Els Ametllers
Dopo aver incontrato Cristina, la mia guida dell’ufficio turistico, iniziamo la visita di Tossa de Mar partendo da Els Ametllers. Le fondamenta di questa città romana (I° secolo a.C. – VI° sec. d.C.), una delle più importanti dell’antica provincia di Tarraco, furono scoperte nel 1914 e ciò permise di conoscere qualcosa di più su Turissa (il nome dato a Tossa dai romani).
Gli scavi hanno portato alla luce un esempio emblematico di edifici pubblici quali le terme e la piscina ed elementi decorativi come una fontana ed i mosaici. Questo nella parte rialzata, in quella inferiore si trovava invece la “zona industriale” con magazzini ed aree per la lavorazione dei prodotti della terra, primo tra tutti il vino.
Casa de Cultura e Capilla de San Miguel
Lascio la città romana alle spalle e mi basta attraversare avinguda del Pelegrí per cambiare epoca storica. Infatti, la Casa de Cultura si trova nel palazzo in cui nel 1773 venne fondato l’Hospital de S. Miguel per volontà di Tomás Vidal Rei. Egli, in anticipo rispetto al periodo del grande flusso migratorio verso le Americhe, fece fortuna in Portorico e Guatemala. Una volta tornato a Tossa decise di finanziare la costruzione di un ospedale per i più poveri. Oggi ospita mostre temporanee e così siamo entrati per ammirare l’elegante patio interno.
Appena a lato sorge la Capilla de San Miguel con l’immagine in stile barocco del Santo sopra l’altare maggiore.
Iglesia Parroquial de San Vicente
Le vie strette e le case consumate dal tempo mi indicano la strada verso il nucleo antico di Tossa. Complice il periodo di bassa stagione, in giro ci siamo praticamente solo io e Cristina. È il periodo giusto quindi per “perdersi” nei vicoli e negli angoli silenziosi per scoprire gli scorci meno battuti dai turisti ma non per questo meno meritevoli di una visita.
Giungo così davanti alla Iglesia de San Vicente, costruita in stile neoclassico tra il 1755 ed il 1776. Impressionano le sue dimensioni e la capienza, questa probabilmente ben superiore al numero di residenti. Ciò forse è dovuto al fatto che venne costruita appena fuori dalle mura poiché quella precedente era ormai troppo piccola e scomoda da raggiungere per chi viveva fuori dal centro. Purtroppo, come molte altre chiese della regione, subì gravi danni durante la Guerra Civile e pertanto andarono perduti quadri e statue di notevole valore.
Capilla de la Virgen del socorro
È uno dei luoghi a cui gli abitanti sono maggiormente affezionati, in particolare i pescatori. La storia infatti narra che la Cappella, risalente al XVI° secolo, venne fatta costruire dal marinaio Antoni Caixa come segno di ringraziamento alla Madonna per averlo salvato da un naufragio. Il punto in cui sorge è altrettanto simbolico poiché all’epoca era il confine del territorio di Tossa e vi transitava la “strada Reale” che lo univa a Girona e Lloret.
Barrio Sa Roqueta e Can Ganga
Sono alle porte della città antica di Tossa ma una tappa a Sa Roqueta è d’obbligo. Questo è il quartiere dei pescatori, un dedalo di viuzze e scalinate dove il tempo pare essersi fermato e si respira ancora l’atmosfera dei secoli passati. Passeggiando per le sue strade si arriva davanti a Can Ganga, una tra le prime case di campagna che vennero costruite nel XVI° secolo fuori dalle mura. Ciò spiega la presenza di strutture difensive che permettessero di resistere ad un eventuale attacco dei pirati. Non mancano però certi elementi decorativi di rilievo come ad esempio le finestre gotiche.
Mi avvicino poi alle mura e noto la Cruz de término, un elemento simbolico che anticamente delimitava il confine di Tossa. È una croce gotica, risalente XIV°-XV° secolo, su cui spiccano:
- le terminazioni floreali a forma di giglio;
- i rilievi del Cristo crocefisso nella parte posteriore e della Vergine nella parte frontale;
- le figure di S. Pietro, patrono dei pescatori, e S. Benedetto, fondatore dell’omonimo ordine che in quell’epoca era il punto di riferimento della comunità, nel capitello appena sotto la croce.
La Vila Vella di Tossa de Mar
La visita si conclude nella città medievale di Tossa, racchiusa tra le mura di cui oggi si è conservato quasi tutto il perimetro originale del XIII° secolo con inclusi quattro torrioni e tre torri cilindriche. È l’unico esempio di questo tipo superstite in Catalogna e per tale motivo nel 1931 è stato dichiarato monumento storico-artistico nazionale.
L’accesso principale conduce nel patio de armas, la piazza da cui si può ammirare la torre de las horas, così chiamata poiché qui vi si trovava l’orologio pubblico. Le strade sono deserte e pure le piccole abitazioni sembrano essere disabitate. Così, nel silenzio che avvolge la cittadella medievale si sente soltanto il rumore dei nostri passi sul ciottolato della via in salita che conduce al Museo Municipale.
Proseguendo sulla medesima strada si giunge sulla collina da dove parte un sentiero che costeggia i resti delle mura e di alcuni edifici. Uno di questi è l’antica Iglesia de San Vicente, costruita in stile gotico nel XV° secolo sulle fondamenta di quella romanica precedente. Oggi è quasi interamente scoperta, fatta eccezione per l’abside e la sacrestia, e la collocazione a ridosso della scogliera ne fanno una sosta obbligata, sia di giorno che di sera.
Il percorso poi continua per arrivare al punto più alto, dove una volta sorgeva il Castello di Tossa. Oggi vi è invece il Faro (realizzato nel 1917) che ospita il Centro de Interpretación de los faros del Meditérraneo, un luogo imperdibile per gli appassionati del settore.
Ava Gardner e Frank Sinatra a Tossa de Mar
Gli anni successivi alla Guerra Civile e la dittatura franchista furono un periodo buio per la località. A rivitalizzarla ci pensò però il cinema, diventando la location (Esperanza) per il film “Pandora” del 1951. Diretto da Albert Lewin ed ispirato alla leggenda dell’Olandese Volante, venne interpretato da Ava Gardner e James Mason. Era l’epoca della relazione tra l’attrice e Frank Sinatra, motivo per il quale pure egli si fece vedere a Tossa durante le riprese.
Il film fu un successo per la città poiché le diede visibilità a livello internazionale aprendosi così al mondo del turismo. Gli abitanti ricordarono con molto affetto Ava perché conobbero una persona a modo e disponibile con tutti. Per questo le dedicarono una statua ad altezza naturale in Passeig del Mar 12, una piazzetta della città medievale che si costeggia quando si sale verso le rovine dell’antica chiesa parrocchiale.
Il film fece scalpore in Spagna a causa del dialogo in catalano tra i pescatori all’inizio della pellicola. Infatti, Franco aveva vietato l’uso di quella lingua e quindi è facile pensare che tale scena non sia stata ben accolta nei palazzi del potere.
Il Museo Municipal
È l’attrazione più conosciuta di Tossa e venne inaugurata il 1° settembre 1935 all’interno dell’ex casa del governatore. Il museo è considerato il primo in assoluto in Spagna per quel che riguarda l’arte contemporanea perché proprio in quegli anni la località era diventata una meta di richiamo per diversi artisti. Essi, attirati dal fascino senza tempo e dalla tranquillità della zona, tornarono varie volte oppure vi si stabilirono addirittura, come nel caso di Chagall, Masson e Kars. Gli inizi degli anni ’30 furono il periodo di massimo splendore della città che divenne pertanto il punto di riferimento artistico sulla scena internazionale. Purtroppo lo scoppio della Guerra Civile lo interruppe bruscamente, fortunatamente un gruppo di intellettuali decise di fondare un museo dove raccogliere e custodire quanto era stato creato fino a quel momento.
Grazie a ciò, oggi si può ammirare una notevole collezione d’arte, inclusa sezione dedicata a Chagall, oltre a diversi resti originali della città romana di Els Ametllers.
Appena a lato dell’edificio, ai piedi della torre del homenaje, si intravede un piccolo passaggio nelle mura. Esso conduce in uno degli angoli più suggestivi di Tossa, la spiaggia di Es Codolar, con la sua acqua color turchese.
Tossa de Mar mi ha conquistato in poche ore, tra le sue vie e le case bianche ho ritrovato un po’ della magia che avevo lasciato a Cadaqués l’anno precedente. A ciò va aggiunta la cittadella fortificata, un incrocio di strade e piazzette protetto dalle mura e dalle torri che hanno resistito al passare dei secoli come spettatori dello sviluppo demografico ed urbanistico di una delle località più affascinanti della Spagna.
Infine, un ringraziamento va all’ufficio del turismo ed a Cristina, “guida personale” della giornata che mi ha portato alla scoperta della storia e dei luoghi da non perdere di questo angolo di Costa Brava.