Testimonianze di un passato reale, natura incontaminata, il massiccio montuoso più esteso delle Alpi, aria pulita ed ottima cucina. Questi sono gli ingredienti che hanno condito il weekend lungo che ho trascorso con mio padre in Valle d’Aosta, per l’esattezza a Gressoney-La-Trinité.
Questa località conta poco più di 300 abitanti, sorge ad un’altitudine di 1.635 m e si estende ai piedi del monte Rosa. Dal versante meridionale di questa catena montuosa, occupato dal ghiacciaio del Lys, si origina il torrente omonimo che attraversa l’intera vallata per poi immettersi nella Dora Baltea.
Da Gressoney partono diversi impianti di risalita che conducono ad una quota massima di 3.260 m (Punta Indren) e che permettono agli escursionisti di compiere trekking più o meno impegnativi immersi in una cornice paesaggistica davvero invidiabile.
Prima di raccontare le attività fatte nei 2 giorni pieni a disposizione, ecco i miei suggerimenti su dove dormire e dove mangiare a Gressoney-La-Trinité.
NB: ci siamo concessi questa breve vacanza a metà settembre, al termine dunque della stagione estiva. Va precisato perché ciò comporta che alcuni impianti così come diverse strutture ricettive fossero già chiusi. L’aspetto positivo è l’assoluta tranquillità data da un numero decisamente inferiore di turisti.
Il nostro programma in breve:
- Trekking a Sant’Anna;
- Escursione da Stafal al Passo dei Salati;
- Tour guidato del Castel Savoia;
- Visita del Forte di Bard.
1) Trekking a Sant’Anna
Il tempo un po’ incerto del sabato mattina non ci ha scoraggiato dal fare una prima e breve escursione, priva di difficoltà rilevanti e classificata infatti come “Turistica“.
Dalla località Staffal si imbocca la strada sterrata che parte appena a lato dell’Oratorio della Madonna delle Nevi. Si prende quota tramite una serie di tornanti e gradualmente la vista si apre su Gressoney e soprattutto il massiccio del monte Rosa.
Si può godere di un suggestivo scorcio frontale sul ghiacciaio del Lys, da dove si origina il torrente omonimo che attraversa la valle, delimitato da alcune delle cime più elevate della catena montuosa: il Lyskamm occidentale, 4.477 m, ed il Lyskamm orientale, 4.532 m.
Dopo poco più di un’ora di cammino, il punto di arrivo è il pianoro di Sant’Anna, posto a 2.180 m di altezza. Chi vuole evitare questo tratto può prendere la funivia che parte da Stafal, che per nostra “sfortuna” avevo chiuso il weekend precedente.
A pochi metri dalla stazione sorge il ristorante Jutz, anch’esso chiuso. Da qui partono altri sentieri diretti ad esempio al Colle Bettaforca (raggiungibile anche in seggiovia da Sant’Anna) oppure ai laghetti del Saler.
Prima di fare marcia indietro ci siamo concessi una sosta dinnanzi alla piccola Cappella di Sant’Anna, costruita nel 1726 su di un ampio terreno erboso affacciato sulla valle del Lys.
2) Escursione da Stafal al Passo dei Salati
Siamo rientrati a Gressoney per prendere l’impianto di risalita che si trova poco prima della partenza della strada forestale per Sant’Anna.
Il comprensorio è costituito da tre tronconi:
- cabinovia da Stafal a Gabiet (2.318 m);
- cabinovia da Gabiet a Passo dei Salati (2.971 m);
- funivia da Passo dei Salati a Punta Indren (3.260 m).
Per quel che riguarda l’estate 2024, era quello che stava aperto più a lungo, dal 1° giugno al 15 settembre. Da tenere a mente che tutti gli impianti chiudono tra le 12:30 e le 13:45-14. Maggiori informazioni su orari e tariffe sono consultabili sul sito internet di Monte Rosa Ski.
Nel nostro caso, dato il poco tempo a disposizione abbiamo preferito avere una panoramica della zona invece di fare un vero e proprio trekking.
Scesi dalla prima cabinovia abbiamo raggiunto in circa quindici minuti il lago Gabiet, originatosi da una diga innalzata tra il 1919 ed il 1923 in una splendida conca da cui lo sguardo si posa su alcune delle vette del massiccio del Rosa: Breithorn, Castore, Polluce e Lyskamm.
Nei suoi dintorni sorgono diversi posti dove pranzare, ad esempio noi ci siamo fermati al rifugio Gabiet.
Con la seconda cabinovia siamo saliti al Passo dei Salati, a quasi 3.000 m di quota, un valico alpino al confine tra la valle di Gressoney e la Valsesia (dove ero stato qualche anno prima, ne parlo qui), dunque tra la Valle d’Aosta ed il Piemonte.
Durante la stagione estiva è il punto di partenza degli escursionisti provenienti dalle due vallate diretti sul massiccio del Rosa. La vicina funivia di Punta Indren consente di raggiungere i rifugi Mantova, Gnifetti e la celebre Capanna Margherita, che posta a 4.556 m di quota è il rifugio più alto d’Europa.
Essa la si può scorgere anche dal crinale dei Salati, meteo permettendo.
3) Tour guidato del Castel Savoia
La domenica mattina ci trasferiamo nella vicina Gressoney-Sant-Jean, località a 1.385 m di altezza la cui storia è legata alla comunità di origine tedesca dei Walser.
Il simbolo del paese è senza dubbio il Castel Savoia, edificio dallo stile eclettico fatto erigere dalla Regina Margherita come sua residenza estiva. Immerso in bosco di larici con tanto di giardino botanico, venne costruito tra il 1899 ed il 1904 utilizzando materiali della valle, quali ad esempio la pietra da taglio grigia estratta dalle cave dei comuni di Chiappey e Gaby.
La Regina commissionò i lavori ai migliori architetti, ebanisti e decoratori dell’epoca. Il risultato fu un edificio da favola, dotato dei comfort più moderni (elettricità, termosifoni…) inimmaginabili persino per altre famiglie reali europee.
I visitatori odierni possono ammirare arredi, soffitti in legno, pavimenti e decorazioni originali per poi scoprire il perché la regnante dei Savoia abbia scelto questa location.
Il castello infatti sorge ai piedi del monte Ranzola, nella località conosciuta come “Belvedere”. La terrazza, la veranda e la biblioteca privata godono di una perfetta vista frontale sul ghiacciaio del Lys. Se il panorama lascia già senza fiato oggi, bisogna provare ad immaginare che emozione potesse suscitare cent’anni fa, quando la distesa bianca era decisamente più estesa.
Castel Savoia è aperto tutto l’anno (esclusi il 25 dicembre ed il 1° gennaio) con orario variabile a seconda del periodo di alta/bassa stagione. La visita è guidata, con ingressi contingentati, e dura un’ora circa. Per saperne di più vi rimando alla pagina dedicata dell’Ente del Turismo della Valle d’Aosta.
Il legame tra la Regina Margherita e Gressoney
La Regina frequentava questa località valdostana già dal 1889, ospite del Barone Peccoz.
Grande appassionata di montagna, accompagnata e guidata proprio dal nobile tedesco raggiunse punta Gnifetti, una tra le cime più alte del monte Rosa. Inoltre, il 18 agosto 1893 presenziò all’inaugurazione della Capanna Margherita a lei intitolata.
La morte per infarto di Luigi Beck-Peccoz, avvenuta l’anno successivo, mentre si accingevano ad attraversare il massiccio del Rosa per scendere poi a Zermatt, fu per lei un evento traumatico. E così, pur continuando a trascorrere le sue estati a Gressoney – fino alla scomparsa il 4 gennaio 1926 – decise di abbandonare l’alpinismo.
Margherita si fece ben volere dai gressonari perché portò lavoro e benessere oltre a dimostrarsi assolutamente rispettosa della cultura locale. Basti pensare che si vestiva sempre con gli abiti tradizionali e, invece di usufruire di una cappella privata per il culto, preferiva recarsi nella chiesa parrocchiale del paese.
L’odierna “passeggiata della Regina” si snoda lungo il percorso che faceva abitualmente e collega il castello al lago Gover.
4) Visita del Forte di Bard
Lasciata alle spalle la valle del Lys, prima di entrare in autostrada per tornare a casa decidiamo di fare una deviazione per visitare il vicino Forte di Bard, distante poco più di 30 Km da Gressoney.
Si tratta di uno dei luoghi simbolo della Valle d’Aosta perché sorge sulla cima di un promontorio roccioso, a quasi 400 m di altezza, in una posizione che si è rivelata strategica nel corso della sua storia. Lo si osserva molto bene anche dall’autostrada e difatti me lo ricordavo quando, qualche anno fa, ero stato in vacanza a Courmayeur.
Ha origini antichissime, probabilmente il nucleo originale risale al secolo VI.
La sua fama crebbe enormemente con i Savoia, che lo convertirono in un fondamentale avamposto difensivo. La sua utilità divenne evidente nel corso della Guerra di successione spagnola, quando nel 1704 Vittorio Amedeo II riuscì ad ostacolare l’avanzata francese in Italia.
Nel 1800 il forte fermò nuovamente l’avanzata dei francesi, questa volta guidati da Napoleone Bonaparte. Egli, risentito dalla difesa strenua condotta dall’esercito austro-piemontese, ne ordinò la distruzione in modo da poter procedere con la sua campagna d’Italia.
Il forte di Bard così come lo vediamo noi è opera dell’ingegnere militare Antonio Francesco Olivero, che ricevette da parte di Carlo Felice di Savoia l’incarico di ricostruirlo. Ci vollero otto anni per la sua realizzazione, dal 1830 al 1838.
Nel secolo XIX cadde in disuso e poi venne convertito in carcere militare. Divenuto proprietà della regione a partire dal 1975, venne restaurato ed inaugurato come polo museale nel 2006.
Il complesso monumentale è accessibile a piedi, tramite strada panoramica che si inerpica sulla rocca superando i vari “livelli”, oppure con gli ascensori che partono dal borgo e dai parcheggi circostanti.
Non solo il forte di Bard è il luogo ideale da visitare quando piove in Valle d’Aosta, è infatti un polo culturale di grande importanza dato che ospita cinque musei fissi oltre ad essere sede di mostre temporanee. Per questo motivo vale la pena ritagliarsi come minimo 2-3 ore per la visita, a seconda del numero di esposizioni che si intende vedere.
Nel nostro caso ne abbiamo scelte un paio.
Museo delle Alpi
È forse quello più famoso ed è allestito nella parte più elevata del forte, nei pressi del bar/ristorante.
La protagonista indiscussa è la montagna, nello specifico le Alpi appunto, e racconta come l’essere umano nel corso dei secoli abbia interagito con la flora e la fauna tipiche di questo ambiente.
Il percorso si snoda per 25 sale ed è adatto alle famiglie con bambini grazie al sapiente utilizzo di suoni, proiezioni e video.
Le prigioni del Forte
Vi sono 24 celle di dimensioni ridotte che testimoniano le condizioni precarie nelle quali vivevano i prigionieri delle svariate epoche.
Lo spazio espositivo narra la storia del Forte di Bard dall’anno Mille sino ai giorni nostri. Oggetti, documenti, filmati e riproduzioni 3D mostrano le differenti fasi di sviluppo – e declino – di questa struttura difensiva. Parallelamente ci si sofferma su alcuni dei personaggi e delle vicende storiche più celebri, tra tutte l’assedio di Napoleone e la successiva distruzione di Bard.
Il forte è aperto tutto l’anno ad eccezione dei lunedì e del 25 dicembre. Gli orari variano leggermente a seconda dei giorni della settimana, dalle 10 alle 18 (alle 19 di sabato, domenica e festivi).
I biglietti di ingresso si possono comprare online ed hanno prezzi diversi a seconda del numero di musei/mostre che si vogliono includere nella visita. L’elenco dei pacchetti è disponibile nella relativa pagina di acquisto.