Durante il mio soggiorno nell’Aberdeenshire ho deciso di fare una gita nella regione del Moray, famosa soprattutto perché comprende al suo interno il territorio dello Speyside, il cuore della produzione del whisky scozzese.
“La pioggia di oggi è il whisky di domani.”
(traduzione da un popolare detto scozzese)
Non essendo io però un grande amante di questo distillato, ho preferito visitare Elgin, capoluogo del Moray e celebre per le rovine della Cattedrale fondata nel 1224. Con il tempo avuto a disposizione ho potuto esplorare anche il resto della cittadina, il cui centro storico è compatto e lo si gira tranquillamente a piedi in poco tempo.
Come raggiungere Elgin da Aberdeen oppure Inverness
Questa località sorge tra Aberdeen ed Inverness, lungo la A96, una delle arterie stradali più importanti della Scozia settentrionale che collega appunto le due città.
La distanza da Aberdeen è di 65 miglia, ossia circa 104 Km; mentre da Inverness è di 38 miglia, cioè 61 Km.
Considerato tutto quello che c’è da vedere, 2 o 3 ore sono sufficienti dunque potreste valutare Elgin come tappa durante un itinerario on the road nella zona di Inverness.
Il capoluogo del Moray è anche servito da autobus e treni, nel mio caso ho preferito il primo mezzo di trasporto potendo usufruire dell’abbonamento settimanale con Stagecoach.
Da Aberdeen sono operative due linee: la M96 (diretta ad Inverness), che impiega un paio d’ore facendo meno fermate, e la n 10 che effettua fermate aggiuntive con tempi di viaggi superiori alle due ore e mezza.
Con il treno si fa un po’ prima, gli orari e le tariffe sono consultabili sul sito di ScotRail.
Cosa fare e vedere ad Elgin in un giorno
La stazione degli autobus si trova a meno di cinque minuti a piedi dalla High Street, la via centrale di Elgin su cui si affacciano la maggior parte dei negozi e ristoranti della cittadina.
I luoghi di maggior interesse si concentrano in questa zona, solamente la Cattedrale sorge appena fuori, a circa dieci minuti di cammino.
Lady Hill
Il mio tour comincia da questa collinetta, un luogo simbolico che racconta l’inizio della storia di Elgin.
Nel 1040, a Pitgaveny, a poche miglia a nord da qui si scontrarono le truppe di Duncan I, re di Scozia, e Macbeth. Il sovrano venne ferito in battaglia dallo stesso Macbeth e, morente, venne portato al castello che sorgeva sulla Lady Hill.
Il vincitore salì sul trono di Scozia e vi rimase sino alla morte, nel 1057.
È interessante notare come invece nella tragedia di Shakespeare i fatti storici siano stati “rivisitati” dato che Duncan viene ucciso nel castello di Macbeth ad Inverness.

Nel 1130, re Davide I conquistò il Moray ed ordinò la costruzione di un castello più possente in pietra sulla Lady Hill. Conseguentemente il paese iniziò a svilupparsi ai piedi della collina sino ad ottenere il riconoscimento di “Borgo reale”.
Una scalinata ed un breve sentiero conducono sulla cima del rilievo.
Del castello dl Elgin restano solo alcuni muri di pietra e dunque chi li osserva oggi può soltanto immaginare quello che era il centro del potere reale nella Scozia settentrionale.
L’edificio venne danneggiato nel 1296, durante le Guerre di Indipendenza e, dopo essere stato conquistato dagli inglesi, nel 1308 gli scozzesi se ne riappropriarono decidendo poi di distruggerlo per evitare che i nemici potessero riprenderne il controllo.
La Lady Hill è dominata da una colonna alta 25 m e facilmente riconoscibile nello skyline di Elgin. Il monumento venne eretto nel 1839 in onore del quinto Duke of Gordon, George.

Secondo la tradizione, ogni notte allo scoccare della mezzanotte il Duca “abbandonerebbe” la sua colonna per scendere in città ed abbeverarsi nella poco distante sorgente dedicata alla Vergine Maria (Well of our Lady).
Nei pressi delle fondamenta del castello vi è una panchina da cui ammirare lo splendido panorama sulla città. Una targa commemora la visita ad Elgin del “bardo scozzese”, Robert Burns, avvenuta nel 1787.

Thunderton House
Percorrendo il primo tratto della High Street, prima di raggiungere il cuore di Elgin faccio una deviazione sulla destra per osservare da fuori il palazzo più antico del centro storico.
In seguito alla distruzione del castello, Thunderton House venne scelta per accogliere i reali in visita in città. Tra gli ospiti illustri vi furono ad esempio Maria Stuarda e Bonnie Prince Charlie.
Nel 1746, appena prima della battaglia di Culloden contro l’esercito governativo, Carlo Edoardo Stuart si fermò quì per riprendersi dall’influenza.
Nel corso dei secoli questa dimora ha svolto diverse funzioni (chiesa, frantoio, ostello etc..), attualmente vi è un pub.

High Street
La piazza centrale di Elgin è da 700 anni il luogo di incontro dei suoi abitanti e di ogni scambio commerciale.
Del suo impianto medievale è rimasto molto poco, la gran parte degli edifici odierni risale infatti agli interventi urbanistici effettuati all’inizio del secolo XIX.
Ne è un esempio la fontana costruita nel 1846 sulle fondamenta dell’antica prigione. A tal proposito, l’ultima esecuzione pubblica avvenne nel 1834, con l’impiccagione di William Noble ritenuto colpevole di omicidio ed altri reati minori.
La Chiesa di St Giles invece ha presidiato la piazza sin dalla fine del secolo XII.
Dopo la Riforma del 1560 divenne episcopale e poi presbiteriana. A partire dal 1621 addirittura fu entrambe ed un muro divisorio venne eretto all’interno. L’edificio attuale risale al 1826 e riprende il classico tempio greco.

Un elemento urbano caratteristico di Elgin è la presenza dei close, ossia delle viuzze laterali – simili ai caruggi di Genova anche se questi sono più stretti – su cui si affacciano case addossate l’una all’altra.
L’atmosfera tranquilla che si respira oggi stride con un passato decisamente più animato, con diverse famiglie che vivevano e lavoravano in spazi ristretti.

Cooper Park
Una camminata di una decina di minuti conduce dalla High Street all’ingresso dell’attrazione più famosa della città, ossia i resti della Cattedrale.
Durante il percorso si attraversa il polmone verde di Elgin, il Cooper Park, con i suoi sentieri ed aree giochi per le famiglie con bambini.

Cattedrale di Elgin
Una volta giunti dinnanzi ai resti della Elgin Cathedral, non si può che restare a bocca aperta… letteralmente in “religioso silenzio”!
Le rovine, seppur imponenti, lasciano solo immaginare ai visitatori quale fosse la meraviglia architettonica di una delle cattedrali medievali più belle della nazione, utilizzata dai vescovi del Moray. In quanto a grandezza fu seconda soltanto a quella di St Andrews, nel Fife, appena a nord di Edimburgo (ne parlo in questo articolo).

I due templi religiosi erano abbastanza simili ed avendo visto entrambi, alla fine ho preferito Elgin. I motivi principali sono due: le sue rovine mi hanno impressionato maggiormente ed ho trovato decisamente molti meno turisti, così che mi sono goduto meglio la visita.
Il tour comincia con una breve introduzione fatta dal personale. Io sono stato fortunato perché ho incontrato una signora, Veronica, di origine argentina e parlava un po’ l’italiano.
La cattedrale venne fondata nella prima metà del 1200 ed i due incendi avvenuti nel 1270 e nel 1390 causarono gravi danni ma allo stesso tempo consentirono di rinnovare ed allargare il complesso religioso, la cui importanza era andata aumentando nel corso degli anni.
Ad esempio, fu raddoppiata la lunghezza del coro e vennero aggiunti dei corridoi laterali lungo la navata centrale. Il tempio venne adornato di elementi decorativi di grande pregio ed ampie vetrate colorate.
Da qui si originò il soprannome di “Lanterna del nord”: le sue dimensioni e la luce che filtrava dalle finestre la rendevano facilmente visibile e riconoscibile da lontano.

Con la Riforma Protestante del 1560, la Cattedrale venne saccheggiata dei suoi tesori ed iniziò così il suo declino, culminato due secoli dopo con il crollo del tetto.
Fortunatamente, nei primi anni dell’800 un calzolaio di Elgin, John Shanks, particolarmente devoto a questo luogo cominciò a scavare nelle macerie riuscendo a recuperare diverse sculture. Grazie a lui, che divenne il “guardiano della Cattedrale”, si mise in moto un processo che portò alla tutela di questo monumento storico ed alla sua valorizzazione come attrazione turistica.
Un’iniziativa pionieristica per l’epoca ma che successivamente sarebbe stata replicata con successo altrove in Scozia.

Molti dei reperti venuti alla luce sono esposti nel piccolo “museo cattedralizio”, attraverso il quale si può accedere alla terrazza panoramica rivolta sulla navata centrale “a cielo aperto”. La salita è tramite una scala a chiocciola abbastanza stretta. Per chi non se la sentisse vi è una sala al piano terra dove viene proiettato un filmato con la vista aerea sulla cattedrale.

Dall’alto si può vedere come, in origine, l’area del tempio religioso comprendesse anche una porzione dell’attuale Cooper Park ed alcuni degli edifici esistenti ancora oggi.
L’unico ambiente rimasto praticamente intatto è la sala capitolare, con la colonna centrale ed una serie di pregevoli volte. In loco sono presenti diversi opuscoli informativi, anche in italiano.
Come mi ha spiegato Veronica all’inizio, i muri parzialmente anneriti sono dovuti ai fumi provenienti dal birrificio (non più attivo) che sorgeva a poca distanza dalla cattedrale.

Camminando tra le tombe del cimitero che si estende ai lati dell’edificio si raggiunge il prato (con tavolini da picnic) da cui si ha una magnifica vista d’insieme della parte posteriore della Cattedrale, certamente non meno affascinante di quella anteriore.
Concludo segnalando che questa attrazione è di proprietà di Historic Scotland e l’ingresso è gratuito per i possessori dell’Explorer Pass.
Suggerisco sempre di consultare la pagina dedicata sul sito internet per verificare gli orari di apertura, suscettibili di cambiamenti dato che sono in corso degli interventi di restauro e messa in sicurezza.
