Un aspetto della storia della Scozia che mi ha appassionato in tutti questi anni è la ribellione giacobita del 1745-1746 guidata da Carlo Edoardo Stuart, soprannominato all’epoca il Giovane pretendente.
Un interesse che mi ha spinto anche in Inghilterra, alla scoperta delle tracce ancora esistenti di quella fase turbolenta che ha coinvolto le due nazioni del Regno Unito. Da questo punto di vista, Derby è stata la mia ultima tappa dopo che in precedenza ero stato a Carlisle, Preston e Manchester (itinerario consultabile qui).
Tornando però a Carlo Edoardo, il suo obiettivo era di riportare sul trono del regno di Scozia ed Inghilterra un membro della dinastia Stuart di fede cattolica, nello specifico suo padre Giacomo Francesco Edoardo.
Infatti, la Gloriosa Rivoluzione del 1688-1689 indotta dai parlamenti dei due paesi aveva causato la deposizione del nonno, Giacomo VII di Scozia (e II d’Inghilterra), accusato di dispotismo e di essere eccessivamente favorevole al cristianesimo.
Ecco perché sali al potere non il primogenito Giacomo Francesco Edoardo Stuart bensì la figlia Maria II, di fede protestante, supportata dal marito Guglielmo III d’Orange.
La campagna militare di Carlo Edoardo Stuart, figlio proprio di Giacomo Francesco Edoardo e conosciuto da tutti come Bonnie Prince Charlie, partì il 19 agosto 1745 con lo sbarco sulle coste del loch Shiel vicino a Glenfinnan, nelle Highlands occidentali (ne parlo in questo articolo).
Arrivo a Derby, dicembre 1745
L’avanzata fu veloce, con la conquista di Edimburgo a settembre e l’invasione dell’Inghilterra a partire da novembre.
Le truppe giacobite, composte principalmente dai membri di svariati clan delle Highlands, poterono approfittare di un esercito britannico ridotto in quel momento ai minimi termini essendo impegnato nella complicata guerra contro la Francia.
Anche per questo motivo, la casa regnante degli Hannover non godeva di un grande appoggio popolare.
Il piano di Carlo Edoardo Stuart era di marciare verso Londra e fu così che il mattino del 4 dicembre 1745 raggiunse Derby.
L’accoglienza non fu particolarmente ostile, anche perché la cittadina contava circa 6.000 abitanti mentre l’esercito del giovane pretendente contava tra le 5.000 e 9.000 unità. È facile immaginare lo stupore delle persone nell’osservare degli Highlander vestiti con i loro abiti tradizionali ed ascoltarli parlare una lingua sconosciuta come il gaelico.
I giacobiti transitarono per Sadler Gate, ieri come oggi una delle aree principali del centro città, alla ricerca di alloggi.

Una locanda, all’epoca conosciuta The George mentre oggi si chiama Jorrocks (ed è un pub), serviva da quartier generale del Duca del Devonshire a sostegno dell’esercito inglese.
Una dimostrazione dunque del fatto che l’avanzata dei giacobiti era ormai vista con molto timore dal governo.

Il consiglio di guerra
La situazione sembrava assolutamente favorevole a Bonnie Prince Charlie.
Si trovava a meno di 200 Km da Londra, il suo esercito era in buona salute ed era stato annunciato l’arrivo di aiuti economici e militari dalla Francia, sia a breve che a lungo termine.
Tuttavia, il 5 dicembre giunsero informazioni allarmanti riguardanti l’avvicinamento delle truppe governative guidate dal Duca di Cumberland, superiori in numero e capacità militari rispetto ai giacobiti.
Venne dunque convocato il consiglio di guerra presso l’Exeter House e fu soprattutto uno dei comandanti, Lord George Murray, a sostenere la necessità di una ritirata provvisoria in attesa dei rinforzi promessi dalla Francia.
Alla fine egli ebbe la meglio e dunque nelle prime ore del 6 dicembre i giacobiti lasciarono Derby per tornare in Scozia.
Carlo Edoardo Stuart si mostrò assai contrariato e deluso, convinto com’era di dover proseguire visto che la conquista del tanto agognato trono era ormai vicina.
“In future, I shall summon no more councils, since I am accountable to nobody for my actions but God and to my father, and therefore I shall no longer either ask or accept advice.”
L’Exeter House venne demolita nel 1854 ma all’interno del Derby Museum & Art Gallery (visita gratuita) è stata ricreata la stanza con i pannelli in quercia originali. Anche il resto degli arredi risale alla medesima epoca.

Le conseguenze della ritirata per i giacobiti
Furono decisamente nefaste.
Per cominciare, le informazioni inerenti al rapido avvicinamento del Duca di Cumberland si rivelarono inesatte. Egli infatti si trovava ancora alle porte di Coventry, quindi a circa 90 Km di distanza.
Pertanto, se si fosse seguita la linea di Carlo Edoardo Stuart, la marcia verso Londra e la conseguente presa del potere molto probabilmente sarebbero avvenute con successo.
Invece, la ritirata rovesciò le sorti – sino a quel momento favorevoli – della ribellione giacobita.
I rinforzi promessi dalla Francia non arrivarono, se non in maniera assai ridotta, il suo esercito ottenne ancora alcune vittorie ma ormai era sfiancato mentre, al contrario, quello governativo comandato dal Duca di Cumberland si era riorganizzato e rinforzato.
L’epilogo si ebbe il 16 aprile 1746 con la battaglia di Culloden (vicino ad Inverness), l’ultima ad essere combattuta sul suolo britannico, in cui gli strascichi della ritirata di Derby si fecero ancora sentire.
Infatti, fu sempre Lord George Murray a consigliare – questa volta correttamente – di evitare lo scontro frontale su di un tipo di terreno, la brughiera di Culloden Moor, non adatto alla tattica militare degli highlander.
Ma Carlo Edoardo Stuart, memore di quanto avvenuto nel dicembre precedente, non gli prestò ascolto e purtroppo lo scontro si risolse in meno di un’ora con la sconfitta totale dei ribelli giacobiti e la vendetta senza appello dell’esercito governativo. Fu in questo contesto che il Duca di Cumberland ricevette il ben poco onorevole soprannome di “macellaio“.
Tratto dettagliatamente di Culloden, delle sue conseguenze e dei luoghi della visita in questo articolo specifico.
Nel dicembre 1995, in occasione del 250esimo anniversario dell’occupazione giacobita, nei pressi del parco situato alle spalle della cattedrale di Derby venne installata una statua in bronzo raffigurante Bonnie Prince Charlie a cavallo.
E, nella targa, una semplice scritta:
“It was a noble attempt.”
Dr Samuel Johnson

Come arrivare a Derby (in treno)
Fondata dai romani con il nome di Derventio in un territorio occupato precedentemente da sassoni e danesi, sorge nel cuore dell’Inghilterra centrale e quindi è facilmente raggiungibile da diverse città come ad esempio Nottingham (25 Km) e Manchester (100 Km).
Per quel che mi riguarda, trovandomi a Birmingham per visitare i luoghi di Ozzy Osbourne e dei Black Sabbath mi sono organizzato viaggiando in treno partendo dalla stazione di New Street.
La distanza tra le due destinazioni è prossima ai 65 Km ed il trasferimento dura tra i 40-50 minuti a seconda del numero di fermate effettuate. Ben si presta quindi per un’escursione di mezza giornata come lo è stata per me. Dalla stazione ferroviaria di Derby si giunge in centro in 10-15 minuti a piedi.
Orari, tariffe e biglietti online sono disponibili sul sito internet di National Rail.


