Il Palazzo Imperiale di Vienna, l’Hofburg, è stato il centro del potere austriaco per oltre sei secoli. Fu infatti la residenza degli Asburgo, una delle più importanti famiglie reali europee che nel corso della sua storia occupò il trono del Sacro Romano Impero e di territori che oggi corrispondono a nazioni quali Italia, Ungheria, Spagna e Portogallo.
Tra i luoghi di interesse che si possono visitare nell’Hofburg vi è la Camera del Tesoro Imperiale, simbolo visibile del potere che gli Asburgo ebbero in Europa per oltre mille anni.
Le sale custodiscono la principale collezione di oggetti reali medievali: corone, stendardi, paramenti sacri, gioielli, artefatti dal valore inestimabile ed alcuni elementi “curiosi” legati all’unicorno ed addirittura al Sacro Graal.
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Si chiama “Il mio viaggio a Vienna“, vi aspetto anche lì 😉
Visita del Tesoro Imperiale di Vienna: dove si trova, orari e biglietti
Il museo – in tedesco Kaiserliche Schatzkammer – si affaccia sul Cortile degli Svizzeri (Schweizerhof), nell’ala più antica del complesso dell’Hofburg. Vi si giunge superando l’ingresso agli Appartamenti Imperiali di Sissi ed il cortile interno contiguo.
Per chi arriva con i mezzi pubblici, tra le opzioni più comode vi sono la metropolitana (linee U2-U3) ed il tram D. Dalla Stephansplatz e dal Duomo di Vienna si può arrivare tranquillamente a piedi in un quarto d’ora.
Gli orari di apertura sono dalle 9 alle 17:30, il giorno di chiusura è il martedì.
Le tariffe (aggiornate al maggio 2024) sono le seguenti:
- adulti, 16 €
- over 65 e studenti dai 19 ai 25 anni, 12 €
- possessori della Vienna City Card, 15 €
L’ingresso è gratuito per i minori di 19 anni e con la tessera Vienna Pass. L’audio guida si può noleggiarla in loco.
Ho comprato il mio biglietto d’ingresso sul sito partner Tiqets potendo così usufruire dell’accesso salta-fila.
Segnalo inoltre che è possibile acquistare il biglietto cumulativo “Tesoro Imperiale+Museo di storia dell’arte” a prezzo scontato: 29 €, mentre i costi degli ingressi singoli sarebbero rispettivamente 16 € e 21 €. Il secondo, il Kunsthistoriches Museum, è stato inaugurato nel 1891 ed è uno dei più antichi e ricchi musei al mondo.
Cenni storici
La collezione così come la si vede al giorno d’oggi è il risultato dell’acquisizione di documenti ed oggetti di valore portata avanti dai vari imperatori che si sono succeduti sul trono asburgico.
Tale processo è cominciato agli inizi del secolo XIV e solamente durante il regno di Leopoldo I (sec. XVII-XVIII) si ha il primo inventario dettagliato dei reperti storici conservati nell’ala dell’Hofburg progettata appositamente per accogliere tale patrimonio.
Durante le Guerre Napoleoniche, per ragioni di sicurezza i tesori del Sacro Romano Impero custoditi a Norimberga ed Aquisgrana vengono trasferiti a Vienna.
Con la proclamazione dell’Impero Austriaco nel 1804, lo stemma asburgico di inizio secolo XVII diventa il nuovo simbolo ufficiale a discapito del Sacro Romano Impero che ha appena cessato di esistere.
Camera del Tesoro Imperiale di Vienna: cosa vedere
La visita, che nel mio caso si è protratta per 2 ore abbondanti, si snoda lungo un percorso che parte dagli albori della monarchia asburgica.
A partire dal 1282 il suo potere si espanderà verso le terre ereditarie comprendenti alcune porzioni di territorio dell’odierna Germania meridionale, dell’Italia, della Slovenia e della Croazia. Nel 1526 si aggiungeranno l’Ungheria e la Boemia.
Tra i numerosi artefatti esposti ve ne sono alcuni che primeggiano per valore artistico e rilevanza storica e sono opportunamente segnalati. Nelle prossime righe mi soffermo su quelli che mi hanno colpito maggiormente.
È il caso della corona del Sacro Romano Impero che Rodolfo II d’Asburgo fece realizzare per se stesso nel 1602. Successivamente, diverrà il simbolo ufficiale dell’Impero Austriaco.
Oltre alla corona, allo scettro ed al globo, nel 1830 vennero aggiunti altri elementi per Francesco I d’Austria come ad esempio il mantello imperiale.
Parlando di Italia, il Regno Lombardo-Veneto fu una delle “novità” a livello europeo portate dal Congresso di Vienna convocato dopo la sconfitta definitiva di Napoleone. Le due capitali, Milano e Venezia, furono poste sotto il controllo degli Asburgo e dell’imperatore Ferdinando I.
Nel 1838 si fece incoronare sovrano del nuovo stato ma il suo regno durò poco a causa delle rivolte che avrebbero poi portato all’unificazione dell’Italia. Anche per questo motivo a Vienna si sono conservati soltanto il mantello e la spada dell’incoronazione mentre la Corona ferrea si trova oggi nella Cappella Teodolinda del Duomo di Monza.
Tra i pezzi di maggior valore che si possono ammirare vi è la culla del Re di Roma, realizzata con 280 Kg di argento. Fu donata dalla città di Parigi a Napoleone ed alla moglie Maria Luisa d’Austria nel 1811 in occasione della nascita del figlio ed erede al trono Francesco Giuseppe Carlo.
Tra i pezzi più pregiati della collezione imperiale vi è pure un armadio in legno in stile neo-barocco. Qual è il valore di quello che sembra un “normale” elemento di arredo?
Semplice, nei suoi cassetti sono riposte 139 chiavi che aprono altrettante tombe degli Asburgo. La maggior parte di queste sono ubicate nella Cripta degli Imperatori situata al piano interrato della Chiesa dei Cappuccini, a pochi passi dal Duomo di Santo Stefano (ne parlo in questo articolo).
Altri membri della casa reale sono seppelliti in città quali ad esempio Bolzano, Mantova, Seckau e Linz.
È poi la volta dei gioielli del Tesoro Imperiale. Si tratta di oggetti come collane, fermagli e braccialetti che i membri degli Asburgo usavano ed indossavano per mostrare tutto il loro potere.
Impossibile non rimanere incantanti davanti allo smeraldo Unguentarium che, con i suoi 2.680 carati, è uno dei pezzi più famosi della collezione. Definire il suo valore è difficile, quasi certamente è inestimabile, anche ai giorni nostri.
Dal conflitto generatosi tra l’Imperatore Rodolfo II d’Asburgo ed i protestanti ungheresi, supportati dall’Impero Ottomano, nasce la Corona Dorata usata dal principe István Bocskay per autoincoronarsi Re dell’Ungheria nel 1605.
La corona, realizzata dagli orefici turchi, ha una forma che si ispira alla mitra indossata dai vescovi orientali.
All’imperatore Ferdinando I (1503-1564) si devono i due tesori esposti nella sala successiva, da egli stesso considerati incedibili a qualunque costo.
Il primo è la Coppa d’agata, probabilmente prodotta a Costantinopoli. Fin dall’antichità la sua fama è legata alla leggenda del Sacro Graal. Infatti, esponendo l’oggetto alla luce, sulla superficie della pietra si scorge la scritta “Xristo”.
Dal lato opposto della stanza si osserva quello che per molto tempo è stato ritenuto essere il corno dell’unicorno. Tale creatura leggendaria era considerata un’allegoria di Cristo e, di conseguenza, il suo corno sarebbe stato dotato di una potenza divina. Per questo motivo, si credeva che chi detenesse questo oggetto si sarebbe assicurato il potere.
Il presunto corno, donato all’imperatore Ferdinando I dal Re di Polonia nel 1540, è stato commercializzato nei mercati europei a prezzi stratosferici… fino a scoprire nel secolo XVII che in realtà si trattava di una zanna di narvalo!
Ammetto di non essermi soffermato troppo nelle sale della collezione del tesoro ecclesiastico con paramenti, immagini sacre e reliquie usate nelle cappelle di corte degli Asburgo. Tra gli oggetti che ho visto, quello che mi ha colpito maggiormente è il reliquiario con un pezzo del legno della croce di Gesù Cristo.
La visita si conclude con un’autentica rarità, ossia i gioielli della corona del Sacro Romano Impero. Si tratta infatti dell’unica collezione reale dell’Europa occidentale dell’epoca medievale giunta intatta ai giorni nostri.
I pezzi che la compongono furono prodotti in periodi differenti: i primi risalgono al secolo VIII, i più “recenti” al secolo XVI. Sono invece dei secoli XII-XIII molti degli accessori realizzati nelle botteghe artigianali di Palermo come ad esempio il mantello dell’incoronazione di Ruggero II sul trono del Regno di Sicilia.
Tra i simboli più importanti del Sacro Romano Impero compaiono la Lancia Sacra, citata per la prima volta nel secolo X come garanzia di supporto divino nelle battaglie, ed il frammento della croce su cui venne crocifisso Gesù portato da Bisanzio nel 1029.
Per concludere, è la volta della Corona Imperiale, il “pezzo da copertina” della Camera del Tesoro di Vienna.
Per molto tempo si pensava, erroneamente, che fosse quella appartenuta a Carlo Magno. Sicuramente invece fu il massimo emblema della sovranità del Sacro Romano Impero. Sia la forma che le decorazioni rappresentano il vincolo spirituale tra il regno celeste e quello terreno.