Conosciuta per la sua natura incontaminata e per la grande bellezza dei suoi paesaggi, chi pianifica una vacanza in Islanda tende a evitare Reykjavík, la capitale, oppure la usa al massimo come tappa di passaggio da/per l’Aeroporto Internazionale di Keflavík.
Nel nostro caso, assieme a mia madre abbiamo deciso che, trattandosi del primo viaggio in assoluto nella “Terra del fuoco e del ghiaccio”, sarebbe stato interessante conoscere pure la storia della nazione.
Reykjavík è una città relativamente piccola – circa 140.000 abitanti – e per questo a misura d’uomo. Nonostante avessimo letto commenti non troppo entusiasti, devo dire che ci è piaciuta molto e, inoltre, abbiamo mangiato benissimo!
Reykjavík, le 14 cose da non perdere in città e dintorni
Diversi punti panoramici, musei, chiese di culti differenti, murales, una passeggiata lungomare ed un tour di avvistamento delle balene. La visita della città è durata circa tre giorni e per questo abbiamo deciso di sfruttare la Reykjavík City Card per spostarci liberamente sui bus urbani e per entrare gratis in numerose attrazioni.
Tra i vari siti internet che ho usato per reperire informazioni sulla città e non solo (come vestirsi, cosa mangiare di tipico etc…) devo segnalare il blog “Un italiano in Islanda” di Roberto Luigi Pagani, autore tra l’altro della guida National Geographic dedicata ovviamente a questo paese.
L’elenco che ho stilato include diversi luoghi all’aperto che perciò si possono vedere a qualsiasi ora. Ciò a maggior ragione in estate, quando in pratica il sole non tramonta mai e quindi c’è luce tutto il giorno o quasi.
Abbiamo pernottato al Center Hotels Skjaldbreid, struttura storica ma ben tenuta ubicata in centro e quindi comodissima per girare la città così come per raggiungere i punti di raccolta dei tour organizzati e la stazione degli autobus BSÍ dove arrivano/partono i Flybus per l’Aeroporto di Keflavík.
Ecco allora le 14 cose imperdibili alla scoperta di Reykjavík
1) I murales di Laugavegur
Mi sono bastati pochi istanti per capire che la capitale più settentrionale del mondo è tutt’altro che una cittadina grigia e poco viva.
Il nostro hotel si trova in Laugavegur, una via pedonale su cui si affacciano numerosi negozi, ristoranti etnici e pub con musica dal vivo che la rendono frequentata a qualsiasi ora del giorno e della notte. Un’altra cosa che balza agli occhi è la street art, con una serie di facciate di palazzi decorate con temi differenti.
2) La Hallgrímskirkja e vista dalla torre campanaria
Iniziata a costruire nel 1945 ma ultimata solamente nel 1983, questa chiesa luterana ha impiegato pochi anni per convertirsi in uno dei monumenti più famosi di Reykjavík. Non a caso la si scorge all’orizzonte praticamente da ogni luogo, complice i suoi 74,5 m di altezza. È dedicata a Hallgrímur Pétursson, poeta e pastore islandese vissuto nel secolo XVII ed autore degli “Inni della Passione”.
Vista da fuori, dal punto di vista architettonico è un omaggio al paesaggio islandese e, difatti, i due blocchi di cemento ai lati ricordano delle colonne di basalto (roccia di origine vulcanica).
L’ingresso è libero e si resta sorpresi nel notare l’assoluta semplicità delle tre navate interne. Per chi vuole ammirare Reykjavík dall’alto, l’ascensore a pagamento conduce sulla cima della torre campanaria che offre una vista a 360° sulla città ed il territorio attorno.
3) La Rainbow Street
Lasciata alle spalle la chiesa e proseguendo sulla Skólavördustígur si sbuca davanti alla cosiddetta “Strada Arcobaleno” di Reykjavík, un altro dei simboli moderni della capitale.
La pittura sull’asfalto risale infatti al 2015 con l’obiettivo di celebrare il Pride, uno dei numerosi eventi che si svolgono in città ogni anno. Ideata come iniziativa temporanea, alla fine i colori dell’iride non sono mai stati cancellati, anzi, vengono “ricolorati” regolarmente permettendo ai turisti di poterci camminare sopra.
4) Arnarhóll
Avvicinandosi al cuore della città ed all’estremità orientale del suo antico porto si incontra un’area verde che si estende sul colle di Arnarhóll.
Nel punto più elevato domina la statua di Ingólfur Arnarson, esploratore norvegese ritenuto essere il primo colono permanente che decise poi di stabilirsi a Rejkjavík intorno all’anno 874. Tale scelta non fu casuale, anzi, secondo la leggenda egli gettò i pilastri di legno che formavano il suo seggio da capo tribale scegliendo quindi come residenza l’area dove questi si sarebbe spiaggiati.
5) Tjörnin ed i luoghi di interesse nei dintorni
Una delle zone più interessanti nel centro storico della capitale islandese è senza dubbio il laghetto conosciuto come Tjörnin. È una meta particolarmente gettonata dalle famiglie con bambini e dagli appassionati di birdwatching mentre durante la stagione invernale diventa una pista di pattinaggio su ghiaccio.
Inoltre, sono diversi gli edifici importanti situati lungo le sue sponde:
- il Municipio, dove al piano terra è conservata la mappa in rilievo stampata dell’Islanda;
- la Fríkirkjan í Reykjavík, ossia la “Chiesa libera” della città consacrata nel 1903 e riservata alla gente comune (pescatori, artigiani, contadini e rispettive famiglie);
- la National Gallery of Iceland, museo nazionale con esposte le opere d’arte islandese dei secoli XX-XXI con mostre temporanee dedicate pure ad artisti stranieri (ingresso gratuito con la Reykjavík City Card).
Attraversata la passerella nei pressi del Municipio non si può non notare una statua un po’ bizzarra, il “Monument to the Unknown Bureaucrat”.
Creata dallo scultore Magnús Tómasson nel 1994, essa raffigura un uomo con un grosso pezzo di roccia basaltica che “sostituisce” il mezzo busto e la testa. Tra le varie interpretazioni che sono state date, il monumento sarebbe il tributo a tutti i civili islandesi che servono la propria nazione.
6) Il parlamento e la Cattedrale
A pochi passi dal municipio, questi due edifici occupano il lato meridionale della piazza Austurvöllur, un altro punto di ritrovo popolare di abitanti e turisti.
Il parlamento, “Alþingi” (Assemblea Generale), è spesso considerato il “più antico del mondo” dato che la sua fondazione risale all’anno 930. In realtà, come ben spiegato nell’articolo di Roberto Luigi Pagani, è una definizione tanto suggestiva quanto errata. Ciò perché la sua natura è cambiata nel corso dei secoli, passando da essere un’assemblea annuale tra i capi tribali per poi divenire una specie di corte suprema legale quando l’Islanda passò sotto il controllo dei norvegesi nel 1264 ed infine re-istituito nel 1845 coi pieni poteri.
Tra l’altro, tale istituzione è presente a Reykjavík solamente a partire dalla sua re-istituzione. Infatti, per lungo tempo l’attuale capitale islandese altro non fu che una fattoria… solo a cominciare dal ‘700 aveva assunto maggior importanza fino ad essere il polo economico della nazione.
Pochi passi separano il Parlamento dalla Cattedrale luterana di Reykjavík, eretta in stile neoclassico nel secolo XVIII come primo edificio di quella che sarebbe diventata a tutti gli effetti la capitale dell’Islanda. Dal 1845 la tradizione vuole che, prima dell’insediamento di ogni governo, qui si svolga una funzione beneaugurante e, successivamente, il decano conduca i membri neo-eletti al Parlamento.
7) Il National Museum of Iceland
Allontanandosi un po’ dal centro si arriva a questo museo che consiglio a coloro interessati alla storia dell’Islanda. Lo spazio espositivo è suddiviso in due piani ed è un viaggio nel tempo alla scoperta della gente che da ben prima dell’anno Mille ha vissuto in questo territorio apparentemente inospitale.
Sono numerosi i reperti di tutte le epoche che si possono ammirare: incisioni runiche, legni scolpiti, materiale funerario, pezzi di indumenti, armi e così via. Tra questi spiccano però delle monete romane perché non si sa come siano arrivate sino a qui. Infatti, non si hanno notizie documentate della presenza di truppe dell’Impero a queste latitudini…
Ampio risalto viene dato anche alla religione. Durante il medioevo l’Islanda era cattolica e quindi integrata con l’Occidente cristiano. Tuttavia, nel 1550 avviene la conversione al Luteranesimo e, con la Riforma, spariscono progressivamente tutti i segni del Cattolicesimo. Proprio nel medesimo anno, su ordine del Re danese viene decapitato Jón Arason, l’ultimo vescovo dell’isola.
Ciò che si apprende dalla visita è che, nonostante la sua posizione “remota”, da sempre la storia islandese è intrecciata con quella degli altri paesi europei, a cominciare ovviamente da Norvegia e Danimarca, con tutti i vantaggi e svantaggi che ne conseguono.
Venendo quasi ai giorni nostri, ho avuto modo di conoscere le vicende di Jón Sigurðsson (1811-1879), politico islandese promotore ed “eroe” del movimento indipendentista. D’altronde, quello di “nazione” era un concetto molto diffuso in Europa nel corso del secolo XIX e pure l’Islanda non poteva più sottrarsi.
Dopo essere stata dominata per 700 anni da svariati sovrani scandinavi, la popolazione si convinse che era giunta l’ora di liberarsi dal controllo straniero. L’ottenimento dell’indipendenza fu un processo lungo con diverse tappe cruciali e che si concluse con il voto del 1944: il 98,4% degli islandesi si schierò per il Sì, nacque quindi la Repubblica d’Islanda.
A partire da quell’anno, il 17 giugno – compleanno di Jón Sigurðsson – è festa nazionale.
Il National Museum of Iceland è una delle attrazioni gratuite per chi ha la Reykjavík City Card. Inoltre, compresa nel biglietto d’ingresso vi è l’audioguida in italiano da scaricare sul proprio smartphone.
8) Il murales di Super Mario Bros
La street art a Reykjavík è una cosa seria e per ammirare una delle opere più belle vale la pena lasciare il centro per raggiungere la zona occidentale della città.
Lungo la recinzione di una casa all’incrocio tra Hringbraut e Hofsvallagata – a circa 10 minuti a piedi dal National Museum of Iceland – è stata ricreata una scena del famoso videogioco Nintendo a 8-bit di Super Mario Bros.
Un nostalgico tuffo nei ricordi dell’ infanzia…
9) La Cattedrale di Cristo Re
Conosciuta anche come Chiesa di Landakotstún (Landakotskirkja), è l’unica cattedrale cattolica in Islanda e sorge su di una collinetta nella parte occidentale di Reykjavík, lungo la via che accoglie diverse ambasciate europee e non.
È un edificio costruito dopo la Prima Guerra Mondiale secondo lo stile nazionale islandese con l’inserimento di elementi neogotici e l’architetto incaricato della sua progettazione fu Guðjón Samúelsson, lo stesso già impegnato per la realizzazione della chiesa Hallgrímskirkja.
10) Il porto antico di Reykjavík e le sue attrazioni
È l’area che ha dato il via allo sviluppo della città, diventando nel corso del secolo XX il centro di riferimento per la pesca a strascico. Con il passare dei decenni la zona ha cambiato radicalmente il suo aspetto e, pur senza dimenticare le sue origini, oggi accoglie negozi, ristoranti ed altri luoghi degni di nota.
A cominciare dalla Þúfa, un’installazione a cielo aperto ideata dall’artista islandese Ólöf Nordal con l’obiettivo di dar vita ad un angolo di pace e tranquillità nel cuore della città. Essa si trova a Grandi, nella parte nord-orientale del porto.
L’opera ha la forma di una cupola rivestita di erba con un sentiero che porta sulla cima, dove è stato posizionato un vecchio capanno da pesca usato per fare asciugare il pesce che intende simboleggiare il passato marittimo del paese.
In questa zona si può visitare uno dei musei più importanti della città, il Maritime Museum, incentrato sul legame tra l’Islanda e l’oceano che la circonda.
Si scopre così che, a differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, la pesca ha avuto un ruolo centrale per l’economia locale soltanto a partire dal ‘900, grazie all’avvento dei primi motori e quindi dei pescherecci che permettevano di spingersi in mare aperto e pescare di più.
Nel museo si parla anche del conflitto del merluzzo tra Islanda e Regno Unito, motivo di forte tensione dato che erano gli anni della Guerra Fredda ed i due paesi erano entrambi alleati della NATO. Non a caso, per risolvere la contesa si è reso necessario l’intervento degli Stati Uniti che, più o meno elegantemente, hanno “invitato” i britannici a rinunciare alla pretesa di poter continuare a pescare in acque islandesi.
L’ingresso al museo marittimo è gratuito con la Reykjavík City Card.
11) Il tour in mare per avvistare balene ed altri animali
Una delle attività più popolari da fare a Reykjavík è il “whale watching” e per questo vi sono svariate compagnie che organizzano escursioni in mare aperto dal porto antico della città.
Tra le opzioni disponibili, l’orario favorevole ed il prezzo scontato hanno convinto me e mia madre a scegliere il tour di Sea Trips Reykjavík.
L’attività ha una durata approssimativa di tre ore e, una volta a bordo, la guida (in lingua inglese) parla degli animali che vivono nella baia di Faxaflói, situata tra le penisole di Reykjavík e Snæfellsness, oltre a fornire una serie di consigli per facilitare l’avvistamento.
Infatti, esso non è così facile come può sembrare anche perché, ovviamente, non è scontato che gli animali si facciano vedere e se sì, per quanto tempo. A tal proposito, suggerisco di portarvi dei binocoli. Detto ciò, siamo riusciti ad ammirare per alcuni istanti un paio di balenottere (minke whales), diversi delfini e tante pulcinelle di mare (puffin).
Ne vale la pena? Direi proprio di sì, sperando poi che la fortuna sia dalla vostra parte.
Assicuratevi di avere degli indumenti caldi a portata di mano perché, navigando in mare aperto, la temperatura è bassa (anche in estate) e se soffia il vento il freddo si fa sentire ancora di più.
La nave ha una zona coperta con posti a sedere, servizi igienici ed un piccolo bar. Maggiori dettagli sull’attività sono reperibili in questa pagina.
12) La passeggiata lungomare di Reykjavík
Approfittando delle lunghe giornate estive, abbiamo trascorso le serate a Reykjavík sul suo lungomare. La passeggiata offre splendidi scorci della baia di Faxaflói e dell’isola disabitata di Viðey, raggiungibile in cinque minuti di battello dal porto moderno di Reykjavík (dove attraccano le navi da crociera) e meta ideale per una gita fuori porta dalla capitale.
Volgendo lo sguardo verso la città, la torre campanaria della Hallgrímskirkja è sempre ben visibile e non è l’unico edificio interessante che si può ammirare dal lungomare. Impossibile non notare le splendide vetrate dell’Harpa, il centro congressi e sala concerti inaugurata nel 2011 e considerata il simbolo della ripresa della nazione dopo la grave crisi finanziaria del 2008.
Uno degli angoli più fotografati della zona – soprattutto al tramonto – è però il luogo dove si trova il Sun Voyager. Secondo il suo autore, lo scultore Jón Gunnar Árnason, l’imbarcazione stilizzata in acciaio vuole rappresentare “la promessa di un nuovo territorio da esplorare, un sogno di speranza, progresso e libertà”.
Proseguendo per poco più di un chilometro, sulla destra si trova una casa bianca circondata da un giardino. Oltre alla posizione, la Höfði House è suggestiva anche per la sua storia dato che riguarda il mondo intero.
L’edificio presenta una commistione di stili (Art Nouveau, neobarocco e romantico nazionale norvegese) e nei suoi 104 anni di esistenza ha accolto poeti, artisti, ambasciatori e consoli. Non sono mancate quindi le visite illustri, come quella di Winston Churchill durante la Seconda Guerra Mondiale, epoca durante la quale la villetta era sede del console del Regno Unito.
Dopo essere stata acquistata dal comune di Reykjavík nel 1958, Höfði House è stata usata per gli incontri ufficiali dei capi di stato in Islanda. Ed è proprio qui nell’ottobre 1986 si svolse il summit tra Reagan e Gorbachev, un evento considerato come l’inizio della fine della Guerra Fredda.
E, non a caso, nei pressi della casa è stato posizionato un pezzo del Muro di Berlino.
13) Il Reykjavík Art Museum
La capitale islandese strizza l’occhio agli appassionati d’arte dato che, dislocati nel centro città, vi sono tre spazi espositivi – con biglietto cumulativo e gratuiti con la City Card – che compongono il Museo dell’arte di Reykjavík. Per questioni di tempo ho potuto visitarne solamente uno e la scelta è ricaduta sull’Hafnarhús, ricavato all’interno di un magazzino del porto antico.
Una galleria temporanea è destinata alle opere di fotografi ed artisti islandesi del momento. Ad esempio, al momento della mia visita erano esposti alcuni dei lavori di Erla S. Haraldsdóttir, nata a Reykjavík nel 1967.
La mostra permanente è dedicata invece a Erró, ossia Guðmundur Guðmundsson, pittore postmoderno islandese tra i più noti a livello internazionale. L’artista, che ha vissuto e studiato all’estero (Italia compresa) nel corso degli anni ha donato circa 4.000 sue opere alla città e quindi regolarmente il museo allestisce mostre con temi differenti.
Nel mio caso si concentrava sul “collage“, una delle tecniche più sperimentate da Erró e con la quale utilizza immagini già pronte “rivisitandole” per creare nuove storie e significati.
14) Il Museo Perlan
Concludo l’articolo parlando di un museo ubicato fuori dal centro di Reykjavík ma che vale la pena includere nell’itinerario per una serie di motivi: è molto bello ed adatto per famiglie con bambini, è facilmente raggiungibile in autobus ed è il luogo perfetto dove andare in caso di brutto tempo.
È il museo di storia della geologia islandese – Wonders of Iceland – ma presentato in chiave moderna con pannelli interattivi e diverse installazioni. La protagonista indiscussa è la natura che proprio in questa isola trova la sua massima espressione tra ghiaccio e fuoco. Sono numerose le cose da vedere e per questo la visita dura come minimo due/tre ore.
Per prima cosa abbiamo assistito al “Lava Show”, un filmato davvero ben fatto che riprende l’eruzione vulcanica iniziata il 19 marzo 2021 nella valle di Geldingadalir, a circa 30 Km da Reykjavík. A rendere la visione ancora più coinvolgente è l’odore che si respira in sala, lo stesso che si sente stando a breve distanza dalla colata lavica.
Non è consentito scattare foto e video.
Il fiore all’occhiello del Perlan è il planetario dove viene proiettato in 8K “Áróra”, lo spettacolo dedicato all’aurora boreale. L’Islanda è una delle zone migliori dove poter assistere a questa magia della natura ed il filmato spiega come si forma, il significato che le veniva dato dalle popolazioni antiche ed a seguire vengono proiettate una serie di riprese mozzafiato fatte in giro per il paese.
Ampio spazio viene poi dato alla storia della formazione dell’isola e di come essa si sia modificata nel corso dei millenni e continui a farlo tutt’oggi. Si può ammirare la replica della scogliera di Látrabjarg – la più estesa dell’Islanda – e degli uccelli marini che la popolano. Chi vuole osservarla dal vivo deve recarsi nella regione dei Westfjords.
Nella “Terra del Ghiaccio” non poteva mancare uno spazio dedicato a questo solido cristallino. È possibile percorrere un tunnel artificiale di 100 m che conduce i visitatori all’interno di un ghiacciaio. Per attraversarlo occorre coprirsi adeguatamente dato che la temperatura si aggira intorno ai -10°C.
Si sbuca poi nella “sala dei ghiacciai” dove si può vedere come la loro estensione si sia modificata nel corso dei secoli e come, purtroppo, andrà riducendosi fino a scomparire in un futuro neanche troppo lontano.
Al quarto piano vi sono la gelateria e l’accesso alla terrazza panoramica che offre la vista migliore su Reykjavík e l’area circostante. L’edificio che ospita il museo inaugurato nel 1991 sorge infatti sulla cima della collina di Öskjuhlíð, un’area verde a ridosso del centro urbano in cui sono conservati alcuni ruderi militari della Seconda Guerra Mondiale.
Infine, al quinto piano si trova l’area ristoro con bar e ristorante. Qui ho assaggiato il Plokkfiskur, specialità islandese a base di pesce e patate (spesso gratinato) accompagnato da burro e pane di segale dolce. Nonostante i commenti negativi letti su internet e social network, in Islanda ho mangiato benissimo e proprio il Plokkfiskur è stato uno dei miei piatti preferiti!
I biglietti per il Museo Perlan si possono comprare online e segnalo che i possessori della Reykjavík City Card hanno uno sconto del 10% (fruibile solo con acquisto in biglietteria).
Il Perlan dista 30 minuti a piedi dal centro città oppure è comodamente raggiungibile in autobus – linea 18 – dalla fermata Hlemmur. Segnalo che con la tessera della città si può viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici urbani per 24, 48 o 72 ore.