Durante l’organizzazione del viaggio in Islanda, navigando su svariati siti internet e social network mi sono reso conto che uno degli argomenti più dibattuti tra noi italiani riguarda la cucina islandese.
Devo dire che ho letto di tutto ma, in particolare, ho notato una tale quantità di pareri negativi che mi hanno accompagnato sino al giorno dell’arrivo a Reykjavík facendomi temere che per quasi sette giorni sarei sopravvissuto di stenti.
E invece… la capitale islandese si è rivelata essere una delle città europee in cui ho mangiato meglio e pure mia mamma concorda con me (per una volta!).
Reykjavík, i 6 locali dove mangiare bene ed i piatti islandesi da assaggiare
Ma cosa si mangia in Islanda? Tante zuppe, pesce, carne – soprattutto di agnello – e verdura.
Come accaduto altrove, anche la cucina locale si è evoluta ed i piatti poveri di una volta – il cibo tradizionale propriamente inteso – viene consumato in occasione delle celebrazioni del Þorrablót oppure opportunamente rivisitato in chiave moderna.

Discorso economico. Se l’Islanda è cara, anche il cibo non è da meno e mangiare nei ristoranti costa in media tra i 50-70€ a persona. Il menù prevede generalmente degli antipasti, una serie di piatti principali accompagnati con verdure ed infine i dolci.
Dunque non vi parlerò di dove spendere poco ma, piuttosto, dei locali dove ci siamo trovati bene e quindi la spesa finale è stata ricompensata da una splendida esperienza gastronomica.
L’acqua naturale è gratuita, le bevande alcoliche hanno un costo decisamente maggiorato rispetto ai prezzi a cui siamo abituati, lasciare la mancia non è pratica comune e di sera le cucine chiudono attorno alle 21 o 22. Questo è in breve quello che ho imparato, senza considerare la grande disponibilità e professionalità riscontrata nel personale di sala, spesso composto da gente giovane.
Ps: se siete a Reykjavík nei periodi di alta stagione, specie per cenare suggerisco di prenotare il tavolo in anticipo. Ci è capitato un paio di volte di trovare ristoranti esauriti e, pur essendo solamente in due, abbiamo dovuto cercare delle alternative.
Alla fine dell’articolo ho aggiunto la mappa con la posizione dei 6 ristoranti di cui parlerò nelle prossime righe.
1) Ristorante Lóa
Non posso non cominciare dal nostro locale preferito, dove infatti abbiamo cenato tre volte. È ubicato sulla Laugavegur, una delle arterie principali del centro, a breve distanza dalla chiesa Hallgrímskirkja, uno dei luoghi da non perdere durante la visita di Reykjavík.
È stata una scoperta del tutto casuale, dato che era nelle vicinanze del punto di arrivo del tour al Circolo d’Oro. E la scelta si è rivelata azzeccata!
È un ristorante a conduzione familiare che occupa un’ala del palazzo che accoglie il Center Hotels Laugavegur. A tal proposito, gli ospiti dell’albergo e degli altri della medesima catena disseminati in città possono usufruire di uno sconto del 10% sui piatti del menù.
Tra le specialità islandesi da provare vi sono le zuppe di carne di agnello con verdure (Íslensk Kjötsúpa) e di pesce fresco (Rjómalögud Sjávarréttasúpa). Entrambe possono essere servite come antipasto oppure portata principale.

La proposta culinaria è di ottimo livello grazie all’utilizzo di materie prime di qualità con abbinamenti moderni e mai banali. Tra l’altro, parlando con la cameriera abbiamo scoperto che lo chef islandese è un grande appassionato della cucina italiana – chissà come mai.. 😀 – e per questo non mancano dei piatti di pasta come ad esempio le tagliatelle al pomodoro con gamberi e merluzzo saltato in padella (provato ed approvato da mia madre!).

Altre pietanze che ho assaggiato:
- capesante in padella con sabbia commestibile, tempura di alghe, schiuma di lime, crumble di olive nere e sedano sottaceto;
- cheviche di salmone con mousse di gamberetti, gel al lime, maionese al wasabi, salsa mango e biscotto di riso soffiato.

Tra i dolci della casa ho assaggiato un altro prodotto tipico islandese, lo Skyr. È simile allo yogurt e più denso di un formaggio cremoso, ideale da mescolare con latte o panna. Qui l’ho mangiato con una mousse al cioccolato bianco, con crumble di cioccolato, coullis di mirtilli e polvere di basilico caramellato.
Per consultare il menù ed altre informazioni vi rimando al sito internet del Ristorante Lóa.
Aggiornamento 2025
Vi siamo tornati a giugno (sempre con mia mamma), memori dell’esperienza precedente… purtroppo non si è ripetuta.
Come riportato sul sito, a partire dal 2024 è stata intrapresa una nuova traiettoria culinaria che prende spunto dalla tradizione iberica-mediterranea per rivisitare la cucina islandese in maniera totalmente innovativa.
Una scelta che non ci ha convinto sino in fondo, così come il menù. Ho optato per un hamburger di agnello e la scelta si è rivelata decisamente sfortunata. Oltre all’attesa di 40 minuti circa, davvero troppo considerato che eravamo il primo tavolo da servire, all’assaggio la carne era insapore. La era talmente tanto che ho fatto fatica a mangiarla, pur essendo molto affamato.
Come dolce ho scelto il “Lóa Delice” a base di dulce de leche e caramello. Buono ma niente di speciale.
Peccato…
2) The Icelandic Bar-Íslenski Barinn
A pochi passi dalla collinetta Arnarhóll dominata dalla statua di Ingólfur Arnarson si trova questo bar-ristorante che offre svariate specialità islandesi compreso il temuto squalo fermentato, la testa di pecora ed altre leccornie locali. Tra i vari piatti non manca quello che senza dubbio suscita maggiori controversie sia a livello nazionale che internazionale: la balena.
Ogni anno si sente parlare di limitazioni oppure del blocco totale alla caccia di questo mammifero, eppure come andrà a finire la vicenda nessuno lo sa. Certo è che gli islandesi hanno ridotto drasticamente il suo consumo a tavola e sono pochissimi i ristoranti a Rekjavík che la propongono.
Uno di questi è appunto l’Icelandic Bar-Íslenski Barinn e così ne ho approfittato per togliermi questo sfizio culinario.
Il piatto è una portata unica e difatti mi ha saziato a dovere, il costo non è neanche eccessivo (circa 31€). La balenottera comune mi è stata servita al sangue ed accompagnata da puré di patate, anelli di cipolla, rucola e salsa bernese.
Di cosa sa? È una carne scura, morbida e saporita. Personalmente mi ha ricordato un po’ la consistenza del fegato ed anche per questo mi è piaciuta molto.

3) Kaffivagninn
Situato nel porto antico di Reykjavík e nei pressi del Museo Marittimo, è uno dei locali consigliati da Roberto nella sua pagina Facebook “Un Italiano in Islanda” e probabilmente per questo vi ho trovato diverse famiglie italiane.
È considerato il ristorante più antico della città dato che venne fondato nel 1935 anche se, inizialmente, si trovava in centro. La sua collocazione attuale risale agli anni ’50 ed impiegò poco tempo per diventare il ritrovo di pescatori, studenti, lavoratori e camionisti della zona. La sua anima marinara si è conservata sino ai giorni nostri e, oltre agli avventori di sempre, adesso vi arrivano pure i turisti (molti italiani, appunto)!
Come ci si può aspettare, il menù del Kaffivagninn è prevalentemente incentrato sul pesce fresco. Si ordina al bancone, si ritirano eventuali bevande e viene consegnato un segnaposto con il numero identificativo dell’ordine in modo che il cameriere vi porterà al tavolo le pietanze richieste.
Mia madre ha optato per un fish & chips con salsa tartara mentre io ho ordinato una specialità islandese, il Plokkfiskur (Icelandic fish stew gratin). Trattasi di un pasticcio di pesce e patate servito con pane di segale dolce e burro.
Tra i piatti classici assaggiati durante la vacanza in Islanda questo è senza dubbio il mio preferito, forse perché come gusto mi ricorda il brandacujun genovese. Ne esistono comunque delle varianti, ad esempio con broccoli e cavolfiori al posto delle patate (ottimo per i diabetici) oppure con gradi differenti di gratinatura.

4) Old Harbour House
È un pub situato nel cuore di Reykjavík, affacciato sul molo da dove partono i tour per l’avvistamento delle balene. Non a caso proprio al suo interno vi sono installate due macchinette per il self-checkin delle attività organizzate da Sea Trips Reykjavík.
Abbiamo prenotato l’escursione da casa ed è andata alla grande dato che abbiamo potuto ammirare una decina di esemplari, anche a distanze ravvicinate.
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Il menù dell’Old Harbour House è essenziale e consta quasi esclusivamente di piatti tradizionali islandesi. Non vi è alcun servizio al tavolo, dal momento che l’ordine si fa al bar e sempre lì poi si ritirano le portate.
Il mio salmone grigliato era appetitoso ed abbondante, mi ha davvero soddisfatto. Senza contare il prezzo più che onesto. Pure mia madre ha apprezzato il suo fish & chips.

5) Hressó
Questo bistrò è uno dei locali più storici di Reykjavík dato che ha aperto le sue porte nel 1932.
Il menù – disponibile anche quello degustazione a prezzo fisso – rispecchia appieno la tradizione islandese, proponendo alcune specialità che ormai si fa fatica a trovare negli altri locali, come ad esempio lo squalo fermentato. Vi è anche l’opportunità di condividere, minimo in due, del pesce in padella (merluzzo e salmone).
Le mie scelte: un antipasto a base di salmone affumicato su pane di segale e, come portata principale, le torte di pesce accompagnate da puré e burro con cipolle caramellate.
Molto gentile il personale e servizio rapido. Vi siamo stati a pranzo, decidendo di prenotare in anticipo ma col senno di poi non sarebbe servito. Per la cena invece suggerisco sempre di farlo, specie in alta stagione.
Per ogni altra informazione vi rimando al sito internet di Hressó.

6) Messinn
Desideravo mangiare in questo locale già la volta precedente ma purtroppo era tutto esaurito (a cena la prenotazione è quasi obbligatoria!). In occasione del nostro ritorno a Reykjavík mi sono mosso per tempo e, dopo questa lunga attesa… ne valeva davvero la pena!
È un ristorante di pesce che viene servito fresco nelle caratteristiche padelle, accompagnato da patate e verdure. Le porzioni sono più che generose, perfette per essere condivise. I prezzi sono onesti considerando che l’Islanda è cara e, soprattutto, la qualità della materia prima.

Il mio Plokkfiskur, il tradizionale pasticcio di pesce islandese, era delizioso e forse il migliore tra quelli assaggiati nei due viaggi. E pure il dessert era degno di nota, una fetta di torta al cioccolato caldo con frutti di bosco e pistacchio.
Il menù è consultabile sul sito internet di Messinn. Qui è caricato solo in lingua originale, ad ogni modo al tavolo viene consegnato quello in inglese.
