Il Golfo Paradiso è uno dei miei angoli preferiti della Liguria e quindi ogni “scusa” è valida per tornarci. Specie nel caso di un trekking panoramico sulle alture tra Recco, Camogli e la vicina Rapallo. La destinazione odierna è il Santuario della Madonna di Caravaggio, eretto sulla cima del Monte Orsena a 615 m d’altezza. Sorge nella frazione di Santa Maria del Campo (Rapallo) ed è raggiungibile sia da Recco che da Camogli, in entrambi i casi si impiegano circa 2-3 ore.
L’itinerario completo che vi propongo comincia e si conclude nei pressi delle stazioni ferroviarie dei due comuni appena citati. Per la precisione, il sentiero inizia/finisce a Ruta, frazione di Camogli situata a 269 m d’altezza. Per accorciare i tempi e risparmiare le forze, soprattutto in salita, potete arrivarvi in macchina oppure prendere l’autobus che parte ogni ora dalla stazione FS di Camogli.
È un’escursione non particolarmente impegnativa, adatta quindi praticamente a tutti. Considerate comunque la distanza ed il dislivello è richiesto un minimo di allenamento, oltre ovviamente all’abbigliamento adeguato. Il consiglio sempre valido è quello di usare i bastoncini, utili a garantirvi un ulteriore sostegno in salita ed un maggiore equilibrio in discesa.
L’itinerario proposto è presente anche nel libro “Golfo Paradiso, Portofino e Tigullio” di Andrea Ferrando ed Andrea Parodi.
Ascesa al monte Orsena-Santuario di NS di Caravaggio da Recco
La stazione ferroviaria di Recco sorge sulla linea Genova-Pisa e vi fermano numerosi treni regionali.
Appena uscito dall’edificio devio a destra e scendo la scalinata con indicati “Manico del Lume” ed il segnavia “triangolo rosso vuoto” che seguirò fino a destinazione. Costeggio per un tratto il ponte ferroviario fino a quando, sotto una delle sue arcate, trovo una seconda scalinata. Essa sbuca sulla strada carrabile, la attraverso per immettermi in Via Mimose. Pochi metri e sulla destra parte una creuza scalinata che sale fino ad incrociare Via Nostra Signora del Fulmine.
Alle mie spalle la vista si apre sulla costa di Recco e ne approfitto per rifiatare un momento. Sul muro all’altra parte della strada intravedo il segnavia e gli scalini, parzialmente invasi dalla vegetazione. Supero piuttosto velocemente questo tratto perché il cane di guardia della casa confinante non mi trasmette tranquillità (d’altronde sta lì apposta…) e mi ritrovo in Via Pastene. Un ultimo tratto di asfalto, alcune villette e la strada scalinata conduce all’inizio del sentiero vero e proprio (circa 25-30’ minuti dalla stazione).
Attraversato il primo tratto nel bosco e superati alcuni tratti un po’ più in pendenza – comunque nulla di impegnativo – arrivo in una bella radura che lascio alla mia sinistra per proseguire dritto, ignorando quindi la via sulla destra verso la frazione Carbonara (Recco). Proseguo l’ascesa fino a sbucare sul tornante di una strada sterrata che mi conduce alla sella erbosa in corrispondenza dei Piani di Cren (475 m), crocevia di sentieri sullo spartiacque tra le vallette di Recco e Rapallo.
Seguo le indicazioni per il Santuario di Caravaggio, il nuovo segnavia di riferimento è “due cerchi rossi vuoti”. La via più rapida è la stradina che si addentra nuovamente nel bosco, io invece opto per una deviazione e, sempre tenendo la sinistra, salgo sul tracciato poco più in alto diretto al Monte Ámpola (597 m). Dalla sua sommità (con ripetitore), osservo le cime appenniniche dell’entroterra e scorgo il vicino Santuario.
Scendo nella boscaglia e mi ricongiungo col sentiero principale all’altezza della sella erbosa, una zona popolare per il pic-nic domenicale.
Lasciata essa alle mie spalle mi si presenta un bivio per salire al Santuario. Si tratta in realtà di una doppia possibilità: salire sui gradoni irregolari a sinistra (via più diretta), oppure proseguire sulla destra tagliando il costone in diagonale tra arbusti e vegetazione. Anche nel secondo caso vi sono numerosi scalini da fare ma richiedono certamente uno sforzo minore.
Il Santuario di Nostra Signora di Caravaggio
È un luogo di culto molto famoso e frequentato, al punto che ormai sono in pochi a conoscere la vera “identità” del Monte Orsena, soprannominato semplicemente Caravaggio. Nelle belle giornate il piazzale antistante si “affolla” di escursionisti che salgono quassù per godersi il meraviglioso panorama. Difatti, specie con cielo limpido, oltre alla riviera ligure ed all’entroterra, dal Santuario di NS di Caravaggio – 615 m d’altezza – si possono contemplare pure le Alpi Apuane e le Alpi Marittime.
Parlando della sua storia, già nel 1645 era meta di pellegrinaggio annuale degli abitanti di Santa Maria del Campo ed all’epoca vi si trovava una croce. Qualche anno dopo venne eretta una cappella in onore della Madonna e, dalla fine del secolo XVII, vi fu posto al suo interno un quadretto a lei dedicato.
Nella prima metà del ‘700 il luogo assunse una maggior importanza e pertanto si ingrandì l’edificio. Tuttavia, contemporaneamente sorsero dei dissidi tra le popolazioni dei borghi della zona, in particolare con Rapallo e la devozione dei suoi abitanti per il Santuario di NS di Montallegro. La disputa si concluse a favore dei rapallesi nel 1742 con la chiusura di NS di Caravaggio ed il conseguente suo degrado causato dall’abbandono.
Solo cent’anni dopo, la parrocchia di S. Maria del Campo, adesso libera da ogni vincolo con quella di Rapallo, si occupò dell’edificazione di un nuovo tempio religioso. Esso resistette ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ma non ai gravi atti vandalici avvenuti nel 1956 e poi nel 1967. I lavori vennero ultimati nel 1985, con la riapertura al culto.
Da notare che alle spalle dell’edificio sorge una piazzola per l’atterraggio di elicotteri, usata ad esempio per la visita del cardinale Giuseppe Siri nel 1988.
Discesa verso Ruta di Camogli
Una volta riprese le forze è il momento di rientrare, questa volta non a Recco bensì nella frazione camoglina.
Dal Santuario al bivio ai Pian di Cren seguo il medesimo itinerario dell’andata. All’altezza del crocevia lascio sulla destra la stradina verso Recco e proseguo sul sentiero identificato dal segnavia “due cerchi rossi vuoti”.
Procedo sulla cresta boscosa tra alcuni saliscendi fino alla cima panoramica del Monte Ésoli, a 440 m d’altezza. Durante il tragitto mi godo la vista su Recco da una parte e su Rapallo ed il Santuario di Montallegro dall’altra.
Rientro nel bosco ed ora la discesa si fa più pronunciata fino a diventare una strada scalinata che costeggia le prime abitazioni della frazione di Camogli. Arrivo quindi in Via Caravaggio, appena alle spalle della Chiesa millenaria di Ruta, fondata ben prima dell’anno Mille e dedicata in origine a San Michele Arcangelo. In loco trovate anche un pannello esplicativo della “Via del Mare”, un percorso di 155 Km che collega Piacenza a Recco e San Fruttuoso attraversando la Pianura Padana e l’Appennino.
L’escursione si conclude qui. Se siete sprovvisti di mezzo proprio, scendendo lungo la Via XXV Aprile si raggiunge la Chiesa di San Michele. Nelle sue immediate vicinanze si trovano le fermate degli autobus, in particolare quella della linea 73 per la stazione ferroviaria di Camogli. Gli orari aggiornati sono disponibili qui. Questa è un’opzione che vi consiglio vivamente perché fare la stessa tratta ma a piedi, specie in salita, è piuttosto faticoso e porta via diverso tempo.
Ho impiegato circa 30 minuti per scendere da Ruta al centro di Camogli e per farlo, partendo dalla Chiesa millenaria, ho percorso creuze secondarie e scalinate spesso neanche segnate su Google Maps. Non mi sono comunque perso, mi è bastato continuare a scendere seguendo la via principale.
Infine, dopo la lunga camminata, mi godo un meritato riposo sul lungomare e la spiaggia di Camogli. Ammirando poi il vicino promontorio di Portofino ripenso alla bella gita a Punta Chiappa e San Fruttuoso fatta qualche mese prima.
Per scoprire altri borghi ed altri trekking nella riviera ligure di levante potete consultare questa sezione specifica del blog.