Da grande appassionato di Scozia ed in particolare della dinastia degli Stuart, quando ho scoperto che i suoi ultimi rappresentanti hanno vissuto a Roma e qui vi sono sepolti non ho saputo resistere e così ho fatto una scappata giornaliera in treno nella “Città Eterna”. Ho avuto a disposizione circa 7 ore e sono bastate per visitare tutti i luoghi che mi ero segnato, anzi, ne ho approfittato per aggiungere una tappa ulteriore alla St. Andrew’s Church of Scotland, situata a pochi minuti a piedi dal Quirinale.
L’ispirazione per questo itinerario insolito nella capitale italiana è sorta dopo aver letto “Gli Stuart. Re, regine e martiri“, libro scritto da Allan Massie che racconta le vicende della famiglia reale dalle sue origini sino alla fine. A ciò aggiungo l’ampio risalto che viene dato a Carlo Edoardo, alias Bonnie Prince Charlie, uno dei personaggi più emblematici della Scozia e legato indissolubilmente alla rivolta giacobita che terminò con il massacro della battaglia di Culloden del 16 aprile 1746.
Se invece non siete interessati a questa parentesi scozzese e cercate informazioni ed idee su cosa vedere a Roma avendo maggior tempo a disposizione – l’ideale sarebbero 3 giorni – vi rimando allora a questo articolo specifico.
Brevi cenni storici: perché gli Stuart sono approdati a Roma?
11 dicembre 1688 ed 11 aprile 1689 sono due date importanti per la storia della Scozia e dell’Inghilterra poiché sono i momenti in cui il Re Giacomo II Stuart viene dichiarato ufficialmente decaduto dai due parlamenti. Egli fu l’ultimo sovrano cattolico a regnare sui tre Regni (compreso quello d’Irlanda), la sua “caduta” fu provocata dall’eccessiva apertura mostrata nei confronti del cattolicesimo e dal sospetto di dispotismo. Il risultato della “Gloriosa Rivoluzione” fu la salita al trono non del primogenito cattolico Giacomo Francesco Edoardo, bensì della figlia protestante Maria II, moglie di Guglielmo III d’Orange.
Giacomo venne mandato in esilio in Francia assieme a colui che sarebbe dovuto esserne il successore, ossia il figlio Giacomo Francesco Edoardo. Quest’ultimo, alla morte del padre avvenuta nel 1702, venne riconosciuto dai sostenitori giacobiti e dal Re Luigi XIV presso cui era ospite come Giacomo III d’Inghilterra e Giacomo VIII di Scozia. Presso i suoi avversari – gli Hannover – invece era conosciuto come il “Vecchio Pretendente”. Giacomo tentò due volte, nel 1708 e nel 1715, di sbarcare in Scozia per riappropriarsi del trono ma in entrambi i casi l’impresa fallì miseramente. E così, dopo aver soggiornato ad Urbino nel biennio 1717-1718, si trasferì a Roma. Qui fu ospite di Papa Clemente XI presso il Palazzo Muti situato a fianco della Chiesa dei Santi Apostoli.
I luoghi degli Stuart a Roma
Questo itinerario ad hoc si snoda tra la Basilica di San Pietro, il centro storico di Roma ed il colle del Quirinale. Io l’ho fatto a piedi, ad eccezione però del tratto Termini-San Pietro fatto in metropolitana. Il consiglio è quello di iniziare dalla visita della Basilica perché è sicuramente la tappa in cui sosterete di più a causa della coda all’ingresso e soprattutto della bellezza impareggiabile del sito storico.
Non troverete qui una guida esaustiva sulla Chiesa, ne parlo infatti più approfonditamente in questo articolo, ma desidero mettere in evidenza soltanto il loro legame con gli Stuart e quindi la Scozia.
La Basilica di San Pietro e le grotte Vaticane
Il mio grande interrogativo era se vi fosse un accesso unico, la risposta è sì, fortunatamente. La coda per entrare in basilica parte dall’inizio di Piazza San Pietro, non dovrebbe essere troppo difficile individuarla poiché vi basterà seguire il flusso delle persone verso i controlli al metal detector sotto il colonnato. Da lì in poi, salvo eventi eccezionali, la visita procede senza eccessivo “ammasso” di gente.
Dopo diverse tappe d’obbligo, ad esempio la “Pietà” di Michelangelo oppure la tomba di Giovanni Paolo II, mi dirigo verso la navata sinistra dove, rivolti uno in faccia all’altro, si trovano due monumenti dedicati alla dinastia scozzese.
Il primo è il Sepolcro degli Stuart, realizzato da Antonio Canova. L’opera, realizzata tra il 1817 ed il 1819, è dedicata a Giacomo III ed ai figli Carlo Edoardo ed Enrico Benedetto, morti a Roma. È costituita da una piramide sormontata dai ritratti dei tre personaggi mentre, nella parte inferiore, la porta che conduce al sepolcro è “controllata” da due figure angeliche androgene. Proprio queste sono state al centro di numerose polemiche perché non rispondevano ai canoni classici e vi era troppo nudo. La richiesta del Vaticano di modificarle venne soddisfatta soltanto dopo la morte dell’autore grazie all’aggiunta di alcune coperture di gesso. A loro volta queste vennero duramente criticate, considerandole una profazione di un autentico capolavoro.
Tra i critici maggiori vi fu Stendhal, il quale definì i due angeli del Canova una delle maggiori opere d’arte europee:
“Di fronte c’è una panca sulla quale ho trascorso le ore più dolci del mio soggiorno a Roma. Soprattutto nell’approssimarsi della notte, la bellezza di questi angeli appare celestiale. Giungendo a Roma bisognare venire presso la tomba degli Stuart per provare se si abbia per caso un cuore fatto per comprendere la scultura“
Davanti al monumento del Canova si trova la tomba di Maria Clementina Sobieska, moglie di Giacomo Francesco Edoardo Stuart – il Vecchio Pretendente – e per questo riconosciuta come regina d’Inghilterra, Scozia e Irlanda dalle corti europee e dai giacobiti che desideravano il ritorno sul trono della dinastia cattolica.
Morì a soli 32, il 18 gennaio 1735. Il funerale si tenne nella Basilica dei Santi Apostoli mentre poi venne sepolta proprio a San Pietro. Per tale motivo, il Papa Benedetto XIV chiese all’artista Pietro Bracci – autore del gruppo scultore centrale della Fontana di Trevi – di realizzare il monumento in suo onore comprendente pure un medaglione ed il sepolcro.
Alla fine della navata sinistra, nei pressi di una cappella, si trova la scala che conduce alle grotte vaticane, luogo di sepoltura di papi, Re e Regine, e collocate nello spazio tra la basilica attuale e quella precedente costantiniana. Tra i reali che riposano qui figurano anche Giacomo III ed i figli Carlo Edoardo Stuart ed Enrico Benedetto. Il loro sarcofago è riconoscibile perché la cassa in granito rossa è sormontata dalla corona reale inglese commissionata nel 1939 da Re Giorgio VI del Regno Unito.
Appena entrati nelle grotte, la tomba degli Stuart si trova lungo la parete destra, preceduta da quella di Pio XI. Purtroppo rimane fuori dal percorso principale delimitato dalla ringhiera e perciò potete solo intravvederla. Tuttavia, potete provare a chiedere al personale se sia possibile avvicinarsi un momento. Io l’ho fatto e non c’è stato alcun problema, anche perché immagino che non sia una delle tombe più visitate della sala.
Palazzo Muti
Il breve iitinerario “giacobita” si conclude in piazza dei Santi Apostoli. Qui, al numero 49, appena a fianco della Chiesa dei SS. Apostoli, sorge Palazzo Muti, dimora dell’omonima famiglia di cui si ha notizia già nel 1435. A partire dal 1719, su volere del Papa Clemente XI, divenne il Palazzo degli Stuart in esilio ed ebbero così l’opportunità di crearvi una piccola corte.
I primi inquilini furono Giacomo III – Giacomo Edoardo Stuart – e la consorte, Maria Clementina. Essendo cattolici e quindi ben visti dall’autorità papale, gli vennero riconosciuti i titoli di re e regina di Inghilterra e di Scozia.
Tra queste mura nacque il 31 dicembre 1720 Carlo Edoardo, divenuto conosciuto poi come Bonnie Prince Charlie. Cresciuto con la convinzione di dover tornare a tutti i costi su quel trono che fu tolto ingiustamente al nonno Giacomo II, fu quello che tra tutti vi arrivò più vicino. Purtroppo, dopo gli iniziali successi, la sua rivolta giacobita del ’45-’46 si concluse nel peggiore dei modi con la disfatta di Culloden (16 aprile 1746) contro le forze governative guidate dal Duca di Cumberland. Nonostante la ricca taglia sulla testa, anche grazie all’aiuto dei suoi fedelissimi, riuscì a scappare dalla Scozia verso la Francia e, successivamente, di nuovo in Italia facendo la spola tra Palazzo Muti e Firenze. Morì a Roma il 31 gennaio 1788 ma, a differenza del padre, non ottenne lo stesso riconoscimento reale da parte di Papa Clemente XI. Un aneddoto riguarda la sepoltura: se i suoi resti sono nella tomba nelle grotte vaticane, il cuore invece è rimasto nella cattedrale di Frascati, conservato in una piccola urna nascosta sotto le piastrelle posizionate sotto un monumento.
Altro inquilino della corte romana degli Stuart fu Enrico Benedetto, nato il 6 marzo 1725 e considerato il quarto ed ultimo pretendente giacobita. Tuttavia, a differenza dei suoi parenti più stretti, non ebbe una vità militare bensì ecclesiastica. Difatti, nel 1758 Papa Clemente XIII lo nominò vescovo durante il rito tenutosi nella Basilica dei Santi XII Apostoli. Successivamente si trasferì a Frascati e proprio nella Cattedrale di S. Pietro partecipò nel 1788 ai funerali di Carlo Edoardo. Enrico, divenuto poi anche cardinale, morì a Frascati il 31 luglio 1807. Con lui si estinse la linea reale maschile degli Stuart.
Oggi, Palazzo Muti è sede di una serie di uffici privati ma, chiedendo al portiere (che ringrazio per la disponibilità), è possibile entrare nel cortile interno. Prestate attenzione al corridoio perché sulla parete è stata posta una targa commemorativa del periodo Stuart ed in particolare del suo ultimo rappresentante, il Cardinale Enrico Benedetto.
La St Andrew’s Church of Scotland
In via XX Settembre 7, a circa 10 minuti a piedi dal Quirinale vi è un altro “pezzo” di Scozia, in questo caso una chiesa: la St Andrew’s Church of Scotland. Si tratta della Chiesa presbiteriana aperta nel 1885 al posto di un edificio ubicato fuori dalle mura della città, a ridosso di Piazza del Popolo e di Via Flaminia.
Sono stato accolto dal pastore Rev. Willie, originario di Dundee, con il quale ho avuto modo di parlare di una passione comune, ossia la Scozia. Infatti, oltre ad occuparsi di tutto ciò che riguarda la gestione della chiesa, egli organizza viaggi per piccoli gruppi alla scoperta di questo meraviglioso paese.
Tornando alla visita, Willie mi porta a vedere la Chiesa che, come vuole la tradizione, è molto semplice e priva di dipinti o sculture. Attorno al tavolo della Comunione – qui non esiste un altare – si possono ammirare le decorazioni presenti sul fonte battesimale e sul leggio come tributo ai reggimenti scozzesi che combatterono in Italia nel corso della Seconda Guerra Mondiale. Gli unici elementi che adornano le pareti sono delle targhe in marmo per ricordare dei soldati caduti e di altre personalità legate al paese.
La nostra chiacchierata prosegue salendo in ascensore al quarto piano dove si trova la terrazza panoramica su Roma. Da qui si possono osservare i giardini di Palazzo Barberini, la Basilica di S. Pietro ed uno scorcio del Quirinale. Mentre mi godo il paesaggio ho modo di saperne di più sulla chiesa scozzese. Willie mi racconta che è una comunità aperta a tutti, indipendentemente da nazionalità, età, sesso, credo e, allo stesso, chiunque è invitato a partecipare alla liturgia che si svolge ogni domenica alle 11. Oltre a ciò, regolarmente vengono organizzati incontri e diversi tipi di eventi volti a coinvolgere donne e uomini, grandi e piccini. Per fare qualche esempio, si fanno lezioni di cucina, studi sulle Sacre Scritture, escursioni organizzate, lezioni di ballo, collette benefiche e così via.
La St Andrew’s Church of Scotland sorge a 15 minuti a piedi dalla stazione di Termini e quindi è molto comoda da raggiungere per chi arriva in treno.
Aspettando di far ritorno in Scozia e preso da una malinconia quasi incurabile, questo itinerario piuttosto insolito nel cuore di Roma mi ha permesso di riavvicinarmi un po’ alla storia ed alle tradizioni di questa meravigliosa nazione pur rimanendo in Italia. E voi, amici romani, conoscevate questi luoghi ed il loro legame con la terra di William Wallace e di Sir Walter Scott?
Come detto all’inizio, per la visita ho preso spunto dal libro dedicato alla dinastia degli Stuart che un amico mi ha regalato per Natale. Se volete leggere anche voi qualcosa su questo tema, posso consigliarvi gli 8 romanzi ambientati in Scozia che ho letto negli ultimi mesi.