Durante il soggiorno a Valencia, oltre a dedicare un giorno alla visita del centro storico, ho deciso di trascorrere qualche ora nei dintorni della città organizzando un’escursione fuori porta al Parco Naturale dell’Albufera. Si tratta di un ecosistema davvero unico, comprendente un lungo tratto costiero con numerose spiagge selvatiche con tanto di dune, boschi, risaie ed un lago ideale per una bella gita in barca.
Qui infatti, nel VIII secolo, gli arabi introdussero la coltivazione del riso e, aggiungendovi poi una serie di prodotti locali a chilometro 0, nacque la paella, il piatto spagnolo per antonomasia. Se quindi volete mangiarla “come Dio comanda” allora dovete venire per forza qui.
L’Albufera è una dei parchi naturali più estesi d’Europa e per questo al suo interno è stata sviluppata una rete di sentieri percorribili sia a piedi che in bici che vi consentirà di scoprirne la ricca biodiversità.
Come arrivare al Parco Naturale dell’Albufera da Valencia
Il parco si trova a soli 10 km dalla città e quindi si fa molto presto a raggiungerlo. L’auto garantisce una maggior libertà di spostamento e, uscendo da Valencia e costeggiando gli edifici della Città delle Arti e delle Scienze, è sufficiente seguire le indicazioni per El Saler per giungere alle “porte” del parco.
L’alternativa più valida è l’autobus, in particolare la linea 25 collega il centro di Valencia con l’Albufera. Il punto di partenza è in calle Cerdà de Tallada, una traversa di calle Colón nei pressi del Palazzo di Giustizia. Attenzione invece al capolinea, infatti le corse possono terminare nei paesi di El Palmar oppure El Perellonet. Quest’ultima è quella che viene servita più spesso. Ma non preoccupatevi, in entrambi i casi il percorso prevede le fermate nei luoghi più turistici poiché la diramazione è soltanto alla fine. Se avete dei dubbi, non abbiate paura di chiedere agli autisti, con me e con gli altri turisti si sono mostrati tutti molto disponibili nel fornire le indicazioni.
Un’ulteriore comodità è l’avere la Valencia Tourist Card perché con essa si può viaggiare gratuitamente e per quante volte lo si desideri. Invece, il biglietto singolo costa 1,5€ mentre il carnet da 10 viaggi costa 8,5€. Per me la tessera turistica è stata davvero utile poiché ho utilizzato l’autobus in cinque occasioni (dopo capirete meglio).
Potete controllare gli orari della linea già da casa, sul sito ufficiale di EMT Valencia, oppure alle pensiline delle fermate. Tenete a mente due cose:
- In alta stagione ci sono ovviamente più corse, dal mattino presto fino a dopocena;
- gli orari indicati nei cartelli delle fermate, salvo altre indicazioni, indicano la partenza dai rispettivi capolinea e perciò dovete calcolare il tempo necessario affinché l’autobus arrivi alla vostra fermata.
Infine, una terza possibilità prevede la partecipazione ad una serie di attività com ad esempio il giro a bordo del Bus Turistic, con incluso un giro in barca e menù degustazione in uno dei ristoranti della zona. In alternativa, l’escursione organizzata in autobus da Valencia – in inglese e spagnolo – dura 3h 30min e consente di ammirare i luoghi più affascinanti del parco. Maggiori dettagli sono riportati qui. Un’esperienza unica è quella che si prova esplorando l’Albufera in 4×4 prima e con un giro in barca poi, per saperne di più potete consultare la seguente pagina.
Il Parco Naturale dell’Albufera di Valencia: cosa vedere ed itinerario consigliato
Ho pensato ad un percorso che mi permettesse di visitare i luoghi più significativi del Parco Naturale, riconosciuto come tale dal 1986. Per questo ho deciso di partire presto con uno dei primi autobus della giornata.
La Gola del Pujol
Si comincia dai dintorni della gola del Pujol, uno dei canali di comunicazione tra il lago dell’Albufera ed il Mar Mediterraneo. Da qui partono le escursioni in barca ad un prezzo che si può concordare a seconda del numero di persone. Rimanendo sulla terraferma invece potrete osservare i pescatori in arrivo o partenza e seguire così una parte della loro attività quotidiana.
Inoltre, a pochi metri dal parcheggio si trova un punto di informazioni turistiche e così scopro che dal lato opposto della strada comincia l’itinerario storico dedicato alla gola del Pujol. All’interno del Parco Nazionale sono segnalati sei percorsi legati ad altrettante differenti tematiche per una lunghezza complessiva di 8,4 Km.
Mi incammino per il sentiero che corre lungo il canale che sfocia poi in mare aperto e, seguendo i cartelli, mi soffermo nei punti consigliati. In uno di questi vi è ciò che rimane di un pino dopo un grave incendio che nel 2005 coinvolse la zona. Si è conservata una sezione del tronco ed è interessante notare la serie di anelli concentrici la quale ci rivela l’età della pianta… nata nel 1850!
Una piazzola naturale ravvicinata al canale consente di vedere da vicino il sistema delle chiuse per regolare il flusso dell’acqua mentre una deviazione poco distante conduce allo stagno del Pujol.
Pranzo a El Palmar
Ritorno alla fermata dell’autobus ed attendo una ventina di minuti perché passi quello diretto a El Palmar. Questo è un villaggio caratteristico circondato da canali e punto di partenza per giri in barca. Soprattutto, è il luogo adatto per mangiare la paella “come Dio comanda”.
Trovare un posto dove provarla non sarà affatto difficile dato che si dice che qui vi siano più ristoranti che abitanti. Ed effettivamente è vero, ho contato almeno una trentina di locali che la proponevano, assieme ad altre specialità locali. Allora ho chiesto un consiglio alla gente in giro ma la risposta è sempre stata la medesima:”si mangia bene dappertutto.”
E così, in compagnia di una coppia napoletana conosciuta in autobus, alla fine abbiamo optato per il “Racó de les Eres”, situato in calle Redolins 98.
Abbiamo mangiato, o meglio divorato, una bruschetta con sugo di pomodoro come antipasto, una sensazionale paella mixta accompagnata da una caraffa di sangria fatta in casa. Il tutto per la modica cifra di 15€ a testa. Che dire, il rapporto qualità/prezzo è decisamente ottimo, il piatto principale non ha deluso le aspettative ed è valso ogni minuto dell’attesa (circa 40 minuti) dato che è stato fatto al momento.
La spiaggia di El Saler
Lasciata El Palmar mi fermo a El Saler, località rinomata della costa grazie al suo litorale dunoso che si estende per 10 Km delimitando le spiagge maggiormente prese d’assalto dai valenciani.
Dal centro del paese, anche qui non mancano i ristoranti specializzati in paella, si impiega una ventina di minuti a piedi per raggiungere il lungomare. Nel periodo estivo la solita linea 25 effettua una fermata nei pressi dei parcheggio situato a poche decine di metri dagli stabilimenti balneari.
Essendo metà novembre, non c’è praticamente anima viva in giro e ben felice di ciò seguo la strada che costeggia la costa fino a che non decido di deviare su una delle varie passerelle di legno che si fanno largo tra le dune per raggiungere la spiaggia. Sono da solo e mi godo un momento che vorrei non finisse mai, nel mentre il sole inizia a scendere all’orizzonte e contemporaneamente appaiono le primissime luci del tramonto.
Proseguo ancora un pezzo perché davanti a me improvvisamente noto degli edifici dall’aria familiare. Infatti, trovandomi nella spiaggia più vicina a Valencia (escludendo quelle urbane appena a nord del porto), ne posso riconoscere distintamente i più emblematici, primi tra tutti quelli della Città delle Arti e delle Scienze.
Il tramonto dalla Gola del Pujol
Con un tempismo pressoché perfetto prendo l’autobus per tornare alla Gola del Pujol e godermi il tramonto dal molo. Questa è assolutamente una cosa da fare, è la ciliegina sulla torta di una giornata già splendida di suo.
Orientato a ponente, l’imbarcadero diventa il luogo perfetto per scrutare il sole sparire sotto la linea dell’orizzonte ed ammirare in religioso silenzio l’esplosione di luci, colori e sfumature sulla superficie del lago.
Con ancora negli occhi tale spettacolo della natura risalgo in autobus ed in quaranta minuti sono di nuovo in centro a Valencia, molto soddisfatto di aver trascorso una giornata un po’ diversa in un ambiente naturale così caratteristico come l’Albufera.