Nel Mar Glaciale Artico, all’incirca a metà strada tra Groenlandia e l’arcipelago russo di Novaja Zemlja, si trovano le Svalbard.
Questo gruppetto di isole rappresentano le terre abitate più a nord del pianeta e la quasi totalità della popolazione risiede nella capitale Longyearbyen. Sebbene la maggior parte del territorio sia ricoperto da ghiaccio (Svalbard significa “costa fredda”), la corrente nord-atlantica riesce a mitigare in parte il clima artico.
Visitare le Svalbard è un’esperienza unica, significa raggiungere i confini della civiltà e rapportarsi con la natura più estrema.
Si pensi ad esempio a due fenomeni contrapposti quali la notte polare ed il sole di mezzanotte.
Nel primo caso, l’arcipelago è al buio dal 26 ottobre al 16 febbraio e, dal 14 novembre sino al 29 gennaio, con il fatto che il sole resta almeno 6 gradi al di sotto dell’orizzonte non si ha nemmeno un minimo di luce crepuscolare.
Al contrario, da metà aprile sino alla fine di agosto il sole non tramonta mai e dunque non esiste la notte.

Viaggio alle Svalbard, la mini-crociera con Hurtigruten
Per scoprire e vivere il fascino di questo angolo remoto del mondo ho deciso di partecipare alla mini-crociera organizzata da Hurtigruten Svalbard.
L’attività, programmata ogni anno con partenze da metà maggio sino ad inizio settembre, prevede due alternative e nel mio caso ho optato per il pacchetto che include:
- una notte a Longyearbyen;
- quattro notti in crociera;
- trasferimenti da/per l’aeroporto;
- cena e pranzo in hotel;
- pensione completa a bordo della nave.
Sul sito internet della compagnia trovate tutte le informazioni aggiornate. Le date del mio viaggio sono state dal 21 al 26 maggio, un periodo ottimo dato che è ancora bassa stagione e la neve è presente in abbondanza.

Come raggiungere le Svalbard dall’Italia
L’aeroporto delle Svalbard sorge a pochi chilometri dalla città ed a breve distanza dalla Global Seed Vault, la famosa Banca mondiale dei semi che però non è visitabile.
Sono pochi i voli in arrivo/partenza e perciò per chi arriva dall’Italia vi sono due alternative:
- via Oslo con SAS (circa 3h di volo);
- via Tromsø con Norwegian (circa 1h 30m di volo).
I collegamenti tra aeroporto e centro città sono garantiti da taxi ed autobus, questi ultimi con orari cadenzati con quelli degli aerei. È anche possibile noleggiare l’auto ma secondo me non ne vale la pena perché le strade sono poche e comunque non si può uscire dal centro abitato in autonomia a causa della possibile presenza di orsi polari.

Visita di Longyearbyen
Essendo arrivato il giorno prima della crociera, ho avuto tempo più che sufficiente per visitare la capitale delle Svalbard.
Il suo nome è legato all’imprenditore americano John Munro Longyear che, nel 1906, aprì la prima miniera di carbone nell’area dove oggi si è sviluppata la città.
Punto di partenza del mio itinerario è stato il Radisson Blu Polar Hotel, sistemazione assegnatami con il pacchetto della mini-crociera. La struttura si trova nel cuore della cittadina e, grazie anche alle dimensioni assai ridotte, si arriva ovunque in pochi minuti a piedi.

Longyearbyen conta meno di 3.000 abitanti ma comunque ci sono tutti i servizi utili quali ad esempio farmacia, un piccolo ospedale, asilo, scuole, università, ristoranti, centro commerciale, un birrificio, negozi di abbigliamento (soprattutto sportivi), pub, cinema etc.
L’elemento architettonico più eclatante è la presenza di palafitte. Infatti, data la presenza del permafrost e dunque di un terreno perennemente ghiacciato, tutte le abitazioni sono rialzate da terra. Analogamente, le tubature non sono sotterrate ma sono chiaramente visibili in tutto il centro urbano.

Per lo stesso motivo “è vietato morire alle Svalbard”. Ovviamente non si tratta di alcun miracolo ultraterreno, semplicemente i defunti non possono essere seppelliti qui ma vengono trasportati sulla terraferma.
Tra palazzine e casette dai color pastello si scorgono alcune stazioni di funivia aerea abbandonate per il trasporto di carbone, a testimonianza del florido passato minerario di Longyearbyen. Oggi, l’attività si è drasticamente ridotta a favore del turismo.
Tra i posti da non perdere segnalo la chiesa luterana delle Svalbard (sempre aperta), la più settentrionale al mondo e punto panoramico sulla cittadina.

L’attrazione più famosa è però il cartello stradale dell’orso polare. Se ne trovano svariati, uno davanti all’aeroporto e gli altri ai confini di Longyearbyen. Sono lì posizionati per ricordare che questi animali sono i veri padroni di casa e che, allontanandosi dal centro urbano, il rischio di incontrarli è maggiore.
Per questo motivo è vivamente sconsigliato uscire dalla città da soli ma bisogna essere accompagnati dalle guide autorizzate all’uso delle armi. La caccia all’orso polare è vietata e la sua uccisione è consentita solamente nei casi più estremi.

Passeggiando per Longyearbyen si notano moltissime motoslitte parcheggiate nei campi, sono senza dubbio il mezzo di trasporto più utilizzato dagli abitanti.
Sono rimasto però sorpreso nell’osservare quante macchine ci fossero in circolazione, specie considerando che le distanze percorribili sono brevi. Non a caso, alle porte della città vi sono un benzinaio ed una concessionaria Toyota (la più a nord del mondo!).

Museo delle Svalbard e Camp Barentz
Il giorno seguente il mio arrivo comincia il programma vero e proprio della mini-crociera. Veniamo prelevati dal nostro hotel e, prima di raggiungere il porto, sono previste due visite.
La prima è Camp Barentz, uno dei campi di allevamento ed addestramento degli husky più famosi dell’isola. Sorge ad una decina di Km da Longyearbyen e pertanto, una volta scesi dall’autobus siamo sempre scortati da una persona armata di fucile…

Data la neve presente praticamente tutto l’anno, questi animali sono alleati fidati della gente del posto e pure i turisti non possono sottrarsi all’esperienza di essere trainati da loro alla scoperta di territori incontaminati.
Oltre a poter accarezzare questi cani, si può visitare la replica della cabina in legno usata come rifugio invernale da Willem Barentz, lo scopritore delle Svalbard nel 1596.

Rientrati a Longyearbyen, un breve tour guidato all’interno dello Svalbard Museum consente di conoscere i quattrocento anni di storia di questo territorio a partire dai primi esploratori-cacciatori di balene e trichechi sino alla più recente attività mineraria.
Si parla ovviamente anche di flora, fauna e ricerca scientifica.

Mini-crociera delle Svalbard a bordo della MS Serenissima
Ci imbarchiamo alle ore 17 del giovedì pomeriggio, a bordo della MS Serenissima, così ribattezzata in onore della repubblica marinara di Venezia.
La nave non è troppo grande ma è comunque confortevole, grazie anche al fatto di essere stata ammodernata negli ultimi anni. Il pacchetto comprende colazione e pranzo, entrambi a buffet, e la cena con menù alla carta.

Le cabine sono dislocate su sei ponti ed a disposizione vi è una passeggiata “coperta” oltre ad una ampia terrazza a prua. Il ristorante ed il bar sono invece dislocati sul ponte n. 5.
“Hurtigruten Svalbard” è una società indipendente rispetto alla più celebre Hurtigruten con la quale avevo fatto l’anno precedente la crociera da Bergen a Capo Nord.
In questo caso è un’esperienza ancora più intima, a bordo infatti ci sono una settantina di passeggeri su massimo un centinaio di posti. Lo scopo del viaggio è di contemplare la meraviglia della natura delle Svalbard navigando lungo la sua costa occidentale, quella cioè dove generalmente si hanno condizioni climatiche più favorevoli.

L’itinerario prestabilito conduce all’isolotto di Moffen con tappa poi a Ny-Ålesund. Sono previste un paio di escursioni al giorno – landings – con i gommoni Zodiac (facoltative).
Il percorso può però essere soggetto a modifiche, anche all’ultimo momento, a causa del ghiaccio e delle condizioni meteorologiche. Noi ad esempio siamo stati particolarmente fortunati perché abbiamo raggiunto luoghi in cui i passeggeri che ci avevano preceduto non erano potuti arrivare.
Ho potuto ammirare paesaggi artici da favola, quasi surreali. Abbiamo navigato per fiordi circondati da innumerevoli ghiacciai (anch’essi in ritirata…), cime innevate ed iceberg di tutte le forme e dimensioni.

Per quel che riguarda la fauna locale, siamo riusciti ad avvistare un orso polare a diverse centinaia di metri di distanza e, da più vicino, una foca e svariati trichechi.
Da questo punto di vista, suggerisco di portare con sé binocoli e macchine fotografiche professionali. Lo smartphone non è sufficiente…

Tra i luoghi che mi sono rimasti maggiormente impressi vi è senza dubbio l’isolotto di Moffen, abitato da una colonia di trichechi. Esso si trova oltre l’80° parallelo ed è l’ultimo lembo di terra prima del Polo Nord, distante ancora 1.100 Km. In un certo senso posso affermare di essere giunto alla fine del mondo!

Il paesaggio che mi ha letteralmente tolto il fiato (complice il freddo) è il Lilliehöök Glacier. Qui ho osservato molto bene ad occhio nudo una foca “spiaggiata” su di un pezzo di ghiaccio. A bordo della nave, una volta gettata l’ancora nel cuore del fiordo, si poteva ascoltare il rumore degli iceberg che si rompevano riscaldati dalla luce del sole.

Ultima tappa prima del rientro a Longyearbyen, Ny-Ålesund ha rappresentato il “ritorno alla civiltà”. Si tratta dell’insediamento umano più a nord del mondo e, nato come centro minerario, da alcuni decenni è stato convertito in centro di ricerca permanente dove operano studiosi provenienti da tutto il mondo.

Nella stagione invernale vi risiedono una trentina di abitanti, nel periodo primaverile-estivo si possono contare circa duecento persone.
In passato ha avuto un ruolo fondamentale anche per le esplorazioni, basti pensare che proprio da qui, nel 1926, Roald Amundsen ed Umberto Nobile partirono con il dirigibile “Norge” per raggiungere – con successo – il Polo Nord!

La nostra nave può ormeggiare al porto e quindi si sbarca direttamente sulla terraferma. Analogamente alla capitale delle Svalbard, i cartelli stradali ci ricordano che gli orsi polari vivono anche da queste parti.

Da non perdere poi il piccolo museo (gratuito, sempre aperto) con la storia di Ny-Ålesund, il negozio di souvenir e la foto-ricordo nei pressi dell’ufficio postale più settentrionale del mondo.

Informazioni pratiche per una mini-crociera alle Svalbard
È un’esperienza da fare una volta nella vita, in particolare per coloro che amano il “grande nord” e desiderano esplorare uno degli angoli più remoti del nostro pianeta.
Da questo punto di vista, la mini-crociera di Hurtigruten Svalbard è stata perfetta. Il pacchetto che ho selezionato, da mercoledì a lunedì (Wednesday to Monday), mi ha permesso di visitare con calma Longyearbyen e poi godermi al massimo la crociera sino ed oltre l’80° Parallelo Nord.

Pochi giorni prima della partenza ho ricevuto tutte le informazioni utili ed un modulo da compilare con i dati richiesti per legge e per concordare i trasferimenti da/verso l’aeroporto delle Svalbard.
A bordo della nave si è assistiti da un gruppo di guide che si occupano dell’organizzazione delle uscite facoltative in mare oltre a condividere storie, curiosità e spiegazioni dei luoghi che si esplorano.
Un aspetto interessante della crociera è quello di potersi liberare per qualche giorno dai social network. Infatti, si naviga in un territorio dove internet è assente e non vi è neppure copertura telefonica.

Capitolo clima ed abbigliamento
Come si può immaginare, a queste latitudini il “caldo” è un concetto quasi sconosciuto.. anche se nel luglio 2020 si è toccata la temperatura record di 21,7° gradi ed in generale le medie tra il 1970 ed il 2020 si siano alzate tra i 4°-7° gradi.
Nel periodo del mio viaggio, dal 21 al 26 maggio, raramente si è superato lo 0° e, in mare, il vento gelido ha abbassato ulteriormente la temperatura percepita. Occorre dunque vestirsi con capi invernali, impermeabili e che proteggano dal vento.
Per avere tutte le informazioni aggiornate sulla crociera e sulle attività disponibili tutto l’anno a Longyearbyen e dintorni vi rimando al sito internet di Hurtigruten Svalbard.
Infine, segnalo che le Svalbard, pur essendo norvegesi, non fanno parte dell’area Schengen e dunque è obbligatorio il passaporto.
