Dopo aver esplorato parte del Parco delle Mura e dei Forti di Genova arrivandovi grazie al trenino di Casella, ho deciso di visitarne la porzione affacciata sulla Valpolcevera partendo dal centro del capoluogo ligure per poi rientrare nel quartiere di Rivarolo. Un itinerario variegato e che comprende architettura, storia, natura ed arte. Un trekking urbano di difficoltà mai eccessiva e che quindi ben si presta per la “gita della domenica”.
La mappa del percorso qui sotto vi fornisce le indicazioni sulle tappe ed il tempo di percorrenza complessivo. Considerate però che il tragitto fatto dal borgo di Garbo a Rivarolo è più corto perché si passa per il sentiero tratteggiato in verde e non invece per la strada a nord evidenziata sulla cartina.
Per questa ed altre gite fatte e raccontate nel blog ho preso l’ispirazione dal libro di Andrea Parodi, “Appennino genovese. 100 escursioni sui monti di Genova e nel Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo“. Senza dubbio una lettura consigliata per gli appassionati dei “bricchi” liguri.
Da Dinegro al quartiere Belvedere
L’escursione comincia da Dinegro, fermata della metropolitana situata a poche decine di metri a piedi dall’incamminamento che porta alla celebre lanterna di Genova. Lasciando la Parrocchia di San Teodoro sulla destra ci si immette lungo la Salita degli Angeli che conduce poi alla Porta omonima. È in questa area che correvano le Mura Nuove, l’ultima e più grande cinta difensiva di Genova costruita tra il 1626 ed il 1639 e di cui oggi si conservano ormai poche sezioni, visibili sui versanti collinari meno popolati. L’urbanizzazione sfrenata del secolo scorso ha infatti causato la definitiva scomparsa del tratto più vicino alla costa, a ridosso della Lanterna.
Lasciata alle spalle la Porta degli Angeli, la vista offre un primo scorcio della Valpolcevera e, mentre in primo piano spicca il casello di Genova Ovest (ed il traffico che ne deriva), basta alzare un po’ lo sguardo per ammirare il quartiere Belvedere, ubicato su di una collina a 129 m d’altezza che domina su Sampierdarena. Il luogo simbolo della zona è il Santuario di Nostra Signora di Belvedere, eretto nel secolo XIII inizialmente come cappella collegata al convento delle monache agostiniane. A breve distanza si trova il campo sportivo Morgavi, realizzato sulle fondamenta del Forte Belvedere innalzato nella prima metà dell’800.
Passati il Cimitero degli Angeli sulla sinistra ed il Cimitero della Castagna sul lato destro si raggiunge il crocevia della Crocetta. Vi si incrociano la strada proveniente da Sampierdarena e diretta verso l’alta Valpolcevera e quella da Genova verso ponente, in passato fu un luogo nevralgico per gli scambi commerciali tra la zona costiera e l’entroterra.
I Forti Crocetta e Tenaglia
Camminando lungo la via in salita si arriva in pochi minuti dinnanzi a ciò che resta del Forte Crocetta (145 m d’altezza), antica struttura militare facente parte delle fortificazioni difensive di Genova. Fu il Regno Sabaudo ad ordinarne la costruzione nel 1818, nel 1827 il complesso venne ulteriormente ampliato ed i lavori si conclusero nel 1830. Venne utilizzato per scopi militari fino al 1914, dopodiché servì come rifugio per sfollati durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente fu abitato a più riprese. Oggi purtroppo è in evidente stato di abbandono, “inghiottito” progressivamente dalla vegetazione.
Continuando la salita, dopo una ventina di minuti si raggiunge il Forte Tenaglia (o Tenaglie), attualmente l’unica struttura della cinta muraria genovese ad essere cantierizzato, vissuto e visitabile. Ciò grazie alla PIUMA Onlus, un’associazione di volontari che l’ha avuto in concessione dal comune nel 2010. Da allora sono stati avviati una serie di progetti ambiziosi che prevedono la messa in sicurezza ed il restauro del Forte per restituirlo alla città, la creazione di una “fattoria didattica” per scuole e famiglie, il restauro completo della casa del telegrafo per ricavarne una casa-famiglia, due piccoli alloggi per le emergenze ed un salone che possa ospitare eventi formativi e riunioni. Inoltre, vi è la possibilità di organizzare feste e rinfreschi per compleanni, Comunioni, Cresime e matrimoni.
Come anticipato poche righe sopra, il Forte Tenaglia è visitabile periodicamente, con giornate aperte a seconda della disponibilità del personale volontario. Il complesso difensivo venne innalzato nella prima metà del Seicento sulle fondamenta di fortificazioni precedenti, risalenti probabilmente a due secoli prima. Esso venne poi ingrandito e rinforzato nell’800, assumendo quella forma a “L” da cui ne deriva il nome.
Nel 1917 vi furono rinchiusi dei prigionieri di guerra dell’esercito austro-ungarico e nel corso del secondo conflitto mondiale vi si installò la contraerea italiana fino a quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, passò sotto il controllo della Wehrmacht fino alla conclusione delle ostilità. È in questo periodo che si ebbero i danni maggiori, a causa dei bombardamenti degli Alleati ai danni dei nazisti.
La visita del Forte consente di ammirare elementi originari quali ad esempio inferiate, intonaci che conservano delle firme di soldati, l’argano per il sollevamento dei materiali e costruzioni come il ponte levatoio, le caserme interrate e la santabarbara (tra le meglio conservate in Liguria).
Oltre a tutto ciò, da qui si può godere di una vista a 180° gradi sulla costa ligure con in primo piano il centro storico di Genova, il porto ed il Santuario del Monte Gazzo.
Per maggiori informazioni sull’area vi rimando al sito internet dell’associazione “La Piuma Onlus” che se ne occupa.
A proposito, si dice Tenaglia oppure Tenaglie?
Molto probabilmente non si avrà mai una risposta definitiva. Infatti, sebbene storicamente si sia spesso utilizzato il termine singolare, durante i lavori di restauro i membri dell’associazione hanno scoperto una targa sul pilone sinistro del ponte levatoio risalente all’800 con inciso “Forte Tenaglie”. A voi dunque la scelta…
Torre di Granarolo e la Salita del Garbo
L’esplorazione del Parco Urbano delle Mura prosegue lungo la strada carrozzabile – prima Mura di Granarolo e poi Via ai Piani di Fregoso – fino ai ruderi della Torre di Granarolo, che sorgono poco dopo la porta omonima (visitabile e raggiungibile con una breve deviazione). Tale struttura circolare venne eretta intorno al 1820 – assieme ed altre, è comunque quella conservata meglio – per sbarrare le vie naturali che risalivano dal fonde della valle. Sorge ad un’altezza di 275 m, appena fuori dal tracciato delle Mura Nuove innalzato tra il 1626 ed il 1632.
Da qui si scende percorrendo l’antica mulattiera di Salita del Garbo passando per il borgo dominato dal Santuario della Madonna del Garbo. Passeggiando per 15-20 minuti circa si giunge infine a Genova Rivarolo.
Il progetto “On the Wall” a Certosa
Da Piazza Petrella inizia un itinerario tematico legato all’arte urbana. Il progetto “On the Wall” fu voluto dal Comune di Genova per il suo forte impatto estetico ed urbanistico in un quartiere di Genova, quello di Certosa, gravemente colpito dalla tragedia del crollo del Ponte Morandi il 14 agosto 2018.
Una serie di artisti nazionali ed internazionali – Zedz, Ozmo, Agostino Iacurci ed Antonello Macs (giusto per fare qualche nome) – si sono radunati qui dal 13 luglio all’11 agosto 2019 per lavorare sulle facciate di diversi edifici della zona, situati a pochi passi dal cantiere del nuovo ponte. La Street Art quindi come speranza per il futuro, simbolo del processo di rigenerazione di un territorio che, come del resto l’intera città, non si è arreso e vuole guardare avanti.
Dato il tempo a disposizione non sono riuscito purtroppo a vedere tutte le opere, per aiutarvi a trovarle potete scaricare questa mappa indicativa della loro posizione. Per tornare in centro potete prendere la metropolitana, il suo capolinea Brin è facilmente raggiungibile in pochi minuti a piedi.