Una bella giornata trascorsa in provincia di Genova condita da passeggiate nella macchia mediterranea, architettura, storia d’Italia e la meraviglia della costa ligure di levante. D’altronde, la cornice paesaggistica del Golfo Paradiso è di assoluto valore, impreziosita dal promontorio di Portofino e dalle celebri case colorate di Camogli.
L’itinerario di questo articolo si snoda tra i comuni di Sori e Recco. La zona è attraversata da molti sentieri e perciò la scelta non manca. Nel mio caso, oltre all’anello panoramico delle due chiese, ho voluto allungare la gita scendendo a Mulinetti per esplorare le sue creuze e da lì raggiungere Recco per prendere il treno verso casa.
Ho preso spunto anche dal libro “Golfo Paradiso, Portofino e Tigullio“ di Andrea Ferrando ed Andrea Parodi.
Da Sori a Sant’Apollinare
Si parte dalla stazione ferroviaria affacciata sul lungomare di Sori e servita dai treni regionali della linea Genova-Sestri Levante-Pisa. Si raggiunge la statale Aurelia per poi attraversarla all’altezza di Via Dante Alighieri, una scalinata che si inerpica tra condomini e terrazzamenti di ulivi. La salita è piuttosto lunga, se avete bisogno di una pausa per rifiatare potete godervi un bello scorcio della costa di Sori alle vostre spalle.
Nei pressi di un gruppo di case, la strada diventa asfaltata e, dopo un breve tratto nella boscaglia, si “sbuca” davanti alla Chiesa di Sant’Apollinare (261 m, 30 min circa da Sori). Di origini antichissime, viene infatti già nominata in alcuni documenti del 1195, è l’unico tempio religioso dell’arcidiocesi di Genova ad essere intitolato a questo santo. Ampliamenti successivi non ne hanno modificato l’aspetto austero di pieve romanica. Dal piazzale antistante la vista si apre sul promontorio di Portofino, in particolare su Punta Chiappa.
Da Sant’Apollinare a Sant’Uberto
Dietro alla chiesa vi è un parcheggio ed un bivio. Seguo la strada sterrata sulla sinistra, in direzione di Sant’Uberto, fino ad inoltrarmi nel bosco. Il sentiero parte vicino ad un paletto con citofono di una proprietà che si costeggerà sulla destra per qualche decina di metri. Il segnavia di riferimento è composto da due barrette verticali. L’ascesa richiede un minimo di sforzo, in certi punti la via da percorrere non è sempre chiarissima ma comunque bisognare salire puntando poi verso sinistra.
Dopo circa 30 minuti finalmente si esce nei pressi di uno spiazzo panoramico su Sori, Pieve Ligure, il monte con la Chiesa di Santa Croce, Bogliasco ed il Golfo di Genova all’orizzonte. Inizia il tratto più bello del percorso, che da qui in avanti si immergerà nella macchia mediterranea. Alzando lo sguardo si individua il pilone con la statua del Redentore e sarà il punto di riferimento per arrivare a destinazione.
In poco meno di mezz’ora si giunge ai piedi del monumento eretto nel 1966 in sostituzione di quello precedente distrutto da un fulmine. A pochi passi di distanza sorge la Cappelletta di Sant’Uberto, a 474 m di quota.
A questo punto si può scegliere se tornare indietro oppure proseguire lungo il crinale. Difatti, volendo continuare a salire si possono raggiungere i monti Castelletto e Còrnua, oppure scendere direttamente a Recco. Nel mio caso, avendo necessità di ritornare a Sant’Apollinare ho optato per fare il medesimo percorso dell’andata. Non prima però di essermi concesso una lunga sosta fotografica per ammirare il Golfo Paradiso da una parte e la costa di ponente dall’altra, con tanto di monti innevati.
Da Sant’Apollinare a Mulinetti
Dal piazzale ubicato alle spalle della chiesa imbocco la mulattiera a destra, con indicazioni per la trattoria Al Serraglio e Ageno. Si giunge subito ad un bivio e si prosegue dritti, lungo un percorso panoramico che si fa largo tra ville con giardini, terrazze di ulivi ed ovviamente il mare.
Mi fermo appena prima del ristorante per immortalare uno scorcio davvero scenografico, con la Chiesa di Sant’Apollinare che emerge dalla macchia mediterranea e sembra quasi in bilico sulla costa ligure. Volgendo lo sguardo dall’altra parte si osservano distintamente il lungomare di Camogli ed il promontorio di Portofino.
Faccio quindi marcia indietro fino a raggiungere quella deviazione sulla destra (adesso alla mia sinistra) che avevo sorpassato qualche minuto prima. Inizia qui l’itinerario storico che mi porterà per le vie di Polanesi e Mulinetti, entrambe frazioni di Recco.
La Torre Saracena, le ville ed il “Canto degli Italiani” di Mameli
La camminata si fa ora in discesa e, dopo un primo tratto su terreno asfaltato, inizia il sentiero diretto fino alla Chiesa di San Martino a Polanesi.
La prima tappa è ai piedi della Torre Saracena, un residuo del complesso sistema difensivo cinquecentesco volto a respingere le invasioni dei corsari barbareschi provenienti dalle coste nordafricane.
Percorrendo la Salita al Campetto si arriva dinnanzi alla Chiesa di San Martino, già menzionata in alcuni documenti risalenti al 1195. Sul sagrato si riconosce il risseu, la tipica pavimentazione ligure composta da un acciottolato di sassi, principalmente bianchi e neri, disposti per formare decorazioni geometriche e floreali.
Si continua a scendere per Salita Costa Lunga, con l’opportunità di ammirare un altro elemento caratteristico della costa ligure e segno evidente della vita contadina: i terrazzamenti con muretti a secco. Quando la strada incrocia Via Casaccia si giunge nelle vicinanze delle tre ville storiche di Mulinetti.
“Villa Borgo Pace” è famosa perché, nel 1847, vi abitò Goffredo Mameli e durante quel soggiorno compose l’inno d’Italia. Dall’altro lato della strada, “Villa Tigellius” appare come un castello neogotico circondato da un vasto parco con tanto di patio rivolto verso il mare. Il complesso venne realizzato nel 1898 dall’architetto genovese Marco Aurelio Crotta. Successivamente, negli anni ’60 del secolo scorso la tenuta venne ceduta al Comune di Milano che quindi la adibì a “casa vacanze” per gli studenti lombardi fino al 2008. Poche decine di metri dopo, in direzione di Sori, sorge “Villa Duffour”, anch’essa immersa nella natura e per questo visibile solo parzialmente. L’edificio, di stile più classicheggiante, venne costruito nel 1894 per volontà di Agostino Mortola e venne poi acquistata dai Duffour nel 1908. La famiglia francese ne è ancora oggi la proprietaria.
Una volta giunti sulla statale Aurelia, prima di abbandonare definitivamente Mulinetti c’è un’ultima sosta da fare. Si nota infatti una cabina dell’Enel decorata con due meridiane, simboli del tempo che passa e delle tradizioni artigiane che ancora resistono, ed un dipinto realizzato nel 2011 in occasione delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Spiccano in esso i ritratti di quattro personaggi liguri protagonisti del Rinascimento: Giuseppe Mazzini, Giuseppe Garibaldi, Anna Schiaffino Giustiniani ed il già citato Goffredo Mameli.
Da Mulinetti a Recco
Mulinetti ha una propria stazione ferroviaria ma vi fermano ben pochi treni. Il suggerimento è perciò di “allungare” la camminata fino al vicino com une ligure. Usufruendo del sottopasso si sbuca in Corso Garibaldi che conduce al lungomare di Recco. La stazione – servita dai regionali della linea Genova-Pisa – è situata nell’interno, in direzione di Camogli, e per individuarla basta costeggiare il ponte ferroviario che taglia in due il centro urbano.