Trascorso un po’ di tempo dall’ultima gita fatta a Pian della Cavalla e Monte Lesima, sono riuscito finalmente a tornare sull’Appennino Ligure organizzando un trekking facile su due delle cime più alte della catena del Monte Ántola.
Dal punto di vista geografico, questa zona è particolarmente interessante dato che lungo le sue dorsali convergono i confini amministrativi delle province di Alessandria (Piemonte), Pavia (Lombardia), Genova (Liguria) e Piacenza (Emilia-Romagna). Come si può immaginare, in passato transitavano qui le rotte commerciali tra costa ed entroterra, tra tutte la “Via del Sale”, che da Pavia risaliva fino al monte Antola per poi scendere verso Torriglia ed infine Genova.
Trekking sull’Appennino ligure da Capanne di Cosola
La doppia escursione comincia e si conclude al confine tra Piemonte ed Emilia Romagna, “sfiorando” la Lombardia. L’itinerario prende spunto dal libro di Andrea Parodi, “La catena dell’Antola. 113 escursioni fra Scrivia, Trebbia e Oltrepo“.
Il percorso non prevede particolari difficoltà, il dislivello è di poco superiore ai 200 m e la segnaletica è sempre presente. Ovviamente servono l’abbigliamento e l’attrezzatura adeguate, considerate infatti che l’altitudine varia tra i 1.500 m ed i 1.700 m.
Si può replicare questa gita anche in inverno, l’appennino innevato regala un colpo d’occhio meraviglioso e, specie nelle giornate con cielo limpido, il panorama a 360° che si ammira vale da solo il viaggio fino a qui. Per farvi un’idea di cosa vi attende potete guardare le foto che ho caricato sulla mia pagina Instagram. La via da seguire è la medesima del resto dell’anno, raccomando l’uso dei ramponi o delle ciaspole a seconda di quanta neve si è accumulata.
Il punto di partenza è Capanne di Cosola, una località del comune di Cabella Ligure situata a circa 1.500 m d’altezza. Si può lasciare l’auto all’altezza dell’omonimo albergo-ristorante che sorge sul confine tra le province di Alessandria e Piacenza. Da sempre è un luogo di passaggio, sia per la “Via del Sale” che verso le valli Borbera, Staffora e Boreca.
Ascesa al Monte Chiappo
Lasciando la struttura ricettiva alle spalle, si passa sulla destra una fontana seguendo poi una carrareccia in leggera salita. Superata una villetta sulla sinistra, si seguono le indicazioni sulla destra – pannello con strisce rosse-bianche, sentiero CAI 200 – e si imbocca una via sconnessa. Dopo aver scavalcato la recinzione per il pascolo, si prosegue in salita sul pendio erboso.
Qui, finalmente la vista si apre e si scorgono le cime appenniniche circostanti, tra tutte il Lesima, l’Alfeo ed il Carmo. Purtroppo, nonostante fosse giugno inoltrato, il meteo non è stato dei migliori ed il cielo grigio – assieme al vento incessante – mi hanno accompagnato per l’intera giornata.
Continua l’ascesa lungo la dorsale che separa le valli Borbera e Trebbia, a farmi compagnia ci pensano gli animali al pascolo che, silenziosi ed immobili, mi osservano “in azione”.
Giunto ad un bivio a 1.680 m, giro sulla destra ed in breve raggiungo il Monte Chiappo (1.700 m d’altezza). Dalle Capanne di Cosola ho impiegato circa 50 minuti.
La sua vetta, non facilmente distinguibile da lontano, sancisce il confine amministrativo di Piemonte, Lombardia ed Emilia-Romagna. Dai suoi versanti nascono inoltre i torrenti Curone e Stàffora nonché alcuni affluenti del Borbera. Nelle belle giornate, il panorama dal Chiappo è suggestivo ed ampio, dalla Pianura Padana al Mar Ligure e la riviera di ponente passando per i rilievi appenninici più vicini.
Sulla cima è stata installata nel 1976 la statua di San Giuseppe Falegname e, nei suoi pressi, sorge il Rifugio Monte Chiappo. Vi suggerisco di dare un’occhiata alla relativa pagina su Facebook per rimanere aggiornati sui giorni di apertura e quant’altro.
Alle spalle dell’edificio si trova la stazione d’arrivo della seggiovia proveniente da Pian del Poggio, frazione del Comune di Santa Margherita Staffora (provincia di Pavia) a 1.331 m di quota. L’impianto è in funzione sia in estate che in inverno, ideale quindi per escursionisti, bikers e sciatori. Per maggiori informazioni su attività, orari e tariffe vi rimando al sito internet ufficiale.
Dal Monte Chiappo al Monte Ebro
Un itinerario classico è quello che da qui consente di raggiungere l’Ebro, anch’essa a 1.700 m di quota. Il percorso è semplice ed offre scorci bellissimi, il dislivello si aggira intorno ai 150 metri.
Dal Chiappo si scende fino al bivio incontrato in precedenza e si prosegue lungo lo spartiacque, costeggiando una recinzione sulla destra (con vista su di un branco di cavalli). La discesa diventa più accentuata e conduce alla Bocca di Crenna (1.551 m), un’ampia sella che separa Ebro e Chiappo e crocevia di sentieri. Vi giunge anche la strada sterrata proveniente da Salogni, in Val Curone.
Per raggiungere la cima del monte si prende il sentiero in salita, sulla sinistra. Il segnavia di riferimento è sempre il CAI 200. L’ultimo tratto ha una pendenza più accentuata, nulla comunque di particolarmente impegnativo, e dopo un’ora circa dalla partenza dal Chiappo si giunge sull’Ebro.
La sua cima, di forma piramidale, sorge sullo spartiacque tra Borbera e Curone e, a differenza di quella del Chiappo, è riconoscibile già da lontano. Su di essa si erge la croce metallica piantana nel 1966 da un gruppo di escursionisti di Isola del Cantone. Che dire del panorama, semplicemente da cartolina nelle giornate soleggiate. Difatti, se il tempo lo consente, oltre alla catena appenninica si può ammirare un’ampia porzione della riviera ligure di ponente e delle cime che la “proteggono” verso l’entroterra.
Dall’Ebro verso il Giarolo
Uno spartiacque assai panoramico collega queste due cime e lo si percorre più o meno in 2 ore. Per mancanza di tempo non ce l’ho fatta e mi sono dovuto fermare sul Monte Cosfrone, a 1.665 m d’altezza e raggiungibile in 15-20 minuti dall’Ebro.
Dalla cima si osserva la via che conduce fino al Monte Giarolo, a 1.473 m di quota. Lo si distingue dagli altri rilievi grazie ai ripetitori televisivi installati in epoca recente, che fanno compagnia alla statua del Cristo Redentore eretta agli inizi del ‘900.
Trovate tutte le informazioni per raggiungere il Giarolo all’interno del libro “La catena dell’Antola. 113 escursioni fra Scrivia, Trebbia e Oltrepo“ di Andrea Parodi.
Dove mangiare nei dintorni di Cosola
Dopo un “modesto” pranzo al sacco e la fatica accumulata, giunta l’ora di cena la fame si è fatta decisamente sentire. La scelta è ricaduta sull’Albergo Ristorante Ponte, un locale storico – aperto nel 1832 – e situato nel centro di Cosola, a 950 m d’altezza.
La cucina casalinga propone i piatti della tradizione che, data la particolare ubicazione geografica, risente di influenze multiregionali. Ho optato quindi per le lasagnette al pesto, seguite da una specie di roast beef con tartufo e castelmagno, infine dei canestrelli guarniti. La mia recensione è decisamente positiva: porzioni abbondanti, pietanze buone con prodotti di qualità ed un prezzo onesto.
Consigliato! 😉