Tra le diverse attività organizzate da Visit Scotland e People Make Glasgow nel weekend che ho trascorso in città, una di quelle che ho apprezzato maggiormente è stata senza dubbio il “tour musicale”. Infatti, questo itinerario ad hoc mi ha permesso di conoscere un altro aspetto di Glasgow, quello appunto legato alla musica, settore nel quale vanta una lunga tradizione e tutt’oggi più che mai viva. Inoltre, tale giro mi ha permesso di esplorare a piedi un quartiere – l’East End – in cui non ero mai stato, potendo ammirare edifici caratteristici ed alcuni dei tanti murales lì presenti.
Glasgow, città UNESCO della musica
Nel 2008, Glasgow è stata dichiarata città UNESCO della musica, la prima a diventarlo in tutto il Regno Unito (successivamente si è aggiunta Liverpool). Questo prestigioso titolo ha riconosciuto alla città scozzese il suo ruolo nel panorama musicale non sono a livello nazionale ma anche mondiale. A rimarcare ciò basta fare qualche esempio di cantanti e band nate o comunque legate a questo luogo: AC/DC, Franz Ferdinand, Mark Knopfler, Amy Macdonald, Paolo Nutini, Simple Minds, Travis etc.
Oggi, l’industria musicale continua ad essere molto attiva in città e, con i numerosi eventi che si svolgono settimanalmente, si rivolge ai generi più disparati.
Il festival “Celtic Connections”
Tra questi, uno dei più celebri è senza dubbio il Celtic Connections, il festival musicale invernale più grande della Scozia e che celebra la musica celtica ed il suo legame con le varie culture del mondo. Dura circa due settimane e nel 2018 ha celebrato la sua 25esima edizione.
Aperto a diversi generi musicali, si svolge in locations differenti proponendo anche una serie di attività parallele come dibattiti, mostre, workshops, ceilidh (danza popolare scozzese) e concerti gratuiti.
A proposito, un altro evento a cui ho partecipato nel mio weekend glasgwegian ha riguardato proprio tale festival. Difatti, ho trascorso il sabato sera nei pressi del birrificio della Tennent’s e, tra una pinta di birra e l’altra, la serata è stata allietata da musicisti – Tom Oakes & Ross Couper, Findlay Napier e Tannara – che hanno regalato un’anteprima di ciò che è il Celtic Connections.
La musica a Glasgow, visita guidata con “Glasgow Music City Tours”
Il tour è durato un paio d’ore ed ha seguito un percorso piuttosto personalizzato, dato che ha incluso posti che solitamente sono toccati da uno o dall’altro itinerario proposto da Glasgow Music City Tours. Questa agenzia infatti effettua due tour – uno nella Merchant City e l’altro nel Music Mile – con l’obiettivo di far scoprire i posti, le storie delle persone e le esibizioni che nel corso dei decenni hanno alimentato la scena musicale locale. Ciò grazie anche alle guide – nel nostro caso Fiona – che prima di tutto sono grandi appassionati del genere ed hanno avuto l’occasione in prima persona di frequentare i luoghi della visita.
Glasgow City Halls e Old Fruitmarket
Punto di partenza è la Glasgow City Halls (Candleriggs), il primo grande ambiente ideato appositamente per ospitare eventi e concerti di grandi dimensioni. Oggi, in seguito alla riapertura nel 2006 dopo i lavori di restauro, è la sede della BBC Scottish Symphony Orchestra e del Scottish Music Centre.
Annesso all’edificio si trova l’Old Fruitmarket, ossia l’antico mercato usato fino agli anni ’70. Anch’esso è stato rimesso a nuovo, seppur mantenendo le insegne e la struttura originali. Così, oggi è sicuramente una delle venues più particolari ed affascinanti di Glasgow e può contenere circa 1000-2000 persone che vengono qui ad assistere a concerti di musica jazz e tradizionale oltre ad alcuni di quelli del Celtic Connections.
Barrowland Park e Barrowland Ballroom
La visita ora continua in esterna per raggiungere un altro luogo curioso e molto caro agli abitanti, il Barrowland Park. Quello che a prima vista pare essere un normale parco, in realtà cela un’opera d’arte che si può ammirare… camminandoci sopra.
Infatti, lungo il sentiero che attraversa l’area è stata dipinto una specie di scaffale contenente una serie quasi infinita di album. Su ciascuno di essi è riportato il nome del cantante – o band – e la data in cui ha suonato al Barrowland, la “sala concerti” sicuramente più famosa di Glasgow. Gli artisti menzionati appartengono a generi differenti e ve ne sono sia locali che internazionali. L’opera venne commissionata nel 2014 in occasione del Glasgow 2014 Cultural Programme, è lunga 100 m ed accoglie 2.000 nomi. Il suo autore, Jim Lambie, ha affermato di aver voluto rendere così omaggio sia al Barrowland che al vicino mercato di Barras nel quale egli stesso si recava per comprare lp, musicassette e cd. Da evidenziare poi il grande lavoro fatto dallo sculture Russ Coleman, il quale ha creato a mano le migliaia di lettere presenti nell’opera.
Fiona ci ha raccontato aneddoti degli artisti lì presenti ricordando pure i concerti a cui ha assistito. Nota curiosa: ho attraversato tutto il sentiero ma non è mi parso di scorgere alcun nome italiano.
Poco distante sorge il Barrowland Ballroom (Gallowgate 244) che, a furia di sentirlo nominare, non vedevo l’ora di vederlo. Sinceramente da fuori sembra un casermone dominato dalla mega insegna pronta ad illuminare in grande stile la notte di Glasgow. Tuttavia, è innegabile che grazie al fatto che qui si sono esibiti artisti come Metallica ed Oasis – giusto per fare due nomi – la location venga circondata da un’aura magica, quasi sacra.
Non a caso, questa è indiscutibilmente la sede per concerti più famosa della città scozzese e potersi esibire al suo interno rappresenta un grande onore.
Saint Luke’s
Tappa finale è Saint Luke’s, in Bain Street 17, nel cuore dell’East End di Glasgow.
Personalmente, è stata una delle scoperte che mi ha colpito maggiormente nel corso dell’intero weekend. Ciò perché si trova nell’antica St Luke’s Parish Church ed al suo interno vi è pure il bar-ristorante Winged Ox – aperto 7 giorni su 7 – che merita una visita già solo per ammirarne l’arredamento. Dallo spazio centrale dell’edificio è stata ricavata una sala su due piani che ospita eventi speciali, matrimoni, dj set e concerti di vario genere, inclusi alcuni del Celtic Connections. A ricordarci che siamo dentro ad una ex-chiesa ci pensano l’organo del 1800 e le due stupende vetrate decorate ai suoi lati.
Da segnalare che il Saint Lukes’s nel 2017 è stato votato come “miglior sede per concerti”, “miglior pub scozzese” ed infine “miglior pub dog friendly“.
BAAD e pranzo al A’Challtainn
In realtà, l’ultima tappa vera e propria del tour ci conduce a pochi passi da lì, a Barras. Si tratta dello storico mercato del quartiere e deve il suo nome agli antichi carretti sui quali si disponevano i prodotti in vendita. Oggi, il mercato si svolge il sabato e la domenica dalle 10 alle 17. Per aiutarvi a localizzarlo cercate l’arco rosso con scritto The Barras.
Oltre al mercato, uno dei simboli della zona è il BAAD – Barras Art and Design – che, visto da fuori, sembra solo un grande magazzino ma in realtà ospita una serie di negozi e studi affacciati sul cortile interno. Tra questi vi è anche l’A’ Challtainn, un bar e ristorante specializzato in pesce. Si pronuncia – A Cawl Tain – e tradotto significa “legno di nocciolo”. Io ed il resto della comitiva ci accomodiamo al tavolo che ci è stato preparato sulla terrazza dalla quale possiamo osservare il via vai della gente. Non potevo non ordinare il pesce e difatti mi è arrivato il fish & chips più grande e più buono che abbia mai mangiato. Anche il dolce, un classico scozzese, non ha deluso le mie aspettative!
Dall’altro lato della strada si trova il cortile con una serie di container riutilizzati come bar, street food, spazio per graffiti ed altro ancora.
Il BAAD è aperto tutti i giorni della settimana mentre la parte esterna dal venerdì alla domenica.
Il tour con Glasgow Music City tours mi ha dato modo di conoscere l’anima artistica di Glasgow attraverso la visita delle sue strade ed edifici che hanno – e continuano – a far la storia facendo di questa città la capitale assoluta della musica in Scozia e non solo. Un ringraziamento particolare va a Fiona per averci guidato con professionalità ma soprattutto per averci raccontato con moltissima passione vita ed aneddoti di personaggi e luoghi legati alla città.