Oltre alle città di Belfast, Southampton e Liverpool, gli appassionati del celebre transatlantico non devono perdersi la “Titanic Exhibition”.
Gestita dalla White Star Heritage, si tratta di una mostra itinerante che si svolge ogni anno in diverse località del Regno Unito e nella quale i visitatori possono ammirare la vasta collezione di oggetti e documenti del Titanic e della gemella Olympic.
L’obiettivo è quello di preservare la memoria della “nave dei sogni” attraverso la conservazione ed esposizione dei reperti che raccontano la storia del transatlantico e le vicende personali dei suoi passeggeri.
L’esperienza che racconto in questo articolo fa riferimento alla mostra tenutasi presso la New Dock Hall di Leeds nella primavera del 2025, per la precisione dal 30 marzo al 20 aprile.
Ho deciso di suddividere il percorso della visita in queste sezioni:
- dai cantieri al varo;
- l’arredo degli interni e l’arrivo a Southampton;
- a bordo della “nave dei sogni”;
- lo scontro con l’iceberg, il naufragio ed il ritrovamento dei corpi;
- che fine fecero le scialuppe di salvataggio?
- la scoperta del relitto ed il recupero dei reperti;
- il Titanic al cinema.
Alla fine fornirò anche una serie di informazioni pratiche per aiutarvi ad organizzare al meglio la vostra visita.
Cosa vedere all’interno della Titanic Exhibition
La mostra si è svolta presso le Royal Armouries, il museo nazionale dedicato alle armi ed armature che sorge nel moderno quartiere del Waterfront di Leeds. Si trova a 20 minuti a piedi dal centro storico e dalle stazioni di autobus e treno.
La visita trasporta le persone indietro nel tempo, ripercorrendo le vicende del Titanic dai cantieri della Harland & Wolff di Belfast sino al viaggio inaugurale ed al suo triste epilogo per poi concludersi con la scoperta del relitto sul fondo dell’Atlantico.
Non è mio obiettivo soffermarmi sulla storia della nave proprietà della White Star Line in quanto ne ho già parlato negli articoli precedenti che trovate in questa apposita sezione del blog. Parlo invece degli oggetti esposti che hanno attirato maggiormente la mia attenzione.
1) Dai cantieri al varo
Prima ancora di raggiungere la biglietteria, subito a lato dell’ingresso è stato posizionato il modellino del Titanic in scala 1:48, realizzato a mano in circa 9 mesi dal modellista Richard Gale e divenuto recentemente di proprietà della White Star Heritage.

La mostra inizia spiegando le origini del Titanic ed il contesto socio-economico in trasformazione dell’Europa a cavallo tra i sec. XIX-XX. Un numero sempre crescente di persone emigrava nel Nuovo Mondo e per questo motivo la rotta transatlantica era la più gettonata e remunerativa per le compagnie navali. Tra queste, la Cunard primeggiava per la velocità mentre la sua concorrente principale, la White Star Line, aveva deciso di puntare sul lusso.
Nei cantieri della Harland & Wolff di Belfast vennero così progettate le navi gemelle Olympic e Titanic…
Tra i reperti esposti vi è il registro navale Lloyds del 1912 nel quale è presente anche il Titanic (riga 734) con i dettagli tecnici della nave ed il suo tragico epilogo.

Nella sezione successiva si possono osservare un paio di rivetti usati per tenere assieme lo scafo in acciaio della nave. Ne furono necessari oltre tre milioni ma, nonostante siano stati applicati con i migliori metodi disponibili dell’epoca, si ritiene che la loro scarsa qualità fu una delle cause dell’affondamento.

Mercoledì 31 maggio 1911 fu la data fissata per il varo del Titanic, un appuntamento atteso con tanta impazienza da tutti gli abitanti di Belfast. Ecco dunque la necessità di munirsi di un biglietto per l’evento!

2) L’arredo degli interni e l’arrivo a Southampton
I lavori proseguirono all’interno della nave per quasi un anno e trasformarono il Titanic nel transatlantico più lussuoso mai visto sino a quel momento.
Dello sfarzo dei suoi ambienti purtroppo restano poche tracce materiali, come ad esempio un pezzo di feltro verde che presumibilmente era collocato su uno dei tavoli della “Sala fumatori” riservata alla prima classe.

Tra i reperti più rilevanti della collezione vi è la cartolina scritta da un passeggero di seconda classe a bordo del Titanic e spedita al momento dell’approdo a Southampton.
Thomas Cupper Mudd era un sedicenne diretto in America per cominciare una nuova vita. La sua era una famiglia numerosa, ben 13 fratelli, e proprio i due più anziani tra essi gli pagarono il biglietto affinché potesse raggiungerli dall’altro lato dell’Atlantico.
Purtroppo, Thomas morì nel naufragio ed il suo corpo non fu mai ritrovato.

3) A bordo della “nave dei sogni”
A questo punto la mostra entra nel vivo: è giunto il momento di imbarcarsi!
Lo si fa simbolicamente, mostrando il proprio biglietto (ne parlo alla fine dell’articolo) allo steward e seguendo poi le indicazioni a seconda della classe di appartenenza.
Una serie di pannelli con stampe di grandi dimensioni testimoniano la bellezza degli ambienti comuni e delle stanze private. Anche i passeggeri di terza classe, pur avendo a disposizione spazi più modesti, potevano comunque godere di comfort per l’epoca inimmaginabili.
Come è facile intuire, sfortunatamente ben poco si è salvato e dunque i pochi oggetti esposti rappresentano un tesoro dal valore inestimabile.
È il caso del frammento più voluminoso “superstite” dell’iconica Grande Scalinata del Titanic. Questo pezzo di legno intagliato formava parte del corrimano e venne recuperato dall’oceano durante la spedizione della nave Minia il 26 aprile 1912.

Un’altra rarità assoluta è una piastrella proveniente dal pavimento di un’area di terza classe della RMS Olympic. Della medesima tipologia (Linoleum) erano state impiegate a bordo del Titanic e difatti se ne possono distinguere alcune sul fondale attorno al relitto.

4) Lo scontro con l’iceberg, il naufragio ed il recupero dei corpi
Alle ore 23:40 di domenica 14 aprile 1912, il Titanic urtò un iceberg. Vennero chiuse immediatamente le porte stagne ma ciò purtroppo non fu sufficiente perché già sei compartimenti erano danneggiati e la nave era progettata per stare a galla con un massimo di quattro allagati. Cominciò una disperata lotta contro il tempo per salvare il maggior numero di persone, con l’aggravante del fatto che le scialuppe di salvataggio non erano sufficienti per tutti.
La nave, spezzata in due tronconi, sparì sotto le acque dell’Oceano Atlantico alle 2:20 del 15 aprile.
Il negativo originale della fotografia scattata dal capitano De Carteret dalla nave C.S. Minia immortalerebbe l’iceberg colpito dal transatlantico.
Infatti, stando alla testimonianza dello stesso capitano, la macchia scura visibile sul ghiaccio corrispondeva ad una striscia rossa. Un dettaglio non trascurabile visto che lo stesso colore rivestiva una parte dello scafo del Titanic.

Il 17 aprile cominciò la missione per il recupero dei corpi di quante più persone possibili, un’impresa resa ancora più complicata dalle condizioni meteo avverse.
Vi presero parte due navi posacavi, la Mackay-Bennett e la C.S. Minia, ed una successiva nave di supporto del governo canadese.
Oltre alle vittime, gli equipaggi poterono prelevare alcuni oggetti e pezzi d’arredo del Titanic.
Ad esempio, lo spartito di “Nearer My God To Thee” venne rinvenuto nell’astuccio di cuoio riposto al di sotto del giubbotto di salvataggio del violinista Wallace Hartley. Il brano venne eseguito dall’orchestra poco prima che la nave si inabissasse nell’Atlantico. Il corpo del musicista venne trovato una decina di giorni dopo l’incidente.

L’ultima vittima ad essere stata recuperata (il 22 aprile) fu Thomas Mullin, steward di terza classe di 21 anni originario di Dumfries (Scozia meridionale). Tra i suoi vestiti venne trovato il taccuino personale.
In questa cittadina nacquero due uomini le cui vite si incrociarono e conclusero tragicamente con l’affondamento del Titanic. Thomas era di un anno più giovane di John Law Hume, violinista a bordo della nave. Entrambi sono seppelliti al cimitero Fairview Lawn di Halifax in Nova Scotia (Canada).
Per maggiori informazioni su Dumfries vi rimando alla lettura di questo articolo.

5) Che fine fecero le scialuppe di salvataggio?
In realtà non si hanno notizie certe, sembrano essere scomparse nel tempo e nella memoria…
Ci sono diverse ipotesi, dalla loro distruzione sino al riutilizzo sulla nave gemella del Titanic, l’Olympic, ovviamente dopo essere state riverniciate e rinominate.
Quel che è certo è alcuni “cacciatori di tesori” riuscirono ad impossessarsi di una serie di placche originali delle scialuppe del Titanic come quelle fotografate qui sotto.

6) La scoperta del relitto ed il recupero dei reperti
La ricerca dei resti della nave fu complicata considerando la profondità dell’oceano e le relative condizioni ambientali. Il 1° settembre 1985 ci riuscì finalmente Robert Ballard, grazie ad una tecnologia innovativa da lui stesso brevettata.
Da quel momento si poterono organizzare svariate spedizioni per il recupero di oggetti e per monitorare lo stato di deterioramento del relitto.
Infatti, dei batteri chiamati Halomonas Titanicae (scoperti nel 2010) stanno lentamente ma costantemente distruggendo lo scafo del Titanic mediante dei “rusticles”, formazioni rugginose simili alle stalattiti che oggi si trovano ovunque sulle superfici della nave. È possibile osservare una parte di questo composto, prelevato nel 1996 senza però essere stato trattato in alcun modo, con dunque colore e forma originali.

Il destino di ciò che resta del transatlantico è dunque segnato, solamente non si sa quanto tempo ancora ci vorrà perché scompaia del tutto (o quasi).
Per quel che riguarda gli altri oggetti prelevati dal relitto, nella mostra ne sono esposti alcuni quali ad esempio un bricco per latte del Café Parisien, che veniva servito per il tè del pomeriggio, ed un frammento dello scafo di tribordo recuperato alla fine degli anni ‘90.

Quest’ampia sezione, ribattezzata “The big piece” per le sue dimensioni e peso (15 tonnellate) è il pezzo più grande mai recuperato dal fondo dell’Oceano ed è oggi in mostra permanente all’interno del “Luxor Hotel and Casino” di Las Vegas.

7) Il Titanic al cinema
La storia della “nave dei sogni” è stata protagonista di diverse produzioni cinematografiche, la prima addirittura a distanza di pochissimi anni dal tragico incidente. Il film più famoso è però senza dubbio quello di James Cameron del 1997.
La mostra itinerante si conclude con una sezione dedicata a questa pellicola, nella quale sono esposti alcuni oggetti ed abiti di scena.
Ad esempio si può ammirare il vestito originale indossato da Kate Winslet in uno dei momenti iconici del “kolossal”.

Oppure, in una teca si può osservare il giubbotto di salvataggio indossato dai personaggi Fabrizio e Tommy durante il loro disperato tentativo di mettersi in salvo mentre la nave stava affondando. Da vicino si notano chiaramente il foro di proiettile e la macchia di sangue artificiale.

“Titanic Exhibition”: informazioni pratiche per la visita
Come scritto all’inizio dell’articolo, si tratta di una mostra itinerante che ogni anno fa tappa in diverse città del Regno Unito. Si è svolta ad esempio a Manchester, Glasgow, Birmingham, Bristol, Exeter etc.
Il calendario con le date è consultabile sul sito internet della White Star Heritage.
È possibile e consigliato acquistare i biglietti online, potendo così selezionare la fascia oraria d’ingresso (a cadenza di 30 minuti) a partire dalle ore 10 sino alle 17:30.
All’ingresso, una volta convalidato il biglietto si riceve la “carta d’imbarco” per salire a bordo del Titanic. Su di essa è riportato il nome di un passeggero o di un membro dell’equipaggio e, alla fine della mostra, osservando il pannello con l’elenco dei morti (1.512) e dei sopravvissuti (713) al naufragio si può scoprire la sua sorte.
A me ad esempio è capitato il comandante Edward Smith…
L’audio guida è gratuita e fruibile direttamente dal proprio smartphone, servono solo le cuffie. Non è però disponibile in lingua italiana.
Infine, per quel che riguarda la durata della visita, io mi sono fermato quasi 3 ore (essendo un grande appassionato!) ma in ogni caso direi che vale la pena dedicarle almeno un’ora e mezza.
