Dopo la visita di Manises e l’escursione a El Puig, l’ultima tappa nella provincia di Valencia è a Sagunto, una località particolarmente nota tra gli appassionati di storia romana. Per il tempo avuto a disposizione, ossia una giornata e poco più, ho studiato un itinerario a piedi ad hoc sui luoghi chiave di quella che era una delle città più importanti dell’impero.
Dato il periodo del viaggio, era metà novembre, mi sono dedicato esclusivamente alla zona “antica” tralasciando così la Sagunto moderna, Puerto de Sagunto, costruita al di là della ferrovia ed affacciata sul mare.
Come arrivare a Sagunto da Valencia
Come per ogni mio spostamento, anche in questo caso ho utilizzato i mezzi pubblici, in particolare il treno. Infatti, dalla stazione di Valencia Nord partono i treni regionali della linea C6 diretti a Castelló de la Plana che fermano sia a El Puig che a Sagunto, impiegando poco meno di quaranta minuti. In settimana vengono effettuate due connessioni all’ora mentre, se prevedete di spostarvi nel weekend, controllare gli orari in anticipo sul sito della Renfe poiché le frequenze diminuiscono (sono treni usati dai pendolari).
Il biglietto costa 3,7€ e la tariffa si calcola a seconda delle zone di viaggio: Valencia è zona 1, Sagunto invece è nella 4.
Una volta a bordo, sarà facile riconoscere la vostra fermata. Difatti, attraversando la campagna valenciana, ad un certo punto scorgerete dal finestrino un gruppo collinare dominato dai resti delle mura dell’antico castello. La stazione di Sagunto si trova a circa 10 minuti a piedi dal centro storico, quest’ultimo segnalato molto bene dalla segnaletica in loco.
Vi segnalo inoltre che sono previste tutto l’anno delle escursioni guidate da Valencia che, con una durata di 4 ore, consentono di visitare i luoghi simbolo della storica città romana. Tutte le informazioni su tariffe, orari, itinerario e prenotazione online sono disponibili in questa pagina.
Dove dormire a Sagunto
A rendere ancora più bella la visita della città è stato il soggiorno al B&B Domus Atilia, una struttura situata a pochi passi dal centro ed ospitata in quella che nell’antica Saguntum era una tipica casa romana. Mi spiega questo e molto altro Inma, la proprietaria che farà di tutto per farvi sentire a proprio agio, come se foste a casa vostra.
La casa venne edificata nel secolo I in una posizione privilegiata nel cuore della Sagunto imperiale ed a pochi metri dalla sua strada principale, l’attuale Via del Pòrtic.
Oggi, sebbene il passare dei secoli abbia portato allo stravolgimento della domus originale, il B&B ha cercato di mantenere gli stessi elementi ricreando un ambiente il più simile possibile. Così, le sei stanze – ognuna ribattezzata con un tipico nome romano – distribuite sui due piani si affacciano sul giardino che include una piscina e, al secondo piano, trova spazio una sala che nel corso dell’anno ospita una serie di incontri ed attività legate all’eredità romana di Sagunto.
La colazione, inclusa nella tariffa, prevede una scelta di prodotti dolci e salati che accompagnano la portata principale a base di affettati e salumi. Inoltre, nella sala è presente un frigo con bevande alcoliche ed analcoliche che si possono prendere liberamente durante il soggiorno.
Se il valore aggiunto del B&B Domus Atilia è senza dubbio la padrona, Inma, un altro elemento che balza agli occhi è l’attenzione posta nell’arredamento ed in alcuni suoi dettagli. Ho apprezzato la combinazione, davvero azzeccata, di elementi moderni e romani, che permette di soggiornare in una struttura dotata di ogni comfort seppur legata alla tradizione.
Cosa vedere a Sagunto
Sagunto è una città che con i suoi oltre duemila anni di storia ha molto da raccontare. Sebbene sia conosciuta principalmente per il teatro romano ed il castello, sarebbe un peccato limitare la visita a questi due luoghi soltanto. Al contrario, camminare per le vie del centro storico vi consentirà di scoprire altri monumenti ed edifici testimoni del passato della località spagnola.
L’itinerario che vi illustrerò di seguito è cominciato di sera per poi concludersi la giornata successiva. La distanza complessiva non è eccessiva e perciò si può fare con calma a piedi. Si parte dalla zona medievale, che in realtà custodisce anche diversi resti romani, per poi raggiungere la collina e terminare la visita nei luoghi maggiormente emblematici di Sagunto.
La Sagunto medievale
Il percorso inizia dal Camí Real, un viale che attraversa parte del centro e che conduce alla stazione ferroviaria.
All’incrocio con Escipions si può ammirare la torre ed un breve tratto delle mura medievali, resti dell’antica cinta difensiva della porzione nord di Sagunto. La loro fisionomia originale è stata modificata nei secoli XVII-XVIII a causa dei lavori per la costruzione degli edifici attorno. La torre è stata dichiarata “Bene di interesse culturale” nel 1947.
Proseguendo si arriva in Plaça Cronista Chabret, dove si trova l’ufficio del turismo. Guardando l’edificio sede del Comune e proseguendo sulla sinistra si inizia a salire per giungere in Plaça Mayor. Nel Medievo, questa era il centro religioso, politico e sociale di Sagunto, qui ad esempio si svolgeva il tradizionale mercato settimanale. Oggi si possono ancora osservare dei resti del passato romano, in particolare le basi delle colonne sotto i portici, e del periodo arabo come la porta dell’Almudín. Va ricordato infatti che a partire dal secolo XVIII fino alla Reconquista nel 1238 ad opera di Giacomo I, Sagunto venne occupata dagli arabi che la rinominarono Murviedro. Essi si dedicarono in particolare all’agricoltura, all’artigianato ed al commercio. L’Almudín all’epoca era un edificio destinato alla conservazione del grano ed in alcuni casi anche al commercio stesso.
Da qui, la vista è dominata dalla Església de Santa Maria, costruita nel secolo XIV sulle fondamenta dell’antica Mezquita. Questa chiesa gotica venne dichiarata “Bene di interesse culturale” nel 1982.
Alle spalle della Chiesa sorge l’antico palazzo gotico dai richiami rinascimentali e proprietà della famiglia dei Berenguer.
Oggi ospita il “Centro accoglienza dei visitatori” in cui sono conservati documenti ed altro materiale esplicativi della storia di Sagunto oltre ad essere sede di mostre temporanee.
Procedendo su calle del Castillo, sul lato destro si può scorgere l’arco che conduce alla judería, il quartiere ebraico ubicato nella parte alta della cittadella medievale di Sagunto.
Iniziato a costruire nel secolo XIII, oggi conserva gran parte dello sviluppo urbano originale e, vagando per le sue vie silenziose, è ancora possibile ammirare decorazioni e facciate dell’epoca.
Il cimitero ebraico invece si trova appena al di sotto del castello, rivolto verso il Teatro e lo stesso quartiere. Venne realizzato seguendo le rigide linee guida del rituale previsto dalla tradizione e, in certi casi, ha accolto le salme di ebrei provenienti dalle comunità vicine. La sepoltura avveniva in due maniere: sistemando i cadaveri in apposite fosse ricoperte poi da lastre di pietra, oppure disponendo i resti in cavità artificiali.
Già che ci siete, prima di proseguire la visita, vale la pena fermarsi ancora per qualche istante per godersi la splendida vista della cittadina spagnola.
Ritornando in calle del Castillo, sul lato opposto rispetto alla Judería, parzialmente nascosta dalle case si può osservare la Ermita de la Sangre, risalente al secolo XVII.
Oggi è la sede della confraternita della Purísima Sangre de Nuestro Señor Jesucristo, fondata agli inizi del secolo XIV. Tra l’altro, in origine la sua sede era la Sinagoga all’interno del quartiere ebraico, sgombrata in seguito alla cacciata dei suoi abitanti. Ciò spiega pure il nome dell’arco – Portalet de la Sang – che sancisce l’ingresso alla Judería.
La strada costeggia il Teatro per giungere infine alle porte del celebre Castello di Sagunto. Si erge sulle ultime propaggini della Sierra Calderona e si estende per 800 m circa. Grazie alla sua posizione, era indubbiatamente il luogo perfetto per controllare i dintorni di Sagunto e per avvistare eventuali nemici in avvicinamento.
Ciò spiega il suo ruolo sempre centrale nella vita di tutte le popolazioni che si sono succedute nel controllo della città, a partire dal secolo IV a.C. fino al secolo XX. La maggior parte dei resti che sono arrivati ai giorni nostri sono quelli della fortezza musulmana, tuttavia ve ne sono anche altri di origine iberica, romana, medievale ed infine moderna.
Il sito storico è stato dichiarato “Bene di interesse culturale” nel 1931. Il mio suggerimento è quello di visitarlo – entrata gratuita – nel pomeriggio, verso l’ora del tramonto. In tale orario infatti non ci sarà molta ressa e così potrete godervi in totale solitudine la magia dei colori e dei riflessi del calar del sole.
Saguntum, la Sagunto romana e la Guerra Punica contro Annibale
“Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur”
È innegabile che la fama principale di Sagunto sia legata al suo periodo romano. All’epoca, Saguntum era divenuta una delle città più importanti dell’impero, al punto che i suoi abitanti avevano acquisito il diritto di “cittadini romani”. Essi però si guadagnarono tale condizione privilegiata soltanto negli anni successivi alla seconda Guerra Punica combattuta tra Romani e Cartaginesi.
Causa scatenante fu proprio la città di Sagunto, che, in seguito al tratto del 226 a.C., si trovò situata al confine tra i territori controllati dai due imperi. Nel 219 Annibale decise di espugnare la città che, dopo un’eroica resistenza durata otto mesi, decise di arrendersi. Roma, che fino a quel momento si era limitata a mandare ai cartaginesi ammonimenti verbali – da qui la citazione di Livio passata alla storia – decise di dichiarare guerra ed iniziò così il conflitto che continuò fino al 202, sancendo poi il declino definitivo di Cartagine.
Negli anni successivi, la Sagunto romana conobbe un periodo di grande sviluppo urbano, economico ed artistico ed infatti risale a quest’epoca la costruzione del celebre Teatro e del foro.
Il Teatro Romano di Sagunto, edificato nel secolo I, è stato uno dei più importanti dell’epoca ed oggi è uno dei lasciti meglio conservati dell’Impero in Spagna, al punto che venne riconosciuto come “Monumento nazionale” già nel 1896.
Venne realizzato sulla sponda del monte su cui svetta il castello e ciò lo si nota anche dal fatto che alcune file delle gradinate sono state ricavate direttamente nella pietra.
Nei mesi estivi viene adoperato per concerti, opere, balletti etc. Quando ci sono stato, ho avuto la fortuna di poter assistere alle prove di un gruppo che stava registrando un cortometraggio destinato ad un concorso locale (così almeno mi è stato spiegato). La cosa più bella è che tutti indossavano abiti romani tradizionali e ciò ha reso la visita – entrata gratuita – ancora più affascinante.
Per chi avesse tempo e fosse interessato alla Sagunto romana, passeggiando per le vie centrali si possono osservare alcuni resti di Saguntum.
Ad esempio, in calle dels Horts si trovano la porta meridionale di accesso ed una parte delle strutture annesse del Circo Romano, realizzato verso la metà del secolo II. Poco distante, le rovine del Ponte Romano sorgono malinconicamente in mezzo al letto del fiume ormai prosciugato.
Invece, consiglio vivamente di ritagliarvi un’oretta per visitare due spazi archeologici, la Via del Pòrtico e la Domus dels Peixos. Entrambi i luoghi ci insegnano lo sviluppo urbano della Sagunto romana nel corso dei secoli.
Nel primo caso, oggi inglobato nella struttura di un palazzo moderno, il giacimento archeologico che occupa una superficie complessiva di oltre 3.000 m2 mostra come l’antica via funeraria del I secolo sia stata convertita successivamente nella via principale e monumentale della città, per poi venire ridotta nei secoli III e IV per far posto a nuove abitazioni. Prestando un po’ di attenzione, è possibile distinguere alcune fondamenta o comunque degli elementi derivanti dalle diverse fasi costruttive della zona.
Il secondo sito invece illustra il tipico modello di casa romana abitata da gente benestante, come dimostrato dagli elementi decorativi presenti. Tra questi, si possono vedere ancora distintamente le pitture raffiguranti il mondo marino presenti nell’atrio. Solitamente, le varie stanze si affacciavano su di una zona centrale aperta, il patio, che serviva anche per la raccolta dell’acqua piovana.
Vengono organizzate delle visite guidate giornaliere (10, 11:15, 12:30, 16, 17 e pure 18:30 in estate) al costo di 1€ che includono l’accesso ad entrambi gli spazi archeologici, distanti a piedi pochi minuti l’uno dall’altro.
Dove mangiare a Sagunto
La maggior parte dei locali, bar e taverne dove tapeare oppure i classici ristoranti, si concentra nella zona medievale, in particolare in calle del Castillo, nei pressi del Museo Historico de la Ciudad. Questo è un edificio gotico del secolo XIV che oggi accoglie un’ampia collezione di reperti archeologici venuti alla luce nel corso dei vari scavi. È stato dichiarato “Monumento nazionale” nel 1962.
A pranzo troverete vari menù fissi a prezzi super economici, specie confrontandoli ai nostri standard, che spesso includono un primo, un secondo con contorno ed in certi casi pure il dolce. Io però, seguendo il consiglio di Inma ed il parere di una mia amica proprio di Sagunto, ho scelto “La Taverna de la Serp”, ubicata a lato della Judería ed a pochi metri dal Teatro.
Ho mangiato all’aperto (evviva l’autunno spagnolo!) degustando un paio di portate tipiche di Sagunto accompagnate dall’immancabile cerveza.
La prima volta che ero stato a Sagunto mi ero fermato soltanto il tempo necessario per visitare l’imponente Teatro Romano. Ma per me, appassionato di Spagna, ritornare e trascorrere qualche ora in più per scoprire gli altri “tesori” locali era quasi un obbligo ed alla fine sono felice perché posso dire che valeva la pena farlo.
Ed in effetti, con i duemila anni di storia che Sagunto può vantare, fare un’escursione di un giorno da Valencia può essere davvero un’ottima idea.