Situata a nord-ovest di Murcia, a breve distanza dalle province di Jaén e Granada (Andalusia) ed Albacete (Castiglia-La Mancia), Caravaca de la Cruz è una delle località da non perdere se si sta viaggiando per questa zona della Spagna meridionale. Anche per questo motivo è stata la meta della mia prima escursione dopo aver visitato la città-capoluogo della regione.
La visita, avvenuta nel gennaio 2024, è coincisa con la celebrazione dell’Anno Giubilare. Infatti, nel 1988 Papa Giovanni Paolo II ha riconosciuto Caravaca come Citta Santa al pari di Roma, Santiago di Compostela, Santo Toribio de Liébana e Gerusalemme. Di conseguenza gode del privilegio di celebrare il Giubileo ogni sette anni e la prima ricorrenza si è tenuta nel 2003.
Cenni storici
L’area fu abitata dagli argarici, dagli iberi e pure dai romani ma è che con gli arabi che si sviluppò un vero e proprio nucleo urbano. Successivamente alla Reconquista cristiana, Caravaca venne governata prima dall’Ordine dei Templari ed in seguito da quello di Santiago.
Durante i secoli XVI-XVII la città conobbe il suo periodo di massimo splendore, diventando il centro di riferimento economico e politico della zona, ed il patrimonio monumentale che si può ammirare oggi ne è l’evidente testimonianza.
Cosa vedere a Caravaca de la Cruz in un giorno
La visita si snoda nell’antico borgo medievale arroccato sul colle dove si erge il castello di origine musulmana. Proprio qui si trova il luogo simbolo di Caravaca, la meta di pellegrinaggio cristiano.
Le informazioni relative a come raggiungere Caravaca da Murcia sono riportate alla fine dell’articolo, dove ho inserito pure la mappa delle attrazioni principali.
Basilica della Vera Cruz
Il mio itinerario non poteva che cominciare dal santuario costruito nel secolo XVII e con splendida facciata barocca del secolo XVIII, situato nel cuore dell’antica fortezza araba e protetto da una cinta muraria con quattordici torrioni di forme e dimensioni differenti.
Al suo interno si può ammirare la Santissima Vera Croce di Caravaca, esposta in una cappella con accesso contingentato e dove è vietato scattare fotografie. Si tratta di un Lignum Crocis, cioè di un frammento della croce dove morì Gesù Cristo, custodito in un reliquiario a forma di croce con doppio braccio orizzontale.
Tale simbolo della città è diventato anche un’icona cristiana conosciuta in tutto il mondo.
Stando alla tradizionale locale, l’apparizione miracolosa della Vera Croce a Caravaca sarebbe avvenuta nel secolo XIII.
Il re moro Ceyt Abuceyt, dopo aver conquistato la città nel 1231, incontra uno dei prigionieri cristiani, il prete Gínes Pérez de Chirinos. Incuriosito da questa figura, il sovrano gli concede il permesso di celebrare la messa in sua presenza. Nel prepararsi, don Gínes Pérez si accorge della mancanza della croce e lo comunica al suo “aguzzino” il quale, furioso, lo minaccia di morte. A quel punto, appaiono due angeli da una finestra e posano la Santa Croce sull’altare. Dinnanzi a tale miracolo, il sovrano musulmano ed il suo esercito si convertono al Cristianesimo.
Inizia così un nuovo capitolo della storia di Caravaca che continua fino ai nostri tempi…
Dopo la Basilica, passando per il cortile interno si può visitare il Museo della Vera Croce per saperne di più sulla sua storia, per ammirare la collezione di opere di arte sacra e per vedere la cappella dell’apparizione della croce. Inoltre, si conservano i resti della cinta muraria araba (di epoca precedente al castello) mentre salendo al piano superiore si hanno ottimi scorci panoramici su Caravaca de la Cruz.
Calle Cuesta del Castillo
Prima di proseguire la visita del borgo medievale percorro una sezione delle mura attorno al Santuario per osservare la città dall’alto.
Scendo dunque lungo la calle Cuesta del Castillo per fermarmi davanti al monumento a los Caballos del Vino, eretto in onore dei cavalli protagonisti di una festa popolare che si svolge in città a maggio (ne parlo meglio più avanti nell’articolo).
Museo Arqueológico
Esso conserva reperti archeologici dal Paleolitico al Medioevo ed è allestito all’interno dell’Iglesia de la Soledad, la prima chiesa parrocchiale di Caravaca.
Innalzata originariamente all’interno dell’antica cinta difensiva, venne ricostruita nel secolo XVI.
Plaza del Arco
È una delle piazze con maggior fascino di Caravaca e si trova in una delle aree più antiche della città.
Vi si affaccia il Municipio e, dal 1985, vi è posizionato il monumento “El moro y el cristiano”. Le due sculture simboleggiano la storia della località murciana, in particolare quando durante il Medioevo confinava con il regno arabo di Granada. A Caravaca si incontrarono così due culture differenti, cristiana e musulmana, che qui però riuscirono a convivere in un clima di tolleranza e collaborazione.
Fa da sfondo alla piazza la torre campanaria dell’Iglesia de San Salvador, prossima tappa della mia visita.
Iglesia Parroquial de “El Salvador”
Questa chiesa è ritenuta essere uno dei massimi esempi del Rinascimento murciano di fine secolo XVI. Pur essendo rimasto incompiuto, l’edificio è stato dichiarato Monumento Storico-Artistico nazionale nel 1983.
Curiosità: al suo interno si trova il reliquiario con il sangue di Papa Giovanni Paolo II.
Casa-Museo de los Caballos del Vino
La definirei una tappa obbligato dato che racconta la storia di una festa tradizionale molto sentita in città: la sfilata dei Cavalli del Vino. Essa si svolge per le vie del centro ad inizio maggio, dal 1° al 3, in concomitanza con le celebrazioni in onore della Santissima Vera Croce. La sua importanza le ha permesso, da parte dell’UNESCO, di venire dichiarata nel 2020 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità.
Viene organizzata dalla federazione locale, composta da 60 associazioni chiamate peñas caballistas, le quali coi propri cavalli prendono parte a tre diversi concorsi. È di un mega evento che coinvolge praticamente l’intera popolazione ed ogni anno richiama oltre 100.000 visitatori.
Il primo concorso si svolge il pomeriggio del 1° maggio e si concentra sull’aspetto dei cavalli, valutandone portamento e bellezza.
Al termine, gli spettatori possono osservare ed apprezzare i mantelli con le decorazioni create dai membri di ogni associazione cittadina. Sono dei finimenti in seta, oro, argento e strass che rappresentano scene e personaggi della festa e di Caravaca. Trattasi di autentiche opere d’arte per la cui realizzazione ogni anno si spendono decine di migliaia di euro.
Il secondo concorso riguarda l’imbracatura del cavallo con gli indumenti mostrati al pubblico il giorno precedente. Il rito si svolge in oltre 40 luoghi della città ma vi possono assistere pochi privilegiati, ossia i membri delle associazioni ed i rispettivi famigliari.
Infine, il terzo concorso rappresenta il momento clou della festa ed è la corsa dei cavalli. È una gara a tempo nella quale i partecipanti devono percorrere la calle Cuesta del Castillo il più velocemente possibile. Il record attuale è di 7 secondi e 713 millesimi, registrato dalla Peña Caballista Artesano nel 2016.
Affinché la prova sia regolare, i quattro addestratori devono restare legati al cavallo durante tutto il percorso. Più facile a dirsi che a farsi…
Durante i tre giorni vengono organizzate anche sfilate ed attività rivolte ai bambini, in modo che la tradizione possa tramandarsi di generazione in generazione.
Iglesia de la Concepción
È un tempio religioso costruito in stile rinascimentale nella prima metà del secolo XVI, sulle fondamenta di una chiesa anteriore.
L’elemento più interessante da vedere al suo interno è il soffitto a cassettoni in legno policromo realizzato secondo i canoni mudéjar. La pala d’altare è barocca (sec. XVII), realizzata da un discepolo di Francisco Salzillo.
Templete
Il mio itinerario nel borgo medievale di Caravaca termina a pochi passi dall’Iglesia de la Concepción, davanti al Templete. Gli abitanti lo chiamano “el Bañadero” e qui, ogni 3 di maggio, si celebra il rito che sancisce l’inizio ufficiale dei festeggiamenti per la santa patrona di Caravaca.
È un edificio barocco con pianta esagonale realizzato tra il 1762 ed il 1801.
Fuente del Marqués
Dal Templete parte il sentiero diretto verso un luogo che, seppur distante un paio di chilometri dalla città, sorprende per il silenzio della sua natura incontaminata.
Per raggiungere questo parco naturale bisogna seguire la calle Dr. Robles sino ad immettersi sul Camino del Huerto che corre parallelo ad un piccolo corso d’acqua. L’area si contraddistingue per il suo microclima particolare, che permette a diverse specie animali e vegetali di coesistere in un’area naturale abbastanza limitata.
La passeggiata è davvero tranquilla e rilassante. Visto l’ambiente che attraverso, me la immagino ancora più suggestiva con i colori e le sfumature autunnali.
Il sentiero principale conduce alla sorgente del corso d’acqua che in precedenza ho costeggiato lungo il Camino del Huerto. Questo luogo viene citato per la prima volta in alcuni documenti del geografo arabo Al-Himyari, a cavallo tra i secoli XIII-XIV.
A breve distanza sorge il Centro de Interpretación de la Naturaleza, ricavato all’interno della Torre de las Fuentes. L’edificio è conosciuto pure come la Torre dei Templari perché si crede che fu proprio tale ordine militare ad ordinarne la costruzione.
Per l’intera escursione va calcolata almeno un’ora di tempo.
Come arrivare a Caravaca de la Cruz da Murcia coi mezzi pubblici
La Città Santa murciana dista quasi 80 Km da Murcia e per chi come me preferisce muoversi senza auto, l’unica alternativa possibile è l’autobus.
Sono attivi diversi collegamenti quotidiani, più o meno ce n’è uno ad ogni ora. Il tempo di percorrenza è di circa 90 minuti dato che vengono effettuate fermate intermedie (tra cui Alcantarilla, Bullas e Cehegín).
Gli orari sono indicati sul sito internet di Movimurcia. Il costo del biglietto è attorno ai 6€ a tratta (non ricordo l’importo esatto!) e si può acquistarlo a bordo oppure presso le macchinette automatiche nella stazione dei bus di Murcia.
La stazione degli autobus di Caravaca si trova all’inizio del paese, ad una decina di minuti a piedi dal Templete e dalla strada che sale al borgo medievale.
Per comodità l’ho inserita nella mappa qui sotto assieme ai luoghi di interesse che ho visitato.