Tra le figure più eminenti della letteratura italiana vi è sicuramente Gabriele D’Annunzio, nato a Pescara nel 1863 e morto a Gardone Riviera nel 1938. In realtà, egli è stato molto di più dato che, oltre alla scrittura, si è occupato di politica ed altre arti.
Infatti, il Poeta Vate è ricordato non soltanto per essere stato il simbolo del Decadentismo ma anche per il suo forte spirito patriottico che influenzò le sorti italiane prima, durante e dopo la Grande Guerra del 1914-1918.
Personaggio controverso ed eccentrico, la sua arte ed il suo stile di vita hanno lasciato tracce indelebili nella cultura di massa e negli usi e costumi dell’epoca. Anche il soprannome, “Vate”, certifica l’aura sacra che ne animava lo spirito e capace per questo di interpretare e guidare i sentimenti del popolo italiano.
Alla scoperta del Vittoriale, il lascito di D’Annunzio agli italiani
La dimora dell’autore abruzzese è il riflesso della sua personalità e per questo si tratta di un luogo poco convenzionale, che perciò non lascia indifferenti gli oltre 200.000 visitatori che vi si recano ogni anno.
Essendo appassionato dell’universo dannunziano, vi sono stato due volte (sicuramente ci sarà almeno una terza…) ed anticipo già che l’articolo sarà bello lungo 😀
Cenni storici
Il Vittoriale comprende una serie di edifici, vie, piazze, corsi d’acqua e spazi verdi che testimoniano la vita inimitabile di D’Annunzio. È un complesso monumentale che celebra anche le gesta degli italiani durante il primo conflitto mondiale ed a loro è proprio dedicato.
«Ho trovato qui sul Garda una vecchia villa appartenuta al defunto dottor Thode. È piena di bei libri… Il giardino è dolce, con le sue pergole e le sue terrazze in declivio. E la luce calda mi fa sospirare verso quella di Roma. Rimarrò qui qualche mese, per licenziare finalmente il Notturno»
D’Annunzio descrive così, in una lettera del febbraio 1921, la proprietà che ha appena affittato e che deciderà di acquistare pochi mesi dopo. Da quel momento in avanti affida all’architetto ed amico Gian Carlo Maroni l’incarico di
«chiudere le mie memorie in una custodia di pietra»
Il poeta abruzzese trascorre gli ultimi 16 anni della sua vita a Gardone Riviera, conducendo un’esistenza progressivamente più riservata ed occupandosi dell’ampliamento della sua tenuta.
Fin dal 1923 D’Annunzio dichiara di voler donare il Vittoriale al popolo italiano ed il suo desiderio viene attuato con una serie di atti e decreti negli anni immediatamente successivi. Nasce così la Fondazione, amministrata da un Presidente e da un Consiglio nominati dal Capo dello Stato, che diventa operante l’indomani della morte del Poeta Vate (1° marzo 1938).
I luoghi della visita
Di cose da vedere ce ne sono numerose e, considerando pure il parco, suggerisco di ritagliarvi almeno un paio d’ore per il percorso completo. Nel mio caso, complice la bella giornata primaverile, mi sono fermato addirittura quasi 5 ore!
L’itinerario è libero, fatta eccezione per la Prioria, e l’elenco sottostante segue semplicemente l’ordine della mia visita (e non ho visto tutto!). Assieme al biglietto viene comunque consegnata la mappa con segnate tutte le attrazioni e le sculture disseminate nella proprietà.
Fornisco tutte le informazioni utili relative alla visita del Vittoriale degli Italiani in questa sezione apposita.
Ingresso del Vittoriale
«Dentro da questa cerchia triplice di mura, ove tradotto è già in pietre vive quel libro religioso ch’io pensai preposto ai riti della patria e dai vincitori latini chiamato il Vittoriale»
Con queste parole ed il suo celebre motto – “Io ho quel che ho donato” – D’Annunzio accoglie i visitatori. Segnalo che la biglietteria e l’entrata si trovano nella piazza adiacente.
Proseguendo lungo il percorso principale si giunge nella Piazzetta con il Pilo del Piave, eretto sul modello di quello delle navi militari. Esso sorregge la Vittoria del Piave, scultura donata dalla città di Milano al poeta nel 1935.
Anfiteatro
Sulla destra sorge uno degli ambienti più suggestivi del Vittoriale e fortemente voluto da D’Annunzio al punto che mandò l’architetto Maroni a Pompei per studiare da vicino la struttura del Teatro Grande.
«Una conca marmorea sotto le stelle»
Questo era il desiderio del padrone di casa ed i lavori per la costruzione dell’anfiteatro iniziarono nel 1931. Purtroppo, né lui né Maroni lo video mai realizzato perché esso venne ultimato solamente nel 1952.
Il teatro all’aperto si affaccia sul lago, è quindi inserito in una cornice paesaggistica unica ed ogni luglio è sede di una serie di eventi della manifestazione Tener-A-Mente con grandi protagonisti sia italiani che internazionali. Il Cavallo Blu di Mimmo Paladino è un’opera aggiunta nel 2010.
Piazzetta Dalmata
Superata la Piazza dell’Esedra, dove è esposto il cannone con affusto usato per trasportare la salma di D’Annunzio il giorno del funerale, si raggiunge il cuore del Vittoriale. Sulla piazzetta Dalmata si affacciano infatti la Prioria e l’annesso Museo “D’Annunzio eroe”.
Prioria
È la casa di D’Annunzio e rappresenta appieno il suo stile. Egli era un appassionato collezionista di oggetti più disparati e non ha mai esitato a riempire ogni spazio possibile delle varie camere: si contano circa 10.000 articoli ed oltre 33.000 libri. Un altro aspetto che stupisce è la presenza di pesanti tendaggi alle finestre perché il poeta era fotofobico.
La cosa importante da sapere – e che rende la Prioria unica nel suo genere – è che conserva tutto il mobilio originale e quasi nulla è stato toccato dalla morte di D’Annunzio. A proposito, egli se ne andò la sera del 1° marzo 1938, colpito da una emorragia cerebrale mentre era seduto alla scrivania della Zambracca, la stanza dove negli ultimi suoi anni trascorreva la maggior parte del tempo.
«La sensazione della corda nel cervello – che è per spezzarsi, che può spezzarsi. Il senso della morte improvvisa»
L’accesso alla Prioria è contingentato, la visita si realizza solamente accompagnati da una guida e dura circa 30-35 minuti. Non è consentito scattare fotografie.
Museo D’Annunzio Eroe
A partire dal 1926, lo scrittore abruzzese progetta la sua nuova abitazione e, con l’aiuto dell’architetto Maroni, vede la luce lo “Schifamondo”, un’ ala del Vittoriale collegata alla Prioria. Purtroppo, egli non farà in tempo a vederla compiuta dato che i lavori verranno ultimati successivamente alla sua morte.
La prima stanza che si visita – e dove termina il tour guidato – è la Sala dei Calchi. È qui infatti che venne esposto il corpo di Gabriele D’Annunzio prima del funerale, un evento pubblico al quale partecipò anche Mussolini. Sul letto si trovano la maschera funeraria del poeta ed il drappo con le iniziali “VE” del Re d’Italia Vittorio Emanuele III che inviò un mazzo di fiori non potendo presenziare alla cerimonia.
Il Museo annesso, arricchito nel 2011 con nuovo materiale, racconta le gesta del Poeta Vate e l’eroismo del popolo italiano nella guerra del 1915-1918. Inoltre, ampio spazio è riservato all’Impresa di Fiume.
D’Annunzio, deluso dalle trattative di pace in seguito alla fine del primo conflitto mondiale, ritiene che quella dell’Italia sia una vittoria mutilata. È per questo che, il 12 settembre 1919, parte con un gruppo di legionari verso la “città irredenta” di Fiume per occuparla e governarla come Comandante di una Reggenza. Ha giusto il tempo di redigere la Costituzione – nota come la Carta del Carnaro – prima che il trattato di Rapallo e quindi il governo Giolitti lo costringano alla fuga.
L’esito nefasto dell’occupazione segnò anche il declino dei rapporti tra D’Annunzio e Mussolini, quest’ultimo favorevole alla risoluzione emersa con l’accordo ligure. Il legame tra lo scrittore ed il fascismo è da sempre una questione controversa. Se è vero che, inizialmente, ci fu una effettiva adesione, a partire dalla Marcia su Roma e soprattutto dall’alleanza con Hitler le due parti si allontanarono sempre di più ed in maniera irreversibile.
L’eroismo ed il patriottismo dannunziani si ritrovano nel movimento fascista delle origini ma, dopodiché, il poeta ha rifiutato la deriva totalitaria di Mussolini e gran parte delle sue mosse future (fatta eccezione per la Guerra d’Etiopia). Vanno anche rimarcati il suo sentimento anti-tedesco e l’odio profondo per Hitler, definito un “pagliaccio feroce”.
Tornando al “Museo D’Annunzio Eroe”, all’interno dell’Auditorium è conservato uno dei cimeli più celebri del Vittoriale. Alla cupola è appeso infatti l’aereo S. V. A. 10 con il quale D’Annunzio effettuò il mitico volo su Vienna il 9 agosto 1918 per lanciare 40.000 volantini annuncianti l’imminente vittoria italiana:
«Viennesi!
Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l’uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s’è volto contro di voi.
Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell’Ucraina: si muore aspettandola.PopoIo di Vienna, pensa ai tuoi casi. Svegliati!
VIVA LA LIBERTÀ!
VIVA L’ITALIA!
VIVA L’INTESA!»
Cortiletto degli Schiavoni
È un angolo molto suggestivo e quasi nascosto che si raggiunge lasciando la Piazzetta Dalmata e scendendo le scale tenendo la Prioria alla propria sinistra.
D’Annunzio vi si recava specialmente nei mesi estivi usandolo come cenacolo.
MAS 96
Abbandonati gli spazi interni è tempo di esplorare il bellissimo parco del Vittoriale e fortunatamente il meteo è dalla mia parte. Per arrivare ad alcuni dei luoghi di interesse bisogna affrontare qualche scalinata… ma ne vale la pena 😉
Uno spazio apposito accoglie lo motoscafo anti sommergibile con il quale D’Annunzio realizzò l’impresa conosciuta come la “Beffa di Buccari”. Assieme a Costanzo Ciano e Rizzo, nella notte tra il 10-11 febbraio 1918 penetra nel Golfo di Fiume e bombarda le navi nemiche lasciando galleggiare in mare tre bottiglie coronate da fiamme tricolori.
A suggello del raid militare riuscito, D’Annunziò aggiunse un ulteriore significato all’acronimo “M.A.S.”, ossia:
«Memento Audere Semper – Ricordarsi sempre di osare»
Mausoleo
Ancora qualche scalino e ci si trova nel luogo più alto e sacro del Vittoriale.
Il complesso funebre realizzato dall’architetto Maroni dopo la morte di D’Annunzio accoglie al centro la tomba del Poeta Vate, circondata e “protetta” da quelle dove riposano dieci suoi fedeli compagni tra cui Giuseppe Piffer, Guido Keller e lo stesso Gian Carlo Maroni.
Il Mausoleo è uno splendido belvedere sul parco del Vittoriale e sul lago di Garda. Impossibile poi non scorgere la prua della Nave Puglia, prossima tappa del mio itinerario.
Regia Nave Puglia
Mai avrei pensato di camminare sulla prua di una nave incastonata sul pendio del colle… ma con D’Annunzio tutto è possibile!
Donata dalla Marina Militare nel 1923, per poterla installare qui fu necessario smontarla e farla arrivare a Gardone su venti vagoni ferroviari. Dopodiché toccò a Maroni occuparsi del suo riassemblaggio.
La prua della Regia Nave Puglia punta verso il mare Adriatico per omaggiare il suo capitano, Tommaso Gulli, morto nelle acque di Spalato nel 1920. La stiva, restaurata di recente, è sede del Museo di Bordo e vi si possono osservare svariati modelli di navi da guerra appartenuti al duca Amedeo d’Aosta.
Valletta dell’Acqua pazza
È tempo di tornare verso il cuore del Vittoriale e per scendere seguo uno dei due percorsi paralleli che partono dalla Regio Puglia.
Il sentiero perde quota dolcemente superando una serie di tornanti, cascatelle e ponticelli. Alla fine, assieme al ruscello che scorre dalla Valletta dell’Acqua savia, il corso d’acqua sfocia nel Laghetto delle danze (al momento della visita svuotato per interventi di manutenzione).
Museo della Santa Fabbrica Gian Carlo Maroni
Sulla via verso l’Anfiteatro sorge un piccolo rustico, il Casseretto, che l’architetto Maroni restaurò per farne la sua casa-studio.
Dal 2021 è aperto al pubblico ed esplorando la Biblioteca e la Sala del camino si osservano disegni, schizzi e bozzetti oltre ad una serie di libri a lui donati da D’Annunzio con tanto di dediche che testimoniano la profonda amicizia tra i due:
«a Gian Carlo Maroni, questo esemplare […] che m’era destinato, e ch’io gli offro perché in lui è il meglio di me e in verità egli è migliore di me»
Museo “D’Annunzio segreto”
Il mio tour all’interno del Vittoriale si conclude nei pressi dell’Anfiteatro. Infatti, a partire dal 2010 il sottoteatro accoglie una collezione di cimeli ed oggetti di uso quotidiano appartenuti a D’Annunzio oppure da lui regalati alle sue donne.
«Ogni oggetto raccolto nelle diverse età della vita fu sempre per me un modo di espressione. Perciò m’ardisco a offrire al popolo italiano tutto quel che mi rimane.»
All’ingresso vi sono installati diversi schermi che trasmettono un documentario sulla storia del Vittoriale e del suo padrone di casa e, soprattutto, l’unico filmato dove è possibile ascoltare la voce del Poeta Vate.