L’autunno è in generale uno dei periodi migliori per fare delle escursioni nell’Appennino Ligure. Le temperature gradevoli e le frequenti giornate con cieli tersi consentono di godere di viste mozzafiato che, dalle cime più elevate, si estendono dalla costa fino all’arco alpino.
Il Monte Caucaso (1.245 m) è uno dei rilievi più belli e panoramici dell’entroterra genovese, situato al confine tra la Val d’Aveto e la Valfontanabuona, in un angolo della Liguria ben lontano dai rumori della città e dal flusso di turisti delle località balneari.
Giro ad anello dal Passo della Scoglina al Monte Caucaso e Barbagelata
Tra le vie d’accesso esistenti, il percorso che vi propongo nelle prossime righe è il più interessante dal punto di vista paesaggistico ed in particolare è consigliato per la stagione autunnale dato che si cammina per lunghi tratti nella faggetta.
Non si segnalano difficoltà di rilievo – livello “E” – dato che si affrontano prevalentemente dei saliscendi ed in pratica si contano soltanto due o tre brevi tratti con pendenze maggiormente accentuate.
I segnavia sono sempre presenti ma, per sicurezza, potete seguire la traccia che ho caricato sulla mia pagina di Komoot.
Dal Passo della Scoglina al Monte Caucaso
Punto di partenza è questo valico a 926 m di quota e punto di passaggio della tappa n. 26 dell’Alta Via dei Monti Liguri, da Barbagelata al Passo della Ventarola.
Parcheggiata l’auto ai bordi della strada asfaltata suggerisco di raggiungere il punto panoramico situato nei pressi della curva (prestare attenzione!) rivolto sulla Valfontanabuona ed il Mar Ligure all’orizzonte.
Il segnavia di riferimento per la prima parte dell’itinerario è “tre pallini rossi e due cerchi blu”.
Seguendo l’indicazione per Cicagna si prende il sentiero che sale dolcemente nel bosco e, quando la vista si apre, si può ammirare la Valle Málvaro ai nostri piedi. Dopo aver girato a destra si scende nella faggetta che si estende nella valletta dove nasce il torrente Áveto.
La sua conformazione è davvero particolare perché, prima di piegare a sinistra in direzione della Pianura Padana, il corso d’acqua scorre lungo lo spartiacque appenninico e, considerando il processo di erosione che coinvolge soprattutto il dirupato versante marittimo, è assai probabile che in futuro l’Áveto si immetterà nel Rio Málvaro che scende verso il Mar Ligure.
D’altronde, un altro rio della zona, l’Acquapendente, è già stato protagonista di questo fenomeno naturale ed il nome stesso ne è una prova.
Tornando al nostro percorso, si risale la valletta guadando l’Áveto alcune volte. A tal proposito, nell’organizzare l’escursione tenete a mente che, in caso di forti piogge nei giorni precedenti, l’attraversamento del torrente potrebbe rivelarsi più complicato.
Dopodiché, per un breve tratto si abbandona il bosco per camminare sullo spartiacque e si può godere del panorama che si apre sino alla costa, con l’opportunità di distinguere il profilo della Baia del Silenzio di Sestri Levante.
Segue una salita più accentuata e, giunti al bivio, si continua sul sentiero con segnavia con tre pallini rossi che scende verso la valletta sospesa dell’Acquapendente.
Attraversato il corso d’acqua si sale nel bosco prendendo il sentiero con segnavia “triangolo rosso pieno” che, facendosi largo tra faggi e pini, sbuca sulla cima del Monte Caucaso, a 1.245 m di altezza (quasi 2 ore dal Passo della Scoglina). Pochi metri sotto di essa si trova il Rifugio Monte Caucaso, per informazioni sui giorni di apertura vi rimando alla relativa pagina Facebook.
Il punto d’osservazione migliore è quello nei pressi della cappelletta.
Volgendo lo sguardo verso il litorale si individuano facilmente la già citata Baia del Silenzio di Sestri Levante ed il promontorio di Portofino, proseguendo verso levante si distingue la vetta del Monte Ramaceto, a ponente invece sorgono i rilievi dell’entroterra genovese (in primis quelli dominati dai Forti di Genova) e, verso l’interno, quelli della “zona delle quattro province” (si riconoscono il monte Chiappo e l’Osservatorio del Lesima).
Dal Monte Caucaso a Barbagelata
La seconda parte dell’anello comincia seguendo la mulattiera che alle spalle della cappelletta scende ripidamente verso la sella da dove poi si prende il sentiero sulla destra identificato con il segnavia “triangolo rosso pieno” che si seguirà fino a Barbagelata.
Si entra nella faggetta dalle tinte autunnali, immersi in un paesaggio bucolico che non si vorrebbe più abbandonare. La discesa è continua ma dolce e non rovina affatto l’atmosfera incantata nel bosco.
Si ignora la deviazione sulla destra da/per le sorgenti dell’Áveto che consentirebbe di “tagliare” l’anello ma nel mio caso decido di continuare sempre tra i faggi lungo il versante sud-est del Monte Larnáia sino a raggiungere un bivio. Devio sulla destra, supero il monumento ai partigiani morti in questa zona durante uno scontro coi fascisti ed eccomi sulla strada provinciale che collega il Passo della Scoglina con Barbagelata.
Arrivato alle prime case del paese, che coi suoi 1.115 m è uno dei più alti dell’Appennino genovese, seguo il sentiero della destra in discesa identificato con il segnavia dell’Alta Via dei Monti Liguri.
Il tracciato perde quota piuttosto velocemente, in alcuni tratti infatti la pendenza è accentuata (prestare attenzione in caso di terreno umido) ed in 20-30 minuti sbuco sulla strada asfaltata del Passo della Scoglina.
Per completare l’anello ho impiegato circa 3 ore 15 min, escluse le varie soste. La distanza complessiva coperta sfiora i 9 Km ed il dislivello è di 380-390 m (salita-discesa).