Il lago di Viverone, il terzo per estensione del Piemonte, si trova nella porzione sud-orientale della Serra morenica di Ivrea e sorge a 230 m. di altezza. Gran parte dello specchio d’acqua è compreso nel territorio del comune di Viverone (provincia di Biella), solo la parte occidentale ricade invece nel comune di Azeglio, all’interno della Città Metropolitana di Torino.
Informazioni sull’Anello del lago di Viverone
È un itinerario piuttosto interessante grazie alla varietà degli ambienti che attraversa. Infatti, si ha la possibilità di camminare tra vigneti e piantagioni di kiwi, vicino a delle palafitte preistoriche, lungo un tratto della Via Francigena ed ovviamente sul lungolago.
Il circuito copre una distanza attorno ai 20 Km ed un dislivello assai ridotto. Per quel che riguarda i tempi di percorrenza, a piedi ho impiegato circa 5 ore (soste incluse) mentre in bici le tempistiche ovviamente si riducono significativamente.
Il perimetro del lago misura poco più di 13 Km ma non è totalmente percorribile. Per passare la zona sud-occidentale, ricoperta di boschi e vegetazione, bisogna di conseguenza deviare nella campagna circostante.
Non si segnalano particolari difficoltà, è quindi una gita ideale per famiglie con bambini. Si cammina su strade sterrate ed asfaltate ma con traffico assai ridotto. È fattibile tutto l’anno, evitando possibilmente le ore più calde delle giornate estive. In inverno può esserci la nebbia (come nel mio caso) ed il terreno in certi punti può risultare fangoso, specie dopo delle precipitazioni intense.
Tappe principali da Viverone
Trattandosi di un anello, si può cominciare da dove si desidera. Io ho lasciato l’auto in un parcheggio a pagamento ubicato nei pressi del Bar Marinella. La segnaletica è sempre presente, il segnavia è un “rettangolo rosso-bianco-rosso” – o solo “bianco-rosso” in certi casi – con la sigla BC8.
Si segue Viale Lungo Lago costeggiando ville, aree camping, alberghi e ristoranti chiusi dato il periodo di bassa stagione (inizio gennaio). Da Via Volpine si sbuca all’incrocio con la Provinciale Viverone Alice-Castello e si rimane sulla destra (attenzione al traffico), fino a prendere poi la deviazione che conduce al Bar-Area Camper-Nautica Tarello e da lì al sentiero che riporta sul lungolago.
La fitta nebbia mattutina proprio non ne vuole sapere di andarsene e quindi praticare il birdwatching è semplicemente impossibile. Ciò è un peccato perché il lago di Viverone è molto frequentato dagli uccelli che sono alla ricerca di posti dove svernare e nidificare. Non a caso, qui gli esperti hanno individuato ben 27 specie di anatre ed oche, un record che fa di questo bacino una delle zone più importanti in Europa.
Superati altri alberghi e camping, si giunge all’incrocio con la piccola Chiesa di N.S. del Carmelo e da lì si continua sulla stradina che sale verso la collina. Si cammina su asfalto, costeggiando vigneti, cascine e coltivazioni. Ad un certo punto inizia lo sterrato ed al bivio con un altro sentiero si prosegue sulla destra verso la campagna. Si raggiunge poi l’incrocio con indicato sulla destra l’Approdo palafitticolo.
Attraversando i boschi di pioppi e salici si ritorna finalmente a “vedere” il lago (la nebbia c’è ancora…) arrivando nei pressi del “Sito palafitticolo”.
Quella che si vede oggi è una ricostruzione fedele e basata sullo studio dei reperti archeologici scoperti nello specchio d’acqua. Infatti, ciò che resta delle palafitte originali, ossia circa 5.000 pali di legno, si trova a pochi metri dalla riva. Gli esperti sostengono che il complesso, risalente all’Età del Bronzo (1500-1450 a.C. e 1050-1000 a.C.), contasse numerose abitazioni disposte in circolo, per un diametro complessivo attorno ai 70 metri. L’antico insediamento preistorico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2011.
In loco sono installati dei pannelli informativi circa la storia del lago, la flora e la fauna che vi abita. La piattaforma in legno è un ottimo belvedere, sperando che siate più fortunati del sottoscritto 😀
Ritornati sul percorso, chi vuole può seguire le indicazioni per la torre di avvistamento dell’avifauna locale. Segnalo purtroppo che al momento della visita (gennaio 2022) l’accesso risulta interdetto a causa di alcune assi danneggiate.
Il sentiero prosegue in aperta campagna e, finalmente, la nebbia comincia a diradarsi. Giusto in tempo per ammirare da vicino la Serra morenica e le Alpi innevate. Osservando bene, e con meteo favorevole, all’orizzonte si riesce a scorgere persino il massiccio del Monte Bianco.
Seguendo le indicazioni, la strada sterrata conduce sulla SP228 e da lì, fatti pochi metri verso destra, la si attraversa per prendere il sentiero sulla sinistra diretto a Piverone. Si procede su Via del Barano fino all’incrocio con Strada per Viverone e quindi, subito dopo i ruderi di San Pietro di Navione, ci si immette in Strada Rapella seguendo la segnaletica blu per la Via Francigena.
Volendo fare una breve deviazione, dalle rovine di San Pietro si può salire lungo la Strada Aronco per arrivare al suggestivo Gesiùn di Piverone.
Tenendo come riferimento le indicazioni blu della Via Francigena si giunge nel centro di Viverone. A questo punto, il “percorso ufficiale” prevede la tappa a Roppolo, il vero punto d’inizio e fine dell’anello.
Invece, avendo lasciato la macchina in paese, ho deciso di concludere qui il mio itinerario. Fortunatamente, con la nebbia ormai diradata, sono riuscito a contemplare lo splendido panorama attorno a me, in particolare le Alpi imbiancate di neve riflesse sul lago di Viverone. È senza dubbio questo il ricordo più bello che conserverò della giornata appena trascorsa.