La Valle d’Aosta è la destinazione ideale se siete tra coloro che amano vivere la montagna d’estate. Qui infatti troverete tanta natura incontaminata, sentieri per escursionisti, percorsi per ciclisti ed attività per tutta la famiglia.
Ogni vallata merita di essere scoperta ma in questo articolo ho deciso di soffermarmi su di una zona specifica, ossia i dintorni di Courmayeur. I trekking proposti sono di difficoltà E, fondamentale quindi avere un po’ di allenamento e l’abbigliamento adeguato (inclusi i bastoncini). D’altronde, i paesaggi da sogno che si ammirano ripagano ogni sforzo fatto. Inoltre, con un po’ di fortuna ci si può imbattere nella fauna locale. Nel mio caso ad esempio sono riuscito ad osservare diverse marmotte, ovviamente rimanendo alla giusta distanza di sicurezza.
Trekking in Valle d’Aosta, 5 itinerari suggeriti da Courmayeur
La mia base è stata Entrèves, frazione situata a 3 Km dal centro di Courmayeur e che accoglie gli impianti della funivia Skyway Monte Bianco, della quale parlo dettagliatamente in questo articolo.
Nei mesi estivi è attiva una linea d’autobus che consente di muoversi tra Courmayeur, Val Veny e Val Ferret, un servizio comodo per chi viaggia senza veicolo proprio. Per maggiori informazioni potete consultare il sito internet della compagnia. Va detto comunque che avere l’auto garantisce la massima libertà negli spostamenti e l’opportunità di accorciare i tempi evitando alcuni tratti su strada asfaltata che conducono agli inizi dei sentieri.
Gli itinerari che vi segnalo sono stati fatti durante un soggiorno di una settimana, potendo così intervallare un’escursione con una giornata di riposo dedicata ad esplorare delle località nei dintorni di Courmayeur.
1. I laghi Combal e Miage, Val Veny
La Val Veny si estende ad ovest di Courmayeur, ai piedi del massiccio del Monte Bianco e la si raggiunge percorrendo la strada Via Val Veny.
All’inizio della vallata sorge il Santuario di Notre-Dame de Guérison, noto tempio mariano eretto nel secolo XIX e visitato anche dai papi Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Una sosta è d’obbligo per avere inoltre un primo scorcio del ghiacciaio della Brenva.
Costeggiando il fiume Dora, la strada attraversa le località di Zerotta e La Visaille (1.600 m) oltre ad una serie di camping e rifugi dislocati lungo entrambe le sponde. Una volta lasciata la macchina prima della sbarra si cammina in salita sull’asfalto per circa 25-30 minuti prima di passare sullo sterrato. Per il parcheggio vi sono aree apposite oppure direttamente sul bordo della strada. Dato l’elevato afflusso in alta stagione suggerisco di arrivare al mattino presto in modo da non perdere troppo tempo nel trovare posto.
Quando si esce dal bosco la vista finalmente si apre e si iniziano a scorgere alcune vette innevate. Continuando a costeggiare la Dora si giunge al lago Combal, a quota 1.968 m. Essendovi stato ad inizio settembre in realtà vi era più che altro un fiumiciattolo, tuttavia il colpo d’occhio è stato ugualmente splendido.
Sulla destra del ponte si trova il Cabane du Combal, tappa perfetta per uno spuntino al sacco o presso il bar locale. Dal rifugio parte il sentiero che in circa 20 minuti conduce al lago del Miage (2.030 m). Famoso per la sua originale forma a cuore, è alimentato dalle acque del ghiacciaio del Miage. Purtroppo, anno dopo anno anche questo si sta sciogliendo e così, specie in piena estate, il livello dell’acqua cala inesorabilmente. Difatti ho potuto ammirare poco più che una “pozzanghera”…
Ciò che mi ha lasciato basito è il paesaggio attorno ad esso. Dove si estendeva il ghiacciaio oggi invece si vedono distintamente crateri, pareti franate con pietre che ad intervalli regolari scivolano giù dal pendio.
2. Rifugio Elisabetta Soldini e Col de la Seigne
Tornando indietro ed attraversato il ponte sulla Dora ci si immette sul lungo pianoro che si estende fino ai piedi delle Casermette di Lex Blanche (2.195 m) e del Rifugio Elisabetta. Questo, situato a 2.197 m d’altezza, è uno dei vari punti di partenza delle ascensioni alpinistiche al massiccio del Bianco.
Percorrendo il rettilineo, sulla destra si costeggiano le Pyramides Calcaires ed i ghiacciai des Èchelettes e Lex Blanche. Per salire fino al rifugio potete seguire la strada coi tornanti oppure optare per un sentierino che si inerpica sul versante sinistro e che parte poche decine di metri prima dell’inizio della salita.
Passata la vecchia caserma si prosegue lungo un altro breve tratto pianeggiante ma molto suggestivo alla fine del quale comincia l’ascesa graduale verso il Col de la Seigne. A quota 2.365 m sorge una Casermetta che attualmente ospita un piccolo spazio espositivo incentrato sugli aspetti naturalistici, ambientali, geografici e storici del territorio. La terrazza dell’edificio è uno splendido belvedere sulla Val Veny ed il massiccio del Bianco e le panchine presenti invogliano ad una sosta rigeneratrice. Inoltre, sono a disposizione la connessione WiFi ed uno spazio apposito per la ricarica del cellulare.
Camminando ancora per 25-30 minuti si arriva in cima al colle, a 2.510 m d’altezza, in corrispondenza del confine tra Italia e Francia e con scorcio ravvicinato delle Aiguille des Glaciers. Si rientra ai laghi e quindi al parcheggio seguendo la medesima via.
Per quel che riguarda i tempi di percorrenza, tra andata e ritorno ho impiegato circa 6-7 ore, senza però calcolare la pausa pranzo a Combal.
3. Monte Chetif, Val Veny
Un’altra escursione da fare in Val Veny è quella che parte dal Ristorante Pré de Pascal, comodamente raggiungibile in auto svoltando a sinistra poche centinaia di metri dopo aver passato il Santuario di Notre-Dame de Guérison. Dopodiché, lasciato alle spalle il Rifugio Monte Bianco la strada diventa sterrata e si parcheggia l’auto appena prima della sbarra che sancisce il divieto di accesso ai mezzi non autorizzati. In alternativa, durante la stagione invernale si può prendere la funivia Val Veny da Entrèves.
Prima di mettersi in marcia vale la pena dedicare il giusto tempo per ammirare il ghiacciaio della Brenva (ciò che ne rimane…) essendo Pré de Pascal affacciato direttamente su di esso. Il primo tratto sterrato parte da quasi 2.000 m e raggiunge in 25-30 minuti la terrazza della Courba Dzeleuna, punto d’arrivo della seggiovia Zerotta – quota 2.030 m – operativa durante l’inverno.
Da qui, dando le spalle all’edificio, si prende la strada sterrata che sale in salita verso la seggiovia. Nei pressi del pilone vedrete delle segnalazioni scritte a mano indicanti il sentiero per il Monte Chetif. Si attraversa un breve tratto boscoso per poi proseguire lungo un pendio ripido e pietroso con una serie di tornanti ravvicinati che conducono ad un piccolo pianoro dal quale si può intravvedere il cono sommitale della montagna. L’ascensione riprende ed in poco più di 20 minuti si è in cima, a quota 2.343 m, dove si trova una piattaforma quadrata per l’atterraggio degli elicotteri. A pochi metri di distanza sorge il tempio con la statua della Madonna, consacrati da papa Giovanni Paolo II il 7 settembre 1986.
Il panorama dal Monte Chetif è impressionante e ripaga della fatica fatta per arrivare in vetta. Il massiccio del Monte Bianco sembra più vicino che mai, in particolare il ghiacciaio della Brenva e Les Grandes Jorasses. Volgendo lo sguardo altrove si possono ammirare Courmayeur, la Val Ferret e, se la giornata lo consente, anche il Cervino ed il Monte Rosa.
Per tornare al punto di partenza si segue lo stesso itinerario. Per la salita e discesa calcolate un paio d’ore circa. Il dislivello non è particolarmente accentuato, tuttavia il percorso è piuttosto impegnativo a causa della pendenza. Dato il terreno irregolare e la presenza di pietrisco, per limitare al massimo gli scivolamenti suggerisco l’utilizzo dei bastoncini che garantiscono una maggiore stabilità.
Segnalo infine che da Pré de Pascal parte un altro sentiero verso il Monte Chetif, esso però è destinato ad escursionisti più esperti dato che prevede un tratto con via ferrata.
4. Lago Checrouit, Val Veny
Dalla Courba Dzeleuna, seguendo la strada sterrata in discesa si possono raggiungere altri rifugi e luoghi di interesse paesaggistico. Nel mio caso, arrivando dal monte Chetif ho optato per un itinerario non troppo lungo data la fatica già accumulata.
Con una camminata tranquilla di circa mezz’ora sono giunto al Rifugio Maison Vieille, situato a quota 1.956. Vi si può arrivare anche in funivia+seggiovia da Courmayeur sia in estate, da luglio ad agosto, che in inverno, da dicembre ad aprile.
Da qui, impiegando altri 30-40 minuti si raggiunge il lago Checrouit, a 2.165 m d’altezza. Il sentiero si snoda lungo una balconata panoramica sul Monte Bianco che costeggia a mezzacosta il versante sinistro della Val Veny. Sullo specchio d’acqua si riflettono alcune delle cime innevate del massiccio, regalando così un gioco di luci e colori davvero unico e suggestivo.
Per chi vuole, il percorso continua fino ai laghi di Combal e Miage, completando dunque il giro della vallata.
5. Rifugio Elena e Col Gran Ferret, Val Ferret
Sempre all’ombra del Monte Bianco ma dalla parte opposta rispetto alla Val Veny, questa vallata è attraversata da una fitta rete di sentieri mentre, durante la stagione invernale, è la meta prediletta per gli appassionati di sci di fondo.
Partendo da Courmayeur – o come nel mio caso da Entrèves – si può raggiungere la Val Ferret in auto oppure in autobus. In entrambi i casi, per l’escursione che vi propongo bisogna dirigersi verso la località Arp Nouva (o Arnouvaz). Tenete presente che i parcheggi in alta stagione fanno presto a riempirsi e non si può lasciare la macchina lungo il ciglio della strada, ecco perché conviene prendere un mezzo pubblico.
Il trekking comincia al di là del ponticello, alla sinistra dello Chalet Val Ferret. La prima tappa di giornata è il Rifugio Elena, situato a 2.067 m di quota. Vi si può arrivare in due modi: lungo la strada privata sterrata oppure percorrendo il sentiero panoramico che si inerpica lungo il versante destro della vallata. Nel secondo caso il terreno è più irregolare ma a parte ciò non vi sono difficoltà di rilievo.
Dopo un’ora di cammino si giunge a destinazione. È possibile pranzare al rifugio e quindi rilassarsi godendosi la splendida vista che si ha dalla terrazza. Difatti, in un colpo solo è possibile ammirare l’intera Val Ferret, il Monte Bianco e le cime attorno, la Val Veny fino al Col de la Seigne.
Se non siete ancora stanchi ed avete tempo a disposizione vale la pena proseguire l’ascesa verso il Col Gran Ferret a 2.537 m d’altezza. Nonostante il dislivello di quasi 500 m il sentiero non è così difficile, si sale infatti con pendenza regolare senza quindi “strappi” importanti. Al termine della salita, l’ultimo tratto erboso pianeggiante conduce alla cima del colle, al confine tra Italia e Svizzera. Per arrivarvi ho impiegato circa 90 minuti.
La vista impareggiabile che si apre dinnanzi a sé fa dimenticare all’istante la fatica della salita. Lo sguardo volge dalla Val Ferret alla fine della Val Veny, le cime del massiccio del Monte Bianco ed il ghiacciaio del Prè de Bar sono così vicini che sembra quasi di poterli toccare. Grazie ad una giornata soleggiata ed un cielo insolitamente limpido ho potuto osservare anche le cime del Cervino e del Monte Rosa libere dalle nuvole, un’occasione più unica che rara. Il silenzio della natura incontaminata viene solamente interrotto ogni tanto dai “fischi” delle marmotte nascoste chissà dove.
Dal colle partono altri itinerari, per tornare al Rifugio Elena si percorre invece il medesimo sentiero. Per completare l’anello della Val Ferret, da qui sono tornato ad Arp Nouva tramite la strada sterrata privata. Più o meno a metà del percorso ho deciso di fare una deviazione per raggiungere il ruscello che si origina dal ghiacciaio del Prè de Bar (quel poco che ne rimane) e recuperare un po’ di energie riposando sulle rocce attorno. Da qui ho camminato ancora una trentina di minuti prima di arrivare alla fermata dell’autobus per Courmayeur.
Se volete visitare la Valle d’Aosta fuori stagione e magari siete appassionati di foliage, sappiate allora che proprio la Val Ferret è una delle destinazioni perfette per godersi i paesaggi impreziositi dalle sfumature autunnali e dalle prime nevicate del periodo. In questo caso, non è necessario dover salire di quota e/o raggiungere qualche rifugio, è sufficiente infatti seguire la strada che da Entrèves attraversa l’intera vallata. L’itinerario dura 30-40 minuti circa, considerate però le numerose soste fotografiche che farete durante il percorso.
Per ulteriori informazioni vi rimando ai siti internet dell’Ente del Turismo della Valle d’Aosta e di Courmayeur-Mont Blanc.