Non ero mai stato in Polonia ma, dopo che diversi miei amici ne avevano parlato più che bene, ho deciso di fidarmi e prenotare un volo per Danzica. Situata nell’area settentrionale del paese ed affacciata sul Mar Baltico, forma la Tripla Città assieme ai comuni di Gdynia e Sopot.
Un luogo dalla storia millenaria e crocevia purtroppo di alcuni dei capitoli più tragici che hanno segnato l’Europa. Consiglio quindi a tutti di trascorrere un weekend a Gdansk – il suo nome in polacco – per conoscerne il passato tragico recente e che serva da monito affinché derive del genere non si ripetano mai più.
Se poi avete ulteriore tempo a disposizione, potreste approfittarne per fare delle visite guidate o dei tour organizzati nei dintorni.
Cosa fare e vedere a Danzica in 48 ore
Si è trattato di un viaggio last minute a ridosso del Natale e pertanto l’organizzazione è stata davvero rapida. Tuttavia, i prezzi economici del volo e dell’hotel hanno fatto sì che si trattasse comunque di una breve vacanza low cost.
In due giorni ho visto molto ma non tutto, motivo per il quale mi piacerebbe ritornarci un’altra volta, magari in un periodo differente dell’anno per poter così approfittare di giornate più lunghe. Difatti, in questo periodo l’alba è attorno alle 8 mentre il tramonto è poco dopo le 15. Ma su questo ed altri aspetti pratici ho dedicato un paragrafo specifico alla fine dell’articolo.
La visita si snoda principalmente attraverso la Città Vecchia – Glówne Miasto – ed il Tratto Reale. Il centro storico di Danzica è stato distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale ma, grazie alla ricostruzione terminata negli anni ’90, è stato riportato allo splendore originale di 300-400 anni fa. Dal punto di vista storico, la località è appartenuta ai regni polacco, prussiano e tedesco, ha fatto parte della Lega Anseatica ed è stata poi dichiarata “Città Libera”. A partire dal secolo XV venne considerata uno dei centri più ricchi d’Europa, grazie in particolare al commercio marittimo (non a caso ancora oggi è tra i maggiori porti del Mar Baltico). Il secolo XX le riservò un destino ben diverso ma avrò modo di parlare di questo più avanti.
La Via Reale e le Porte di Danzica
L’itinerario comincia dalla Porta d’Oro – la Zlota Brama – eretta nel 1621 al posto di una precedente in stile gotico e segna l’accesso occidentale alla Via Reale, una strada lunga 550m e lungo la quale transitavano i Re polacchi in occasione delle loro visite ufficiali. Essa è anche il punto di partenza dei tour privati di Danzica in lingua italiana (tutte le informazioni sono reperibili qui).
Tuttavia, l’ingresso originale alla era tramite la Porta Alta – Brama Wyzynna – risalente al secolo XIV e parte delle antiche fortificazioni urbane. A poca distanza sorge l’edificio che fu utilizzato come prigione e sala delle torture che oggi accoglie il Museo dell’Ambra, una resina fossile venduta in molte gioiellerie diffuse in tutta la città.
Attraversando la piazza (dove si svolgono i mercatini di Natale), guardando verso gli eleganti palazzi che dall’altro lato si affacciano verso il centro, si scorge un’opera assai particolare. Si tratta infatti dell’Albero del Millennio – Drzewo Millenium Gdanska – “piantato” nel 1997 per celebrare i 1000 anni della città di Danzica. Il monumento di per sé non spicca per la sua bellezza artistica, tuttavia ha un grande valore simbolico per gli abitanti che sicuramente saranno contenti nel vedervi scattare una foto ricordo.
Entrati finalmente nel cuore del centro, percorrendo la Strada Lunga (Ulica Dluga) non si può non rimanere incantanti dinnanzi ai palazzi maestosi dalle facciate colorate che si affacciano sulla via, un segno evidente del passato nobile della città. Al numero 50/51 sul lato sinistro si trova un teatro particolare di sperimentazione, il TwO Windows Theatre (Teatr Woknie), costituito da due finestre che fanno da palcoscenico per piccole e brevi opere da seguire direttamente dalla strada.
L’organizzazione è legata allo Shakespeare Theatre (Wojciecha Bogusławskiego 1, appena a sud della Via Reale) progettato dall’architetto italiano Renato Rizzi e splendido esempio di architettura contemporanea unita alla tecnologia più avanzata. Difatti, la struttura può essere modulata: gli attori si esibiscono allo stesso livello del pubblico, secondo lo stile elisabettiano, oppure il tetto può essere aperto in pochi minuti e quindi lo spettacolo si svolge a cielo aperto riprendendo così un’usanza in voga nell’epoca rinascimentale. Diversi documenti storici hanno “certificato” la presenza dello stesso Shakespeare in città per presentare le sue opere e ciò giustifica il nome dato al teatro.
La Strada Lunga sbuca nella Piazza del Mercato Lungo (Dlugi Targ), una delle più belle che abbia mai visto. Siamo nel cuore della città polacca e qui si ammirano alcuni dei suoi edifici più emblematici. A cominciare ad esempio dal Municipio di Gdansk, in stile fiammingo-rinascimentale e sapientemente ristrutturato dopo la Seconda Guerra Mondiale. La torre, che custodisce una statua d’oro di Sigismondo II Augusto, arriva ad un’altezza di 82 m, l’interno del palazzo accoglie invece il Museo Storico di Danzica.
La Corte di Artù è un edificio gotico del secolo XIV, periodo storico che si è contraddistinto per le leggende riguardanti il condottiero britannico. La Corte di Danzica fu la più ricca e potente tra tutte quelle che si svilupparono nei diversi centri dell’Europa settentrionale e ciò lo si rispecchia evidentemente nelle decorazioni della facciata. Gli interni sono visitabili e formati da un’unica grande sala gotica con volta stellata ed una stufa di maiolica alta oltre 10 m e realizzata nel 1545.
Di fronte al palazzo vi è l’imponente Fontana di Nettuno, eretta nella prima metà del secolo XVII e subito divenuta il simbolo di Danzica. Si salvò dalla distruzione del secondo conflitto mondiale poiché venne smontata e poi ricollocata dopo la fine di esso.
La piazza è delimitata verso oriente dalla Porta Verde – Brama Zielona – tramite cui si accede al canale del Motlawa ed al viale che conduce al Porto Vecchio. Qui si può ammirare un altro emblema della città, ossia la Gru di Danzica. Trattasi di una struttura in legno costruita nel 1444, la più grande dell’Europa Medievale, che fungeva per il carico e scarico delle merci. Il meccanismo interno è rimasto intatto e la forma peculiare, una porta e due torri ai lati, consentono di riconoscerla da lontano.
Pochi metri prima, la Porta di Santa Maria – Brama Mariacka – fornisce l’accesso all’Ulica Mariacka, una delle vie più pittoresche e vivaci di Danzica grazie alla presenza di numerosi negozi, caffetterie e gioiellerie. La strada conduce alla Basilica di Santa Maria, considerata la chiesa in mattoni rossi più grande del mondo. L’edificio venne progettato nel 1343, al suo interno si contano 30 cappelle e possono starvi fino a 20.000 persone. Al momento della mia visita erano in corso dei lavori di restauro e pertanto non sono riuscito a visitarla. Tuttavia, era consentita la salita sulla torre campanaria (a pagamento) e così, dopo 400 scalini, mi sono potuto godere una vista panoramica a 360° da un’altezza di 80 m.
Come altrove in Europa e non solo, pure a Danzica è possibile salire a bordo degli autobus turistici hop-on hop-off che consentono, specie a chi ha poco tempo a disposizione, di esplorare la città usufruendo di viaggi illimitati e fermate situate a ridosso dei luoghi di maggior interesse. Per maggiori dettagli su prezzi, orari ed itinerari vi rimando alla relativa pagina d’acquisto.
Il Museo della Seconda Guerra Mondiale
A 10 minuti a piedi dal centro storico di Danzica, suggerisco a tutti di ritagliarsi una mattina oppure un pomeriggio per la visita di quello che è il museo più grande al mondo dedicato al secondo conflitto mondiale. E non potrebbe essere altrimenti dato che le ostilità iniziarono proprio qui, il 1° settembre 1939. Nei mesi precedenti infatti, Hitler aveva sostenuto il diritto della Germania nazista di prendere possesso della Città Libera di Danzica, una richiesta sempre respinta sia dalla Polonia che da Francia e Regno Unito.
I tedeschi iniziarono a bombardare la penisola fortificata di Westerplatte che, nonostante la disparità delle forze in campo, riuscì a resistere per una settimana. Contemporaneamente, il regime ordinò l’esecuzione dei postini polacchi che avevano strenuamente difeso l’Ufficio Postale Polacco di Danzica, compiendo così uno dei primi crimini di quella guerra che avrebbe sconvolto l’Europa.
Il Museo della Seconda Guerra Mondiale è stato inaugurato nell’aprile 2017 all’interno di una struttura dall’architettura contemporanea suddivisa in 5 livelli. Gran parte dello spazio è riservato all’esposizione permanente (piano sottoterra), un’ala specifica è dedicata invece a mostre temporanee. Ho visitato entrambe e sono uscito tre 3 ore dopo con lo stomaco chiuso. L’argomento è tosto e, oltre a commemorare gli eventi bellici, viene dato ampio spazio alla vita della gente comune e la loro sofferenza quotidiana. Vi sono immagini forti, sono esposti inoltre oggetti e documenti appartenuti ai deportati nei campi di concentramento, ad esempio una scarpa di un bambino oppure piatti e posate adoperati dai detenuti.
Ciò tenetelo a mente per i vostri figli. La mostra temporanea era vietata ai minori di 16 anni, per i minori di 12 anni invece è stata preparata una visita ad hoc, diciamo più “leggera”, che sostituisce l’esposizione principale.
Ho iniziato esplorando la sala che ospitava la mostra temporanea, riguardante la società polacca nel corso del secondo conflitto mondiale e la sua lotta quotidiana per la libertà. Il percorso si snoda lungo due itinerari: quello identificato dal colore rosso ripercorre le vicende della guerra, quello in nero invece si sofferma sulla sofferenza vissuta dai polacchi durante e dopo la guerra. Vale la pena ricordare infatti che, al termine delle ostilità, la situazione del paese non migliorò poiché passò sotto l’influenza dell’Unione Sovietica e cominciò così un altro lungo periodo di dolore e difficoltà. Ciò spiega la presenza dei pannelli riportanti le foto dei responsabili di persecuzioni e crimini e raffiguranti Hitler, Stalin ed altre figure di spicco delle due dittature.
La sala accoglie oggetti ed indumenti appartenuti sia ai soldati polacchi che cercarono di resistere agli attacchi nazisti del settembre ’39 sia a coloro che vennero processati e rinchiusi nei campi di concentramento, prima in quelli nazisti e successivamente in quelli sovietici. Un primo colpo al cuore prima di entrare nella mostra principale…
Essa comincia con la sezione dedicata alle origini del conflitto, mostrando come i vari totalitarismi in Europa e Giappone riuscirono a prendere il potere e, tramite la loro propaganda incessante e totalitaria, ottenere l’assoggettamento delle masse. Tutto ciò mentre le altre potenze occidentali – in primis Francia e Regno Unito – restavano a guardare.
Questa parte si conclude con un quadro d’insieme sull’invasione nazista e sovietica della Polonia nel 1939, una mossa militare che sancì lo scoppio ufficiale della Seconda Guerra Mondiale. Le potenze occidentali decisero infatti soltanto in quel momento di intervenire mentre, nei mesi precedenti, si erano mostrate più titubanti nell’opporsi alla volontà di Hitler di annettere Danzica (in passato già città tedesca) ed il vicino porto di Gdynia alla Germania. La convinzione era quella che, ottenuto quanto voluto, il Führer avrebbe placato le sue ambizioni e pertanto si sarebbe potuto evitare uno scontro più ampio. Tale immobilismo venne riassunto nell’espressione “Morire per Danzica”, in seguito usata per riflettere su costi/benefici di un intervento politico.
Il secondo “blocco” della visita si concentra sugli orrori della guerra, raccontando la vita quotidiana di abitanti, soldati e prigionieri. Grande risalto viene dato all’Olocausto, alla persecuzione degli ebrei ed a come vivevano nei ghetti di Varsavia e Lódz. Il messaggio che si vuole trasmettere è che i crimini in Polonia vennero perpetrati sia dal Terzo Reich che dall’Unione Sovietica.
L’ultima sezione parla della conclusione del conflitto e le sue conseguenze. Infatti, sebbene la mostra sia incentrata sugli eventi fino al 1945, essa spiega brevemente gli effetti a lungo termine quali la caduta del nazismo, la liberazione dell’Europa ma pure la progressiva influenza sovietica su alcuni paesi come ad esempio la Polonia.
Negli anni a venire Danzica fu proprio una delle città che si ribellò con maggior forza al regime di Stalin ed i cantieri navali Lenin furono il luogo di riferimento per i protestanti. Qui, tra gli anni ’70-’80 del secolo scorso si svolsero le lotte anticomuniste ed indipendentiste e vi nacque Solidarność, il sindacato autonomo di lavoratori guidato da Lech Walesa. Le sue continue rivolte accelerarono il crollo del regime comunista e la conseguente fine dell’Unione Sovietica.
Vorrei tornare a Danzica per completare la visita esplorando i luoghi ed i monumenti legati a tale complicato periodo storico.
Per maggiori informazioni, orari e tariffe del Museo della Seconda Guerra Mondiale vi rimando al sito internet ufficiale (in inglese).
Dove mangiare bene e tipico a Danzica
Essendomi fermato soltanto una notte, in realtà ho davvero pochi posti da suggerire perché ho mangiato soltanto in due locali.
Il primo è il Piwnica Rajców Browar Restauracja, situato in pieno centro, alle spalle della Fontana di Nettuno nella Piazza del Mercato Lungo. Vi si accede tramite una scalinata che va “sottoterra”, potrebbe sembrare un locale turistico ma in realtà non lo è perché vi ho visto molta gente del posto.
È una sorta di birreria e ristorante gourmet dai prezzi economici, specie considerando la posizione centrale. Ho assaggiato diverse birre fatte in casa e la migliore è stata quella “natalizia” speziata con cannella. Ho provato i Pierogi, uno dei piatti più famosi di Danzica, e me ne sono subito innamorato. Si tratta di ravioli ripieni in vari modi e che possono essere infornati oppure fritti. Non essendo propriamente leggeri, si possono considerare un piatto unico (o quasi).
Per cena avrei voluto provare un’altra specialità polacca ma, seguendo il consiglio datomi dalla ragazza alla reception del mio hotel, ho mangiato nuovamente i Pierogi. Questa volta però non in un locale qualunque bensì in quello ritenuto il migliore di tutta Danzica. Si chiama Pierogarnia Mandu e si trova in via Elżbietańska 4/8, a poco meno di un chilometro dal centro storico, motivo per il quale non è sicuramente un posto particolarmente gettonato tra i turisti. A riprova di ciò ero l’unico straniero, circondato dalla gente del posto forse un po’ incuriosita che un italiano fosse capitato proprio lì.
Il ristorante non è piccolo ma c’è comunque un po’ da aspettare all’ingresso, nel mio caso una ventina di minuti circa. Vi assicuro però che l’attesa viene totalmente ripagata e, nel frattempo, potete osservare dai vetri della cucina il personale intento a preparare i ravioli. Il menù, come è facile immaginare, prevede una lista quasi infinita di pierogi ripieni di qualsiasi ingrediente, anche dolce, e disponibili pure per vegani e vegetariani. Io ho optato per il salmone ed erano veramente una cannonata.
Anche questo era un piatto unico, tuttavia, osservando il personale girare per la sala coi dolci, mi sono tenuto un po’ di spazio per una deliziosa fetta di torta al cioccolato fatta in casa. Il prezzo poi è davvero contenuto: neanche 15€ per un piatto di pierogi, dolce e birra media.
Il giorno dopo ho provato i bigos, il piatto nazionale della Polonia ma non diffusissimo a Danzica, stando almeno alle mie ricerche sul posto. Infatti, l’ho trovato in una delle bancarelle di street food all’interno dei mercatini di Natale. Trattasi di una pagnotta svuotata dalla mollica e riempita (nel mio caso la fetta di pane era come accompagnamento) invece con carne, crauti, salsiccia e spezie.
Dove dormire a Danzica
La scelta è ricaduta sull’Hostel 22, situato in una via tranquilla a breve distanza sia dal centro storico, 10 minuti a piedi dalla Via Reale, che dalla stazione ferroviaria di Danzica, ad un chilometro. Inoltre, il Museo della Seconda Guerra Mondiale si raggiunge con una passeggiata di pochi minuti.
Non avevo grandi aspettative sull’alloggio dal momento che, approfittando di una super offerta, l’avevo pagato meno di 15€ per una notte. Eppure, mi ha letteralmente spiazzato per la sua qualità. Ho pernottato in una camera doppia ad uso singola e con bagno privato, due ambienti spaziosi e davvero puliti. Il WiFi è gratuito e prende dappertutto, appena a lato della reception (aperta fino alle 20) si trova la bella sala comune dove viene servito il buffet della colazione. Non avendolo incluso nella tariffa, alla fine ho optato per uno spuntino in giro per la città.
Come arrivare in centro dall’aeroporto di Danzica
Piccolo ma moderno, l’aeroporto Lech Walesa sorge a 12 Km da Danzica, a 10 Km da Sopot e 23 Km da Gdynia. Una volta usciti dall’edificio, è sufficiente seguire le linee colorate in terra per raggiungere la stazione ferroviaria e la fermata degli autobus.
Il treno mi è stato sconsigliato perché – almeno fino al momento della stesura dell’articolo – non esistono collegamenti diretti con la stazione principale di Danzica, la Gdansk Glówny. Il viaggio complessivo, con incluso il cambio a Gdansk Wrzeszcz, dura poco meno di 40 minuti.
Le linee degli autobus 110 e 210 raggiungono rispettivamente le stazioni di Gdansk Wrzeszcz e Gdansk Glówny mentre la linea notturna N3 ferma in entrambe. Per arrivare alla stazione ferroviaria situata ai margini del centro storico di Danzica si impiegano una quarantina di minuti circa, a seconda ovviamente del traffico. I biglietti sono davvero economici, la tariffa standard costa poco meno di 1€. Sono acquistabili presso la biglietteria automatica sistemata nei pressi della banchina oppure a bordo, pagando all’autista in contanti oppure con carta di credito tramite la macchinetta che si trova all’interno (più o meno a metà del veicolo).
Un’alternativa, ideale per chi viaggia in famiglia o in gruppo, è approfittare del servizio transfer tra l’aeroporto di Danzica, il porto ed il centro città. Tutti i dettagli al riguardo sono disponibili consultando questo sito internet.
Informazioni pratiche per organizzare una vacanza a Danzica
Il mio è stato senza dubbio un viaggio last minute e, a differenza di quanto succede solitamente, l’ho organizzato in poche ore. Eccovi quindi qualche informazione e suggerimento basati sulla mia esperienza.
Danzica è una città sicura?
In realtà su questo aspetto ho riflettuto soltanto in un secondo momento, ma comunque direi proprio di sì. Camminando per il centro storico e le vie limitrofe non ho mai avvertito alcuna sensazione fastidiosa o qualsiasi presagio di pericolo. Non ho idea se lo stesso discorso si possa fare per le zone più lontane, dove a dir la verità difficilmente vi arriverà un turista. In ogni caso, valgono le regole comuni del buon senso.
Viene accettato l’euro?
Risposta secca: no. La Polonia fa parte dell’Unione Europa ma non ha (ancora) adottato la moneta unica. La sua valuta ufficiale è lo Zloty – abbreviato in PLN – ed il tasso di cambio è circa 1 EUR = 4,20 PLN. Sconsiglio di cambiare in aeroporto, dove vengono applicate tariffe più alte. Considerate che le carte di credito sono accettate praticamente dappertutto e quindi di contante ne userete davvero poco. Valutate se farvi arrivare un po’ di Zloty in Italia oppure direttamente a Danzica, negli uffici appositi (i Kantor).
Non so il polacco, come fare?
Neanche io ma tranquilli, non avrete alcun problema. L’inglese è diffuso e viene parlato dai giovani così come dai più anziani. Poche volte mi sono imbattuto in persone che non lo sapessero ma, in ogni caso, mi hanno subito indirizzato ad amici e colleghi che potessero comunicare con me.
Ad ogni modo, consiglio di imparare qualche termine in polacco, magari quelli più usati comunemente, senza aver paura di sbagliare la pronuncia. Gli abitanti lo apprezzeranno sicuramente regalandovi sorrisoni 🙂 Ecco dunque un breve dizionario italiano-polacco da tenere a portata di mano:
- ciao->czesc
- buongiorno->dzien dobry
- buonasera->dobry wieczor
- buonanotte->dobranoc
- arrivederci->do widzenia
- sì->tak
- no->nie
- grazie->diękuję
- prego->proszę
- mi chiamo->nazywam się
- non parlo polacco->nie mówię po polsku
- inglese->po angielsku
- zero->zero
- uno->jeden
- due->dwa
- tre->trzy
- quattro->cztery
Come raggiungere Danzica dall’Italia
Il mezzo più comodo è ovviamente l’aereo, diverse compagnie low cost collegano numerosi aeroporti italiani con Danzica e le altre principali destinazioni del paese. Ad esempio, da Bergamo operano sia Wizzair che Ryanair.