Bilbao ha impiegato pochi anni per inserirsi tra le mete turistiche più gettonate della Spagna. Ciò è dovuto in gran parte al museo Guggenheim che, aperto nell’ottobre del 1997, le ha dato nuova energia portando così al rinnovamento di molte sue aree. Il risultato è che oggi si visita una città accogliente e dotata di infrastrutture moderne. Inoltre, le attrazioni non sono molto distanti tra loro e quindi la si gira bene anche a piedi. In ogni caso, la nuova metropolitana garantisce collegamenti tra le aree centrali e quelle più periferiche.
In questo articolo vi propongo l’itinerario di due giorni che ho studiato cercando di includere i luoghi di maggior interesse da non perdere e simboli del passato, del presente e del futuro di Bilbao. Inoltre, un terzo giorno l’ho riservato ad un’escursione nella costa basca ed ho raggiunto Bakio per poi visitare San Juan de Gaztelugatxe.
Cosa fare e vedere a Bilbao in 2 giorni
In 48 ore sono riuscito a vedere gli edifici e le attrazioni più significative, ho dovuto “tagliare” unicamente i musei per questioni di tempo. Prima di cominciare condivido però alcune considerazioni con voi.
Per quanto riguarda il “dove dormire a Bilbao“, l’offerta è molto variegata e tra hotel, pensioni, appartamenti ed ostelli ce n’è davvero per tutti i gusti (e tasche). Molti sono localizzati vicino ai luoghi turistici più importanti (museo Guggenheim, centro storico etc..), tuttavia, se volete risparmiare un po’, una valida alternativa è quella di pernottare nei paesi inclusi nella periferia della città e ben serviti dalla rete dei trasporti pubblici. Io ad esempio sono stato ospite dell’Hotel Puerta de Bilbao situato a Baracaldo e da lì impiegavo una quarantina di minuti circa per arrivare in centro.
Se pensate di spostarvi coi mezzi pubblici, credo che vi convenga fare la Bilbao Bizkaia Card dato che include sia i trasporti della città che quelli della provincia (potete sfruttarla per raggiungere Gaztelugatxe). È disponibile per 24, 48 e 72 ore e si attiva a partire dal primo utilizzo.
Ritornando al mio itinerario, la prima giornata l’ho dedicata ad una breve escursione nella periferia e poi alla zona che circonda il Guggenheim (visita inclusa). Il giorno seguente invece ho esplorato il centro storico e l’Ensanche, ossia il quartiere moderno sviluppatosi a cavallo tra ‘800 e ‘900.
Capitolo gastronomia. La cucina basca è considerata tra le migliori di Spagna e molto rinomata a livello europeo. Non sorprende quindi la grande concentrazione di ristoranti stellati presenti nella regione. Ad esempio, uno dei più conosciuti è il Restaurante Nerua, valutato 1 stella e soprattutto ubicato in una location unica, all’interno cioè del museo Guggenheim.
Chi ha meno pretese – soprattutto dal punto di vista economico – si può “consolare” provando la vera specialità locale, i pintxos. Qui scordatevi le tapas, nei Paesi Baschi infatti si gira i bar per provare i pintxos della casa accompagnati da un buon vino locale. È un rito che accomuna buona cucina e socialità. In alternativa, specie a pranzo durante la settimana, molti locali propongono menù a prezzo fisso. Data la tradizione culinaria basca, è difficile trovare dei “ristoranti turistici”. Il mio suggerimento è edi evitare ad esempio quelli dove trovate slogan quali “Aquí hay paella”, quella buona la si mangia nella Comunità Valenciana ed in pochissimi altri posti… non qui.
Per quanto riguarda gli orari, più o meno sono gli stessi del resto di Spagna e quindi si pranza/cena più tardi rispetto all’Italia.
Portugalete e Puente Colgante (dintorni di Bilbao)
La mattina incomincia a Portugalete, cittadina situata a pochi chilometri da Bilbao e famosa poiché qui sorge il ponte Bizkaia (Puente Colgante in spagnolo). Partendo dal mio hotel, vi arrivo comodamente prendendo la metropolitana ad Ansio e scendendo alla fermata omonima (direzione Kabiezes), ubicata a 5 minuti a piedi dal centro storico della località costiera.Vi segnalo poi la possibilità di raggiungere questa ed altre località costiere con i tour in barca che partono da Bilbao. I relativi biglietti hanno una validità di 24 ore e consentono quindi di poter esplorare la zona apprezzandone così i luoghi più suggestivi. Tutte le informazioni sono reperibili in questa pagina.
La mia idea era quella di visitare il ponte e poi dirigermi subito in città. Invece, esplorando Portugalete sono rimasto piacevolmente colpito dalla bellezza delle sue vie centrali e dai colori vivaci degli edifici.
Suggerisco quindi di raggiungere prima la Basilica di S. Maria da dove, grazie alla terrazza panoramica, si ha un primo scorcio dell’imponente struttura in ferro che attraversa il fiume Nervión. Da qui, si passa il Museo Torre de Salazar per immettersi poi nella caratteristica via Santa María (kalea in basco significa calle) che sfocia in Plaza del Solar, la piazza del municipio e che ospita anche il mercato settimanale.
Proseguo quindi sulla passeggiata che costeggia la ría fino ad arrivare ai piedi del Puente Bizkaia che, visto da vicino, fa ancora più impressione considerando i suoi 61 m d’altezza ed i 160 m di lunghezza. Comunemente viene chiamato Puente Colgante ma dal punto di vista tecnico è un’esattezza dato che non si tratta di una struttura “sospesa”. Piuttosto, è il ponte trasportatore in servizio più antico del mondo. Difatti, inaugurato nel luglio 1893 e, escludendo la triste parentesi della guerra civile spagnola, ancora oggi è il mezzo usato da pedoni, moto ed auto per attraversare la ría. Piccola curiosità: venne progettato da Alberto Palacio, allievo di Gustave Eiffel. Nel 2006, il Puente Bizkaia venne inserito dall’UNESCO nella lista dei Beni Patrimonio dell’Umanità per la sua importanza per quanto concerne la lavorazione del metallo oltre che per essere il simbolo della rivoluzione industriale.
Gli ascensori posti ai due lati del fiume consentono ai turisti di raggiungere la passerella situata a circa 50 m d’altezza. È una visita che suggerisco davvero a tutti – eccetto chi soffre di vertigini – poiché si ha una vista eccezionale di Portugalete e Las Arenas (l’altra località collegata dal ponte) e del fiume che poco più in là sfocia nel mar Cantabrico. Lungo il percorso, una serie di targhe raccontano la storia del ponte, il funzionamento e la sua importanza per gli abitanti della zona. Inoltre, durante la visita potreste avere la fortuna di osservare da vicino gli appassionati di bungee jumping mentre si preparano per il lancio.
Per altre informazioni riguardanti gli orari di apertura vi rimando al sito ufficiale della struttura.
Le poche ore trascorse a Portugalete mi hanno lasciato una gran voglia di esplorare i borghi marinari di Bilbao… penso che gli dedicherò il prossimo viaggio!
Stadio San Mamés, Museo Guggenheim e dintorni
Sono pronto per cominciare ufficialmente il tour di Bilbao e quindi prendo la metropolitana fino a Deustu (direzione Basauri) per poi proseguire a piedi verso la ría, divenuta un punto di riferimento naturale per orientarsi in città e su cui si affacciano gli edifici emblematici della sua rinascita urbana.
Percorrendo il puente Euskalduna ho il primo assaggio di architettura contemporanea ammirando lo stadio San Mamés, ridisegnato da César Azkárate ed inaugurato nel 2013, la casa dell’Athletic Club… non solo una squadra di calcio ma una religione da queste parti. Per gli appassionati segnalo i tour guidati di 90 minuti che includono pure la visita del museo. Per maggiori informazioni a riguardo vi rimando alla relativa pagina d’acquisto.
Costeggio il Museo Marítimo Ría de Bilbao per immettermi nella passeggiata – il Paseo de la memoria – che corre seguendo il corso del fiume. Mentre in lontananza inizio a riconoscere le forme del Guggenheim, eccomi davanti alla Torre Iberdrola, un grattacielo costruito nel 2011 che, coi suoi 165 m d’altezza, è visibile quasi da ogni punto della città.
Mi ritrovo quindi dinnanzi al museo Guggenheim, finalmente posso vedere dal vivo un luogo di cui avevo letto tanto (è anche una delle location del romanzo Origin di Dan Brown). Un’opera mastodontica, una struttura d’acciaio che comprende 2.500 vetrate e 33.000 placche di titanio.. Frank O. Gehry ha fatto davvero le cose in grande. Rimanendo fedele alle sue idee, l’architetto americano ha progettato un edificio dalla forma quasi organica che ben si inserisce nel contesto che lo circonda, inoltre, si dice che nell’intera struttura non vi sia neanche una superficie piana. Aperto nel 1997, ha impiegato veramente poco tempo per diventare una tappa imprescindibile per i turisti che visitano non solo Bilbao, ma pure i Paesi Baschi o la Spagna in generale.
Al suo interno, il museo ospita una collezione permanente con opere d’arte europee ed americane del ‘900 con inclusa una sezione dedicata ai Paesi Baschi ed alla Spagna. Parallelamente vengono allestite mostre temporanee con (soprattutto) installazioni realizzate nel XX secolo. Dato che si parla di arte contemporanea, non aspettatevi di trovare i soliti quadri o dipinti che si ammirano nelle mostre a cui siamo soliti pensare. Il primo capolavoro che si osserva è però l’atrio, situato nel “cuore” dell’edificio e formato da un incrocio di vetrate, linee rette, ascensori e scale suddivise in tre livelli che fanno sì che non esista un percorso univoco ma piuttosto “libero”, secondo l’ispirazione del momento. Per quanto riguarda i contenuti di ogni sala, ammetto la mia profonda ignoranza di questo genere di arte e quindi sono rimasto piuttosto spiazzato da quello che mi sono trovato di fronte. Tuttavia, le opere che mi sono piaciute di più sono:
- “Tulips” (Jeff Koons), sette tulipani in acciaio di diversi colori e posizionati sulla terrazza della hall;
- “Installation for Bilbao” (Jenny Holzer), una serie di messaggi in tre lingue trasmessi con luce blu e rossa su nove colonne a diodi luminiscenti di 12 m d’altezza;
- “The Matter of Time” (Richard Serra), otto sculture di varia forma in cui “entrare” con la percezione di perdere il senso dello spazio e del tempo.
Il Museo Guggenheim, essendo uno dei luoghi più visitati della Spagna, è sempre “affollato” di turisti e pertanto, il mio suggerimento è di acquistare i biglietti online in modo da saltare la fila all’ingresso.
In realtà, si può dire che l’esposizione inizia già fuori al Guggenheim. Infatti, attorno alla struttura sono disposte alcune installazioni entrate ormai nell’immaginario collettivo. Mi riferisco ad esempio a Maman, un ragno gigantesco fatto in bronzo ed acciaio con tanto di uova in marmo “nascoste” sotto l’addome. Non nascondo che visto da vicino faccia un po’ impressione, ancora di più sostare tra le sue zampe sottili e spigolose che, sebbene siano incollate nel cemento, sembrano potersi muovere da un momento all’altro. Decisamente più innocuo ma comunque gigante, il cane Puppy è interamente ricoperto di fiori rigogliosi poiché bagnati grazie ad un sistema interno. Alto 13 m, vigila l’ingresso del museo ed è quasi impossibile fotografarlo senza immortalare anche le persone intente a farsi un selfie sotto di lui.
Vanno citate pure la Fire Fountain, situata nel bacino d’acqua davanti al museo e che prende vita al crepuscolo, e la Fog Sculpture che, quando meno te l’aspetti, avvolge lo stesso specchio d’acqua in una nebbiolina rinfrescante. Purtroppo non sono riuscito ad ammirarle.. sarà per la prossima occasione!
Il resto del pomeriggio lo trascorro nelle vicinanze del museo anche perché, complice sia la stanchezza che il caldo improvviso, non ho le forze di spingermi oltre. E così, ne approfitto per godermi l’area, i suoi palazzi che profumano ancora di nuovo ed i tanti spazi verdi che li circondano.
Da segnalare il Parque de Doña Casilda Iturrizar, aperto all’inizio del ‘900 e realizzato ispirandosi ai giardini in stile inglese e francese. Tra le distese verdi si estendono due laghetti ed un pergolato di forma concentrica mentre tra gli alberi spicca l’onnipresente Torre Iberdrola.
Dalla vicina Plaza del Sagrado Corazón, così chiamata per la statua in bronzo del Cristo alta 7 m poggiata su di un piedistallo di 33 m, si percorre la Gran Vía, strada dello shopping ed una delle arterie principali della città, che conduce in Plaza Moyúa, punto di riferimento dell’Ensanche di Bilbao. Qui infatti, attorno alla piazza ornata con giardinetti ed una fontana al centro, sorgono edifici emblematici quali il Palacio de Chávarri, costruito nel 1894 in pieno stile Art Nouveau e dal 1943 sede del governo civile, Casa Montero, capolavoro modernista del 1904 che per le sue forme è stata soprannominata “Casa Gaudí” sebbene non abbia alcun legame con l’architetto catalano, e l’Hotel Carlton, aperto nel 1926 ed ancora oggi uno dei simboli della città basca.
Il primo giorno di visita si conclude qui e proprio in Plaza Moyúa prendo la metropolitana che mi riporta al mio hotel a Baracaldo. A proposito, non potrete non notare la particolarità delle forme che caratterizzano gli accessi alle stazioni. Questi infatti sono stati progettati da Norman Foster in occasione dell’apertura del 1995 e proprio in onore del loro creatore vengono chiamati comunemente fosterito.
2° giorno a Bilbao: tour guidati del centro storico e dell’Ensanche
Dedico le ultime 24 ore in città alla scoperta del nucleo medievale e dell’Ensanche, il primo quartiere costruito fuori dai margini della zona più antica, al di là della ría. Mi dirigo subito in Plaza Circular, sede dell’ufficio turistico di Bilbao e punto di partenza delle visite guidate. Entrambe durano circa 90 minuti, sono in spagnolo ed inglese e, data il numero limitato dei posti disponibili, è preferibile prenotarle in anticipo.
Il casco viejo è piccolino e lo si gira tranquillamente in una mattina. Vanta oltre 700 anni di storia ed è formato da sette strade pedonali principali – il suo soprannome è difatti Siete Calles – in cui pullulano bar e taverne casalinghe dove degustare la cucina locale e soprattutto i pintxos. Vi si arriva anche in metropolitana (fermata Casco Viejo) ed un ascensore pubblico porta in cima alla collina da cui poi si raggiunge la Basílica de Begoña, un santuario gotico (con portale rinascimentale) molto caro ai locali poiché la tradizione vuole che proprio qui apparì la Vergine di Begoña, divenuta patrona della provincia di Biscaglia nel 1738. Nei suoi dintorni passa il Camino del Norte verso Santiago di Compostela e ciò spiega la presenza di pellegrini con zaino in spalla, bastone e l’immancabile concha. In alternativa all’ascensore, potete raggiungere questo luogo con la scalinata che parte da Plaza Miguel de Unamuno. Vi segnalo però che è una salita piuttosto lunga quindi pensateci bene 😉
Il tour guidato non prevede questa tappa (infatti l’ho fatta autonomamente nel pomeriggio) ma comincia dai giardini del Arenal, uno spazio ricreativo affacciato sulla ría e teatro di eventi e concerti (si dice che qui si abbia l’acustica migliore di Bilbao) nel corso dell’anno. Il nome è dovuto al fatto che in passato qui vi erano grandi quantitativi di sabbia dove venivano “parcheggiate” le barche. Per pura coincidenza, proprio in quel giorno si è svolta in città una grande manifestazione che ha visto come protagonisti i bambini vestiti con abiti tradizionali. Sul lato opposto sorge invece la Iglesia de San Nicolás, sulla cui facciata è stata posta una targa a segnare il livello dell’acqua raggiunto tra il 26 e 27 agosto 1983. Appena a lato, nell’omonima piazza, spicca il palazzo che ospitò la prima banca locale ed oggi sede di attività culturali legate alla banca BBVA.
Facendomi largo tra le viuzze medievali entro in Plaza Nueva, la cui forma richiama immediatamente la tipica plaza mayor di Madrid oppure di altre città spagnole. Edificata nella prima metà dell’800, oggi è sede della Reale Accademia della lingua basca (Euskara) mentre sotto i portici si trovano negozietti, bar e ristoranti per tutte le tasche. Ad un paio di minuti a piedi si raggiunge la già citata Plaza Miguel de Unamuno, sede del Museo Arqueológico de Bizkaia con repoerti ed oggetti d’uso quotidiano che raccontano la storia della società basca dalla preistoria al Medioevo. A proposito di Unamuno, in calle de la Ronda 16 si può osservare la sua casa natale: infatti, il celebre filosofo, poeta e scrittore nacque qui il 29 settembre 1864.
È la volta poi degli edifici religiosi. Si comincia dalla Iglesia de los Santos Juanes (secolo XVII), situata dove anticamente, fuori le mura, vi era il collegio di San Andrés, primo fondatore gesuita della città. Oggi vi è il Museo Vasco che spiega le tradizioni della regione. Che dire poi della Iglesia-Catedral de Santiago, un edificio gotico vecchio tanto quanto la città e dedicato all’apostolo S. Giacomo. L’elemento curioso è il portico, situato al lato sud, costruito con l’intenzione di ospitare un mercato coperto ma in realtà contrafforte per rendere più stabile la chiesa dato che poggia su di un terreno poco stabile, difatti osservando attentamente si può notare come alcune colonne siano inclinate…
Nella adiacente calle Belostikale 1 si può ammirare il palazzo Arana che, datato 1590, è il più antico di Bilbao. Proseguendo lungo la via si arriva nei pressi del mercado de la Ribera, il mercato al coperto della città che vanta circa 200 attività commerciali suddivise su tre piani. La struttura attuale risale al 1929 e, nonostante i necessari lavori di ammodernamento, ha conservato la facciata Art Decò e le vetrate colorate. A questo punto vi do un paio di suggerimenti:
- percorrete i portici di calle de la Ribera guardando in alto, vedrete così le volte dipinte da una serie di artisti locali, un’iniziativa fatta all’interno del progetto di rinnovamento ed abbellimento di alcuni luoghi della città portato avanti agli inizi degli anni ’90;
- uno dei panorami più belli da immortalare è quello che include il mercato coperto (la sua forma un po’ ricorda quella di una nave che arriva in porto) e la vicina Iglesia de San Antón, costruita alla fine del secolo XV e divenuta uno dei simboli storici di Bilbao.
Il tour della cittadella medievale si conclude davanti al Teatro Arriaga, realizzato nel 1890 richiamando l’Opéra di Parigi. Impossibile rimanere indifferenti dinnanzi alla bellezza della facciata e dei suoi ornamenti.
Pochi minuti di pausa e comincia il secondo itinerario, quello dedicato all’Ensanche, il quartiere commerciale e finanziario della città nato verso la fine dell’800 come conseguenza del forte aumento del numero di abitanti che rendeva il casco viejo ormai troppo piccolo. Si costruiscono così palazzi dallo stile eclettico, risultato della commistione di influenze moderniste, barocche, neogotiche e razionaliste. Il giro a piedi ci porta alla scoperta proprio di quelli più emblematici.
Ad esempio, dall’altro lato della ría e rivolta verso il Teatro Arriaga, la Estación la Concordia risalta per la sua facciata, dove sono combinati ceramica, ferro forato e cristallo. Venne inaugurata nel 1902 per collegare Bilbao a Santander e, il magnifico rosone centrale sembra voler ricordare i fasti della città durante la Belle Époque. Dal lato opposto del ponte, guardando verso la collina, sorge il palazzo dell’Ayuntamiento, realizzato nel 1892. La visita prosegue lungo la Gran Vía, la strada più importante del quartiere, in cui sorge il Palacio de la Diputación di fine ‘800. In una traversa appena prima del palazzo si può scorgere invece la Iglesia del Sagrado Corazón, del 1890, facilmente riconoscibile per la facciata rossa e bianca. Arriviamo quindi in Plaza Moyúa, di cui ho già parlato nell’itinerario del 1° giorno, per dirigerci verso l’Alhondiga, un luogo storico tornato a vivere in epoca recentissima. Infatti, l’edificio modernista risale al 1909 ma venne successivamente abbandonato fino al 2010, quando Philippe Starck progettò il nuovo atrio rendendolo un qualcosa di unico. Contiene tre cubi di mattoni rossi supportati da 43 colonne, ognuna con decorazioni differenti. Il nuovo ambiente è polifunzionale ed ospita negozi, ristoranti, bar, esposizioni temporanee e pure due piscine sul tetto… visibili anche dall’interno!
Questi sono alcuni dei luoghi visitati durante i due tour organizzati dall’ufficio turistico di Bilbao. Non li ho citati volutamente perché voglio che lo scopriate sul momento. Come detto sopra, le guide parlano in spagnolo oppure inglese, purtroppo l’italiano non è previsto. Tuttavia, lo spagnolo non è per noi un grosso impedimento linguistico, le spiegazioni inoltre sono piuttosto brevi e chiare quindi non dovrebbe essere troppo complicato comprendere almeno il senso del discorso.
Funiculare del monte Artxanda
L’ultima tappa della visita di Bilbao si trova a nord rispetto al suo “cuore pulsante” ed è la funicolar de Artxanda. Per arrivarci devo raggiungere la zona del Guggenheim ma questa volta “taglio” prima per la pasarela Zubizuri, in realtà conosciuta da tutti come il ponte Calatrava. Il vero elemento di richiamo però è l’Isozaki Atea, ossia le due torri di vetro gemelle alte 83 m ed innalzate nel 2008. Il colpo d’occhio dei due edifici assieme al ponte è una delle mie “cartoline” preferite della città.
Attraversato il ponte seguo le indicazioni ed eccomi alla stazione della funicolare. Inaugurata nel 1915, impiega tre minuti per raggiungere la cima del monte Artxanda, meta prediletta degli abitanti (e dei turisti) poiché, oltre ad essere un ottimo punto panoramico, vi sono diversi ristoranti e si possono fare camminate circondati dalla natura. Una di queste conduce alla Ermita de San Roque, ricostruita nel 1981 sulla collina che fu teatro di feroci scontri ed assedi durante la Guerra Civile Spagnola. Sebbene la vista sia parzialmente coperta dalla vegetazione, si può scorgere in lontananza l’aeroporto di Bilbao, anch’esso rimesso a nuovo negli ultimi anni. Se ne occupò Calatrava nel 2000 con l’intento di creare un ambiente che richiedesse minori distanze da percorrere per salire sugli aerei. Devo dire che, pur considerando le sue dimensioni ridotte, è uno degli aeroporti che mi sono piaciuti di più tra quelli visti fino ad oggi, merito soprattutto della “sala partenze”, un luogo la cui conformazione richiama gli interni di una cattedrale moderna.
Dove mangiare a Bilbao
Nel centro storico – las Siete calles – si trovano diversi locali dove mangiare, difatti, tra bar e ristoranti tradizionali (e anche più turistici) la scelta è davvero ampia.
In particolare, vi propongo il Bar Santa María, in calle Santa María 18. Ci sono pochi posti a sedere e quindi si sta prevalentamente alla barra. Ci sono stato diverse volte ed ho notato che la clientela è formata quasi esclusivamente da clienti fissi del posto. Oltre ai pintxos tradizionali, la specialità della casa sono quelli con carne e pesce alla brace. Costano tra i 2,10€ ed i 2,80€ e quindi suggerisco di assaggiarne diversi. I miei preferiti: con chorizo e con fegato e mela caramellata, il tutto accompagnato rigorosamente da una caña de cerveza!
In alternativa, all’interno del Mercado de la Ribera vi è un piano apposito con tanti bar dove ir de pinchos. Anche qui, nonostante i vari tavolinetti disposti al centro, i posti a sedere non sono molti e quindi molto probabilmente mangerete appoggiati al bancone. Il conto si paga subito dopo aver scelto i pintxos da assaggiare e la bevanda d’accompagnamento. Rispetto all’altro è sicuramente più turistico ma comunque la qualità è di livello medio-alto.
Si conclude qui il mio soggiorno a Bilbao, due giorni pieni per esplorare i suoi quartieri ed i luoghi più emblematici. Una città che mi ha sorpreso positivamente e che dovremmo prendere a modello quando si parla di “rifondare” una zona e renderla accogliente e funzionale per gli abitanti ed i turisti. Per quanto visto, direi che limitarsi solamente al Guggenheim sarebbe riduttivo e decisamente ingiusto nei confronti di una destinazione che in pochi anni ha saputo rivalutare il suo patrimonio storico e culturale. Porto con me due istantanee: il mix ben riuscito tra palazzi dagli stili architettonici di epoche differenti e la stupenda passeggiata lungo la ría che sembra “prendere per mano” il turista ed accompagnarlo alla scoperta degli angoli più suggestivi della città basca.