La provincia di Valencia offre un patrimonio storico, artistico e culturale che vale la pena scoprire. Sebbene sia difficile resistere al richiamo del suo capoluogo, la visita delle località che lo circondano ripagherà tale “sforzo”. È il caso di Manises, città dove si trova l’aeroporto ed attraversata dalla metro che conduce in centro Valencia. Ho deciso di trascorrervi una notte ritagliandomi così il tempo sufficiente per conoscerne la storia e le tradizioni, anche se comunque meriterebbe una sosta un po’ più lunga.
Dove si trova Manises e come arrivare
Manises si trova a 8 Km da Valencia ed è comodamente raggiungibile in metropolitana dall’aeroporto con le linee 3 e 5. Se siete ancora sprovvisti della Valencia Tourist Card, conviene allora fare il biglietto in aeroporto.
La metro è divisa in zone, dalla D (aeroporto) alla A (centro città). In Manises vengono effettuate due fermate, Rosas ed appunto Manises, entrambe comprese nella zona B. Le macchinette automatiche vendono i biglietti singoli per tutte le aree al costo di 4,9€, il mio consiglio è però di acquistare il titolo di viaggio in biglietteria specificando al personale la vostra fermata – nel mio caso Rosas – e così vi servirà il biglietto per soltanto tre zone (BCD) per 3,8€.
Dove dormire a Manises
Tra coloro che alloggiano negli hotel e B&B di Manises vi sono quelli che fanno base qui per visitare Valencia risparmiando in questo modo sul pernottamento. Considerate infatti che da Manises servono poco più di 20-30 minuti per raggiungere il centro città e perciò questa è un’opzione da tenere a mente.
Io ho dormito all’Hotel Travelodge Valencia Aeropuerto, ubicato in una posizione ottima visto che è affacciato sulla stazione della metro “Rosas”. Al check-in viene fornito un paio di tessere magnetiche che, oltre ovviamente ad aprire la porta della camera, servono anche per quella principale permettendo così totale libertà di movimento. Ho alloggiato in una doppia ad uso singola con bagno privato. Nonostante fosse al primo piano e rivolta sulla strada, l’isolamento delle pareti è stato efficace e non ho avuto alcun disturbo notturno.
La colazione a buffet viene servita a piano terra, nella sala appena a lato della reception e costa 7,5€. Non so dirvi la qualità perché, non essendo inclusa nella tariffa, ho preferito farla altrove.
Manises e la ceramica: i luoghi della visita
Manises è indiscutibilmente la città della ceramica. Località di origine araba, da subito la sua immagine si è legata a questo prodotto e per tale ragione oggi può vontare oltre 700 anni di storia. L’arte e le tradizioni sono custodite dagli artigiani locali, un autentico patrimonio vivente che fa di Manises – ieri come oggi – il punto di riferimento mondiale della lavorazione della ceramica.
Questa è presente praticamente in ogni angolo della città sia come ornamento che per funzioni più pratiche.
Edificio “El Arte”
La visita inizia ufficialmente in questo edificio del 1922 in cui risalta la facciata che definire splendida è alquanto riduttivo. È un esempio perfetto della tecnica del reflejo metálico, caratterizzato dalla tinta dorata e dal blu cobalto su fondo bianco.
Al piano terra si trova l’ufficio turistico e qui conosco Mayra, che sarà la mia guida per il resto del pomeriggio. Il nostro itinerario comincia con la visita degli ambienti al primo piano.
Cominciamo allora dal MUMAF – Museo de Manises de Fotografía – intitolato a Carlos Sanchis. Infatti, nel 2009 egli decise di donare al comune la propria collezione (inclusa quella della moglie) perché ormai era talmente vasta da non stare più in casa.
Aperto nel 2011, accoglie più di 2000 oggetti tra macchine fotografiche e telecamere e pertanto racconta come queste siano cambiate ed evolute nel corso dei decenni.
Nella sala adiacente si svolge la Bienal Internacional de Cerámica, giunta nel 2017 alla XIII edizione.
Tale manifestazione rappresenta una vetrina fondamentale per i partecipanti provenienti da tutto il mondo per esporre le loro opere. Quella vincitrice di quest’anno è quantomeno particolare, guardate infatti l’ultima immagine qui sotto… cosa ne pensate?
Studio “Cerámicas Palanca”
Ci dirigiamo quindi alla prima “fabbrica” artigianale, nella quale inizio a saperne di più su una delle tecniche tradizionali di lavorazione della ceramica.
L’elemento distintivo di Cerámicas Palanca (Calle Cementerio, 24A) è la produzione dei morteros, ossia i mortai. Ne esistono di dimensioni differenti, accomunati però da una colorazione gialla ed una macchia ottenuta passando il pennello manualmente. Ho la fortuna di osservare le varie fasi della realizzazione potendo apprezzare così tutta l’abilità dell’artigiano. Inoltre, si possono acquistare i mortai e gli altri oggetti approfittando del prezzo di fabbrica decisamente vantaggioso. Ad esempio, i morteros grossi costano sui 2€ mentre i più piccoli attorno agli 80 centesimi.
A proposito, segnalo che è possibile visitare questo e gli altri studi di Manises anche in piccoli gruppi. Per concordare orari e prezzi basta mettersi in contatto con l’ufficio turistico locale.
Studio Arturo Mora
In molti casi la passione per la ceramica è qualcosa che si tramanda di generazione in generazione. È il caso di Arturo Mora (Calle Maestro Serrano, 1-bis), il quale riprende e fa sua la complicata tecnica del reflejo metálico, trattato già dal suo bisnonno alla fine dell’800.
Oggi, utilizzando sempre questa tecnica, Arturo si dedica alla riproduzione di capolavori in ceramica realizzati a Manises tra i secoli XIV e XVIII e commissionati da svariati musei di fama mondiale. Oltre a ciò, egli crea opere proprie col tornio, dipingendo a mano e cuocendole come veniva fatto in passato, in particolare durante l’epoca araba.
Ho potuto ammirare alcuni degli oggetti ancora in fase di produzione e non ho potuto far altro che apprezzare il grande talento del loro creatore.
Avenida Blasco Ibáñez, Antigua Escuela de Cerámica, Parque Els Filtres ed il Mercado Municipal
L’indomani esco di buon’ora perché voglio girare Manises e scoprirne le vie, le piazze e gli edifici più suggestivi.
Parto dalla avenida Blasco Ibáñez, dove si trova il monumento dedicato al ceramista locale. Lungo la strada è stata disposta una serie di blocchi di ceramica che da un lato rappresentano le fasi della lavorazione, dall’altro invece raccontano la vita e le opere di Ibáñez.
Costeggiando i palazzi arricchiti dalle decorazioni in ceramica giungo dinnanzi all’edificio neoclassico che ha ospitato la prima scuola di ceramica di Manises. Altri luoghi da non perdere sono la Chiesa Parrocchiale di S. Giovanni Battista, in particolare le tegole decorate col reflejo dorato, e la vicina Cappella di S. Antonio, edificata sulle fondamenta dell’antica chiesa. Infine, sulla strada verso l’ufficio turistico sorge il Parque El Filtres in cui, tra i vari giochi per bambini, sono stati installati una serie di pannelli in ceramica che narrano la storia della Comunidad Valenciana. Poco oltre, il grande Mercado Municipal spicca per le decorazioni raffiguranti usi e costumi dei tipici mercati del secolo XVIII. Tra l’altro, scopro qui che Manises è gemellata con Montelupo Fiorentino, nota località italiana per la produzione di ceramiche e dove mio padre ha avuto l’occasione di seguirvi un corso apposito.
Cerámica Valenciana de José Gimeno Martínez
Conosciuta Lucrezia, uno spiraglio di Italia a Manises, la mattinata prosegue con la visita di una delle fabbriche di ceramica simbolo della città, ossia la Cerámica Valenciana de José Gimeno Martínez (Carrer de l’Hort, 1).
Difatti, essa vanta oltre 100 anni di storia e perciò, col senno di poi, ho capito perché abbia ritrovato questa marca anche in altri luoghi di Manises. Il fascino del posto emerge già dall’esterno, con le mattonelle di ceramica poste come decoro degli scalini. Dopo aver “ispezionato” le macchine e gli strumenti usati per le varie fasi del processo di lavorazione, salgo al piano superiore ritrovandomi improvvisamente circondanto da vere e proprie opere d’arte in ceramica. Inoltre, qui vi è il negozio dove acquistare gli oggetti… a Km 0!
Da qui in poi si susseguono otto sale che costituiscono un autentico museo. È possibile così conoscere la storia della ceramica locale e la sua evoluzione dal Medioevo alla successiva influenza del Rinascimento italiano fino ad arrivare ai giorni nostri.
Ma non è tutto poiché ho la grande fortuna e l’onore di potere seguire dal vivo due artigiani “storici” intenti ad ultimare un paio di lavori commissionati. Mentre li osservo mi rendo conto di come anni ed anni di esperienza permettano di rendere semplici pure le cose più difficile ed allora, dinnanzi a cotanta bravura, non mi resta che fare i complimenti.
Colazione a Casa Guillermo
Terminiamo la visita all’ora ideale per uno spuntino di metà mattinata. Lo facciamo non in un posto qualunque ma al Bar Restaurante Casa Guillermo (Carrer Valencia, 34), rinomato per essere il “Re delle acciughe” come lo ricorda pure la mattonella all’ingresso. Inoltre, il locale occupa una ex fabbrica di ceramica costruita nel 1870 ed oggi nominata “Monumento protetto”.
Il ristorante si rivela essere un locale molto accogliente, dall’atmosfera familiare e con un arredamento curato in cui appaiono quadri, bottiglie, oggetti d’epoca ed ovviamente le immancabili decorazioni in ceramica.
Sia io che Lucrezia abbiamo ordinato dei panini caldi con uova e qualcos’altro che al momento mi sfugge accompagnati dalle sempre presenti olive. Mi scuso per non avere fatto la foto al cibo ma ero troppo affamato e non ho resistito!
Asociación Valenciana de Cerámica AVEC-Gremio
Attraversata la strada siamo già arrivati alla sede della Asociación Valenciana de Cerámica AVEC-Gremio, un’associazione senza scopo di lucro volta a promuovere la lavorazione della ceramica di ottima qualità.
Al suo interno vi è un negozio, dove acquistare direttamente gli oggetti prodotti dagli artigiani associati, sale per mostre e workshops anche per bambini. Esplorando la fabbrica non posso poi non fermarmi ad ammirare le opere in preparazione a tema natalizio. Ne approfitto per fare due parole con David (di Drac Ceramica) mentre lavora al tornio. Nell’osservarlo ritorno un po’ bambino, ripensando a quando guardavo mio nonno fare la medesima lavorazione. Che non sia un caso che a distanza di anni mi trovi nuovamente vicino ad un tornio?
Museo de Cerámica
L’itinerario si conclude al Museo de la Cerámica de Manises, allestito in un edificio del secolo XVIII affacciato su calle Sagrario 22. Vi sono esposte svariate collezioni di ceramiche realizzate in città a partire dal secolo XIV fino ad arrivare ai giorni nostri.
Aperto nel 1967, una delle stanze senza dubbio più affascinanti è l’antica cucina, impreziosita dalle mattonelle raffiguranti le scene di caccia create dallo studio di José Gimeno Martínez. I vari ambienti si susseguono secondo l’epoca storica dando anche spazio ad alcune delle opere premiate in occasione della Biennale Internazionale di Manises.
La visita del museo – entrata gratuita – richiederebbe decisamente più tempo rispetto a quello che ho avuto io e pertanto suggerisco di ritagliarvi almeno un’ora.
Termina qui il mio soggiorno a Manises, un’esperienza breve ma molto intensa che mi ha permesso di scoprire più di sette secoli di arte e tradizioni legate al mondo della ceramica. Tale ricco patrimonio oggi è vivo più che mai grazie al lavoro dei vari artigiani locali e proprio questi artisti rappresentano il cuore e l’anima della cittadina alle porte di Valencia.
Infine, un ringraziamento doveroso va a Mayra e Lucrezia dell’ufficio del turismo locale per avermi accompagnato durante la visita ed infine a tutte le altre persone che ho avuto la fortuna di incontrare per imparare un sacco di cose su questa realtà.