Riaño, borgo montano della provincia di León ad un’altitudine di 1.148 m, sorge nel punto di confluenza dei fiumi Esla e Yuso ed è “incastonato” in un paesaggio da sogno con vista sulle vette dei Picos de Europa.
Il vasto bacino artificiale che lo circonda – la lunghezza della costa supera i 100 Km – e la sua acqua limpida nascondono una storia triste e travagliata che ha segnato profondamente la vita degli abitanti della zona e della quale parlo in questo articolo.
Il Parque regional Montaña de Riaño y Mampodre è una vasta area protetta per la tutela della biodiversità della flora e della fauna locali. Negli ultimi anni sono sempre di più i turisti, prevalentemente spagnoli, che vengono qui per godere della tranquillità e della bellezza della zona mentre gli escursionisti hanno a loro disposizione un’importante rete di sentieri con percorsi di varia difficoltà (alcuni dei quali adatti anche per mtb).
Le 5 escursioni da fare a Riaño
Nei quattro giorni trascorsi in paese, complice il meteo favorevole di inizio agosto, ho avuto modo di fare diverse attività che mi hanno consentito di esplorare il territorio e non solo… pure di ammirare animali selvaggi a distanza ravvicinata!
Per quel che riguarda il clima, nonostante l’ambiente montano ho trovato temperature attorno ai 30° C o di poco superiori. Per questo motivo suggerisco di fare le camminate più impegnative di mattina. Dopodiché, visto che siamo in Spagna, si pranza attorno alle 14 per poi concedersi una meritata siesta.
C’è abbastanza escursione termica tra le ore centrali della giornata e la notte, infatti le temperature minime possono toccare i 14-16°C.
1) Columpio di Riaño ed il Mirador “Alto Valcayo”
Non posso non cominciare da quello che è uno dei simboli turistici di Riaño, ossia l’altalena più grande di Spagna. La struttura in legno di rovere ha un’altezza di 8 m ed è stata installata in corrispondenza del mirador “de las Hazas”, ad una quota di 1.200 mslm.
Tra l’altro, vicino alla panchina si trova la figura di Heidi… d’altronde sembra proprio di trovarsi sulle Alpi!
Il panorama è stupendo, senza dubbio uno dei migliori della zona. Si osserva il borgo montano, lo specchio d’acqua che lo circonda e quindi le montagne a fare da cornice. Tra queste si riconoscono facilmente a sinistra il Pico Gilbo, soprannominato il Cervino leonés per la sua forma che richiama quella della vetta nostrana, e sulla destra il Pico Yordas.
I momenti della giornata consigliati per venire qui sono due:
- al tramonto, per contemplare il sole che “muore” dietro ai monti;
- al mattino presto, quando ci sono meno persone ed il sole alle nostre spalle permette di scattare ottime fotografie.
Dall’altalena, volgendo lo sguardo verso destra si scorge una “cima gemella” dominata da una struttura triangolare. Vi si arriva in pochi minuti ed è il mirador “Alto Valcayo”.
Trattasi di un’antica torre di osservazione che è stata opportunamente modificata con l’aggiunta di una serie di pannelli informativi sulla storia di Riaño, la fauna e la flora della zona. Di recente (estate 2023) è stato installato un grande cuore che ben si presta per selfie e foto ricordo.
Da qui si ha uno scorcio simile ed altrettanto suggestivo del paese ed i suoi dintorni.
Come arrivare a piedi
Dal centro di Riaño si cammina lungo la strada nazionale N-625 costeggiando il guardrail (non c’è mai particolare traffico) sino a raggiungere una rotonda. Da qui si attraversa per prendere la strada privata che sale con qualche tornante al camping e, una volta arrivati al cancello, si segue l’ampio sentiero sterrato che parte sulla sinistra e conduce in brevissimo tempo al Columpio ed al Mirador “Alto Valcayo”.
Complessivamente si impiegano una ventina di minuti.
2) Escursione al Bosco de Hormas (facile)
È un rilassante itinerario ad anello – ideale anche per le bici – che si snoda per l’altopiano di Hormas, tra Riaño e Boca de Huérgano, nei pressi di una delle foreste più suggestive del parco. Faggi, querce, agrifogli, frassini e betulle crescono in un ambiente dove l’intervento dell’uomo è stato minimo.
Ciò spiega la possibilità di trovare tracce dell’orso bruno e di altri animali protetti quali il lupo ed il fagiano di monte. Va detto che incontrarli è assai complicato, specie i primi due, perché abituati alla presenza degli esseri umani e perciò ne restano alla larga.
Ad ogni modo, all’ufficio turistico di Riaño è appeso un manifesto riguardante i comportamenti da adottare in caso di incontro più o meno ravvicinato con l’orso (se ne sono contati solamente sei negli ultimi 25 anni, uno dei quali sui Pirenei!).
Il percorso non è segnalato ma perdersi è davvero impossibile dato che c’è un’unica via da seguire. Ad ogni modo, potete utilizzare la traccia su Komoot. Il dislivello è minimo, la distanza è di circa 10 Km ed occorrono meno di 3 ore per completare il giro.
La camminata comincia all’altezza del parcheggio situato nei pressi del cimitero di Riaño e dell’imbocco del sentiero per il famoso Columpio. Per questo motivo, chi si sposta a piedi dal centro del paese può raggiungere l’altalena come ho indicato nella sezione precedente. Dal cimitero si prende la strada forestale che scende verso destra sino al fondovalle, da dove poi si prosegue in piano fino alla zona picnic Los Casares, una bella area attrezzata fornita anche di barbecue (bisogna chiedere il permesso al Comune di Riaño) e di una sorgente d’acqua.
Per chiudere il percorso ad anello si torna indietro per qualche decina di metri fino ad incontrare sulla destra il ponticello sul torrente Bramero. Una volta attraversato si prosegue sulla sinistra lungo la strada forestale in salita che regala splendidi scorci sulla valle Hormas.
Avvicinandoci a Riaño, sulla destra si staglia all’orizzonte il Pico Yordas. La passeggiata si conclude con un tratto in discesa che conduce nuovamente al cimitero.
3) Trekking sul Pico Gilbo (intermedio-difficile)
L’escursione più popolare a Riaño è quella che porta sulla vetta del Pico Gilbo (1.679 m), montagna facilmente distinguibile per la sua forma che, non a caso, le è valsa il soprannome di Cervino leonés.
La sua fama è dovuta anche – e soprattutto – alla fantastica vista a 360° che si dalla cima e che consente di ammirare Riaño, i monti che lo cingono con le vette dei Picos de Europa all’orizzonte ed i fiordi che si sono originati con l’inondazione della valle del 1987 per la creazione del bacino artificiale.
Per arrivare al punto d’inizio dell’escursione bisogna attraversare il viadotto in direzione di León.
Nel farlo, si dovrebbero notare alcuni cartelli indicanti la “Ruta Vadiniense”, ossia uno dei cammini più antichi verso Santiago di Compostela. Oltre che dal punto di vista paesaggistico, esso percorre la porzione del Parco dei Picos de Europa appartenente alla provincia di León, riveste notevole importanza per il suo aspetto storico dato che si passa per i territori occupati per secoli dalle tribù montane come appunto i Vadiniani.
È conosciuto come Camino olvidado – Camino dimenticato – perché è decisamente meno noto e frequentato rispetto agli altri, complice la sua difficoltà dato il tipo di territorio che attraversa. Per chi fosse interessato, le tappe della Via Vadiniana sono riportate in questa pagina.
Lasciato alle spalle il viadotto, su entrambi i lati della strada vi sono dei parcheggi e l’imbocco del sentiero è subito sulla destra. Le indicazioni non sono molte ma sono comunque più che sufficienti e bisogna seguire “Cueva de la vieja del monte” e “Mirador de las Biescas”.
Il primo tratto è molto facile essendo una strada forestale che procede prevalentemente in piano regalando splendidi scorci su Riaño e dintorni.
Dopodiché, si ignora la deviazione verso destra per l’Área recreativa Las Biescas e si prosegue entrando nel bosco di faggi e rovere.
Ad un certo punto, un sentierino sale sulla sinistra per una breve deviazione alla grotta de la Vieja del monte. Secondo la mitologia locale, si tratta di una vecchietta dedita alla preparazione del pane e di altri alimenti che poi fa distribuire ai bambini con l’aiuto dei genitori. È complicato vederla perché trascorre gran parte del suo tempo in giro per il bosco alla ricerca di frutta selvatica. E così, si riesce ad incontrarla solamente a Natale, quando scende in paese a far visita ai più piccoli.
La prossima tappa è il mirador “de las Biescas”, uno splendido belvedere con panchina affacciata sul bacino di Riaño con le montagne circostanti – tra cui il Pico Yordas – che si riflettono sulla sua acqua limpida.
Da qui in avanti le indicazioni si diradano ma di fatto non servono perché c’è soltanto una via da seguire. Si svolta a sinistra ed il sentiero guadagna di quota fino ad uscire dal bosco. E così, improvvisamente, il paesaggio attorno cambia del tutto. La vegetazione si fa più rada ed il terreno è secco e polveroso (in estate).
La traccia resta sempre abbastanza evidente ma, ad ogni modo, se capitate da queste parti nella bella stagione e soprattutto nei weekend, incontrerete tanti escursionisti diretti al Pico Gilbo. Aggirata la cima Peña Sarnosa (1.466 m) comincia il tratto finale nonché il più difficile e per questo non adatto a tutti.
Le pareti del Pico Gilbo presentano una pendenza accentuata con tratti scoperti e la roccia calcarea rende necessario un passo sicuro per evitare di scivolare sia in salita che a maggior ragione in discesa.
Una via ferrata sarebbe utile ma purtroppo non c’è e quindi bisogna arrangiarsi, il che significa trovare ogni appiglio utile per garantirsi il massimo equilibrio possibile. In alcuni punti conviene aiutarsi con le mani (e procedere praticamente “a gattoni”).
Una volta però guadagnata la vetta del Pico Gilbo, il panorama mozzafiato ripaga tutti gli sforzi fatti e si può godere la vista migliore sul Parco Regionale di Riaño, le sue cime ed i fiordi. A questo punto si può tornare al viadotto ripetendo l’itinerario dell’andata oppure facendo un anello come mostrato nella mappa su Komoot.
Il trekking al Pico Gilbo ha un dislivello attorno ai 600 m e vanno calcolate all’incirca 5 ore. L’ultima parte, quella più complicata, è completamente al sole e perciò sono da evitare le ore più calde della giornata. Infine, segnalo che la montagna è raggiungibile anche dalla località di Horcadas.
4) Safari nella valle Anciles
Nelle montagne di Riaño vi sono aree incontaminate dove gli animali vivono in stato di semilibertà. Per questo motivo l’accesso individuale è limitato ed uno dei pochi modi utili per arrivarvi – oltre a possedere campi ed allevamenti – è partecipando ai safari organizzati da Sendas de Arnua. Tale impresa è fortemente legata al territorio e si pone l’obiettivo di farlo conoscere ai visitatori adottando un modello di ecoturismo volto a tutelare natura, usi e costumi delle persone che da secoli popolano questa zona rurale.
L’escursione da loro proposta ha una durata approssimativa di quattro ore con partenza e rientro da Riaño al punto di incontro stabilito. È un’attività che si può fare anche privatamente, altrimenti solitamente si è in piccoli gruppi di massimo sei persone.
Il safari viene svolto in primavera, estate e parte dell’autunno. Gli orari sono piuttosto flessibili e dipendono soprattutto dalle condizioni meteo, in particolare dal caldo. Nel mio caso, il safari è iniziato alle 17:30 da Riaño, con ritrovo fissato dal benzinaio ubicato all’ingresso del paese.
La guida è Tonio e ci accompagnerà a bordo di un veicolo 4×4 raccontando aneddoti e storie sui luoghi che attraversiamo e la gente che vi abita. Lasciato il borgo montano ci spostiamo verso la località di Liegos per raggiungere quindi la valle di San Pelayo. Da qui in avanti il paesaggio e la strada si fanno sempre più selvaggi mentre i boschi di faggi e rovere ci accompagnano all’ingresso della valle de Anciles, bagnata anch’essa dal bacino artificiale che ha causato la scomparsa della località che porta lo stesso nome.
Si tratta di uno degli angoli più isolati e scenografici delle montagne di Riaño, si contraddistingue per le formazioni di roccia calcarea che fanno da cornice a distese di alberi decidui. Questo è l’habitat ideale per gli animali tipici dell’ambiente montano che qui possono vivere liberamente in uno spazio di oltre 500 ettari.
Grazie ai binocoli che vengono forniti ad ogni partecipante è abbastanza semplice individuare da lontano cavalli, mucche, stambecchi, avvoltoi e, con un po’ di fortuna, cervi (ne ho visti ben quattro!). Ma l’abitante più famoso e “ricercato” della valle è il Bisonte Europeo ed incontrarlo può risultare assai complicato considerato il vasto territorio in cui può spostarsi.
Noi siamo stati veramente fortunati perché, già sulla via del ritorno ed amareggiati per non averli potuto osservare, ce li siamo ritrovati sulla strada. Dritti davanti a noi, a pochi metri dal veicolo 4×4, sono apparsi la femmina, il figlio e quindi il maschio (la sua stazza è veramente impressionante!).
Dato l’incontro così ravvicinato, per questione di sicurezza non siamo scesi e Tonio ha lanciato loro del cibo affinché si spostassero dalla strada per lasciare libero il passaggio.
L’osservazione del bisonte e degli altri animali non può essere assicurata al 100% perché la zona è veramente grande e pertanto potrebbero essere da qualsiasi parte. Se ciò accadesse, l’infinita bellezza selvaggia della valle de Anciles compensa l’amarezza lasciando un piacevole ricordo del safari.
A tal proposito, più o meno a metà dell’escursione è prevista una piccola pausa ristoro con acqua, caffè, biscotti, prosciutto e formaggio. La sosta avviene nel punto più elevato della vallata, a 1.450 m, nei pressi di un rifugio della guardia forestale. Il panorama è magnifico e, oltre al bacino di Riaño, comprende il Pico Gilbo e le vette dei Picos de Europa.
Per tutte le informazioni su questa attività vi rimando al sito internet di Sendas de Arnua.
5) Tour dei fiordi
Il mio soggiorno si conclude con un’altra attività assai popolare della zona. Il giro in battello organizzato dalla compagnia “Riaño en barco” consente di attraversare il bacino artificiale godendo di alcuni degli scorci più suggestivi della zona.
Inoltre, penetrando nelle valli più strette si ammirano i cosiddetti “fiordos leoneses”. Probabilmente parlare di fiordi è un po’ azzardato, specie se si già stati in Norvegia, tuttavia, la meraviglia del panorama è indubbia.
Il tour parte dal porticciolo sportivo di Riaño ed ha una durata di 60 minuti. Bisogna presentarsi una mezz’ora prima della partenza per il check-in e l’imbarco. Durante il percorso, un filmato con spiegazione in spagnolo ed inglese consente di viaggiare indietro nel tempo, quando la valle non era stata ancora intaccata dai lavori per la costruzione della diga e del bacino.
La bellezza della zona non deve far dimenticare quel che è successo nella seconda metà degli anni ’80 del secolo scorso, quando la gente è stata costretta ad abbandonare forzatamente la propria abitazione ed interi paesi sono stati rasi al suolo. E così, fa una certa impressione pensare di navigare sopra i resti sepolti a 65 m di profondità del vecchio Riaño o della strada che collegava la valle con León e le Asturie.
Uno degli angoli più belli raggiunti dal battello è senza dubbio la valle de Anciles, dov’ero stato due giorni prima con il safari e che perciò avevo già avuto modo di apprezzare. Anche qui si passa sopra i ruderi di Anciles, un altro borgo andato completamente distrutto.
Sulla via del ritorno si costeggiano distese boschive oltre alle pareti di roccia calcarea dei monti Pico Gilbo e Pico Yordas.
Per orari, tariffe e prenotazione online (altamente raccomandata in estate) potete consultare il sito internet di Riaño en barco.